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Autore: FallingInLove    29/08/2012    2 recensioni
Due città, due regioni, tre amiche speciali, un cuore duramente provato, una scelta da prendere.
In tutto questo quel bacio sembrava solo un gioco, una cosa insignificante.. o almeno, così pensava Lally. Perché Dann ce la metterà tutta per farsi spazio, per farle capire quanto quei 400 Km siano una sciocchezza paragonati a ciò che prova per lei: sarà il suo migliore amico, soffrendo in silenzio, perché questo è ciò di cui lei ha bisogno.
Ma quella scelta, quella dannata scelta! Forse sbagliando, forse illudendosi, Lally troverà il coraggio di decidere la meta finale del suo continuo viaggiare (avanti e indietro, avanti e indietro..). Ma scegliendo, dovrà necessariamente rinunciare a qualcosa.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Never Too Far Away'
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Capitolo 15. Viaggio al centro di noi


Un treno che si ferma, la banchina quasi vuota: un'ora insolita per partire o arrivare, specialmente con quel caldo. Non era afoso come a Roma, dove non c'era il mare a mitigare il clima, ma era comunque caldissimo.
Sapevo dove avrei trovato Dann, perciò scesi alla svelta per il sottopassaggio, poi risalii fino all'uscita, di lato. Il cuore palpitava, ma stavolta non si trattava di lui o di me: si trattava di noi. Del fatto che lui non avesse parlato con nessuno di quella notte, nemmeno con Andrea.. solo con me. Del fatto che fosse così facile capire quanto avesse bisogno di qualcuno accanto in quel momento. Di quanto mi sentissi stupida a non averci pensato prima, quando probabilmente lui era lì dalla mattina.
Camminavo, dritta verso la via maledetta; non ci ero passata molte volte da allora. Il ricordo del fuoco, la paura.. se potevo, la evitavo. Dann invece ci tornava ogni anno, onorava la memoria di Michele. E io lo stimavo profondamente per tutto questo coraggio che trovava dentro di sé.
E finalmente lo vidi, arrampicato sul muretto della stazione, seduto con le gambe penzolanti, le spalle alla strada; scorsi anche la sua moto, lì sul ciglio della strada, a rischio multa. Ma tanto d'estate i vigili urbani erano tutti sulla costa, a controllare le strisce blu..
Bando alle ciance: presi un grosso respiro, rimpiangendo di essermi messa quei jeans lunghi che non mi aiutavano per niente con la situazione caldo. Dann non si era accorto di me, era immerso nei propri pensieri, gli occhi fissi sui binari; solo quando fui a pochi passi da lui, si voltò.
Non si aspettava di vedermi, e l'ovvietà della cosa mi ferì. Socchiuse leggermente le labbra e restò a guardarmi in silenzio; io ricambiavo, incapace di proferire parola. Eravamo di nuovo l'uno di fronte all'altra e benché non fosse passato molto tempo dall'ultima volta, sentii il cuore palpitare.
Eravamo di nuovo noi, almeno per il momento. Niente maschere quel giorno: io ero lì per lui, per stargli accanto. Solo per oggi.
-Ciao -riuscii a dire, cercando di sorridere
-Ciao -rispose lui, senza smettere di guardarmi
Decisi di arrampicarmi a mia volta, mentre un treno passava con un rombo.
Quando fui seduta accanto a lui, parlò di nuovo -Te ne sei ricordata -constatò lui, con malinconica gratitudine.
Io annuii, scoccando una rapida occhiata ai binari per poi prendergli la mano -Da quanto sei qui?
-Un po' -rispose lui, troppo vago, e sentii le sue dita stringersi delicatamente attorno alle mie; fu come se non avessi mai lasciato quella mano.
-Non dovevi Lally- sussurrò, guardando le nostre mani
-Vuoi che me ne vada? -chiesi domandandomi se non avessi fatto l'ennesima sciocchezza con lui
Ma la smorfia che fece, tipica di chi ha appena sentito un'assurdità, mi rassicurò -Assolutamente no -rispose -Solo.. so quello che ti costa -i suoi occhi profondi mi scrutarono; riecco il suo sguardo premuroso, che si preoccupa per me, per come sto.. Dio, se sopravvivo a questa sono immortale
Scossi la testa -Non si tratta di me, oggi -lui sospirò e non disse niente -Come stai? -chiesi a mezza voce, consapevole del fatto che non fosse proprio la domanda più adatta da fare, ma mi premeva saperlo.
