Era ormai sera tarda e nella torre dei Grifondoro regnava il silenzio più assoluto. La sala comune, che a quell’ora sarebbe dovuta essere deserta, aveva ancora un ospite. Su un divanetto, vicino alle braci del fuoco che di tanto in tanto scoppiettavano ancora, avvolta in una coperta c’era una ragazza. Il libro di Trasfigurazione aperto ai suoi piedi lasciava intendere che s’era addormentata durante un ultimo ripasso, sopraffatta dalla stanchezza della giornata, però, non ce l’aveva fatta.
Il suo viso era rilassato, i capelli stavano sparsi sulle sue spalle e i dorsi delle mani riportavano scritte incise come “io devo ubbidire”.
Ginny Weasley, sesto anno, nuovo capo dell’E.S. con i suoi amici Neville e Luna, lottava ogni giorno contro le ingiustizie e il sopruso dei Mangiamorte presenti nella scuola.
Ginny Weasley, sesto anno, ogni giorno passava tutte le sere con i suoi amici Neville e Luna in punizione perché si ribellava alle leggi dei Mangiamorte presenti nella scuola.
Ginny Weasley, sesto anno, lottava per Harry, Hermione e Ron, che non erano tornati a scuola per andare alla ricerca degli Horcrux per riuscire a sconfiggere Voldemort.
Ginny Weasley, sesto anno, lottava per amore.
 
Ad un certo punto si svegliò di colpo, un rumore l’aveva destata. Guardandosi intorno e cercando di capire da dove provenisse, i suoi occhi si soffermarono su una figura indistinta alla finestra. Stropicciandosi gli occhi, mise a fuoco e riconobbe la creatura che c’era all’esterno e che picchiettava con il becco sul vetro: Leo. Alzandosi in fretta si avvicinò alla finestra e, dopo averla aperta e aver fatto volare all’interno il suo piccolo gufo, lo guardò appoggiarsi ad un tavolo e porgere una zampetta a cui era legato qualcosa.
Una pergamena.
Presa dall’emozione di sapere chi mai le scrivesse, e sperando nel suo cuore che fosse il ragazzo che da sempre le aveva rubato il cuore, slegò il pezzo di carta e lo aprì in fretta.
 
“Mi manchi, H.”
 
Due parole, un’iniziale. Non molto per una persona qualunque, ma per Ginny era un messaggio più che eloquente.
Forse perché era notte fonda, forse perché era ancora stanca o forse perché il fumo delle braci le dava fastidio, non si sa bene, sta di fatto che quella notte Ginny Weasley pianse.
Pianse per la prima volta da quando era iniziata la scuola, pianse per la prima volta per un ragazzo.
Pianse come non aveva mai fatto.
Perché sì, anche a lei mancava.