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Autore: Flareon24    29/08/2012    4 recensioni
Brevissimo racconto della morte di una diciassettene e della dolorosa perdita subita dal padre.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un attimo.

 

Un attimo. Sbagliare,è un attimo. Pentirsi,è un attimo,Morire,è un attimo. E' successo tutto talmente in fretta che forse non si è nemmeno accorta di niente. Quella ragazza bionda,di circa 17 anni. Giovane,bella,con tanta voglia di vivere e tutta una vita ancora davanti. Voleva solo andare a divertirsi con i suoi amici. Ballare,ridere,scherzare. E chi,a quell'età,non vorrebbe? Sta andando con il suo motorino verso la discoteca dove incontrerà i suoi amici e il su ragazzo. La strada era deserta. Poi,improvvisamente,un lampo. Uno sprazzo di luce l'abbaglia. Strizza gli occhi,non capendo di cosa si tratti. Poi realizza. Una macchina con gli abbaglianti accesi appare nel mezzo della corsia. Una curva presa troppo larga probabilmente. La ragazza sente che la macchina frena bruscamente. Troppo tardi. Sta alla ragazza reagire. Che fare? L'unica cosa che si può. Sterza violentemente verso il bordo della strada e questo l'ha salvata dalla macchina. Male che vada sarebbe caduta,si sarebbe fatta male,anche molto,ma sarebbe rimasta viva. Qualche mese di ospedale e poi ancora divertimento. Magari. E invece no. Davanti a lei compare,come per dispetto,un lampione della luce. Ci va a sbattere violentemente contro e sente il colpo,il sobbalzo e il manubrio che si storce e le si conficca nello stomaco. Batte violentemente la testa,ma per quella c'è il casco. Il dolore è tremendo,ma non dura molto. Perde i sensi. La macchina non si ferma,continua per la sua strada come se niente fosse successo. Un autista che la vede a terra si ferma e chiama subito i soccorsi. La ragazza è viva!Respira!Ma per quanto ancora?Il sangue scende a fiotti mentre l'ambulanza arriva lampeggiando. La caricano su. L'uomo,il salvatore,sale con lei dando indicazioni sul tratto di strada molto pericoloso mentre il mezzo di trasporto sfreccia a tutta velocità sulla strada con le sirene accese e assordanti. La portano al Niccheri,l'ospedale più vicino. Va operata d'emergenza. Una delle sale è vuota,si è appena svuotata.

-Dottore,è urgente!- urla un'infermiera. Continua la spiegazione dell'accaduto mentre la sala viene preparata. Il dottore,che aveva appena finito il turno,si trattiene. Avrebbe dovuto fare il cambio con un altro,ma ci sarebbe voluto troppo tempo e la ragazza era grave. Sente che caricano la vittima sul lettino e armeggiano con gli utensili. Il caposala,cioè il dottore,si sta lavando le mani accuratamente. Si gira e in quel momento il tempo si ferma....Lì,sotto il suo sguardo,c'è il viso della giovane diciassettenne. Ne riconosce il volto,il profumo dolciastro i morbidi capelli biondi. Riconosce sua figlia. Rivede la sua bambina,piccola. La vede mentre giocano insieme,mentre la stringe a se,mentre la fa volare e lei ride,ride come un matta. La rivede la sera prima,quando chiede il permesso di andare in discoteca con i suoi amici.

-Sarò prudente!-promette. La sua piccola è lì,stesa davanti a lui. L'uomo non reagisce.

-Dottore!- L'infermiera lo sveglia dal suo torpore. Non era il momento di fare il padre,era il momento di fare il dottore! Già a prima vista la cosa è grave ma lui sa come fare. Lui può salvare sua figlia. Mascherina,spugna,aspiratore...La tensione è tanta ma la mano del caposala è ferma e professionale come sempre,anche in quella circostanza. La cosa sembrava fatta,mancavano poche mosse alla fine dell'intervento. Il dottore vede già gli occhi azzurri di sua figlia,che si aprono sul lettino d'ospedale e lo salutano. Incredibile quanto crudele sia il fato. Come si diverte a farti sperare per poi deluderti senza alcuno scrupolo. Ti fa intravedere il traguardo,che poi è solo un miraggio. Qualcosa va storto. Il monitor comincia ad emettere un unico suono. Non c'è battito. E' il panico. Viene rapidamente messo in campo il defibrillatore. 3,2,1 scarica. 3,2,1 scarica. Si aumenta l'intensità più volte ma la situazione precipita. Anche questo è questione di pochi attimi. Non c'è niente da fare...la paziente è morta. Il suono acuto del monitor è l'unico rumore che si sente. Il dottore poggia le mani sul tavolo,le lacrime cominciano a scendere. Accarezza il viso di sua figlia. Ne osserva le labbra spente,gli occhi chiusi,le guance rotonde. Sembra che dorma,immersa in uno dei suoi soliti sogni. La disperazione totale...le urla di dolore riempiono le sale adiacenti e tutto il corridoio. Arrivano altri infermieri che non capiscano a cosa sia dovuto tutto quel chiasso. Si lamentano,ma non sanno cosa sia appena successo in quella sala,quale perdita atroce ha appena subito un padre. Gli infermieri si ritirano a capo basso dalla sala senza emettere un fiato rispettando quel drammatico silenzio. Quella sera il dottore non si sarebbe rigirato tutta la notte nel letto aspettando di sentire il rumore del motorio. Non avrebbe finto di dormire quando la figlia avrebbe aperto piano piano la porta per controllare di non aver svegliato nessuno. Non l'avrebbe più svegliata la mattina con il suo solito bacetto sulla guancia. Non l'avrebbe più sgridata per la camera in disordine. Non avrebbe più guardato la sua bambina leggere sulla sdraio con una margherita,il suo fiore preferito,come segnalibro o fra i capelli. Niente più abbracci né carezze. Niente più Giada. La sua bambina e il suo sorriso erano ormai solo un malinconico ricordo.

  
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