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Autore: LyraB    30/08/2012    2 recensioni
Kailey è all'ultimo anno. Ha i capelli rossi, una terribile insicurezza, una fervida immaginazione... e una migliore amica di nome Jo. Jo è vitale, energica e intraprendente. È solo al primo anno, ma non ha paura di niente. Quando decidono, improvvisamente, di iscriversi al Glee Club, intaccano inevitabilmente gli equilibri del gruppo. Ci sarà chi se ne innamorerà, chi le detesterà e chi penserà che "mancavano solo Anna dai capelli rossi e un maschiaccio" per completare il gruppo. Ma entrare a far parte di quel gruppo cambierà le loro vite, insegnando loro che si può, davvero, afferrare una stella.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Finn/Rachel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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gleefanfic
ventiquattro

giovedì mattina, corridoi del McKinley






Jo incrociò Kailey per caso, davanti all'aula di economia domestica. La sua migliore amica aveva l'aria di chi era sull'orlo della disperazione e non aveva idea di cosa le fosse successo: quando erano arrivate a scuola la Kailey era frizzante come al solito.
- Tutto bene? - Le domandò prendendola a braccetto.
Gli occhi verdi di Kailey la guardarono pieni d'ansia:
- Il professor Schuester vuole che vada nel suo ufficio subito dopo la pausa pranzo, ha detto che è una questione molto importante. -
- Ehi, non sarà di certo niente di male! Hai idea di quello che ti vuole dire? -
- Per niente. -
Jo strinse il braccio di Kailey contro il suo e le scoccò un sorriso complice.
- Vedrai che ti stai facendo tante paranoie senza motivo. -
- Speriamo... -
- Kailey, ciao! - Disse Artie, comparendo davanti a loro due all'improvviso.
A Jo non sfuggì che la sua migliore amica sussultò, quando lo vide. Perché era così tesa?
- Andiamo assieme a lezione di informatica? -
Kailey annuì e lasciò il braccio di Jo per avviarsi con il suo ragazzo verso l'aula multimediale.
Il braccio di Blaine che le circondava le spalle riscosse Jo dai suoi pensieri.
- Buongiorno. - Le disse stampandole un bacio sui capelli.
- Ciao, Blaine. -
- Tutto a posto? -
- C'è qualcosa che tormenta Kailey, ma non capisco cosa. - Disse amaramente.
Subito dopo la pausa pranzo, Kailey si diresse verso l'ufficio del professor Schuester. Stringeva al petto i libri per le lezioni del pomeriggio come se fossero un'ancora di salvezza, un appiglio a cui aggrapparsi nel caso in cui il professore le avesse dato una brutta notizia.
E se le avesse detto che non poteva più stare nel Glee club?
Era un pensiero assurdo, certo,
non c'era nessun motivo per cui avrebbe dovuto andarsene, ma era il suo più grande timore.
Quando il professore la vide al di là del vetro della porta, le fece cenno di entrare con un sorriso. Kailey mise piede nell'ufficio guardandosi intorno imbarazzata.
- Siediti, Kailey. Mettiti comoda. - La invitò il professore.
Kailey sprofondò nella poltroncina di fronte alla cattedra dell'insegnante di spagnolo e ci mise un po' a trovare il coraggio di alzare lo sguardo verso di lui.
- Ho... ho fatto qualcosa di male? -
- Lo riconosci questo? - Le disse, facendole scivolare davanti un foglio protocollo.
- Sì, è... è il compito di spagnolo che le ho consegnato qualche tempo fa. -
Era solo un saggio sull'uso dei cellulari a scuola, uno sciocco tema per mettersi alla prova con lo spagnolo, non poteva essere quello il motivo per cui era lì. O sì?
- E questo, lo riconosci? -
Schuester aprì il foglio protocollo: dentro c'erano tre fogli verde menta scritti fitti fitti. Gli occhi di Kailey si dilatarono per lo stupore, poi avvampò bruscamente e tutte le parole che le erano salite in gola morirono all'istante.
