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Autore: Nana Kudo    30/08/2012    6 recensioni
Dalla terrazza dell’edificio in cui era postato poteva vedere le miriadi di poliziotti che circondavano l’hotel in cui si trovava il gioiello, e qualche minuto dopo anche l’arrivo dell’ispettore Nakamori.
Le sue parole si potevano quasi udire da lassù da quanto urlava. Continuava a urlare gli ordini ai suoi subordinati e a chiedere sempre più poliziotti, ma non aveva capito che più c’è n’erano più facile sarebbe stato per il ladro portarsi via la gemma.
“10.58, è ora di entrare in azione” disse guardando il suo orologio da polso.
si avviò sul bordo della terrazza, dove tra qualche secondo ci si sarebbe buttato.
“It’s showtime”
(tratto dal capitolo 1)
ciao!! sono tornata con questa nuova fic tutta dedicata al nostro ladro gentiluomo!! Spero vi abbia incuriosito con l'intro, e se leggerete mi piacerebbe molto avere pareri e consigli utili dato che è la mia prima long :)
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Aoko Nakamori , Kaito Kuroba/Kaito Kid, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Premessa: mi scuso per le parolacce, ma purtroppo con quelli dell’organizzazione sono d’obbligo ^^”   
Gomen nasai!  
                              
 
                               Hope and illusion
                                                                    Speranza e illusione

 
 
 
 


…. Ma poi fu tutto in un attimo.
Quel fastidioso rumore si fermò, e la faccia dei presenti cambiò improvvisamente colore.
“No,com’è possibile?!” ….
 
Riaprì lentamente un occhio, e quello che gli si presentò lo stupì a tal punto da sbarrarli entrambi.
Riflessi colorati, una pietra dentro l’altra, un gioco fantastico di luci che andavano a scontrarsi con quel buio pesto che colorava il cielo oscurato anche dalla sua protagonista, ovvero la luna, che si era oscurata insieme alle probabilità dell’alleato nel vendicare il padre.
“Capo… non mi dirà che…” chiese titubante Spider.
Speranze e illusioni.
Kaito guardò la pietra.
Si, i riflessi c’erano, ma blu.
Una pietra dentro di essa c’era, ma era un’illusione creata dalla densità del suo interno rispetto a quella laterale, e in parole povere, la pietra era una.
Il contrasto di luci c’era, non poteva negarlo, ma non era quello sperato.
“Questa merda di gemma non è Pandora deficienti!” urlò il capo gettando Safaia a terra e calpestandola con l’ira che in lui andava sempre più ad espandersi.
Il ragazzo si lasciò sfuggire un sorriso, un sorriso pieno di gioia e che sapeva di rinascita.
“E tu bastardo! Tu lo sapevi non è così?” gli chiese sempre più alterato l’uomo, avvicinandosi pericolosamente al ladro.
“No. Ma è stata una soddisfazione vedere il tuo muso da ebete incavolarsi” rispose l’altro tornando ad usare una perfetta poker face, quella che non l’aveva mai lasciato.
 “Ma sentilo! Non penserai mica di esserti salvato solo perché Safaia non era Pandora, vero? Lo sai che non ti lasceremo andare, si?” gli domandò tirando fuori una pistola dalla tasca.
“Di solito si concedono due parole al povero disgraziato, lo sa vero? E senza tutte queste pistole puntate addosso ovviamente” gli disse di rimando Kaito con tono spavaldo.
“D’accordo” rispose l’altro, mentre seguito dagli scagnozzi, riponeva la pistola al suo posto. “Mi fai pena ragazzino, sai? Orfano di padre, di maggiordomo, e che lascia questo mondo alla tenera età di sedici anni”
“Diciassette” lo corresse il ragazzo. L’altro si limitò a sbuffare, per poi dire:
“Se non ti muovi muori senza neanche dirne mezza di parola”
“E va bene, si calmi.” Rispose con una naturalezza innaturale. “Beh, quello che voglio dire è che…”
Anche gli altri due sembravano interessati, tanto da sciogliere di poco la presa e ascoltarlo curiosi e impazienti.
“Che è un cretino”
L’altro non ebbe nemmeno il tempo di replicare che una nube nera, più ancora del cielo, sovrastò l’area.
“Piccolo bastardo vieni qui!”
“Ma così non è leale” disse una voce proveniente dall’alto. “Voi potete usare i vostri trucchetti ed io no? Non lo trovo giusto signore”
La nebbia si schiarì di colpo, mostrando ai presenti la fonte di quel suono.
Mantello bianco che andava a coprirgli il viso per via del vento, bianco e candido come la neve e come il resto degli indumenti da lui indossati.
Un monocolo con un piccolo quadrifoglio disegnato sopra. Quadrifoglio come Kuroba*.
“Kid? Moccioso come hai fatto??”
 