Dann scrollò le spalle e sollevò lievemente le sopracciglia -Quando vengo qui ripenso a lui, a quanto mi manca quella testa dura -sbuffò di una risata tutt'altro che divertita; gli strinsi di più la mano- Pensavo che anno dopo anno sarebbe andata sempre meglio, avevo anche paura che un giorno, un 29 giugno di chissà quale anno magari neanche troppo lontano, mi sarei svegliato senza nessuna voglia di venire qui alla stazione -fece una piccola pausa -ora so che non succederà mai
-Certi vuoti non si possono colmare -risposi, cercando di calarmi nella sua situazione -ma credo che.. si impari a conviverci, prima o poi. Questo che fai per ricordarlo è.. -cercai le parole, roteando gli occhi verso il cielo- meraviglioso, davvero; ma se il 29 giugno 2040 quando abiterai in Tibet non ti andrà di sorvolare mezzo Mondo per venire fin qua, andrà bene lo stesso: ciò che conta è il ricordo che hai dentro di te, il bene che ancora vuoi a Michele
Lui ascoltò con attenzione le mie parole, poi mi guardò divertito e sorrise -Nel 2040 abiterò in Tibet?
-Dal 29 giugno -precisai -Prima sarai in Spagna
Dann rise e sentii il suo pollice accarezzarmi il dorso della mano -Lally -fece poi tornando serio e guardandomi dritta negli occhi -Grazie di essere qui
Lo avrei abbracciato in quel momento; avevo così voglia di farlo che non so come riuscii a trattenermi. Mi nascosi dietro un sorriso, nascosi tutto quanto dietro quel sorriso -Figurati
Dann tornò a guardare i binari; si era alzata una leggera brezza, ma il verso dei gabbiani misto al sole cocente annunciava l'estate in tutto la sua arsura.
-Non ti ho detto tutto di quella notte -fece a un tratto lui; sembrava tranquillo, seppure assorto, ma io corrugai la fronte preoccupata, chiedendomi cosa ci potesse essere di peggio di ciò che mi avesse già detto. Si portò la mia mano in grembo, senza quasi rendersene conto, e io mi preparai ad ascoltarlo -Andrea sa cos'è successo perché gliel'ha raccontato chi era lì -indicò il punto preciso, fra le rotaie, con la mano libera e io trasalii -Quando sono arrivato, quella sera, Michele era ancora vivo. C'erano pompieri ovunque, e cominciavano ad arrivare anche le prime ambulanze; ma i feriti da soccorrere erano troppi, nonostante le macchine della polizia aiutassero a portare i più gravi in ospedale. Cercavo di avvicinarmi, ma uno dei pompieri mi teneva lontano, dicendomi che era troppo pericoloso -contrasse la mascella un istante prima di proseguire -Michele era lì, steso a terra: respirava ancora, potevo vederlo. Ma era messo male, i vestiti erano diventati cenere che gli si era incollata addosso e la faccia era tutta ustionata -Strinsi più forte la sua mano, mentre ascoltavo in silenzio, trattenendo il respiro e le grida di orrore. Anch'io avevo visto le fiamme dalla mia finestra, anch'io mi ero spaventata a morte, anch'io avevo pianto con tutta Viareggio; ma Dann l'aveva vissuta, l'aveva vissuta da dentro e aveva visto il suo migliore amico morire là in mezzo. Riuscivo a stento a immaginare quanto potesse essere difficile per lui, se già per me lo era stato -A un certo punto si sono accorti che le fiamme si stavano avvicinando anche alle altre cisterne -continuò -Dovevano spegnerle, così le squadre di pompieri si sono dovute dividere: l'uomo che mi tratteneva si allontanò e io potei finalmente raggiungere Michele -scosse la testa -Cercava di dirmi qualcosa, ma non riusciva a parlare; io non sapevo cosa fare, mi ricordavo a malapena di aver studiato per la patente che in caso di ustione grave, non bisogna cercare di staccare i vestiti dalla pelle.
