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Autore: chaska    30/08/2012    1 recensioni
Pose la spada ancora sanguinante nel fodero e con un movimento secco dei polsi, fece scattare le lame celate e prese la rincorsa verso i soldatucoli seguenti. Un piccolo salto e -hop!- ecco due scocciature in meno.
Ormai ne rimaneva soltanto uno, non c'era motivo di esitare. Quindi prese la rincorsa e nell'esatto momento in cui spiccò il balzò...scivolò. E fra l'altro, quell'unico soldato mezzo impaurito colse l'occasione per ucciderlo, un unico colpa alla nuca. E se ne rimase lì ad ammirare il suo operato.
«E fu così che Ezio Auditore da Firenze morì. Inciampando sui suoi stessi piedi.»
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Desmond Miles
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Di bug e amori male assortiti






Ezio estrasse velocemente la spada dal fodero e si mise in posizione di guardia.
Alla fine non ce l'aveva fatta ad evitarli, s'era ritrovato con le spalle costrette contro un muro inscalabile.
Alzò idealmente le spalle: poco male, se ne sarebbe liberato in fretta.
E così fu, subito si lanciò verso il soldato più vicino. Con un movimento deciso, fece cozzare la spada contro la lancia che l'altro brandiva, facendola scivolare lungo l'asta in modo da farle deviare la direzione e prenderne possesso con la mancina.
Non gli diede nemmeno il tempo di realizzare cosa fosse successo, che incastrò la sottile lama della sua spada fra una placca e l'altra dell'armatura, estraendola subito prima che stramazzasse al suolo senza vita.
Senza un attimo di pausa, quasi stesse andando di fretta e quei soldati non fossero altro che un fastidioso contrattempo, si diresse verso l'altro soldato in armatura pesante e scagliò la lancia all'altezza del suo collo, nella piccola apertura che l'elmo lasciava libera. Con un lento gorgoglio anche il secondo colosso in armatura pesante calò ai suoi piedi.
Si concesse un ghigno liberatorio: morti quei due, occuparsi del resto dei soldati era un gioco da ragazzi.
Così pose la spada ancora sanguinante nel fodero e con un movimento secco dei polsi, fece scattare le lame celate e prese la rincorsa verso i soldatucoli seguenti. Un piccolo salto e -hop!- ecco due scocciature in meno.
Ormai ne rimaneva soltanto uno, non c'era motivo di esitare. Quindi prese la rincorsa e nell'esatto momento in cui spiccò il balzò...scivolò. E fra l'altro, quell'unico soldato mezzo impaurito colse l'occasione per ucciderlo, un unico colpa alla nuca. E se ne rimase lì ad ammirare il suo operato.

«E fu così che Ezio Auditore da Firenze morì. Inciampando sui suoi stessi piedi.»

Gli edifici tutti intorno scemarono insieme al resto dell'ambientazione romana, mentre l'ormai cadavere di Ezio si contorse per l'ultima volta prima di sparire.

«Ma no! Fanculo Shaun. Dev'essere stato un bug.»

Desmond sbuffò mentre compariva nuovamente Ezio, ancora una volta tutto bello pimpante.

«Oh certo, sia mai che tu non possa sbagliare.»

Desmond roteò gli occhi, gesto che Ezio replicò fedelmente mentre veniva ricostruita Roma.

«Finiscila. L'hai visto anche tu che era un bug. Era evidente!»

Nemmeno il tempo di un sospiro, che con un -plop!- comparì una finestra che occupava quasi interamente la sua visuale. Era il replay dello scontro.

«Ah! Guarda che figata ho fatto qui!»

Esclamò Desmond mentre il braccio di Ezio sottolineava il passaggio dei primi due omicidi.

«Certo, certo. Vedi quanto sei figo qui invece.»

Sghignazzò Shaun arrivato al punto principale della questione, ovvero la caduta dell'assassino.

«Bug, hai visto? Buuuug!»

«Certo Desmond, certo. Devo essere proprio cieco dato che a me sembra ancora che tu sia semplicemente caduto.

«Che cosa?! Tu e l'animus state complottando contro di me!»

