Storie originali > Soprannaturale
Ricorda la storia  |      
Autore: Samael_Asrael    29/08/2012    2 recensioni
Dal testo: Il giorno dopo non c' era giornale che non parlasse dello scandalo del cimitero.
Un nobile morto, brutalmente ucciso, e un angelo che piange sangue.
La demone con il suo gatto, avvolti dalla nebbia grigia, fissavano la città immersa nel terrore.
Genere: Dark, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

LA DEMONE DEL CIMITERO
E IL SUO GATTO

 

Il cimitero Père-Lachaise, durante quel freddo inverno, era più cupo del solito. La neve copriva le lapidi e le tombe, e i lumini accesi per i morti sembravano occhi demoniaci nella nebbia.

Ma sopratutto era vuoto. La neve aveva bloccato l' accesso ai nobili giunti in carrozza, o ai poveri cittadini venuti ad onorare i loro morti.

Solo Lei era dentro.

Lei aveva i capelli neri come le tenebre più oscure e gli occhi viola ardenti come le fiamme dell' inferno. Il corpo seducente e tentatore era uno strumento per corrompere le anime, per quell' emissaria dell' inferno. Gli occhi demoniaci erano circondati da sottili cicatrici dallo stano color nero, inquietanti come tutto il resto di quell' essere malvagio.

La sua unica compagnia era uno strano gatto, nero come i capelli della padrona, con gli occhi altrettanto violetti e fiammeggianti. Si muoveva silenzioso e agile, come un predatore.

Entrambi emanavano un aura di morte.

Lei era appollaiata su una lapide, e scrutava la nebbia con quegli occhi terrificanti. Il gatto le saltò in braccio, facendo guizzare i muscoli delle zampe morbide.

-Osrid... Sai trovarmi ciò che cerco?-

Sussurrò lei, con una voce cantilenante che sembrava venire dalle viscere della terra, eppure suonava soave.

Il gatto miagolò, si strusciò un po' a lei, poi scese da suo grembo, sparendo nella nebbia.

La donna demoniaca lo seguì con un ghigno perfido che stonava nel suo volto perfetto, sparendo anch' essa nella nebbia.

Mentre la coppia infernale svaniva, risuonarono le Sue ultime parole, dette nella sua strana cantilena.

-Tremate, cittadini di Parigi, perché il demonio è arrivato.-

 

 

I giorni di neve erano passati, ma l' inverno rimaneva, stringendo Parigi nella sua morsa gelida.

Anche la fitta nebbia persisteva, donando a tutta la città un aura tetra e terrificante.

La gente che passeggiava per la città era inquieta, ma molti di loro entrarono nel cimitero appena riaperto, per salutare i loro parenti deceduti.

Quale errore.

Il signor Dubois camminava piano, appoggiandosi al suo bastone, verso la cripta di famiglia.

Estrasse le chiavi di ferro del lucchetto e si apprestò a aprire il cancello di ferro battuto, quando sentì una risatina inquietante. Si voltò, seguito a ruota dal domestico.

Di fronte a lui, elegante e terribile, stava il demonio in persona. Lei lo scrutava con gli occhi violetti, leccandosi le labbra.

La creatura demoniaca non diede il tempo alla sua preda di urlare, perché con un solo balzo lo raggiunse e affondò i denti affilati come pugnali nel suo collo.

Il domestico corse via, e l' angelo sulla cripta pianse. Sangue.

Lei si alzò e tornò dal suo gatto, lasciando che la nebbia avvolgesse il corpo, ormai privo di vita.

Mentre, ancora una volta, l' essere demoniaco spariva, la sua voce risuonò, in una cantilena inquietante.

-verrà il giorno

il giorno in cui

possiederò ogni cosa

ogni cosa in mio potere

sciocchi siete

se pensate di fermarmi-

 

 

Il giorno dopo non c' era giornale che non parlasse dello scandalo del cimitero.

