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Autore: northernlight    29/08/2012    2 recensioni
Berrychamp bromance story.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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II.

Prese il cellulare e compose il numero dell’amico. La linea era libera e il telefono squillava, ma non rispondeva nessuno e stava per riagganciare quando Guy e il suo accento scozzese gli risposero.

“Chi diavolo è?” attaccò quest’ultimo.

“Ma dove diamine ce l’hai il telefono? Nelle scarpe?”

“Ma stai zitto, su. Che c’è?” lo zittì ridendo.

“Ma come stai zitto! E se ti avessi chiamato per qualche problema grave o per un’emergenza? Eh? E se stessi per morire? Eh? Eh? Eh?” incalzò il batterista per sfottere l’amico.

“Ma vai a cagare, Will. Dimmi che c’è. Perché questa telefonata?”

“Mmh, niente. Mi annoiavo ed è venerdì, è il weekend” borbottò Will irritato.

“E quindi?” aggiunse Guy alzandosi dal letto per dirigersi in cucina. Era nel suo appartamento nel pieno centro di Londra. Adorava il caos di quella città. Era un semplice loft all’ultimo piano di un palazzo che gestiva la filiale londinese di una nota casa di moda.  

“Sei perspicace quanto una pentola. Ma che amico ho?”

“Scusa, mi sono appena svegliato, che diamine vuoi?” disse minaccioso.

“Scusa se ti ho disturbato, allora. Chiudo subito” aggiunse sarcastico Will. Dall’altro capo del telefono sentiva l’armeggiare di Guy con le tazze del caffè e rumore di pentole e padelle.

“Ma scusa, dove cavolo sei? Sono le due del pomeriggio!” biascicò Guy in preda ad uno sbadiglio resosi conto dell’orario quasi improponibile.

“Sono alla Bakery, dove devo essere? Ieri ho dimenticato di portar via delle cose e mi scocciava tornare a casa. Marianne non c’è e…”

“Dio, Will, sembri un bambino di cinque anni la notte di Natale. Sei tenero” ironizzò con tono piatto Guy.

“La tua sensibilità e la tua simpatia mi devastano, Guy.” 

“Dai, lo sai che scherzo. Scusa, ma non connetto ancora. Sono tornato alle sei e sono ancora mezzo rimbambito” sbadigliò pigramente.

“Io mi chiedo cosa diavolo fai in giro fino alle quattro di notte. Keshia non era partita?”

“Sì, siamo stati in giro fino alle due, poi siamo andati a casa sua e ci siamo rimasti fino alle cinque e poi l’ho accompagnata in aeroporto perché aveva l’aereo” sospirò quasi sognante.

“Sei diabetico. Ti odio.”
Da quando stava con Keshia sembrava un diciassettenne alla prima cotta.

“Oh, ma cosa vuoi.vuoi essere proprio picchiato, eh?”

“Sì, guarda. Sto morendo dalla voglia. Peccato tu sia dall’altro lato della città, idiota.”
Tra loro era sempre così: si punzecchiavano in continuazione, si martoriavano di insulti come due adolescenti stupidi però si volevano un gran bene. Ovviamente erano tutti e quattro molto uniti tuttavia con Guy c’era un legame diverso. Avevano molte passioni in comune, come quella per l’arte ad esempio. Poi erano entrambi dei festaioli quindi spesso ai vari party si trovavano insieme anche in rappresentanza dei membri mancanti che erano notoriamente più pantofolai.Se Guy aveva un problema, andava da Will, se Will doveva confidarsi con qualcuno allora sceglieva indubbiamente Guy. Spesso uscivano insieme così, solo per girare in macchina senza meta. Caratterialmente erano abbastanza distanti però si equilibravano a vicenda: Guy era timido ed introverso, mentre Will era un gran chiacchierone e coinvolgeva nella sua simpatia, tutto ciò che aveva attorno. Non che Guy mancasse di carisma, anzi, forse ne aveva fin troppo però lo usava con parsimonia, con le persone e nelle situazioni adatte. Il suo carisma lo impiegava quando suonava, infatti ogni volta che impugnava il basso era abbastanza difficile staccargli gli occhi di dosso. E non che fosse un male. Parlava poco ma quando lo faceva era interessante stare ad ascoltarlo. Will invece era un continuo flusso di parole e sensazioni. Entrambi erano varie sfumature di colori. Ecco, Will era come un astuccio pieno di pastelli e pennarelli alla rinfusa; Guy era un’ordinatissima scatola di latta con all’interno pastelli e pennarelli sistemati in ordine di colore. 

“Okay, basta fare gli stupidi, Guy. So che per te è difficile smettere perché sei così di natura, ma dobbiamo farlo per il bene della mia salute mentale o quello che ne resta” ironizzò il batterista suscitando le vivaci proteste dell’amico dall’altro capo del telefono.

“Che ne dici di passare la giornata insieme?”

“Cos’è, Champ? Un appuntamento? Sono molto lusingato ma non mi piacciono gli uomini, preferisco due belle tette.”

“Ma perché ti parlo ancora?”

“Perché mi ami! Mi hai anche chiesto di uscire...”

“Fottiti.”

“Appena posso” replicò il bassista.

“Ammazzati.”

“Sono immortale.”

“Vaffanculo” concluse Will.

“Sarò a casa tua alle cinque, tesoro. Il tempo di sbrigare alcune cose. Fatti trovare bella pronta e profumata, ti aspetto in macchina” disse Guy tra una risata e l’altra mandandogli umidicce imitazioni di baci al telefono.

“Ti farò aspettare ore” rispose il batterista chiudendo la telefonata. Finalmente Will aveva qualcosa da fare.
  
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