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Autore: Yuki Kiryukan    30/08/2012    6 recensioni
Seconda serie di Awakening.
Rebecca e Zach sono stati separati per due lunghi mesi. Ognuno preso ad affrontare i problemi della propria realtà.
Ma Rebecca è ottimista, poiché è viva nel suo cuore, la promessa di Zach, sul suo ritorno, di cui lei non ha mai dubiato.
Ma quando arriverà il momento di rincontrarsi, Rebecca, non ha idea quante cose siano cambiate, e si ritroverà ad affrontare da sola, i suoi incubi peggiori.
Dal capitolo 6:
"Non ci pensai nemmeno un secondo in più, che gli buttai le braccia al collo. Gli circondai le spalle, stringendolo forte contro il mio petto.
Inspirai a fondo il suo profumo virile che mi era tanto mancato. Mi venne da piangere quando sentii il suo corpo aderire perfettamente al mio. Come se fossimo stati creati appositamente per incastrarci.
Zach aveva mantenuto la sua promessa, ed era tornato da me. Io l’avevo aspettato, e adesso, non vi era cosa più giusta di me tra le sue braccia.
L’unica cosa che stonava, o meglio, che mancava, era il fatto che non fossi...ricambiata.
Quando finalmente, sentii le sue mani poggiarsi sulle mie spalle, non mi sarei mai aspettata...un rifiuto".
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cursed Blood - Sangue Maledetto'
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Saaaalve a tutti! Ecco pubblicato il primo capitolo di Rebirth! ^------^
Non ho molto da dire, leggete, e fatemi sapere! :D
Ho una sola domanda da farvi! Vi piacciono i cambiamenti?
Questa domanda  non ha nulla a che fare con questo capitolo, ma riguarderà l'andare avanti della storia, perchè, riflettendo con la mia "editor" (xD), in questa seconda serie ci riverdanno un sacco di cose, sconvolgendo un pò tutto... e vorrei sapere se potreste accettare questi cambiamenti, o se secondo voi, facendo così la storia perderebbe interesse...
Beh, aspetto i vostre idee a riguardo! Fatemi sapere per favore! :)
Un grazie infinito, a chi ha recensito il prologo! :D Mi avete resto felicissima! *-----*
Detto questo, buona lettura! Ci sentiamo presto! :***
Yuki!



                                                     Cambiamenti




Da che parte?

Avevo gli occhi chiusi, e potevo fare affidamento solo sul mio udito.

Concentrazione. Su Rebecca, concentrati. Affina la sensibilità.

Intensificai la stretta sulla spada, aspettando di sentire da un momento all’altro la sua presenza. Ma non udivo altro che il battere del mio cuore.

Poi, qualcosa cambiò.

A destra

A destra!

Roteai col busto in quella direzione, divaricai le gambe, alzando il braccio, pronta a sferrare il mio attacco. Con tutta la forza che avevo in corpo cercai di colpire la figura che avevo prontamente avvertito.

La colsi alla sprovvista, e mi sfuggì un sorrisetto compiaciuto.

Provò a pararsi con la sua arma, ma il mio colpo fu così  forte che cadde all’indietro, atterrando di sedere.

Lo guardai per qualche secondo, poi notando la sua espressione allibita, scoppiai a ridere   << Ho vinto io, Kyle! >>

Lui, ancora seduto per terra, si scompigliò i capelli nerissimi   << Tzè, solo fortuna >> si giustificò sorridendo.

Soddisfatta di me stessa, gli porsi una mano per aiutarlo ad alzarsi.

  << Stavolta te l’ha fatta, fratello >>  si intromise la voce squillante di Evan.

  << Rebecca ha completato l’addestramento, cosa ti aspettavi? >> aggiunse Dan.

I due erano rimasti nell’angolo più remoto della stanza per gli allenamenti, gustandosi lo scontro tra me e Kyle per testare le mie capacità.

Evan Cliff era il fratello minore di Kyle di tre anni. La loro somiglianza era incredibile. Sembrava ci fosse un Kyle in miniatura. Anche lui si allenava nella sede a Fitchburg, e presto sarebbe entrato nella squadra degli arcieri.

