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Autore: AngelOfSnow    29/08/2012    1 recensioni
{ Ecco a voi il continuo de:"Il Canto Della Maga". Spero vi piaccia }
Non potevo sopportare come la mano di Cristian toccasse la guancia di quel corpo; oramai non era più mio, ma di Fubuki. Vedo come Yuuki parli allegramente, Rika battibecchi con Yue, Kain e Ruka finalmente come coppia e non come amici...
"Soffri Sakura?"
"..."
Non rispondo alla voce che in quell’ultimo mese mi avesse “tenuto compagnia”: Devil Satoshi, lo zio di Yue.
"Avanti Sunny, come fai ad osservare la tua vita passarti davanti senza dire nulla, eh? La Cross Academy... peccato che la distruggerai a breve!"
La risata rimbomba macabra su tutto, portandomi un moto di rabbia e disgusto infinito.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sorpresa, Takuma Ichijo, Un po' tutti, Zero Kiryu
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Sakura's Saga. '
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Capitolo 28: La fine dei Giochi.




- Quando riesci a battere un nemico potente, 
perdendo quello che più ti è caro
, vale la pena di esserci riusciti?  
Quindi esulta nel miracolo della vita, tenendo accanto tutto quello di cui hai bisogno.
Perchè non c'è nulla di più bello, che vincere la propria guerra,
con l'Amore e mettere la parola "Fine" a questo Gioco,
in cui le anime fanno da protagoniste. -

 

Il mio tempo si è fermato.
Scandito semplicemente dal ticchettio innaturale di qualcosa contro una superficie ruvida.
I miei pensieri volteggino soavi e remissivi nel ricordarmi il volto della mia Sakura.
A proposito di lei... chissà che avrebbe pensato, vedendo il mio corpo immobile e freddo disteso al suolo.
Avrebbe pianto per la perdita oppure avrebbe mascherato il dolore dietro a folle e omicida rabbia?
Questo silenzio è profano e sa di nulla.
Gli odori non esistono e non vedo nemmeno il palmo delle mie mani.
<< Che schifo, eh? >>
Annuisco aritmicamente alle parole indistinte di qualcuno, non capisco chi sia a causa della eco, e sospiro al nulla continuando a guardare davanti a me... o è dietro?
Per quanto io sia informato, potrei anche star guardando alle mie spalle, in alto o in basso: non c’è spazio.
Non c’è sicuramente tempo senza il primo e il primo senza il secondo, quindi sono nel nulla.
Sospiro ancora.
<< E così è la mia condanna? Il Nulla? >>
Non biasimo me stesso o il posto in cui sono: se voglio posso anche capire perché sono qui.
<< Invece no. >>
Ancora quella voce dannatamente familiare eppure così lontana.
Finalmente, dopo un lasso di tempo che non so quantificare, riesco a vedere i miei piedi, le gambe, il busto, le mani, le braccia e in fine, posso poggiare i polpastrelli su una delle mie guance, per carpire se davvero mi fossi ricomposto.
Non ha un motivo tutto questo...
<< Si, invece. >>
<< No. >>
Questa volta riesco a sentire la lingua dentro il palato e la pesantezza di ciò che sono.
<< Sei vivo, Cristian. >>
Scuoto la testa ricordandomi il dolore di quell’ultimo battito a frantumarmi in modo soffice e pacato, la visione di tutto quello scempio.
Morire in fondo, non era stato poi così truce come avevo pensato: avevo solo visto il mondo sotto i miei occhi sgretolarsi per lasciare spazio a tutto questo.
Adesso rimane soltanto il rimorso di tutto quello che non avrei potuto fare e che non farò mai a schernirmi.
Un ringhio comincia a crescere di intensità per tutta l’area intorno a me e non riesco a calcolare la distanza.
Scrollo le spalle: sono già morto, che senso ha mettermi in allerta?
Improvvisamente sento la mano di qualcuno afferrarmi con forza e un pugno dritto allo zigomo destro. Fa male.