                                                                                    ***
 
Continuava a correre verso l’ingresso di quell’imponente torre che giorni prima era stata sua alleata nel vano tentativo di scoprire l’alterego dell’amico.
Si sentiva male per ciò che gli aveva fatto, e sapeva, che anche se lui si mostrava sempre indifferente e a volte anche troppo, ci soffriva lo stesso.
In quel momento non le interessavano le urla disperate e le minacce del padre, anzi, non la sfioravano nemmeno; l’unica cosa che in quel momento si era impossessata della sua mente e del suo corpo come un virus in un apparecchio elettronico, era salvare il suo amico, o almeno aiutarlo.
Dopo attimi che a lei parevano ore, finalmente raggiunse l’entrata dell’edificio, faceva per entrare quando qualcosa glielo impedì.
Un bambino delle elementari, sicuramente avrà avuto sui sei o sette anni, con una camicia blu che gli arrivava alle caviglie, dei calzini abbastanza grandi e alcuni indumenti tra le mani.
Che scenetta buffa..
Pensò Aoko vedendolo, facendosi sfuggire un lieve risolino.
Il bambino, dal canto suo, la guardò seccato.
La vorrei vedere io a sta qua ad andare a spasso per la città con solo una camicia addosso.
“Hey piccolino, che ci fai qui?” gli chiese poi dolcemente abbassandosi alla sua altezza.
La scrutò per qualche istante con un sopracciglio alzato.
Era diversa dall’ultima volta che l’aveva vista.
In quella circostanza i suoi occhi erano velati di disprezzo, delusione e odio, mentre in quel momento trapelavano preoccupazione, ansia e amore.
Ne era sicuro, stava così per lui.
“È sulla terrazza” le rispose con uno sguardo malinconico.
“Come scusa?”  gli domandò spaesata.
“Kaito. Kaito è su in questo momento”
“Ma tu… tu come…” rimase stupita da quell’affermazione. Come faceva un bambino dell’elementari a sapere su Kaito? Non riusciva proprio a capirlo.
“Lo so e basta, Aoko” rispose l’altro abbassando il capo. Gli ricordava davvero molto la sua Ran, che a differenza sua però non sapeva nemmeno dove fosse in quel momento, cosa stesse facendo e che fosse diventato un bambino di appena sette anni.
Ma poi pensò se fosse stato lui al posto dell’amico… no, sicuramente Kaito non avrebbe mai detto a Ran di seguirlo, e lo stesso non l’avrebbe fatto lui con la sua Aoko. “Non andare però”
“Cosa?”
“Non andare, lui non me lo perdonerebbe se ti accadesse qualcosa” ripetè il piccolo liceale, con tono molto sicuro.
L’altra lo guardò abbozzando un sorriso.
“Mi dispiace ma devo” qualcosa però le impedì di finire la frase.
Entrambi strabuzzarono gli occhi a quel rumore, e non poterono fare altro che correre entrambi per raggiungere la provenienza di quel suono.
 
                                                                                          ***
 
“Semplice” cominciò Kaito con un ghigno divertito, ora che la situazione aveva cambiato prospettiva poteva permetterselo. “quando quei due cretini hanno leggermente allentato la presa, non mi è stato affatto difficile estrarre i fumogeni dalle tasche”
“Deficienti è tutta colpa vostra! Non ne combinate mai una buona!” urlò il capo a Snake e Cobra, che in segno di scuse continuavano ad inchinarsi.
Kaito, postato sulla punta della torre, guardava la scenetta che gli si parava di fronte divertito.
Come sempre, anche quella volta era riuscito a cavarsela, ma solo che quella era anche di fronte a tre dei membri più importanti dell’organizzazione, e non gliel’avrebbe fatta passare liscia.
Qualcosa però cambiò i suoi piani.
Qualcosa che dentro la sua tasca iniziò ad emanare raggi rossi.
Tutti i presenti la guardarono spalancando gli occhi.
Titubante, Kaito la tirò fuori dalla tasca e la guardò.
Quel diamante, quel diamante indiano che tutti avevano creduto una stupida gemma, in realtà era quello che meno si aspettava.
A contatto con i raggi lunari la sua luce diveniva sempre più intensa, mostrando al suo interno una piccola pietra rosso scarlatto che insieme all’esterno illuminava la zona circostante di quel colore intenso, quel colore peccaminoso e dai più significati, andando ad iniziare una danza di colori nel cielo.
“Sunlight…. Ecco come si chiamava” pensò ad alta voce il giovane Kid, con uno sguardo ancora sorpreso e stupito per quello che i suoi occhi stavano vedendo.
Dopo qualche attimo intenso, finalmente un sorriso largo e sincero, si disegnò sul volto del ragazzo.
“Pandora… ti ho trovata finalmente”
 