Con un altro rumoroso plop la finestra si chiuse, lasciando libera la visuale su un'alba romana.
Per tutta risposta, Ezio fece dietrofront e iniziò a scalare un vecchio complesso di edifici.

«Sai che se Rebecca fosse qui ti strangolerebbe con le sue mani?»

Desmond ringraziò con tutto se stesso che sia Lucy che Rebecca fossero uscite quel pomeriggio per chissà quale motivo, non era riuscito a capirlo chiaramente.

«Piuttosto, come mai Becca ti ha dato il permesso di toccare il suo prezioso Baby?»

«Becca?»

Desmond diede un'occhiata in giro e cominciò a saltellare su delle travi in cima al suddetto complesso. Erano parecchie lontane l'una dall'altra, quindi aveva bisogno di concentrarsi.

«Sì, Becca, Rebecca. Non far finta di non aver capito.»

Hop, hop, hop- fra un salto e l'altro potè immaginarsi l'espressione da nerd che Shaun aveva in quel momento.

«Rebecca -sottolineò con la voce resa meccanica dall'animus- me l'ha permesso perchè fai pena a controllare le nuove abilità di Ezio. Quindi dovevi allenarti.»

«Cosa?! Io so controllarlo perfettamente. Vedi?»

Rispose con tanto di voce indignata, mentre continuava ad esibire acrobazie fra salti vari.

«Vedo come stai morendo. Di nuovo.»

«Shaun, smettila di drogarti, io non sto moren--- Merda.»

E infatti eccolo là, Ezio che cadeva di schiena verso il terreno. Ovviamente, di lì a pochi istanti l'animus diede il messaggio dell'avvenuta disincronizzazione. E poco dopo, rieccolo nuovamente in cima a quegli edifici. Quella volta però continuò a salire, preferendo la via più sicura di un punto di sincronizzazione, ovvero una torre abbastanza alta nelle vicinanze. Quel giorno era troppo sfigato per sfidare la sorte.

«Dai, seriamente. Come hai fatto a convincerla?»

Il sospiro di Shaun si sarebbe potuto sentire per tutta la capitale italiana, poco ma sicuro.

«Ognuno ha i suoi metodi.»

Fu la sua risposta lapidaria.
Uh, ognuno ha i suoi metodi, ok.
No, aspetta.
Ognuno ha i suoi metodi?
La mente di Desmond lavorò come mai in vita sua, probabilmente.

«Cazzo... non ci credo!»

E lasciò Ezio a metà della scalata di quell'agognata torre.

«Cosa?»

«Tu e Becca! Non ci credo!»

Desmond ebbe l'irrefrenabile voglia di rotolarsi dalle risate, peccato che non potesse farlo fisicamente.

«M-ma cosa..? Desmond, non è quello a cui stai pensando!»

«Aaah, ti giuro, non ci sarei mai arrivato da solo. Insomma, tu sei così nerd e Becca mi sembrava dell'altra sponda, sai? Aah, tutte queste sorprese mi fanno stare male!»

«Smettila di ragionare come un bambino!» Tuonò la voce di Shaun, ma tanto Desmond era arrivato a quella decisione e nessuno sarebbe riuscito a convincerlo del contrario.

«E per tua informazione, non è che se una ragazza non cade ai tuoi piedi dev'essere categoricamente omosessuale.»

A quelle parole Desmond si mise a ridere così forte che fece saltare involontariamente Ezio, il quale morì l'ennesima volta. Oh, ma quella volta non gliene fregava niente, c'era troppa carne al fuoco dall'altra parte dell'animus per poter essere altrimenti.

«Shaun, questa la prendo come un'ammissione di colpa bella e buona.»

Sghignazzò ormai del tutto convinto, mentre Shaun borbottava arrendevole chissà cosa.

«E comunque certo che cadono tutte ai miei piedi! Ti ricordo che sono il bisbisbisbisbisbis...bis nipote di Ezio Auditore, scommetto che se mi lasciaste libero tutte le italiane mi verrebbero dietro.»

«Certo Desmond, e tu continua a credere che io ti stia ancora ascoltando.»