Dan Clover invece, era colui che aveva seguito il mio allenamento dal mio arrivo alla sede, due mesi prima. Avrebbero dovuto dargli un premio per la sua pazienza, per il fatto di avermi sopportata sempre con tanta apprensione.

Io gli sorrisi.  << Ho avuto un ottimo maestro >>

Lui rise, visibilmente soddisfatto, e mi porse un asciugamano bianco  << Sei tu che apprendi in fretta. Personalmente, credo che il tuo allenamento sia finito. Ora, quello che ti serve, è solamente la pratica. Ed... esperienza >>

Nonostante mi fossi appena asciugata il sudore, un brivido freddo mi percosse, attraversando l’intera spina dorsale.

L’esperienza…ovvero, combattere contro i Chimeri.

I Chimeri...

Quando il mio pensiero volava a loro, a lui, mi sembrava fosse passata un’eternità. Avevo fatto tutto il possibile per non pensarci, in quel periodo. Avevo dedicato anima e corpo agli allenamenti, senza mai lamentarmi.

Tutto per tenere la mente occupata.

Perché, se non l’avessi fatto, troppi ricordi dolorosi mi avrebbero annebbiato la mente. Il suo volto, non mi avrebbe lasciato far altro che pensare a lui.

E non doveva succedere. Dovevo rimanere lucida, e concentrarmi solo sugli allenamenti.

Quello, era il mio modo di aspettare.

Di aspettarlo.

Tzè, adesso che sei pronta, non puoi più fingere che il problema non esista

Grugnii infastidita. Quella voce, non mi aveva più abbandonata.

Stavo imparando a conviverci, e talvolta mi capitava persino di conversarci; ovviamente senza smettere di sentirmi un’idiota.

Mi massaggiai le tempie.

Sta un po’ zitta. Lo so anche da me.

Tornai a guardare Dan, e cominciai a stritolarmi le mani  << Pronta dici...? >>

Lui annuì  << Oltre ad aver appreso le tecniche della spada, e saperle padroneggiare, hai il tuo sangue, che è l’arma più potente che potessimo anche solo sperare. Non vedo proprio cosa ti manchi >>

Evan mi si avvicinò, e mi diede una gomitata affettuosa al braccio   << Non sei contenta, sorella? >>

Gli rivolsi un sorriso stentato, e passai dalle mani, a lisciarmi nervosamente i capelli. Le sottili le ciocche ramate mi scivolarono via dalle dita. Ancora mi sembrava strano averli così corti.

Dopo averli portati lunghi una vita, vederli arrivare a malapena le spalle, mi faceva sentire...scoperta.

Ma portarli lunghi era un intralcio al mio allenamento; almeno così avevano detto Dan, David e Kyle.

La prima cosa che avevo pensato dopo aver visto il mio riflesso allo specchio era stata: A Zach piacerò ancora?

E la voce non aveva fatto altro che riempirmi di insulti per quei miei pensieri sdolcinati da innamorata.

Tornai alla realtà solo quando il massiccio portone blindato della stanza venne aperto dall’esterno, ed una famigliare figura fece irruzione.
  << Com’è andata, Becky? >>

Non potei evitare di sorridere nel vedere Amy contagiare la stanza con la sua positività.

In quei mesi, mi era stata molto vicina ed il nostro rapporto di amicizia si era intensificato ancora di più. Non smettevo mai di rendermi conto che persona fantastica fosse, e di quanto fossi fortunata ad averla vicino.

  << Molto bene >> parlò Dan per me, sorridente   << A mio avviso, come le stavo dicendo, è pronta >>

Notai Amy accigliarsi, e guardare me un po’ insicura. Probabilmente, aveva i miei stessi pensieri a riguardo di quello che ci avrebbe aspettato.
  << Fantastico >> disse infine, strizzandomi l’occhio  << Sapevo che Becky era in gamba >>

  << Non fare la modesta! >> intervenne Evan  << Lo sappiamo che sei entrata nella squadra dei tiratori scelti! >>

Guardai Amy allibita. Quella notizia mi giungeva nuova  << Davvero? >>

Lei si portò i capelli mogano all’indietro con fare imbarazzato << Ero venuta a dirtelo, ma quello lì ha rovinato tutto >> indicò Evan fingendosi seccata.

