Scritta
per l'iniziativa Wal-Liam! di #THEGAYS per
festeggiare il
compleanno di, appunto, Liam.
Ed
è la mia prima het dopo secoli, se fa schifo non fatevi
problemi a
dirlo. xD
Di nuovo a Irene perché ama Danielle quanto la amo io (e forse perfino di più), e nonostante sia un'idiota le voglio bene. Tiè, leggiti questa cosa e smettila di autocommiserarti, perché non è proprio il caso visto che sei bravissima.
Lezioni di danza.
Danielle
ha sempre desiderato diventare una ballerina, dalla prima volta in
cui i suoi genitori avevano deciso di vedere un balletto in
televisione ed era rimasta con loro. Aveva cinque anni e non aveva la
più pallida idea di come si chiamassero quei passi
complicati e
armoniosi che le ragazze eseguivano su quel palco, ma aveva
già
deciso che anche lei, un giorno, sarebbe stata in grado di farli.
Adesso ha venticinque anni e sì, ha imparato a ballare con
tanti
sforzi e sacrifici, ma non ha ancora avuto la possibilità di
salire
su un palco come quello che ha visto in televisione, né di
esibirsi
davanti a tante persone.
Qualche
mese prima, le hanno proposto di insegnare le basi ad un gruppo di
bambini che hanno scelto il suo stesso futuro e, nonostante sperasse
che l'avessero chiamata per dirle qualcos'altro, ha accettato
perché
un po' di denaro le serve, dal momento che ha deciso di andare a
vivere da sola, essendo la la convivenza con i genitori diventata un
po' difficile: per colpa sua e della sua stupida idea di portare il
suo ormai ex ragazzo a casa, facendosi poi trovare da mamma e
papà
in atteggiamenti intimi.
Sta
aspettando in sala i suoi alunni, sapendo già che
dovrà
rimproverare Sally per il ritardo, tentare di convincere i genitori
di Michelle che quella non è la strada che loro figlia vuole
intraprendere e rassicurare Thomas, l'unico bambino del gruppo, che
la danza non è “una cosa da femmine”
come gli ripetono
continuamente i suoi coetanei a scuola. Manca un quarto d'ora
all'inizio della lezione, e ha già preparato tutto: nello
stereo è
già inserito il cd con la musica su cui dovranno ballare, i
tappeti
di gomma su cui faranno riscaldamento sono già montati sul
parquet,
la sbarra è già posizionata nell'altro lato della
sala.
Nell'attesa
ha fatto partire il primo brano del cd, si è seduta sul
pavimento, e
ha cominciato a rimuginare sul suo futuro come a volte le capita di
fare, anche se detesta quei momenti perché hanno il sapore
aspro di
un fallimento a metà.
Sobbalza
quando la porta della sala viene aperta con poca grazia e lasciata
sbattere contro la parete, e si volta verso il nuovo arrivato pronta
a rimproverarlo, convinta che sia uno dei suoi alunni, magari
l'iperattiva Lucy o quel terremoto ambulante di Amy, ma davanti agli
occhi si trova un ragazzo evidentemente imbarazzato: ha capelli
castani, un taglio di quelli che vanno tanto di moda in quel periodo,
il naso a patata e gli occhi nocciola, e le sue guance sono tinte di
un rossore che Danielle definirebbe adorabile, se non fosse che
è
irritata da come è stata riportata bruscamente alla
realtà dallo
sbattere della porta.
– Ti
sembra il modo di entrare in una scuola di danza? – dice, con
il
tono duro che usa solo per rimproverare i bambini che non l'ascoltano
mentre spiega loro qualcosa di molto importante, ed è con
una gioia
cattiva che vede il ragazzo mordicchiarsi teso la bocca e arrossire
ancora di più.
– N-non
sono stato io, – balbetta, abbassando lo sguardo sul parquet
che
all'improvviso gli pare molto più interessante del viso
bellissimo
ma seccato della ballerina davanti a lui.
Danielle
sta per ribattere qualcosa di velenoso, convinta che quella sia solo
una scusa, ma per un attimo scorge un lampo di capelli biondi alle
spalle del ragazzo, e una risata mal trattenuta le arriva alle
orecchie insieme al rumore di passi veloci, e capisce che le sta
dicendo la verità.
La
sua espressione si addolcisce, perché non le piace essere
arrabbiata
e il nuovo arrivato sembra davvero contrito dal suo rimprovero, e si
alza dal pavimento per avvicinarsi a lui.
Il
ragazzo non alza gli occhi da terra nemmeno quando è ormai a
mezzo
metro da lui, né quando gli posa una mano sulla spalla; le
viene da
ridere, quando il pensiero che lo sconosciuto sia adorabile le passa
per la mente, ma le sue labbra si piegano soltanto in un sorriso.
– Mi
sono spaventata, – comincia, ma nota che l'altro trattiene il
respiro e non può fare a meno di ridacchiare. –
Ehi, guarda che
non ti mangio!
Il
ragazzo alza un poco il volto, incrociando finalmente i suoi occhi
divertiti, e accenna un piccolo sorriso; ed è un sorriso
dolcissimo,
con tanto di fossetta sulla guancia sinistra, e adesso è
Danielle a
trattenere per un attimo il respiro senza accorgersene, salvo poi
darsi dell'idiota quando se ne rende conto: che diavolo le prende?
– Mi
dispiace di averti aggredito, ma ero sovrappensiero, –
continua
poi, aggrottando appena le sopracciglia alla ricerca di una risposta
decente alla domanda che si è posta. – La prossima
volta di' al
tuo amico di fare un po' più piano, ok? Almeno non
rischierò
l'infarto.
La
risata del ragazzo, leggera, le fa di nuovo trattenere il fiato, e
questa volta si trova addirittura ad arrossire: il suo corpo si sta
ammutinando, e questo la irrita nel profondo, è mai
possibile che
solo tre mesi da single le facciano questo effetto?
– Niall
è un po' indelicato, – concorda, e sembra molto
più rilassato di
prima; infila le mani nelle tasche dei jeans, quando quella della
ragazza abbandona la sua spalla, e amplia il suo sorriso.
Danielle
è sul punto di dire qualcos'altro, quando la porta si apre
una
seconda volta, decisamente più piano di prima, e Thomas fa
il suo
ingresso con lo sguardo basso che ha ogni volta che a scuola viene
preso in giro per lo sport che pratica; il cuore della ragazza si
stringe, perché quel bambino è terribilmente
bravo ma la sua
passione viene costantemente ostacolata da tutti i suoi compagni di
classe, e non ci pensa un attimo ad avvicinarsi a lui ed abbandonare
lo sconosciuto dal bellissimo sorriso.
Il
visetto del bambino è pieno di lacrime, nota quando si
inginocchia
di fronte a lui, e non può fare a meno di abbracciarlo forte
per
cercare di consolarlo un po' e lasciare che pianga contro il suo
petto; le fa male il cuore, ogni volta, e questa è ancora
peggio
delle altre.
– È
meglio che vada, – mormora il ragazzo dopo qualche attimo,
attirando di nuovo l'attenzione su di sé; Danielle annuisce,
accennando un sorriso quasi di scuse.
– Torna
alle sette, – mima con le labbra, accarezzando la schiena
scossa
dai singhiozzi di Thomas. Il ragazzo sorride, di nuovo, e muove le
labbra a formare un nome, il suo.
Liam,
si chiama Liam, e Danielle è certa che sarà fuori
dalla sala quando
avrà finito la sua lezione; è la prima volta che
lo vede, ed è
sicura che non sarà l'ultima.