<< Stupido di un figlio! >>
<< Kyosuke! >>
Due voci distinte di donna e uomo, una a me sconosciuta, l’altra viva in me, o quel che ne resta.
Scuoto la testa e mi guardo bene intorno e delle mani fine e delicate, con una piccola fede d’oro nell’anulare della mano sinistra, mi toccano gentili.
Sospiro.
Credo di essere impazzito.
<< Lo ammazzo! Tesoro, tienimi che lo faccio fuori sul serio! >>
Ironia della sorte, Kyosuke aveva chiamato “tesoro” solo un fucile da caccia con doppia canna, da quanto ricordo, non credo che lo possa tenere fermo, come chiede.
Due braccia esili, ma forti nella stretta, si avvinghiano al mio collo con fare amorevole e non faccio nulla per fermare questa cosa, non importa.
<< Che sei bello, Cristian! >>
Pigola una voce da donna e finalmente la vedo, è davanti a me con due occhi grandi e del colore del mare in inverno, che mi squadra gioiosa. Ha i capelli del colore del grano, lunghi e setosi, che gli ricadono in alcune ciocche scomposte davanti al viso, rendendola molto giovanile.
<< Il mio bambino... >>
Mormora, cercando di scavarmi dentro, e mi rendo conto che stia fissando i suoi occhi da tempo. Come se si fosse appena svegliata, mi lascia andare e colpisce con un pugno in pieno viso, mio padre, indemoniata. Non sembra nemmeno più la cosina angelica che avevo visto pochi secondi prima.
<< Come hai osato colpirlo?! Ma sei stupido o cosa?! Marito indegno! Arrrgh! >>
<< S-su... cioè, l’hai visto, no?! >>
Aggrotto le sopracciglia, le ho trovate finalmente, e guardo l’espressione così beata di quello che avevo reputato un nemico da uccidere e poi da salvare: sprizzava gioia da ogni muscolo.
Un’altra mano va a posarsi gentilmente sulla mia spalla e basta che io squadri quelle dita, per capire a chi appartenessero.
<< Yue..? >>
Poggio la mia mano destra sulla sua e mi giro di scatto, trattenendolo per poi rispecchiarmi nei pozzi di ghiaccio del mio migliore amico.
L’abbraccio forte, non sentendo nessun odore.
<< Cristian. >>
Sospira e posso finalmente capire dove mi trovi: un prato immenso, accecante, dove un filo di vento sposta come una carezza la direzione dei ciuffi di erba verso mete sconosciute.
<< Guarda. >>
La mano di Yue mi indica un punto luminoso sopra le nostre teste, distante, quasi invisibile ad occhio nudo.
<< Cos’è? >>
Chiedo.
<< Secondo te? >>
<< Hai voglia di giocare? >>
Ribatto, osservando il mio migliore amico negli occhi.
<< Concentrati. >>
Mormora solo, con la voce più piatta di quello che ricordassi. Sicuramente questo posto deve essere monotono per ridurlo così.
<< Ti sbagli. Ho solo voglia di riposare in pace, finalmente. Sai, ricordare la tua vecchia vita ti stordisce davvero tanto. >>
Annuisco poco convinto delle sue parole.
<< Adesso, cosa vedi? >>
Mia madre mi è alle spalle posandomi una mano sulla spalla sinistra e mio padre su quella destra cingendo mia madre con un braccio. Un sorriso mi sfiora le labbra e osservo il punto luminoso, non scorgendo nulla di particolare. Solo luce.
Riporto gli occhi davanti a me e vedo Hikari e Sora guardare insistentemente quella stella, con le lacrime agli occhi.
<< Hikari! Sora! Ehi! >>
Sorrido a trentadue denti, ma non mi degnano nemmeno di uno sguardo, troppo concentrati a parlare a quella che adesso mi sembra una ragazza.
<< Cristian,  concentrati. >>
Mormora ringhiando mio padre e annuisco a me stesso notando qualcosa di diverso nella situazione.
Il ringhio del mio migliore amico sembra risuonare nell’aria come una cocente scottatura mentre le voci dei presenti imprecano a bassa voce.
<< Cristian, tu sei l’unico che può fare qualcosa per aiutarla, sei l’unico con un briciolo di vita per poterla afferrare. Ti scongiuro. >>
Aggrotto le sopracciglia: Yue non ha mai chiesto niente a nessuno.
<< Le cose cambiano, guarda! >>
Torno a guardare in aria e noto due stelle, adesso, avvolte da qualcosa di nero e dalla consistenza pesante.
Yue cade in ginocchio dando un pugno al terreno e posso notare due lacrime a scendergli dalle guance cadendo al suolo.
Mi ci avvicino cercando di calmarlo ma è differente: mi urla contro alzandosi per sbattermi al suolo.
<< DANNAZIONE CRISTIAN, SVEGLIATI! >>
Gemo indolenzito e senza sapere come, dalle mie labbra comincia a colare del sangue...
 

