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COLLISIONE
Mony ha di nuovo perso il pullman. L’ho aspettata invano, ma dal suo bus sono scesi tutti fuorché lei, così mi sono incamminata da sola verso scuola un po’ demoralizzata. Senza di lei, la vita tra i banchi non è la stessa cosa. Il suo umorismo e la sua autoironia fanno trascorrere le mattinate veloci come razzi. Anche la sua proverbiale sfiga, a dirla tutta.
Ma giungendo di fronte al nostro edificio, vedo l’auto di sua madre arrivare di gran carriera e Mony seduta accanto a lei, armata di zaino, pronta a balzare a terra ed entrare in classe in orario.
Mi fermo ad aspettarla, felice che sia arrivata.
La madre frena in doppia fila e si blocca, Mony con uno scatto rapidissimo spalanca la portiera, colpisce un ciclista che sta passando, il quale caracolla con un gomito nel finestrino dell’auto parcheggiata a lato e lo frantuma.
Mony scende dall’auto alla chetichella e mi raggiunge prima che il ciclista si accorga di lei.
- Ma... vieni via così? – chiedo tramortita.
Vedo il ciclista e la madre di Mony che ingaggiano una discussione animata e mi affretto a defilarmi nella scuola dietro alla mia amica.
Umorismo, autoironia e sfiga avevo detto.
Sfiga soprattutto.
Mica parlo a vanvera.