Aprì e chiuse la bocca un paio di volte, poi abbassò gli occhi e nascose il viso tra le mani.
- Non sono riuscito a non leggerlo, Kailey. Avevo pensato che fosse la brutta del tema, ma quando ho iniziato... beh, l'ho letto tutto d'un fiato. So che non avrei dovuto, senza il tuo permesso, ma non sono riuscito a fermarmi prima della fine. -
Kailey non stava nemmeno ascoltando. Avrebbe voluto vedere il pavimento aprirsi e inghiottirla intera, facendo sparire dalla faccia della terra il suo imbarazzo e quella sciocca distrazione che la metteva continuamente nei pasticci.
Aveva cercato quella storia in ogni posto che le era venuto in mente, ma non avrebbe mai immaginato di averla consegnata al professor Schuester assieme al compito di spagnolo. Tremò al pensiero del professore che leggeva quella favola per bambini, quella sciocca storia di una ragazzina come lei che sognava fate, castelli e principi azzurri. Gli occhi le si riempirono di lacrime e strinse più forte al petto i libri, sperando di potersi trasformare in una fata minuscola per volar via attraverso il buco della serratura. La mano calda del professore sulla sua spalla la riscosse dai suoi pensieri e Kailey alzò gli occhi.
- È una storia bellissima, Kailey. Questo è quello che intendevo con "fai della fantasia un'arma". Hai tirato fuori tutta la magia che c'è in te e l'hai messa nero su bianco. Voglio farti i complimenti: hai un talento che nemmeno una stella come Rachel può sognare. I cantanti di Broadway non sarebbero nessuno se non ci fosse chi scrive le storie per loro. -
Gli occhi del professor Schuester traboccavano ammirazione e fiducia e Kailey si ritrovò ad asciugarsi le guance e tirare su col naso, tentando un sorriso.
Era difficile sapere che un'altra persona ha letto senza il tuo permesso qualcosa in cui hai messo il tuo cuore e la tua anima, dove hai riversato tutto quello che pensi del mondo e delle persone che lo abitano... anche se sotto mentite spoglie.
Kailey aveva paura di mostrare quello che era davvero perchè temeva che la gente avrebbe usato quello che avrebbe scoperto per ferirla e umiliarla.
Il professor Schuester, però, fino a quel momento aveva sempre cercato di tirare fuori il meglio di lei... e lo stava facendo anche in quel momento, mentre la guardava con un sorriso gentile e una mano posata sulla sua spalla.
- Ora però devi mostrare questo tuo talento al mondo. Una voce come la tua non può rimanere nascosta in ultima fila. - Disse ammiccando. - Voglio che il tuo racconto sia la trama del musical del Glee di quest'anno. -
Se avessero detto a Kailey che l'avevano appena eletta miss Ohio, probabilmente l'avrebbero stupita e spaventata di meno.
- C-cosa? - disse, trovando un filo di voce.
- Voglio che trasformi il tuo racconto in un copione. Artie ti darà una mano con la regia e io ti aiuterò a scrivere le canzoni. Trasformeremo la tua favola nel più bel musical che il McKinley abbia mai visto. D'altronde i personaggi li hai già decisi, no? -
Kailey annuì, arrossendo per la seconda volta. I personaggi di quella storia erano quasi tutti ricalcati sulla vita reale: non aveva idea di come si potesse fare a inventare dei personaggi nuovi, così aveva trasformato chi conosceva nei protagonisti della sua favola.
- Allora, Kailey, cosa ne pensi? -
Kailey appoggiò i libri sulle ginocchia e prese i suoi fogli tra le mani.
- Lei... lei crede davvero che funzionerà? -
- Ne sono sicuro. - Disse il professor Schuester, sapendo che Kailey avrebbe accettato prima ancora che la ragazza alzasse gli occhi verso di lui per annuire
.



