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Autore: Nefelibata    29/08/2012    3 recensioni
'La tempera che si infrange sulla tela, si mischia agli altri colori, creando un'esplosione di sfumature.'
Conteggio parole: 799
Genere: Drammatico, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Colours

Il polso leggermente piegato, un movimento eseguito con grazia.
Il pennello che, lentamente, si immerge nella tempera diventando tutt'uno con il colore.
Le setole che catturano la densa crema rosso carminio.
La tempera che si infrange sulla tela, si mischia agli altri colori, creando un'esplosione di sfumature.
Una pennellata, gli elementi si uniscono.
Un'altra pennellata, la tempera si trasforma in immagine.
Una terza pennellata, il colore diventa anima.
Dicono che i rumori, i colori, gli odori, siano capaci di rievocare ricordi ed emozioni, e in questo momento, i caldi colori dell'alba di un giorno di giugno mi riportano con la mente agli anni passati.
Il profumo dei fiori di ciliegio, il rumore delle onde che si infrangevano sugli scogli, il verso dei gabbiani appena risvegliati dalle prime luci del mattino.
Tutto intorno a noi sembrava creare un mondo tutto nuovo, un mondo in cui potevi immergerti per pochi minuti, scalfire i tuoi sogni, tenendo il futuro fuori da quel magico involucro.
La tua risata rieccheggiava nei venti provenienti da nord e sbatteva sulle rocce levigandole allo stesso modo dell'acqua.
Non scorderò mai il sole riflesso nei tuoi occhi, un'eclissi di luna con le tue pupille, emozioni contrastanti che si miscelavano in un sorriso.
Avrei voluto dipingerti lì, in quel momento, con le labbra screpolate e i pollini nei capelli.
Avrei mischiato il terra di siena bruciata e il marrone scuro per ottenere le tue lunghe ciglia, e un turchese avrebbe delineato la tua maglia spiegazzata e leggermente sporca di terriccio.
Ricordo l'odore di fumo che, uscendo denso dalle tue labbra socchiuse, mi invadeva i polmoni facendomi tossire.
Ricordo le nuvole all'orizzonte che preannunciavano una tempesta.
Ricordo l'espressione che assumevi quando mi guardavi, come cercando di leggermi dentro, e il sorriso che prendeva vita quando giravi la testa e non perdevi di vista il cielo e il mare che cambiavano colore.
Avrei voluto portarti sulla tela, per non lasciar scappare quel momento, ma catturarlo, tenerlo stretto, per farmi sorridere ogni volta.
Ma nel dipinto che ho davanti il tuo volto non c'è, per il semplice fatto che un dipinto non sarebbe mai arrivato ad eguagliare te, la tua bellezza, e quegli occhi da uomo vissuto.
Quel volto, quell'immagine mi appartenevano.
Dipingere un'alba non è mai stato così difficile, penso mentre prendo altro colore ignorando la lacrima che, delineando il mento e il collo, è gocciolata sul parque.
E le emozioni scorrono lente, combattono, si uccidono e si sovrastano.
E le mie emozioni le riporto lì, su quel quadro bianco.
E ad ogni colore corrisponde un significato, il ricordo di una frase, l'immagine di uno sguardo, un bacio raffiorato.
Blu, come la quiete, come il silenzio coronato dal fruscio degli alberi e dal rumore del mare.
Verde, come la speranza, ormai persa, come l'equilibrio, quello che avevamo raggiunto io e te, sostenendoci a vicenda, procedendo in sincronia, impedendoci di crollare.
Giallo, come il cambiamento, come la vivacità che avevo ritrovato grazie alle tue mani forti e alla tua radiosa risata.
Rosso, rosso del cielo, rosso dell'amore, della passione, rosso come il cuore che avevi ricostruito lentamente come un puzzle, lo stesso che aveva ripreso a battere da quando sei entrato nella mia vita.
Rosso come il sangue che, colandomi sul braccio, mi regalava un momentaneo piacere e allo stesso tempo mi impediva la vita, la rinascita, scorreva insieme alla mia anima, e si riversava sulla ceramica del lavandino.
Nero come i miei occhi, come i miei polmoni dopo che ho iniziato a fumare sperando di ritrovare nel catrame la stessa sensazione di quando ti avevo accanto. 
Nero come la morte, che ti ha trascinato via, senza pietà di me, di noi.
Bianco, bianco come i muri di casa che tu avevi insistito per imbiancare, bianco come il vuoto, come la mia vita senza di te.
Senza quelle labbra che mi svegliavano dolcemente la mattina e mi auguravano la buonanotte la sera.
Bianco come la lettera macchiata di spremuta che trovai quella mattina sul tuo cuscino.
Incolore come il cancro, che ti ha logorato lentamente senza che nessuno se ne accorgesse.
Incolore come l'espressione dei medici mentre scuotevano la testa.
Incolore come me, che cerco di farci rivivere con un pennello, quasi fosse una bacchetta magica.
Ma in fondo il pennello è questo, una bacchetta magica, la magia di riportare la vita su una tela dapprima senza emozioni, esattamente come avevi fatto con me.
Le lacrime si mischiano alla tempera e gli danno una consistenza liquida, ma non ci faccio caso.
Blu come il mare in quella mattina di giugno.
Verde come lo smeraldo sull'anello che porto ancora dopo tutti questi anni.
Giallo come le rose che porto sulla tua lapide ogni domenica, come la luce che filtra dalla finestra ricordandomi il tuo nome.
Rosso come le cose che mi fai provare.

  
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