I tre criminali guardavano ancora la scena senza proferir parola, quello che si presentava dinanzi ai loro occhi era qualcosa d’impossibile.
Un incubo. Avevano pensato.
Rimasero fermi, fermi a guardare il giovane mago che scendendo gli andava incontro con la gemma in mano e un sorriso vittorioso.
Si fermò a un metro dal capo, per poi tornare finalmente a parlare.
“Speranze ed illisuoni, questa è la vita. Pensavate di aver finalmente vinto, di essere arrivati al culmine, ma non è così. La vita non è così. Può darti il mondo e poi togliervelo in un attimo, e voi siete stati vittime di un illusione, un illusione vera e non come quelle del vostro illusionista” disse il ladro sorridendo ancora, alzando lo sguardo al cielo e sussurrando un “per te, papà”.
Gettò la gemma a terra, la guardo per qualche istante in tutto il suo splendore, per poi schiacciarla con le suole delle scarpe e sentirsi finalmente libero.
Libero da quell’incubo che aveva alimentato le sue notti.
Libero da quel senso di vendetta che lo divorava dall’interno.
Semplicemente, libero.
Schiacciò la gemma fino a frantumarla in tante piccole schegge, sotto lo sguardo infuriato del nemico.
“Hai finito Marmocchio?” gli chiese con una vena che gli pulsava sulla fronte.
“Solo l’ultimo pezzo e poi me ne vado” rispose schiacciando anche l’ultimo frammento.
L’uomo di fronte a lui non riuscì più a controllarsi, e una volta che il ragazzo si avvicinò al bordo della terrazza, estrasse la sua pistola e premette il grilletto.
Uno sparo.
Uno solo ma che centrò subito il petto del bersaglio facendolo cadere a terra, con una pozza scarlatta che intorno a lui andava ad espandersi.
Il suono da essa uscito riecheggiò in quella notte di luna piena, accompagnata dalla risata del suo appartenente.
“Addio per sempre, Kaito Kid”
 
Si, la vita ha fatto lo stesso anche con te giovane mago.
Perché la vita è fatta di speranze e illusioni.
Perché la vita può darti il mondo e togliertelo in un istante.
Perché la vita È speranza e illusione.
 
*Kuroba significa quadrifoglio.  
 
 
Blacky’s Corner:
Buona… notte?
Heh, mi dispiace, ma anche oggi mi ritrovo ad aggiornare a quest’ora ^^”
Gomen nasai!!!
Comunque…. Il chap è confuso?? È noioso??? Ditemelo perché sono davvero in ansia!!! >.<
E il nostro Kaito :(
Se non si fosse capito, il capo l’ha sparato.
Ma… ce la farà a sopravvivere???
E Aoko e Conan, riusciranno a raggiungerlo??
E poi… so che non centra, ma vi piace il titolo che ho dato al chap?? ^^
Speranza e illusione… a me sembrava adatto, ma poi lascio decidere a voi ^^
Comunque, tutte le risposte alle vostre domande le troverete nel prossimo chap!!
Che tranquilli, QUELLO NON TARDERà AD ARRIVARE ;)
È il più importante di tutti e so già cosa scrivere da un pezzo, quindi u.u
Va beh, ora passiamo ai ringraziamenti:
grazie ad aoko_90, Lady Pad, Shana17 e shinichi e ran amore per aver recensito lo scorso chap ^^ arigatou!
Come sempre grazie anche a chi l’ha inserita tra le seguite, preferite e ricordate.
E grazie anche a chi legge solamente… su siate buoni con me! Lasciatemi anche voi un commentino, che sia negativo o positivo!
e.. niente! Per oggi ho finito! :D
ci vediamo prestissimo col prossimo chap allora!
 
XXX,
Blacky

 
 
                                                 A presto col prossimo chap: It will rain!
                                                 ……..
                                                 Aoko: Kaito… Bakaito non scherzare, ti prego apri gli occhi… Kaito!



   
 
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