☆☆☆



Era venerdì mattina e Kailey si teneva dentro dal giorno prima quello che il professor Schuester le aveva detto. Aveva evitato l'argomento con Jo, ma la sua amica era più acuta di un falco e presto si sarebbe accorta che Kailey le stava tenendo nascosto qualcosa.
Era ferma davanti al suo armadietto, quando la sua migliore amica comparve vicino a lei con il suo solito travolgente entusiasmo.
- Stasera usciamo di nuovo! - Esclamò Jo.
- Tu e Blaine? -
Jo annuì allegramente.
- Aha... quindi è una cosa seria. -
- Abbastanza. -
- Mi sembri molto dispiaciuta! -
- Da morire, non si vede? -
Gli occhi di Jo brillavano, gesticolava in modo esagerato e le sue guance rosse tradivano la sua emozione. Kailey le sorrise.
- Volete venire anche tu e Artie? Andiamo al Bel Grissino e poi forse al bowling. -
- Oh, no, assolutamente. -
- A me non dispiacerebbe: sarebbe la prima volta che usciamo insieme a due ragazzi! -
- No, davvero. -
- Non farti pregare, Key! -
- Non voglio! - Sbottò Kailey, chiudendo con violenza l'armadietto.
Jo rimase impietrita davanti alla reazione della sua migliore amica e la guardò sbattendo le ciglia per qualche istante, senza sapere esattamente cosa dire.
- C'è qualcosa che non so? - Domandò.
"Tante cose." Pensò Kailey, stupendosi del fatto di avere segreti per Jo: non era mai successo da quando erano amiche... cioè da sempre. Kailey non rispose, immersa nei pensieri, ma come sempre Jo sapeva cosa stava pensando.
- Oddio, il professor Schuester ti ha dato una brutta notizia? - Domandò spaventata.
- No, per niente. - Disse Kailey.
Un involontario sorriso le affiorò sulle labbra, sorriso che non sfuggì agli occhi vigili di Jo.
- Perché ti ha detto che... - Iniziò Jo.
- Ho ritrovato il racconto. Sai quello che mi ero dimenticata dove l'avevo messo? -
- Sì, bene, sono contenta. Ma stavamo parlando del professor Schue. -
- L'ha trovato lui. -
- Bene. Mi sfugge un passaggio, però. Perché i tuoi occhi scintillano? Non ti sarai presa una cotta per il professore! -
- No, no. Anche se gli sono immensamente debitrice... - Le parole di Kailey diventarono un borbottio confuso e Jo sospirò spazientita.
- Mi vuoi dire che cosa ti ha detto o mi tieni sulle spine per il resto del giorno? -
- Ha detto che vuole usare la mia storia per il musical di primavera. -
Jo spalancò occhi e bocca come se Kailey le avesse appena detto che si era proposta per diventare capo-cheerleader. Rimase immobile così a lungo che Kailey le diede un colpetto sul braccio per accertarsi che la sua migliore amica stesse bene.
Jo si riprese qualche secondo più tardi, gridando e gettando le braccia al collo di Kailey.
- Oh, io l'ho sempre saputo, Kailey! L'ho sempre saputo! -
Kailey scoppiò a ridere, chiedendosi che cosa avesse sempre saputo, ma si trattenne dal chiederlo. Jo era così emozionata che non sarebbe riuscita a mettere insieme tre parole.
- Che succede? - Domandò Tina, avvicinandosi.
- Kailey ha appena... -
- Scoperto che non ho lezione di matematica alle ultime due ore. Non avevo studiato. -
Disse Kailey in fretta, lanciando un'occhiata eloquente alla sua amica. Tina le guardò una dopo l'altra, scettica, ma non disse niente.
- Andiamo in classe? - Domandò poi.
- Certo. Ciao Jo, a dopo. - Le disse Kailey, salutandola con la mano.
Jo rimase ferma immobile in mezzo al corridoio, pensando che conosceva Kailey meglio di chiunque altro... ma che ancora non riusciva a capire sempre cosa le passava per la testa.




