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Autore: Mearmind    30/08/2012    3 recensioni
Una piccola one shot sui sentimenti di Hermione riguardo la sua infanzia, il fatto di essersi sempre sentita diversa, e il bisogno di essere accettata da tutti, anche da coloro di cui non si sarebbe mai aspettata. Se mi lasciate una piccola recensione ve ne sarò immensamente grata!:) Buona lettura!:D
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Buongiorno a tutti!
Che dire, questa piccola one shot mi è venuta fuori così...sono a lavoro e avevo voglia di scrivere qualcosa inerente a questa coppia che io adoro particolarmente. E mi è venuto fuori questo. Non so come sia onestamente, di solito se non sono molto in vena non mi viene fuori nulla di buono, ma eccola qua. Spero vi piaccia!:) E vi prego...lasciatemi una piccola recensione! Amo sentire le vostre opinioni!:) buona lettura!






Non posso dire di avere avuta una brutta infanzia. Sono nata in una bella città, una delle più belle al mondo, in una casa dal classico tetto rosso mattone e le imposte verdi. Davanti alla casa, un bellissimo giardino di cui mia madre si prendeva cura ogni giorno, riempiendolo di ogni colore inimmaginabile. La primavera era una vera meraviglia guardare quel trionfo di colori che si riversavano sul vialetto di casa; sembravano quasi riflettere la gioia che era presente in casa. Si, perchè la mia famiglia non aveva nulla che non andava: era la classica famiglia i cui genitori si erano sposati per amore, aveva desiderato molto un figlio e, quando questo era nato, non gli avevano mai fatto mancare nulla, per primo il calore dell'affetto e dell'amore che ogni bambino dovrebbe ricevere. Quando poi ho scoperto di essere una strega, la mia felicità sembrò completa. Mi ero sempre sentita diversa dagli altri bambini della mia età, e ora ne sapevo il motivo. Io ero diversa. E la cosa mi entusiasmò. Senza sapere però che, da quel giorno, lo sarei sempre stata. Per quanto la maggior parte della gente non ci facesse nemmeno caso e mi trattasse da loro pari, cosa che in effetti ero, io desideravo essere accettata da tutti. E sapere che invece esistevano in quel mondo due parole come “Purosangue” e “Mezzosangue” trafisse il mio inesperto cuore.

Quando Malfoy per la prima volta mi chiamò così, non sapevo bene che volesse dire e andai a chiedere spiegazioni al preside. Non appena realizzai quello che davvero mi si era stato rivolto, corsi via in preda alle lacrime. Come si permetteva di chiamarmi così? È vero, eravamo diversi, ma nessuno poteva insinuare che quel posto a Howgarts non me lo fossi pienamente meritato. Ma nonostante cercassi di convincere me stessa, in realtà da quel giorno quel pensiero divenne il mio chiodo fisso. E cercai disperatamente di sanare quella ferita, che ogni giorno sanguinava.

Ma Malfoy ripetutamente cercava invece di forzarla, di farla sanguinare ancora di più. Conficcava le sue unghie nella mia pelle imperfetta e tirava. Tirava fino a che io non urlavo e il mio dolore era palpabile, quasi sentisse il mio cuore battere furiosamente sotto la mia pelle.

Tuttavia, nonostante i miei amici continuassero a offenderlo e a ripetermi che no, non avrei mai dovuto ascoltarlo e che io ero una delle più brillanti studentesse che Hogwarts avesse mai visto, io volevo da lui una cosa molto più importante. È vero, mi meritavo di stare in quella scuola...ma volevo che lui lo riconoscesse. Non so da quando quel pensiero si insinuò nella mia mente, forse dal quinto o dal sesto anno, non lo so...quello che so è che il giorno prima consideravo Malfoy un semplice essere dal quale essere superiore, mentre il giorno dopo volevo avere il suo rispetto. Dei suoi seguaci, di suo padre, non mi importava nulla: io volevo che lui ammettesse che, nonostante il mio sangue imperfetto, ero una strega brillante. Proprio lui che, primo fra tutti, affermava il contrario. E l'occasione mi si presentò quando Silente mi chiese espressamente di fargli da insegnante. Malfoy era una frana in Difesa contro le Arti Oscure, e pensò che io, seconda come bravura in questa maniera, fossi decisamente più indicata di Harry per dargli ripetizioni.

Con questo scopo, io e lui cominciammo a vederci tutti i giorni, sempre nella Stanza delle Necessità. Io avevo proposto di uscire anche all'aperto qualche volta, ma lui si era fermamente opposto. Già era abbastanza umiliante che io gli dessi ripetizioni, ma farsi vedere da tutti mentre camminava a fianco di una sporca Mezzosangue...no, quello era troppo. Così prendemmo a vederci, volenti o nolenti, tutti i giorni.