Fece un'altra pausa e a questo punto mi sentii di intervenire -Dann, tu non potevi fare nulla -cercai di confortarlo
Lui mi guardò ma le mie parole non sembravano aver fatto chissà quale effetto -Probabilmente no. Ma lo sai cosa stava cercando di dirmi? Sussurrava, ma se avesse avuto abbastanza voce avrebbe urlato. Avvicinai l'orecchio alle sue labbra, cercando disperatamente di capire cosa dicesse -sentii la stretta sulla mano aumentare improvvisamente, e poggiai anche l'altra sulla sua, cercando di dargli forza -Diceva “aiutami” -rivelò, distrutto sia nella voce sia nell'espressione del volto -Mi stava chiedendo aiuto, mi stava implorando di aiutarlo, capisci? E io non ho saputo farlo -era costernato e furioso allo stesso tempo
-Dann..
-Sono andato a cercare dell'acqua, al tempo mi era sembrata una cosa sensata -altra pausa, e stavolta il suo sguardo, puntato sui binari, mi spaventò sul serio; scosse la testa -quando sono tornato lui non respirava più. E' morto solo.
-No -dopo un attimo di choc, lo contraddissi subito; e lo abbracciai, stavolta sì, stringendolo a me quanto più forte potessi -Non è morto solo, Dann -continuai, sentendo la sua testa poggiarsi nell'incavo del mio collo e i suoi respiri corti e strozzati susseguirsi uno dopo l'altro, facendosi strada fra i miei capelli -se ne è andato con il suo migliore amico accanto, che ha lottato fino all'ultimo per salvargli la vita -lo corressi con forza - Non ce l'hai fatta perché non potevi farcela, forse nemmeno un medico ci sarebbe riuscito, forse era già spacciato. Ma lui ti ha visto, è stato con te nei suoi ultimi istanti: aveva bisogno di qualcuno che gli stesse accanto e tu ci sei stato -lo spinsi per le spalle, in modo che si sollevasse e mi guardasse negli occhi -Gli hai dato più coraggio di quanto pensi. Tutti gli altri quella notte sono morti con paramedici, chirurghi e altre facce sconosciute che gli infilavano tubi dappertutto -i suoi occhi, liquidi e stupendi, erano incatenati ai miei, sembravano aver bisogno di quelle parole, di quel contatto; allungai una mano, per accarezzargli una guancia -lui ha avuto te, e questo vale più di qualunque altra cosa.
Mi guardò ancora a lungo, poi prese la mano che ancora tenevo poggiata sul suo viso, e la baciò sul dorso -Sei.. -non trovò le parole; o meglio, forse le trovò, le aveva già trovate, ma non volle dirle di nuovo e di questo gli fui grata -Grazie per tutto questo -si limitò a dire, tenendo stretta la mia mano
Stavolta fui io a scrollare la testa, per dirgli che non doveva ringraziarmi.
Ci guardammo ancora e, a poco a poco, vidi quel viso che tanto adoravo rasserenarsi, regalandomi perfino un sorriso. Ricambiai e fui felice di averlo aiutato, seppure in minima parte quel giorno.
Le mie mani erano ancora strette nelle sue, i volti a pochi centimetri di respiro, tanto che sentivo il suo accarezzarmi la guancia; balenò nella mia mente il ricordo, perfettamente nitido e ancora dolcissimo dei suoi baci, delle sue carezze..
-Ragazzi, non potete stare lassù, è pericoloso
Sobbalzai, mentre Dann si girò verso chi aveva parlato: era un vigile urbano, constatai quando mi voltai. Mi chiesi come facesse a stare con quell'uniforme addosso senza sciogliersi
-E dovreste spostare la moto, altrimenti sono costretto a farvi una multa -non era troppo scorbutico: tutto nella sua espressione diceva che ciò che stava facendo, lo stava facendo per lavoro, non perché volesse cacciarci di propria iniziativa
-Va bene, ora ce ne andiamo -fece Dann, conciliante, girandosi per scendere; io lo imitai e accettai la mano che mi offrì per aiutarmi; ormai era diventata una specie di tradizione fra noi.. -Ho un altro casco -mi disse quando fui scesa
-Menomale, sennò la multa non te la levava nessuno -risposi accennando all'uomo in divisa
Lui sorrise, poi aprì il bauletto e mi passò quel casco: era lo stesso di sempre, e mi era familiare quanto la sua moto. Girò le chiavi e accese, mentre io mi sistemai dietro decidendo di tenerlo per la vita.