☆☆☆



Il sabato sera successivo, le Nuove Direzioni si ritrovarono al Lima Bean per una riunione preventiva in vista delle nazionali e per qualche pettegolezzo dell'ultimo minuto. Il locale sarebbe stato pienissimo, così avevano mandato in avanscoperta Kailey, Tina, Kurt e Mercedes in modo da avere posto per tutti alla fine della partita dei Titans.
- Come mai Artie non è venuto? - Domandò Kurt sorseggiando la sua Diet Coke.
- Aveva da fare. A quanto pare i novellini che si sono iscritti al club del giornalino scolastico sono veramente degli imbranati e gli tocca fare il quadruplo del lavoro. - Rispose Kailey.
- Capisco. Ecco perchè non sei stata con lui, ti saresti solo annoiata. -
- Jo non viene? - Domandò Tina con innocenza.
La domanda era scottante e aleggiava nell'aria da quel pomeriggio, quando in un giro di messaggi su Twitter si erano messi d'accordo. Nessuno aveva parlato di Blaine e Jo, tranne Rachel che aveva sottolineato che ci sarebbero dovuti essere proprio tutti.
- Aveva una non so che esibizione di pianoforte fuori città, una competizione regionale o qualcosa del genere. - Spiegò Kailey. Non specificò che ci era andata accompagna da Blaine, ma sperò di non doverlo dire ad alta voce.
L'arrivo di Santana e Brittany assieme a Puck e Mike aumentò il vocio al tavolo, ma l'arrivo di Rachel e Finn assieme a Jamie riportò la calma, facendo scendere il silenzio.
- Ehi, ragazzi, cosa sono quelle facce? Lui è Jamie, siamo amici da sempre. Ho pensato che poteva uscire con noi, stasera. - Disse Finn facendo le presentazioni.
Quando gli occhi di Jamie si posarono su di lei, Kailey si sentì come se qualcuno le avesse appena puntato addosso un riflettore. Era uno sguardo intenso, luminoso e caldo... e le dava la stessa sensazione di terrore e piacere che le dava stare sul palcoscenico.
- Posso sedermi qui? - Domandò Jamie, indicando il posto vuoto accanto a lei.
Kailey aprì la bocca un paio di volte senza riuscire ad articolare nessun suono e inaspettatamente fu Rachel ad andare in suo aiuto: si sedette accanto a lei, di fronte a Finn, lasciando a Jamie il posto accanto al quarterback.
La conversazione si avviò a fatica, tutti sembravano guardare Jamie prima di dire qualunque cosa. Il giovane, da parte sua, non aveva nessun problema a inserirsi nella conversazione e strappava sorrisi e battute dalle labbra di tutti, tanto che Santana pareva letteralmente calamitata dai suoi occhi verdi. Gli unici scettici sembravano essere Kurt e Mercedes.
- Bene. - Disse a un certo punto Rachel con sussiego, ravviandosi i capelli e spostando il bicchiere vuoto per avere più spazio davanti a sé. - Ci perdonerai, Jamie, ma dobbiamo parlare delle nazionali di canto corale. -
Jamie aveva rivolto un sorriso di scuse alla ragazza, ma la voce di Kurt proveniente dalla parte opposta del tavolo attirò l'attenzione di tutti.
- Non ci posso credere! -
- Kurt, che succede? - Domandò Finn preoccupato.
- Non solo è qui come se fosse uno di noi, ma volete anche parlare delle Nazionali con un membro della concorrenza al nostro tavolo? -
Si guardarono tutti sgomenti, senza capire cosa intendesse.
- Lui fa parte del Glee club della Meighton High! - Esclamò Kurt.
Le Nuove Direzioni al completo si voltarono verso Jamie, il quale era rimasto impassibile, con un'aria indecifrabile sul bel viso.
- Tu che cosa? - Esclamò Finn. - Perché non me l'hai detto? -
- Perché non me ne frega niente di quel gruppo di canterini! -
- No, certo, cosa te ne può importare di un Glee club che si piazza sempre in alto alle nazionali e che ha le migliori recensioni in ogni rivista di settore? - Sbottò Santana.
- Dico davvero! -
- Kurt però ha ragione: io non parlo di niente, se c'è lui al nostro tavolo. - Disse Puck. - Con tutto il rispetto, amico... sei comunque un nostro rivale. -
Jamie si alzò di scatto, tirò fuori una manciata di spiccioli dalla tasca e li lasciò vicino alla sua birra ancora a metà, afferrò la giacca e salutò tutti con un'intonazione terribilmente amara nella voce.
- Grazie della compagnia, allora. -
Si allontanò tra la folla nel silenzio generale.
- Giuro che non lo sapevo. - Disse Finn, sentendosi addosso gli occhi di metà del gruppo.
- È la verità, non ne avevamo idea! - Lo difese Rachel.
- L'avresti saputo, se ti fossi interessata alla competizione invece che solo alle tue faccende amorose. - Disse Kurt con più cattiveria di quanto avesse voluto. - Non ti riconosco più! -
Rachel strinse i pugni e aprì la bocca per rispondere a tono, ma non riuscì a trovare niente di intelligente da dire, così tacque.
- Va bene, parliamo delle nazionali, adesso, siamo qui per questo, no? - Disse Mercedes con un sorriso mesto, tentando di riportare tutti a più miti consigli.
   
 
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