*****
 

 
Riapro gli occhi e la prima cosa che mi preme sul petto è la sua salute.
<< Kaname Onii-san! >>
Posso vedere il suo viso a pochi centimetri di distanza dal mio e le sue condizioni che non sono delle migliori.
Lo stringo a me sentendo delle esplosioni e mi alzo appena sulle ginocchia per vedere cosa stia accadendo: appena esco la testa dal nascondiglio in cui ci troviamo, mi arriva a dosso del sangue, facendomi rabbrividire.
Impaurita comincio a tremare e sobbalzo vedendo accanto a noi il corpo esanime di Cristian che respira appena.
<< Cosa faccio? >>
Gemo, tenendo in considerazione la ferita al fianco che ho e quelle sparse un po’ dappertutto.
Mi ghiaccio sul posto e sento nell’aria delle urla familiari... degli spari e ...
<< ZERO! >>
Scatto in aria e lo chiamo preoccupata, ma non vengo sentita dal diretto interessato, che sta sparando a raffica contro Devil.
Adesso ricordo: siamo stati catturati, io e il mio Onii-san e Cristian...
Mi avvicino a lui con passo lento e posso notare i fori dei canini di Devil slabbrati e animaleschi. Tremo dalla rabbia intuendo il dolore di quel morso mortale e mi graffio il polso, avvicinandolo alle sue labbra.
<< Ti prego, bevi. >>
Sussurro notando un rivolo del mio sangue colargli dagli angoli delle labbra e poi...
 