-Succede spesso? -gli chiesi dopo un breve tratto di strada in silenzio, mentre si fermava ad un semaforo
Lui scrollò le spalle -Quest'anno è andata anche meglio delle altre volte -rispose
-E dove vai quando succede?
Lo vidi corrugare le sopracciglia -Di solito al cimitero, quello al Marco Polo; non so se..
-Andiamoci -feci
Lui annuì senza aggiungere altro e, quando scattò il verde, ripartì.
Parcheggiò nei posti riservati al supermercato lì di fronte, poi attraversammo la strada ed entrammo.
Mi prese per mano mentre mi portava nella direzione giusta.
C'erano molti fiori sulla sua tomba, e la foto ritraeva un bel ragazzo sorridente e abbronzato, che si trovava su una barca a remi.
-Andavamo spesso a remare insieme -mi informò Dann notando la mia attenzione per la foto -ma quando è stata scattata questa, era con suo padre
Sentii un groppo in gola -I suoi genitori sono ancora vivi?
Dann annuì, grave -E non hanno altri figli
Io scossi la testa, non riuscendo nemmeno a immaginare quale tragedia avessero dovuto sopportare
-Scusami -disse a un tratto
-Per cosa? -domandai corrugando le sopracciglia
-Per essere venuto da te a Roma, quella sera -rispose, e nei suoi occhi lessi il rimorso
-Oh..
Ma perché tirava fuori l'argomento proprio adesso?
-E' stato egoismo allo stato puro -si rimproverò -credevo che il fatto che non riuscissimo a stare insieme dipendesse da me, dalle questioni irrisolte che avevo con il passato -spiegò -Ho pensato solo a me stesso, e ti chiedo scusa per questo
Oh, allora era questo il punto.
Non riuscii a rispondere subito: era ovvio che a quel punto dipendesse solamente da me. Dann non si aspettava che tornassi sui miei passi, mi stava solo porgendo le sue scuse, niente di più. Ero io che, senza più la maturità a tenermi impegnata in ogni secondo delle mie giornate, stavo ricominciando a pensare.. e mai il mio cervello era stato più affollato, nemmeno al colloquio di quella mattina.
-Accetto le tue scuse -più volevo rinchiudermi in me stessa, più il mio tono suonava freddo e formale. Probabilmente Dann se ne accorse, anzi, sicuramente dato che ormai mi conosceva bene; restammo qualche minuto in silenzio, davanti alla foto sorridente di Michele.
-Come va con Loch Ness? -domandò poi con affetto, e lo ringraziai dentro di me per aver cambiato argomento-Ho sentito che gli orali sono iniziati oggi
Aveva chiamato Loch Ness il mio esame, come ai vecchi tempi.. come ai bei tempi. Sorrisi nostalgica.
-Indovina chi è stata la prima
Dann capì al volo -Hai già fatto?
Annuii -Grazie al cielo sì
-Aspetta.. quindi tu stamattina eri lì a farti interrogare?
Feci di nuovo cenno di sì con la testa -Poi però mi sono ricordata che giorno fosse, e.. -lasciai in sospeso la frase, tanto sapeva come terminava
Sentii la sua mano stringere di più la mia e, per qualche secondo, rimase in silenzio -Be'.. come è andata? -chiese
Corrugai le sopracciglia, senza nascondere un'espressione soddisfatta -Bene, non era così terribile come pensavo
Mi chiese di cosa mi avessero fatto parlare e glielo raccontai in breve, condividendo anche i momenti di ansia e di panico che avevo avuto; lui mi ascoltò interessato, poi sorrise contento e assunse la faccia di chi la sa lunga -E quanto ti sei uccisa di studio?
Perché mentire? -Decisamente troppo
Questo lo fece ridere, e anch'io sorrisi
-Allora bisogna festeggiare il fato che tu sia sopravvissuta alle tue stesse torture
-Ma.. -feci dubbiosa, guardando un'altra volta la foto
Dann allora mi lasciò la mano e si avvicinò di più alla tomba dell'amico; sollevò lentamente un braccio e lo osservai pulire il vetro della foto con attenzione -Ciao, bischero -sussurrò. Sul suo volto comparve un sorriso nostalgico; sentendo gli occhi bruciare, mi affrettai a volgerli per aria, eliminando qualsiasi rischio di pianto.
