Fanfic su attori > Josh Hutcherson
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Autore: IlariaJH    29/08/2012    18 recensioni
Appena tirata su, la colazione perde tutta la sua importanza. Non sento più l’odore di brioches e caffè. Non presto nemmeno attenzione al mio stomaco che continua a brontolare dalla fame. Sono seduta davanti all’attore per cui ho una cotta da quando avevo sedici anni. Sono seduta davanti a Josh Hutcherson.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: PWP
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NOTA DELL’AUTRICE
La vicenda è ambientata nel futuro, in quanto ho voluto che Josh avesse finito di girare “Hunger Games”. Perciò josh potrebbe avere sui ventiquattro/venticinque. Detto questo, Buona lettura! Spero che vi piaccia. 
 
 
PROLOGO
 
«Ah, la testa!»
Quando mi sveglio la testa mi gira e sento che ogni movimento che faccio mi sembra di fare una fatica enorme. Cerco di alzarmi, ma sento che un conato di vomito sta per salire, perciò mi sdraio di nuovo. Chiudo gli occhi e aspetto che passi. Quando mi sento un po’ meglio e noto che la testa non mi gira più, apro gli occhi. Mi trovo in una stanza sconosciuta. Non è la stanza che mi hanno assegnato al college. Il letto è più grande. Al soffitto è appeso un lampadario ultra moderno che il mio college non potrebbe permettersi neanche tra un milione di anni. Le pareti sono dipinte di un azzurro blu. Come quei colori che usano le mamme per dipingere le camere dei loro bambini appena nati. I sensi stanno tornando a funzionare piano, piano. Cerco di alzarmi ma la testa ricomincia a girare, perciò ci rinuncio. Che diavolo ho combinato per ridurmi in questo stato? Sento dei passi fuori dalla stanza e richiudo gli occhi. Ma lo faccio talmente in fretta che la testa inizia di nuovo a girarmi e un conato arriva quasi alla bocca. Un ragazzo entra giusto in tempo. Mi porge una bacinella di plastica prima che vomiti per terra. Passano due o tre minuti prima che il mio corpo smetta di essere scosso dai conati. Quando finisco il ragazzo mi toglie la bacinella da sotto la testa, la appoggia per terra e mi aiuta a sdraiarmi di nuovo sul letto.
«Fossi in te non cercherei di alzarmi» dice con una voce dolce «Sei messa piuttosto male»
Sto quasi per rispondergli in malo modo, ma una lampadina si accende in un angolo buio e desolato della mia mente: quella voce l’ho già sentita. Non mi ricordo dove e né in che circostanza, ma mi sembra una voce così familiare. Cerco di ricordare, ma la testa mi fa troppo male, perciò ci rinuncio. Lo sento che prende la bacinella piena di vomito e si allontana. Apre una porta e poi sento dell’acqua che inizia a scorrere. Chiude l’acqua, una porta si chiude e poi lo sento avvicinarsi e sedersi accanto al letto.
«Riesci a parlare?» mi chiede con lo stesso tono di voce dolce.
«Sì» dico «se non mi concentro troppo, sì»
Lo sento che ride, ma nella sua risata c’è un po’ di preoccupazione. «Ti chiami Ilaria, non è vero?»
Apro gli occhi piano e cerco di posarli sul suo viso, ma lui si tiene fuori dal mio campo visivo. «Come fai a saperlo?» chiedo un po’ preoccupata.
«Ho rovistato nella tua borsa e ho trovato la tua carta d’identità» dice quasi in tono di scusa.
«Fantastico!» dico «Quindi cosa sei, un ladro?»
«No» dice lui con una risatina «Mi chiamo Josh»
La lampadina accesa nella mia testa si illumina di più, come volesse obbligarmi a ricordare. A trovare un nesso tra la voce conosciuta e il nome Josh. Ma sono troppo messa male per voler anche solo provare a cercare quel nesso.
«Bene, Josh» dico sottolineando il suo nome «Dove mi trovo? E come mai sono finita qui?»
«E’ una storia abbastanza lunga» dice «puoi sopportare un alto livello di informazioni?»
Sento un po’ di ironia nella sua voce. Come se il ricordo di come sono finita qui lo divertisse. Improvvisamente mi sento arrabbiata. «No. Adesso voglio dormire» sbuffo.
Sento che soffoca una risata. «Come vuoi tu» si mette comodo sulla sedia e poi non si muove più. A poco a poco cado di nuovo nelle tenebre del sonno senza sognare niente.
 
Quando mi sveglio la testa non mi gira più. Apro gli occhi e muovo braccia e gambe senza che mi salgano conati di vomito. Mi siedo, curiosa di vedere il volto di quella voce così familiare. Ma nella stanza non c’è nessuno, a parte me. Sento qualcuno che parla, ma non riesco a capire cosa dicano. E’ ovvio che non sono più al mio college. Come ci sono finita qui? Sono ancora a Los Angeles? Qualcuno mi starà cercando? Oppure Josh ha fatto perdere le mie tracce? Mi hanno rapita? La mia mente viaggia talmente tanto che la testa inizia a farmi male, quindi smetto di farmi domande a cui non posso rispondere. Mi sdraio di nuovo e cerco di concentrarmi sulle voci provenienti da lontano, ma non le sento più. Sto quasi iniziando a credere che le voci fossero solo nella mia testa, quando qualcuno inizia a salire le scale. Chiudo gli occhi e mi fingo addormentata. Aprono la porta e sento dei passi avvicinarsi. Con l’intruso arriva anche un odore di brioches appena sfornate e di caffè. Inspiro quell’odore buono e mi scopro affamata come non mai.
«So che sei sveglia» mi canzona la voce di Josh «Vuoi fare colazione?»
Mi sento ancora un po’ arrabbiata, ma la voglia di mangiare è talmente tanta che apro gli occhi e mi tiro su a sedere.
Appena tirata su, la colazione perde tutta la sua importanza. Non sento più l’odore di brioches e caffè. Non do nemmeno importanza al mio stomaco che continua a brontolare dalla fame. Sono seduta davanti all’attore per cui ho una cotta da quando avevo sedici anni. Sono seduta davanti a Josh Hutcherson.    
 
 
NOTA DELL’AUTRICE
Spero che vi sia piaciuto :3
Ovviamente, questo è solo il prologo. Avremo dei chiarimenti sulla situazione di Ilaria pian piano nei prossimi capitoli..
 
Recensite in tanti! Al prossimo capitolo!
  
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