Con il passare del tempo i nostri battibecchi cominciarono ad essere sempre più radi: io non lo insultavo più così spesso, mentre lui evitava sempre più spesso di scavalcarmi quando dovevo insegnargli qualcosa. Facemmo quasi amicizia. Da come si comportava in quei rari momenti in cui parlavamo del più e del meno, mi resi conto che lui non era affatto abituato a chiacchierare. I muscoli erano tesi e gli occhi vagavano in qualsiasi punto della stanza tranne che nei miei. Il grande principe di Serpeverde si sentiva a disagio.

E ben presto capii che non tutte le famiglie erano felici.

Non tutti i figli erano amati, e gli amici non erano scontati.

Esistevano famiglie in cui i figli venivano torturati, ignorati, lasciati nella loro stanza per giorni in punizione, senza mangiare e senza bere.

Famiglie in cui l'apparenza era più importante di un abbraccio o di un bacio sfiorato sulla guancia. Amici che ti si rivoltavano contro per avere la benevolenza di altre persone, ben più importanti di altre solo perchè più influenti in quel momento.

E capii che nulla era scontato, nemmeno quello che io cominciavo lentamente a provare per Draco.

Ci innamorammo.

Un amore fragile, ma travolgente. Quegli amori che sembrano doversi spezzare da un momento all'altro, per la paura di vivere un attimo di felicità. Quegli amori dove l'uno si aggrappa all'altro per avere finalmente un po' di pace in una vita fatta di sofferenza.

Per Draco io ero questo. Anche se lui quasi non mi diceva nulla, io lo potevo sentire, lo percepivo. In quei pomeriggi a provare e riprovare incantesimi di protezione, avevo finito irrimediabilmente per innamorarmi di lui. Un ragazzo così odioso, così apparentemente stupido, che quando si concentrava davvero era perfino buffo. Un ragazzo che qualche volta si lasciava andare alla rabbia scagliando una delle tante sedie lì intorno dall'altro capo della stanza con un calcio. Un ragazzo che non appena si accorgeva di essere riuscito a compiere dei passi avanti, non mostrava la sua gioia, ma si vedeva che tutti i suoi nervi erano tesi per l'eccitazione.

Un ragazzo così...vero. Vero e perfetto nella sua imperfezione.

E quando finalmente riuscì a evocare un Patronus...non dimenticherò mai quel giorno, perchè fu il giorno che capii che quel ragazzo non era un semplice ragazzo, era speciale...speciale almeno per me.

Dopo eterni tentativi, alla fine Draco riuscì a evocare un lievissimo Patronus, quasi trasparente, ma sicuramente reale. In pochi attimi, un bellissimo falco dalle ali gigantesche prese a volare per la stanza, incuriosito. Nel vedere quell'immagine prendere vita, io ne vidi un'altra ben più importante: quel bel Serpeverde che fino a un momento prima era serio e concentrato, si sciolse in una gran risata e voltandosi verso di me mi disse indicando il falco che volava sopra di noi: “guarda ci sono riuscito!” con un meraviglioso sorriso...un sorriso sincero. Fu solo un attimo, ma a me bastò. Da quel giorno il mio desiderio non era più quello di rendermi superiore ai suoi occhi...da quel giorno il mio unico e solo desiderio era quello di poter continuare a vedere quel sorriso.

Il sorriso più bello che io avessi mai visto.

E per molto tempo quel suo sorriso divenne il fulcro delle mie giornate, colui per il quale sorridevo anch'io.

Ma dovevo saperlo che il mondo non era più come quando ero bambina e tutto sembrava perfetto. Quell'amore così perfetto non poteva continuare. E quel terribile giorno di due anni fa quel fascio di luce verde spense la sua vita e automaticamente anche la mia. Lo sapevo...sapevo che se Voldemort avesse cercato di farmi del male Draco avrebbe fatto di tutto per salvarmi...lo sapevo benissimo. Eppure sono stata una stupida. Non sono stata abbastanza attenta, e mi hanno catturata. Ma tu, tu perchè ti sei gettato su di me? Non dovevi...ora così hai distrutto il mio sogno, li hai distrutti tutti. E io mi ritrovo da sola, in un mondo pieno di amici che mi ripetono di guardare al futuro e che tu non mi vorresti sempre così sola. Ma il mio futuro io me l'ero già scritto insieme a te, e sapere che quando mi alzerò alla mattina tu non sarai più lì a sorridermi, elimina dal mio viso ogni traccia anche del mio.

Ora dimmi Draco, per una ex Grifondoro che non si è mai sentita pienamente accettata se non quando tu l'hai presa tra le tue braccia, quale posto lei potrà mai più chiamare casa?

  
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