*****
 

 
Spalancare gli occhi mi era sembrato difficile e respirare normalmente doloro.
<< Oh! Sei sveglio! >>
La voce di Yuuki allieva per pochi istanti le mie pene e la abbraccio forte, stringendola a me.
<< Soffoco! >>
Sussurra ricambiando la stretta e mi guardo intorno.
Mi si ferma il respiro in gola alla vista dell’altare completamente pregno di sangue e dei muri della casa, completamente disintegrati. Mi concentro poco per avvertire i suoni della lotta e curo Yuuki, subito dopo aver fatto lo stesso con Kaname e per quanto mi è possibile su me stesso.
Sto attento a dove metto i piedi e le urla di Ruka mi fanno rinsavire: è ancora intrappolata.
<< TU! >>
Urla piangendo e io lascio cadere la testa di lato, aprendo le grate con un minimo delle mie forze.
<< Tu eri... >>
Scoppia di nuovo a piangere e le patto delicatamente la schiena indicandole i due purosangue.
Sembra tentennare e non mi faccio scrupolo a rivoltarle la mente da cima a fondo, spalancando gli occhi alla scena in cui Sakura è stata...
Una lacrima scende dall’angolo dei miei occhi e mi lancio via dalla casa sventrata, seguendo i segni della lotta.
Mi faccio coraggio e trovo tutti i miei amici per terra ansimanti per lo sforzo e stringo i pugni prendendo poi le mie pistole in mano.
Devo riflettere: quale strategia posso utilizzare per fermarlo in tempo?
Sorrido a me stesso dandomi del pivello e mi lancio in uno scontro frontale.
<< Non vincerai! >>
Urla Devil, lo sguardo rosso e in braccio il suo corpo.
Scuoto la testa facendomi forza e evito alcuni attacchi prima di essere colpito in pieno petto. Tossisco sangue ma lo porto all’esasperazione, tanto, da posare il suo corpo su una roccia e concentrarsi su di me.
<< Ero sicuro di averti ucciso. >>
Annuisco.
<< Ero convinto di essere morto. >>
Senza aggiungere altro, gli corro contro alzando le pistole davanti a me appena sopra all’altezza del cuore e riesco ad eludere le sue sicurezze, fino a poggiare le canne delle pistole sul suo torace.
<< Sei finito! >>
Urliamo insieme e la cosa mi risulta strana, come lo è il suo sorriso.
Sparo.
I colpi vanno a segno.
Il sangue comincia a correre veloce dal punto in cui l’ho colpito e con sguardo rassegnato vedo del sangue scorrere anche sulle mie braccia per finire in piccoli fiumi che cadono al suolo sottoforma di goccioline.
Il dolore mi coglie improvviso all’altezza dei polmoni.
Guardandomi meglio noto due lame che mi spuntano dallo sterno.
Tossisco e le pistole nella mia mano tremano fino a cadermi del tutto.
<< Sei... >>
Soffio.
<< Finito. >>
La voce di Sakura mi ruba l’ultima parola e, anche con la vista annebbiata, riesco a vedere una mano spuntare dal petto di Devil con in mano il suo cuore, completamente immobile e grondante sangue.
Il suo sorriso stanco e le innumerevoli ferite, quelle che riesco a vedere, mi fanno un po’ rabbia, ma non bado più di tanto, quanto alla grande macchia che si sta espandendo anche sul suo torace.
Ora capisco.
<< Siamo... finiti. >>
Accenna rantolante Devil prima di cominciare a dissolversi.
È finita.
Sospiro di sollievo e cado in avanti, non avendo più il corpo di Devil a sorreggermi, per andare a tenere fermo quello di Sakura, che ho ucciso.
Se dovessi vivere, non me lo perdonerei mai.
<< Haruhy... è ... – rantola con i suoi occhi cioccolato e i suoi capelli castani – sparita. >>
Cadiamo sulle ginocchia e le sfioro una guancia con il dorso della mano, al limite.
<< Sono salva e sto bene, con quegli spari hai dissipato solo la parte vampira di me. >>
Annuisco troppo stanco per seguire un nesso logico.
 Sono solo contento di averla salvata da tutto questo.
<< Amore mio, ade... de... cur... arti... >>
Annuisco chiudendo gli occhi senza capire.
<< Sakura... Ti amo. >>
 