-Andiamo? -mi chiese poi rilassato, tornando verso di me
Io annuii con un sorriso; prima di andare però mi rivolsi anch'io alla foto -Ciao, Michele

°°°

Circa un quarto d'ora dopo, eravamo seduti sugli scogli del molo, la scritta fatta da Michele a tagliare l'orizzonte.
-Il suo desiderio si è avverato troppo presto -constatò Dann con tristezza riferendosi alle parole dipinte dall'amico: “Viareggio in te son nato in te spero morire”
Temetti che si incupisse di nuovo, invece aggiunse, in tono più leggero -Comunque, a quanto pare sono tutti in spiaggia: non c'è un'anima in passeggiata
Questo mi tranquillizzò
-Lo credo, con questo caldo -risposi arrotolandomi i jeans fino al ginocchio; le scarpe le avevamo lasciate entrambi sul muretto.
C'era una quiete quasi surreale, eravamo lontani dalla spiaggia, il mare era una tavola e si sentivano soltanto i versi dei gabbiani e l'acqua che sfiorava dolcemente le rocce.
-Non ero mai venuta sul molo a quest'ora -constatai
-C'è da ustionarsi infatti -fece Dann, poi mi guardò -ma hai già un po' di colore, puoi stare tranquilla
-Ha parlato quello pallido -risposi accennando alla sua carnagione scura -Non smetti mai di fare surf, eh?
-Mai -confermò con un sorriso -Tu invece preferisci Ostia a Viareggio adesso?
-Sono andata a Torvaianica non a Ostia -precisai, ma fu solamente per prendere tempo.
Era ovvio che Dann stesse scherzando, per lui avevo già deciso e, dopo l'ultima volta per la quale mi aveva chiesto scusa un miliardo di volte, non avrebbe più cercato di farmi cambiare idea.
Ma d'un tratto ero io che stavo rivalutando tutto. Kath e Lisa, Viareggio e Dann: non sarei mai riuscita ad avere tutto, era un incastro mentale peggio di tetris.
La mia razionalità non era forte abbastanza da vincere sulla mia emotività: se fosse successo qualcosa con Dann, non sarei stata in grado di rimanere a Roma.
Però era già successo, e io abitavo ancora lì. E nonostante ciò, non ci eravamo persi di vista.
Cominciai a valutare l'idea: abitare a Roma, stare con Kath e Lisa e poi rintanarmi in camera mia con il telefono, e Dann dall'altra parte alla cornetta. Certo, la mia Viareggio mi sarebbe mancata da morire, ma..
Per Lorenzo ero stata subito disposta a farlo (o meglio, sarei stata disposta), perché con Dann esitavo? ..Perché stavolta c'erano in gioco molti più sentimenti e molto più forti; ma, a pensarci un attimo, proprio per questo dovevo far cessare questa stupida battaglia contro di essi. Sapevo che eravamo abbastanza forti da far funzionare una storia a distanza, lo sapevo benissimo, e Dann me lo aveva dimostrato più volte.. come lo dimostrava il fatto che io mi trovassi lì, nonostante tutto.
Ci volevamo bene, e forse ce ne saremmo voluti per sempre: stava a me scegliere se darci una possibilità.
-Sei silenziosa -commentò Dann
Il vortice di quei pensieri, che mi aveva risucchiata tanto da non farmi rendere conto di essere rimasta in silenzio, si arrestò bruscamente, riportandomi nel mondo della realtà. E adesso sapevo esattamente cosa fare.
-Dann.. -d'un tratto sentii dieci volte più caldo di quanto non fosse in realtà; mi concessi un respiro profondo e, quando lo guardai negli occhi, vidi che Dann aveva la fronte corrugata forse allarmato per quel sospiro. Meglio iniziare con la pura e semplice verità -Mi manchi -mormorai
Con mia grande delusione, lo vidi sbattere le palpebre, poi abbassare lo sguardo e infine rivolgerlo verso il mare: bene, avevo appena fatto la cavolata del secolo!
Mi voleva bene quanto io ne volevo a lui, ma non si può correre per sempre dietro a una persona che non fa nemmeno un passo verso di te, e forse Dann aveva deciso di gettarsi alle spalle questa storia.
Dio santo, ma perché? Perché avevo avuto così paura? Perché mi riscuotevo solo adesso che era troppo tardi?
