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Autore: Sayra    29/08/2012    1 recensioni
Ho sempre pensato a come sarebba andata se Dean e Sam avessero una sorella più piccola. Così ho provato a scrivere dei flashback dei fratelli Winchester inserendo la piccola Sara... Spero vi piaccia l'idea :)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Bobby, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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-Scuola-


-Ciao papà, come è andata?-

-Ciao Dean, bene. I tuoi fratelli?-

 -Papààà-

La bambina gli corse incontro abbracciandolo, Sam fece lo stesso buttando a terra la macchinina con la quale stava giocando poco prima.
John Winchester adorava tornare dalla caccia e abbracciare i suoi tre figli. Anche se non lo ha mai dato a vedere lui li amava con tutto se stesso, avrebbe dato qualsiasi cosa per vederli star bene.
C’era una cosa che però non riusciva a dargli o lo dava solo in parte: affetto.
L’unica vera cosa che i suoi figli avevano veramente bisogno era ricevere amore paterno, ma John aveva un compito più importante, un compito nato con la morte di Mary, un compito per il quale i figli non ne dovevano far parte.

-Papà, papà sai che giorno è domani??- chiese la più piccola dei Winchester

-No, che giorno è domani? Non mi ricordo.- disse John facendo finta di non ricordare.

-E’ il mio primo giorno di scuolaaaa!- disse Sara.

La bambina iniziò a saltellare per tutta la stanza, faceva dei giri intorno ai fratelli poi andò ad abbracciare il padre.

-Auguri!- disse Dean ironico.

John lo guardò torvo, poi prese la bambina in braccio.

-Tu mi accompagnerai papà? O devi andare al lavoro?-

Sul volto di Sara cadde un velo di timore, poi guardò il padre negli occhi.
No John non sarebbe andato a caccia il giorno dopo e vedendo gli occhi di Sara decise che non sarebbe andato neanche nei giorni successivi.
Si sarebbe preso dei giorni di “ferie”.

-No, non vado al lavoro- disse sorridendo sinceramente.

Il voltò della figlia si illuminò, e con lei quello di Sam e di Dean.
John avrebbe passato del tempo con i suoi figli, come una famiglia normale, poi avrebbe allenato un po’ Dean e Sam alla caccia, o meglio gli avrebbe insegnato a difendersi.

 
-Svegliati, papà! SVEGLIAAAAA!!!-

Sara piombò sul letto del padre e iniziò a saltarci sopra finché John, infastidito, si alzò.

-Scusa papà se ti ho svegliato, ma poi facciamo tardi!

-Si, giusto. La scuola.-

John fece colazione con i ragazzi poi li aiutò a vestirsi e, prese le cartelle, li accompagnò a scuola con la sua inseparabile Impala.
 
Le campanelle suonarono e John accompagnò Sara fino alla sua aula. La bambina che prima era eccitatissima all’idea di studiare ora si blocca davanti all’aula stringendo la mano del padre più forte, poi sente due lacrime rigarle il volto. Non vuole scoppiare a piangere, Dean e Sam non lo facevano mai e poi cosa avrebbero pensato gli altri bambini vedendola? E cosa avrebbe detto la sua famiglia? Dean l’avrebbe presa in giro, ma poi la voce del padre la distrasse e alla fine le preoccupazioni precedenti non avevano più importanza.

-Cosa c’è?- Chiese John.

Sara teneva la testa bassa, fissava le scarpe che trovò improvvisamente interessanti.

-E’ il tuo primo giorno di scuola, eri così contenta prima.-

-Si, ma…-

-“Si, ma” cosa?-

Silenzio.

Ancora silenzio.

-Sara… Cos’hai?- Chiese Dean alla sorella.

-Io… Io ho paura che poi papà non mi venga più a prendere- disse tutto d’un fiato come per togliersi un grande peso.

Nessuno proferì parola, per Dean e Sam sembrò una cosa normale dato il comportamento del padre, ma per quest’ultimo non lo era e per tutta risposta abbracciò forte la figlia.

-Ti prometto che verrò a prenderti-

-Promesso? Davvero?-

-Si, davvero.-

Poi Sara gli porse il mignolino, John capì e, porgendogli il suo, li strinsero in segno di promessa. Sara mostrò un sorriso acceso, un sorriso che solo lei è sua madre sapevano fare.

Tutt’intorno c’erano famiglie composte da madri, padri e almeno due figli.
Famiglie sorridenti e felici.
Famiglie senza problemi.
Famiglie che si facevano foto ricordo di quel giorno che non si sarebbe mai più ripresentato.


Fossero una famiglia come le altre, forse, una foto l’avrebbero fatta anche loro; ma loro erano diversi e proprio per questo quel momento lo avrebbero ricordato anche senza fotografia.
 
  
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