*****
 

 
Il veleno.
Il nostro piano è riuscito.
Adesso c’è solo questa dimensione di luce.
“Sei tu la luce!”
Emetto un suono stupito e guardo Haruhy con aria vacua.
“Davvero?”
“Anche gli altri ti guardano come una stella.”
Alzo le spalle non vedendo nessuno, se non una forte luce.
Sobbalzo sentendo la forza di Devil accarezzarmi l’anima con fare amorevole. Che ribrezzo immane.
Emetto un gemito strozzato di paura quando divora un pezzetto delle nostre anime, impaziente di provare il resto.
Qualcosa era andato inevitabilmente storto, perché ci troviamo su una roccia libere dal suo controllo e, seppur messe male, possiamo muoverci.
“Lascia fare a me.”
Mormora Haruhy ed io annuisco.
“Sta attenta!”
Mormoro vedendo Cristian evitare magnificamente i muri di fuoco, le trombe d’aria, le sabbie mobili e le frecce d’acqua.
E il mio corpo adesso si muove fino ad accovacciarsi.
Noto solo dopo le lame mosse come siluri alle sue spalle.
Si fronteggiano e urlano insieme ferendosi mortalmente.
Ci feriamo anche noi, anzi mi correggo, si ferisce solo Haruhy, mortalmente, a causa del colpo di Cristian. Riesce comunque a cavare dal petto il cuore di Devil con somma soddisfazione di entrambe.
“Sakura?”
Dice con risolutezza Haruhy, facendomi sussultare.
“Si?”
Dico, spinta da non so cosa.
“Grazie.”
E mi ero sentita risucchiare fuori e spingere a riprendere il controllo di me...
 
Con il corpo quasi esamine del mio ragazzo fra le mani.
 Ho cercato di spiegargli quanto poco ci mancasse per ricongiungerci, quanto banale fosse stato mettere il punto su questo circolo vizioso, eppure...
<< Sakura... Ti amo. >>
Sta accadendo la stessa cosa con Yue.
Piango disperata e appena mi calmo, comincio a dare fondo a tutti i miei poteri curativi estraendo in modo secco e brusco le due lame dal suo torace, fino a farlo urlare e contorcere dal dolore.
<< Il dolore tiene in vita, ragazzo! >>
Una voce roca e bassa si avvicina a noi facendomi sussultare e asciugare le lacrime dagli occhi.
<< Yagari-sensei! >>
Mormoro, continuando a premere sul suo petto e scaricandogli in corpo la potenza della Terra.
Senza dire più una parola, vedo l’uomo con la coda degli occhi, sedersi al fianco di Cristian incitandolo con borbottanti “sì uomo” o cose del genere.
Uno ad uno, lentamente, e con una mano premuta fermamente contro il petto di Cristian per non lasciarlo soffrire o nei peggiori dei casi andare, curo i miei amici, ringraziandoli con il cuore in mano.
<< Dobbiamo portarlo via da qui! >>
Afferma dolcemente Kaien Cross e prima che io possa dire altro, sento il basso ringhio di Aidou e quello di Rima, in concomitanza con dei versi seccati di Zero, Rika, Ruka e Yagari-sensei. Solo Seireen, Shiki, Kaname e Yuuki, che piange da quando ha capito la situazione, rimangono in silenzio.
Scuoto la testa.
<< Non posso spostare la, o le mani, da lui. >>
<< Non abbiamo scelta. >>
Mi si mozza il respiro in gola e annuisco, baciandolo con trasporto, imprimendomi in testa la morbidezza e il calore delle sue labbra.
Stacco le mani e due braccia forti mi stringono allontanandomi da lui, mentre il suo corpo viene sollevato da Aidou e Kain che a velocità scompaiono nella macchia.
Ansimo stringendomi a Takuma, Rika mi carezza la schiena e Arimy mi si avvicina tremante.
<< Non ti preoccupare, mh? >>
Annuisco e sorrido timidamente, prima che le forze mi abbandonino.
 