Mentre tentavo inutilmente di sprofondare in una buca immaginaria, Dann parlò di nuovo, a voce bassa, sempre guardando avanti a sé -Anche tu mi manchi, Lally. Tantissimo. Ogni giorno, ogni momento, ogni notte -fece una pausa e si voltò verso di me, parlando con enfasi -Io voglio starti accanto, voglio baciarti, voglio fare l'amore con te.. ma non se tutto questo ti fa soffrire. Hai preso una decisione e ho visto con i miei occhi quanto è stato difficile per te -scosse la testa, distogliendo nuovamente lo sguardo- non cercherò ancora di farti cambiare idea.. anche se sai benissimo quello che provo per te.
-Anch'io -dissi d'impulso, sentendolo vero in ogni sua più piccola sfaccettatura.
Era vero in quel momento, mentre Dann mi guardava e aveva già capito, era vero quando lo avevo trovato seduto sul muretto, era vero quando ero scesa alla stazione di Viareggio quel pomeriggio, era vero quando cercavo di tenerlo fuori dalla mia testa, era vero quando mi aveva stretta fra le sue braccia l'ultima volta.. era vero da quando avevo deciso di fare l'amore con lui.
-Ti amo anch'io Dann
Lui rimase immobile, semplicemente a fissarmi, ma potevo leggere una traccia di speranza adesso nei suoi occhi; traccia, che ero decisa a trasformare in certezza
-Ti amo -ripetei, forse con ancora più decisione -e non ne posso più di non sentirti, non vederti, non stare con te -deglutii, consapevole di quanto gli stessi chiedendo -quindi dimmi che adesso che ho capito anch'io quanto sia.. -cercai le parole -ingiusto, inutile.. crudele fingere di non provare questo sentimento, cercare di allontanarlo.. dimmi che non è troppo tardi per continuare la nostra storia, anche quando sarò a Roma.
Dann mi guardò un istante e in quell'istante mi accorsi che il mondo attorno a me aveva ripreso a girare: come la notte attende per tutto il giorno le sue stelle, rividi dopo tempo, troppo tempo, quel suo sguardo caldo, azzurro e cristallino di cui non mi sarei mai stancata.
Trattenni il respiro, non potendone fare a meno.
La sua mano si sollevò dagli scogli e, lenta, venne a posarsi sul mio viso -Lally.. -sussurrò e il mio cuore fremette, mentre sulle sue labbra spuntava un sorriso; forse ancora faticava a crederci, dopo tutto quello che avevamo passato -Se mi chiami, troverei un modo per raggiungerti anche tu fossi dall'altra parte del Mondo.
..E poi di nuovo, le nostre labbra si ritrovarono. Non so dire se fu lui o fui io a baciarlo; so solo che fu come se non ci fossimo mai lasciati.
Conoscevo bene le sue labbra, il suo modo di giocare con la mia lingua, il suo abbraccio che si posò di nuovo su di me, per farmi sentire ancora una volta amata e protetta.
Forse durò un minuto, forse un'ora, non lo so, ma so che nulla era valso di più: quel dolce ritrovarsi, fu la cosa più bella che mi fosse mai capitata.
Quando le nostre labbra si staccarono mi sorrise, il respiro leggermente affannato quanto lo era il mio, nei suoi occhi c'era l'infinito.
Mentre eravamo lì, stretti l'uno all'altra con il fruscio delle onde, l'aria intrisa di salsedine e la quiete del sole sul cielo sereno di Viareggio, si chinò sul mio orecchio e in un sussurro dolcissimo, mi disse tutto ciò che volevo sentirmi dire in quel momento.
-Ti amo, Lally. Ti amo con tutto il cuore.






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Sono riuscita a farmi perdonare con questo capitolo? XD
Spero proprio di sì! Comunque le sorprese non sono finite, abbiamo ancora due capitoli =P
Questo è stato incentrato solamente su Dann e Lally, sul loro ritrovarsi e sulla storia di Michele.. ma nel prossimo rivedrete anche gli altri personaggi ;)
Mi auguro davvero di essere riuscita a trasmettervi delle emozioni con queste poche righe che ho cercato di rendere dolci per farvi capire il bene che si vogliono i nostri due protagonisti! Un bene che non svanisce né con il tempo né con la distanza..
E con questo, una buona serata a tutte quante! Ci risentiamo presto :D
Un bacione e grazie mille!

  
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