Evan rise, e andò a cingere le spalle di Amy col braccio destro, per poi catturare anche le mie col sinistro  << Qui bisogna festeggiare! Becky una spadaccina, Amy un tiratore, io un arciere...Ormai siamo pronti per fare il culo ai Chimeri! >>

Quell’affermazione non mi fece ridere. Anche Amy restò seria.

Possibile, che per quanto tempo passasse, per quanto le cose cambiassero, la realtà restava sempre immutata?

Quella tremenda realtà in cui io e Zach, Amy e Ryan, eravamo costretti a combattere gli uni contro gli altri.

È incredibile che tu ti ostini ancora a non voler accettare questa realtà

Grugnii infastidita. Stai diventando ripetitiva, la schernii.

  << Non montarti la testa >> intervenne Kyle seccato, frenando l’entusiasmo del fratello.

Lui ci lasciò libere   << Quanto sei noioso! Mummia! >> si imbronciò  << È chiaro che questa volta li stracciamo definitivamente! >>

  << Dobbiamo andarci cauti >> intervenne Dan con aria saggia e paziente, portandosi all’indietro la chioma sale e pepe.  << Avremmo anche fatto progressi, ma in questi mesi anche i Chimeri saranno sicuramente migliorati. Non ci hai riflettuto? >>

Evan incrociò le braccia al petto, diventando serio  << Anche se fosse... noi abbiamo Becky! Il suo sangue spacca! >>  Mi rivolse un sorriso radioso, tornando immediatamente di buon umore.

Io cercai di contraccambiare   << Vi prego di non sopravvalutarmi >> mugolai, imbarazzata.

  << Andiamo ragazzi, questi sono discorsi prematuri >> intervenne prontamente Amy, cambiando discorso  << Non sappiamo nemmeno dove siano, e i nostri agenti non li hanno ancora rintracciati, quindi questi discorsi non hanno ne capo ne coda >> concluse risoluta, portandosi le mani sui fianchi.

Dan annuì  << È vero >> concordò  << Ci penseremo al momento opportuno >>

Anche Amy annuì, poi, si voltò verso di me, e sorrise  << Piuttosto, Becky, oggi è venerdì. Non vai? >>

Sobbalzai, colta alla sprovvista.  << Cavolo, è vero! >>

Riposi la spada nel fodero rosso fuoco sotto gli sguardi dei presenti.

  << Secondo me è una perdita di tempo >> commentò Kyle, acido.

Sbuffai infastidita. Perché doveva sempre criticarmi?  << Io non credo >> risposi con stizza.

  << Dimmi che senso ha, allora >> insistette.

Sentii Evan sbuffare  << Non fare il suocero! >> lo rimproverò con disappunto.

Riposi l’arma nel suo apposito spazio sulla parete della stanza. Presi la mia borsa a tracolla, e mi voltai a guardare Kyle, sospirando rassegata  << Tanto non capiresti >>

Detto questo, uscii, immergendomi nei corridoi colmi di agenti,  chiudendomi il pesante portone alle spalle con un tonfo sordo. Controllai l’ora. Avrei dovuto farcela.

Mi addentrai per i corridoi grigi, e tutte le persone che mi passavano di fianco, mi rivolgevano dei cenni del capo, o delle mani a mò di saluto. Quelli più coraggiosi invece, balbettavano un “salve”, o un “ciao” più spigliato.

Io mi limitavo a rispondere a quei gesti di cortesia, arrossendo violentemente, più imbarazzata che mai.

Sembrava fossi una celebrità da quelle parti. Dopotutto, ero l’arma finale. L’incarnazione della loro vittoria contro i Chimeri.

Salii le scale fino ad arrivare al quinto piano, dove, appena svoltai l’angolo, trovai Julia e David intenti in una conversazione. Julia sorreggeva con una mano l’asse di una flebo, che conteneva del liquido rosso.