<< Sakura. >>
<< Yue? >>
Allungo una mano e sorrido quando la afferra. Stiamo fluttuando.
<< Grazie. >>
Soffia, stringendomi e facendo passare una mano fra i miei capelli.
Mi lascio coccolare e lo guardo negli occhi.
I nostri occhi sono terra e cielo: alla ricerca spasmodica di potersi incontrare.
<< Vieni con me. >>
Sussurro e lui ride, scompigliandomi i capelli in  modo affettuoso.
<< Non posso. >>
<< Perché? >>
Con delicatezza passa una mano dove prima Devil vi aveva piantato la Soul Rose e digrigna i denti.
<< Perché io sono morto. >>
Scuoto la testa
<< Troveremo un m- >>
<< Accadrebbe di nuovo ciò per cui abbiamo lottato. >>
Mi si riempiono gli occhi di lacrime ma non cadono e annuisco.
<< E adesso? Sono morta? >>
Ride trattenendosi la pancia e mi ruba un bacio a fior di labbra. Tremo dalla voglia di baciarlo.
<< Adesso tu vivrai e noi potremo riposare in pace. >>
Aggrotto le sopracciglia. Prima che possa chiederglielo, delicatamente, mi afferra il mento facendomi abbassare la testa. Sgrano gli occhi dalla sorpresa e quelle lacrime che prima non volevano scendere, prendono vita sulle mie guance.
<< Mamma! Papà! >>
Mi salutano e ho voglia di andarli ad abbracciare.
<< Non puoi, mi spiace. >>
Yue mi anticipa stringendomi in un abbraccio da dietro in cui mi sciolgo.
<< Se andresti moriresti, mentre io ti sto solo tenendo compagnia per l’ultima volta in questo limbo. >>
Annuisco e vedo al loro fianco Kyosuke che battibecca, allegramente con una donna identica a Cristian ma con due occhi azzurrissimi da risultare quasi bianchi.
Quest’ultima si gira nella mia direzione con un sorriso allegro.
<< Tratta bene il mio bambino!! >>
Urla ed io so di arrossire, soprattutto perdono Kyosuke Tsucase.
<< Lo farò! Mamma! Papà! Vi voglio un bene dell’anima! >>
Urlo di rimando prima di tornare a specchiarmi nei suoi occhi.
<< Non c’è nulla che io possa fare? >>
Chiedo. Lui scuote la testa.
<< Forse si! >>
Gioisce tutto d’un colpo e prima mi abbraccia stringendomi a sé e poi mi guarda con dolcezza, lasciandomi intuire cosa desiderasse. Annuisco sorridendo e sopisco il brivido di piacere, socchiudendo gli occhi per incontrare la morbidezza delle sue labbra sulle mie.
Non so per quanto dura, ma è l’addio più straziante e contemporaneamente dolce, che io possa avere.
 
<< Yue... >>
Sussurro e riapro gli occhi, ritrovandomi contro una superficie liscia e piastrellata. Sbatto le palpebre un paio di volte e metto a fuoco dove mi trovi.
Sorrido appena, ricordando come ci siamo salutati e riattivo anche le orecchie sentendo due fastidiosi suoni metallici risuonare e puzza di sterile e disinfettanti.
Lentamente mi rimetto a sedere e noto delle bende e cerotti in più punti del mio corpo, fasciato da un pigiama fresco e di un delicato azzurro. Scosto del tutto le coperte da me e poggio la pianta dei piedi sulle fredde mattonelle di ceramica.
Scosto con la mano sinistra il divisorio di cotone bianco e cerco di muovere anche la mano destra: inutile. Sicuramente l’avrò rotta o slogata.
Scosto la tendina e sorrido di cuore, sedendomi sulla sedia libera posta davanti al lettino e prendo in mano la sua mano.
Bacio le nocche una ad una ed evito di contare le bende e i cerotti, sparsi un po’ dappertutto.
Interiormente rivivo la sensazione di aver tenuto fra le mani quel cuore maledetto, ed esulto.
<< Cristian... >>
Sussurro, lasciando che l’aria estiva mi sfiori delicatamente il viso.
<< Abbiamo vinto. >>
Continuo, alzandomi dalla sedia per dargli un bacio a fior di labbra. Chiudo gli occhi e sorrido, dandogliene un altro.
<< Ti sbagli... >>
Sussurra e sento la sua mano premere verso le sue labbra.
Labbra che mi divorano lentamente e dolcemente, facendomi fremere di gioia. Sciogliamo il bacio con altrettanta delicatezza.
<< Siamo vivi. >>

   
 
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