Un nobile morto, brutalmente ucciso, e un angelo che piange sangue.

La demone con il suo gatto, avvolti dalla nebbia grigia, fissavano la città immersa nel terrore.

La creatura infernale aveva un espressione assorta, come se vedesse, ma non vedesse.

-Osirid... Trova ciò che cerco.-

Ripeté ancora, cantilenando. I baffi del gatto vibrarono, i suoi muscoli guizzarono, poi l' animale scese dalla cappella di marmo bianco.

Il suo miagolio risuonò nel cimitero, mentre il demone sgusciava nella città per trovare la prossima preda della padrona.

 

 

Due vittime del misterioso assassine del Père-Lachaise. Anche quest' ultimo cadavere ritrovato sbranato, e la Vergine Maria sulla lapide accanto piangeva sangue.

Così recitavano i giornali, qualche giorno dopo, a seguito del ritrovamento del secondo cadavere.

La demone si godeva la paura degli umani che le confluiva nell' anima, scivolando leggera tra le tombe.

-Io sono la morte

che separa dal mondo

io sono il flagello

di Dio e degli angeli

Io sono colei

che porterà distruzione-

 

Mormorava, con un sorriso da pazza sul volto liscio e perfetto. Il gatto le camminava a fianco, tranquillo. Ma in quel momento, Lei vide.

Vide un giovane, inginocchiato su una tomba, con i capelli sugli occhi e gli abiti neri.

-Osiriiid.. chi è costui?! Un pazzo, per caso?!-

Chiese, sempre nel suo modo cantilenante. L' animale infernale balzò sulla lapide, di fronte al giovane.

-Non sai, o giovane, che il cimitero è pericoloso?-

Chiese, avvicinandosi silenziosamente.

-Chi siete voi, che ve ne andate in giro cantilenando e mietendo vite?!-

Chiese lui, restando inginocchiato sulla tomba. Lei rimase sconvolta da quell' atteggiamento.

Un uomo... che non aveva paura di Lei?! Della morte?!

-Io sono la morte.-

Disse, allungando una mano dalle dita affusolate nei capelli di lui.

-Come ti chiami?!-

Lei restò ancora più confusa dal carattere dello strano giovane.

-Potresti morire, per questa insolenza.-

Sussurrò, avvicinandosi all' orecchio di lui. Il giovane si voltò, mostrando degli occhi color rubino.

-Non ho paura della morte, tanto nessuno al mondo mi vuole.-

Disse, tranquillo. Lei lo studiò, passando gli occhi sul suo viso delicato, sugli occhi allungati e sulle labbra piene.

-Oh... E perché nessuno dovrebbe volere un giovane come te?-

Disse, passando le dita sulla giugulare del ragazzo.

-Perché mi credono un mostro. Quindi ti chiedo... Fammi diventare tale, in modo che io possa prendermi la mia rivincita.-

Lei restò stupefatta.

Qualcuno come lei.

Quando era considerata una strega, derisa da tutti, umiliata...

In quello stesso cimitero il Demonio l' aveva convocata tra le sue schiere, e lei aveva accettato... per vendetta.

-che la morte venga in te,

che preservi il tuo cuore,

che ti dia la potenza,

ma ricorda il mio nome,

Perché verrò a prenderti,

e allora per l' eternità

mio sarai.-

 

Disse, accarezzandogli il volto. Poi si voltò e sparì nella nebbia.

 

E lui si prese la sua rivincita, uccidendo chiunque osasse schernirlo, manando le loro anime alla sua salvatrice. E Lei le ingoiava, così come si beava del sangue delle genti con il quale il suo giovane bagnava le strade di Parigi, la città dannata.

Uno volta la morte era venuta, ed era bastata per chiamare l' apocalisse.

Lei, il flagello degli angeli, reclamava tutto.

Lei, padrona di ogni cosa: Azrael.

Tremate.

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: Samael_Asrael