Sangue.

Di fianco, il solito carrello contenente il pranzo della persona alla quale saremmo andate a far visita.

Si accorsero immediatamente di me, interrompendo la loro animata conversazione.

La donna mi sorrise, portandosi indietro un ciuffo ribelle che le era ricaduto sulla fronte  << Rebecca >>

  << Ciao, Julia >> la salutai, rivolgendo un cenno del capo a David.  << Oggi è venerdì >> dissi, come se non lo sapessero   << Ti accompagno, come al solito >>

Lei annuì  << Va bene. Ammetto che la tua presenza mi fa sentire più tranquilla >>

David sospirò rumorosamente, visibilmente contrariato   << È una perdita di tempo senza alcun senso >> disse, per poi darci le spalle, allontanandosi per i corridoi.

Sospirai un po’ scoraggiata, e un po’ infastidita. David sembrava essere più parente di Kyle, piuttosto che mio, tanto erano simili. Soprattutto nello spruzzare acido da tutti i pori.

Julia mi diede una leggera pacca sulla spalla   << Non farci caso. Andiamo? >>

Annuii, sforzandomi di sorridere. Presi la maniglia del carrello, e cominciai a spingerlo.

Anche Julia, insieme ad altri medici dell’equipe medica si erano trasferiti a Fitchburg insieme a noi. Era continuata la produzione dei particolari proiettili contenenti il mio sangue, che erano stati battezzati “Blood Bullet”.

Che fantasia, avevo pensato, non appena me l’avevano riferito. Evan scommetteva fosse stato David a chiamarli così, considerando che tipo noioso e prevedibile fosse.

  << Gwen come se la cava? >> chiesi poi a Julia.

Con grande sorpresa di tutti, Gwen aveva deciso di dedicarsi agli studi medici, entrando a far parte dell’equipe medica. Susan e Derek invece, come Amy erano prossimi a divenire tiratori scelti.

Non potevo far a meno di chiedermi, in cosa si sarebbe specializzato Mark...se solo avesse potuto.

Julia sorrise  << Bene, e molto anche. Onestamente, ne sono rimasta sorpresa. Non sapevo avesse questa passione per la medicina >>

Il mio pensiero, volò irrimediabilmente a Zach.

Anche lui si interessava alla medicina. Chissà se in quel lasso di tempo aveva approfondito i suoi studi... Non osavo nemmeno immaginare cos’avesse dovuto passare in quei mesi, in compagnia di quel pazzo.

Amy piangeva tutte le notti , preoccupata per la sorte di Ryan. Ed io mi sentivo così impotente per non poterle essere nemmeno un minimo di conforto.

Prendemmo l’ascensore, e scendemmo fino al sottolivello più interno. Percorremmo un lungo corridoio scarsamente illuminato e poco frequentato, se non da pochi agenti scelti.

La strada ormai, l’avevo imparata a memoria. Era ormai da due mesi, che una volta alla settimana scendevo, per mia scelta, in quel luogo così ostile.

La massiccia porta blindata di colore rosso acceso, si scorgeva a diversi metri di distanza.

I due agenti in tenuta nera, che affiancavano i lati della porta,  si scostarono non appena ci videro, piegando il capo a mò di saluto.

Io feci un cenno con la mano, imbarazzata, Julia sembrava essere totalmente a suo agio   << Salve ragazzi. Potete aprire >> disse.

Loro annuirono in silenzio, ed inserendo un codice nel monitor alla destra della porta, fecero scattare la serratura. La porta cigolò, ed emise un tonfo sordo quando gli agenti la spalancarono per permetterci di entrare.

Julia andò per prima, trascinandosi dietro l’asse della flebo. Guardò i due agenti  << Anche voi, questa volta >> li invitò ad entrare   << Devo fare i prelievi >>

Loro, sempre rimanendo in silenzio, la affiancarono, e chiusero la porta non appena fui entrata anche io.

Eravamo nella stanza di Misa Albam. 
  
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