11
FEBBRAIO
MARTEDÍ
GRASSO
Oggi
è una giornata particolarmente fredda. L'aria gelida mi
sferza il
viso e si intromette meschina tra i piccoli spazi che si creano tra
la mia pelle e il mio costume da lupo. Di sicuro alla mia compagna
Cappuccetto Rosso deve andare peggio, lei non ha tutto questo pelo
morbido che le regala un'ulteriore protezione dal vento stizzoso di
oggi. In un certo senso, si potrebbe pensare che anche lui abbia
voglia di festeggiare. Rallegrarsi insieme a noi per il carnevale.
È
lui che aiuta le stelle filanti a rimanere sospese nel cielo qualche
secondo in più, prima di adagiarsi inermi, definitivamente
sui
sampietrini del cortile che circonda la chiesa. Lancio dei
coriandoli, cercando di colpire quella stregaccia con le unghie
verdi, ma la corrente mi porta via quella manciata preziosa.
È
l'ultima. La brutta maga riparte all'attacco, ora ha la meglio. Con
la sua stupidissima bacchetta mi lancia un incantesimo mortale, e io
sono a terra, con quei nastrini di carta, sento che sto per esalare
il mio ultimo respiro.
Ma
eccolo. Uno spiraglio di luce, la mia ultima speranza. Arriva,
cavalcando un unicorno argenteo, la vistosa chioma bionda si muove
veloce e leggiadra nel brio invernale, si attorciglia in spirali
fluenti e delicate come lo zucchero filato che ho mangiato poco fa.
Raperonzolo scende con leggerezza dal suo degno destriero, si adagia
vicino al mio corpo e mi sfiora una guancia, lievemente. Io ho giusto
la forza per mantenere gli occhi aperti. Lei apre una boccetta di
cristallo, e mi versa piano piano il contenuto all'interno delle mie
labbra. «Coraggio,
ora manda giù»,
mi dice. Non potrei mai disubbidirle. Lei è l'angelo che mi
ha
salvato la vita. Mentre io cerco di riprendermi, lei si volta di
scatto, con aria minacciosa, e si dirige rapidamente verso la strega
cattiva. Si fionda su di lei, estraendo dai suoi stivali il piccolo
ma efficacissimo pugnale. Un solo colpo basta. La bruttona è
a
terra, dissanguata. Dalla bocca le esce pure un rivolo di bava. Che
schifo.
Esultiamo
tutti, evviva, anche questa volta il bene ha vinto. I festeggiamenti
raddoppiano.
Charlotte,
la strega, dal momento che ha perso deve offrirci un pezzo di
frittella ciascuno. Mi avvicino di soppiatto a Charly. Penso che
potrei dividere il mio misero dolcetto con lui, visto che è
l'unico
nella piazza ad avere uno sguardo così triste. Il padrone di
Charly,
monsieur Guillaume, mi vede e mi accenna un debole
sorriso.
Sembra forzato. Sembra triste, come il suo cagnolino. Purtroppo,
però, ho finito anche le frittelle. La prossima volta ne
conserverò
un pezzo anche per lui.
Sto
sognando ad occhi aperti, quando ad un certo punto qualcuno mi tocca
una spalla per avvertirmi che una nuova avventura è
iniziata. Questa
volta la strega ha rapito Raperonzolo. La principessa è in
pericolo,
rinchiusa in un'alta torre tenuta nascosta per mezzo di incantesimi
oscuri. Servirà tutto l'aiuto dei Buoni, per liberarla il
più
presto possibile.
Tuttavia non avevamo tenuto in conto di una
cosa: i Grandi cercando a loro volta di rapirci, ci prendono per mano
e ci trascinano via.
«Sbrigati,
Jeannot, è ora di andare.»
Mia madre mi strattona come se fossi l'ultimo dei suoi muli, e
mentre cerco di divincolarmi da quella stretta, alzo improvvisamente
lo sguardo e ho come una visione.
Sembra diversa da noi. Attorno
a lei è percepibile una potente aura che emana gioia,
euforia. Vita
allo stato puro. Mi guarda. Me lo sta dicendo con quegli occhi
brillanti: ha la nostra età, si trasferisce qui, le piace un
mondo.
Le piaccio anche io, vorrebbe diventare mia amica. Non lo so come
faccia, ma anche sua mamma sembra una sorta di maga buona. I loro
vestiti sono di colori sgargianti, contrastano parecchio con i nostri
indumenti tutti grigi e monotoni. Ha un cappotto rosso fuoco e un
paio di stivaletti verde prato.
Noto che sulla sua spalla è
appollaiato una specie di batuffolo di pelo grigio, in mille
sfumature.
Chissà da dove viene. Non vedo l'ora di conoscerla
meglio. Vorrei raggiungerla adesso...
«Uffa, Jeannot, hai giocato
abbastanza, ora basta!»