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Autore: Chiara Black    29/08/2012    3 recensioni
Sono Peeta Mellark, del Distretto 12. I settantaquattresimi Hunger Games si stanno avvicinando, e l'unica cosa che voglio è non essere scelto.
{una recensione non è sgradita :D}
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Hai freddo?” mi chiede la madre di Katniss prima di andare a dormire. “Di là ho una coperta, te la vado a prendere.”

“No grazie mille, ho portato tutto. Grazie di tutto, comunque. Senza di lei non so come farei in questo momento.” rispondo io.

“Oh ma figurati. E’ il mio lavoro, ed è anche un piacere”

Se ne va. Adesso resto io con i miei genitori moribondi. E con i miei pensieri. Saremo perseguitati da Pacificatori. E’ una cosa certa. Dovremo trovare un modo per non dare nell’occhio.

Forse dovremmo scappare penso. Scappare. Quanto suona strana questa parola! Le recinzioni che circondano il Distretto 12 sono elettrificate. Le tocchi e boom! Sei morto. Un cadavere che Capitol City userà sicuramente come ennesimo avviso. Stravolgeranno i fatti e quel cadavere sarà diventato in qualche modo “un oppositore pericoloso”.

E non dimentichiamo le telecamere. Ovunque andiamo, Capitol City ci guarda, ci spia. Non c’è libertà di parola, di pensiero.

Non siamo mai veramente al sicuro.

E poi ci sono i Pacificatori. Però da quello che ho sentito dire, quelli degli altri Distretti sono molto più “rigidi”. Sempre che la loro crudeltà si possa chiamare in questo modo. Rigidità. Quando qualcuno, in punto di morte gli chiede un po’ di pietà, o semplicemente gli chiedono di ragionare un po’ con il cuore, com’è che rispondono?

Eseguiamo semplicemente quello che Capitol City ci ordina.

In che mondo viviamo. Ma prima o poi le cose cambieranno, ne sono sicuro. Spero solo che io viva abbastanza per vedere Capitol City rovesciata. Per vedere la mia gente, e quella degli altri Distretti, libera. Per avere un barlume di speranza di essere felice. Di finire la mia vita in felicità. Cosa che nei Distretti è abbastanza impossibile. Troppe preoccupazioni, troppa poca libertà.

Per come la penso io, la persona che riuscirà a mettere fine a tutto questo, che rovescerà il regime di Capitol City, dovrà essere ricordata PER SEMPRE. Le persone, le famiglie, da qui a tantissimi anni, dovranno ricordarla e ringraziarla ogni giorno. Ringraziarla per averli liberati. Perché se lei non avesse avuto quel po’ di coraggio che è bastato per fare una seconda rivolta, se lei fosse stata come tutti gli altri, come le persone che ci sono oggi, loro sarebbero ancora sotto Capitol City! Sfruttati, in povertà, fame..!

Ma purtroppo per ora questi sono solo sogni. Speranze. Ma sono speranze vere, non quelle che Capitol City pensa di darci facendo tornare a casa i vincitori degli Hunger Games pieni di ricchezza. Speranze che mi auguro un giorno facciano pensare a qualcuno “Hey, è ora di cambiare le cose qui!”.

Io sono un semplice fornaio. Chi ascolterebbe mai un ragazzino di 15/16 anni che nella sua vita non ha fatto altro che glassare torte?

Qua serve qualcuno che abbia influenza. Che possa far cambiare idea anche alle persone convinte che quest’eventuale rivolta sarà sicuramente una “seconda replica dei Giorni Bui”. Qualcuno con le idee chiare. Determinato, si, ma umano. Nel senso che non eccederà dall’altra parte. Che una rivolta contro il regime di Capitol City non diventi una specie di sadica vendetta.

Come sempre quando penso ad eventuali rivolte mi perdo per parecchio. Dalla stanza accanto sento tutti russare. Katniss, Prim e la madre dormono. I miei non si sono ancora svegliati. Almeno per stanotte, rimarranno nelle stesse condizioni di adesso, penso. Perciò tanto vale riposarsi un po’.

 

Non so quanto tempo sia passato, ma mi sveglio nel cuore della notte con la voce della mamma di Katniss nell’orecchio, agitata.

“Svegliati, Peeta! Ci sono i Pacificatori qua fuori! Stanno arrivando! Hanno degli attrezzi per sfondare la porta. Sanno che i tuoi sono qui.”

  
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