La voce atona di Shaun lo fece sbuffare scocciato. Che divertimento c'era se reagiva così?
Allora si concentrò nuovamente sul suo antenato.
L'animus l'aveva sincronizzato per l'ennesima volta, e l'aveva portato...uh, dove l'aveva portato?
Sembrava una porzione di Roma che non aveva mai visto prima, il che è tutto dire dato che aveva visitato ogni centimetro di quella città in quei giorni. Eppure c'era qualcosa di strano.
Il cielo, così come qualche edificio, non apparivano regolarmente, bensì ad intermittenza, lasciando posto per la maggior parte del tempo ad uno strano sfondo bianco.

«Oh perfetto, un bug. Di nuovo.»

Disse scocciato fra se e se mentre muoveva Ezio da un lato all'altro di quel luogo. Peccato che sembrasse un luogo chiuso e senza vie di uscita.

«Shaun fammi uscire.»

Aspettò qualche momento ma non ci fu nessuna risposta.

«Shaaaaun. Dai, non fare il moccioso e rispondimi!»

Continuò a chiamarlo per un po', ma Shaun non rispondeva. Quindi o era uno scherzo di pessimo gusto, o semplicemente se n'era andato e l'aveva lasciato in balia di quello strano bug.
Gli sembrava di aver visto una scena del genere in qualche film quando era a New York.

Oh cazzo, e se esce qualche alieno e mi mangia?

Pensò in preda al panico. Era spaventato sul serio, eh, però vedendo che Shaun ancora non rispondeva, cercò di tranquillizzarsi.
Così riprese ad esplorare quel piccolo e lampeggiante anfratto senza fretta.
Ben presto si abituò alla mancanze casuali di texture, e capì che se anche ci finiva sopra non cadeva nè si faceva male in alcun modo.
Fu quando constatò che non era presente nessuna guardia nè nessun personaggio armato che si tranquillizzò.
Erano presenti solo normali abitanti, e dai vestiti da loro indossati, capì che erano di diverse estrazioni sociali, dalla più bassa alla più alta. Evidentemente l'animus doveva aver ammucchiato i dati più disparati in quel piccolo spazio.
Desmond fece sedere Ezio su una panchina e sbuffò, l'unica soluzione era quella di aspettare il ritorno di Shaun.

Oddio, e se non riesce a tirarmi fuori di qui?!

Ma anche questa volta cercò di rilassarsi affondando il volto fra le mani.
Rimase in quella posizione per parecchio tempo, quando qualcosa catturò la sua attenzione.
Alzò lentamente il volto e diede un'occhiata alla sua sinistra.
Era stata una voce femminile ad attirarlo, una voce armoniosa e delicata.
Apparteneva ad una ragazza che stava ritta in piedi pochi metri distanti da lui. Aveva indosso un abito molto semplice, che gli ricordavano un insieme di stracci più che altro. Aveva indosso un lungo grembiule bianco e stretto al petto aveva una cesta piena di pane.
Al momento rideva con quella sua vocetta sottile, mentre stringeva gli occhi rivolta a chissà quali compagne che l'animus non aveva caricato.
Dava in effetti una strana sensazione: evidentemente ritornava da qualche panificio, circondata da altre persone, eppure era come stata congelata in quel preciso istante, l'immagine legermente sfocata in pochi minimi movimenti che ripeteva all'infinito e quella risata e una frase che diceva ciclicamente.
Affascinava Desmond, anche se non presentava nulla di particolare a ben pensarci.
Come una minuscola porzione di vita filmata in maniera del tutto involontaria.
Eppure lo rapivano quegli occhi appena accennati sotto le palpebre, sentiva dei brividi percorrergli la schiena al suono di quelle parole dal piccato accento italiano e di cui non carpiva il senso.
Era strano come quella piccola ragazza congelata nel tempo potesse affascinarlo tanto, e senza un reale motivo a ben pensarci.
Semplicemente gli si stringeva il cuore guardarla.
Forse era la paura insensata che non riusciva a scacciare, quella di rimanere intrappolato nell'animus in quella piccola piazzetta. Forse per quella fredda sensazione di melanconia che gli attanagliava le membra nel vedere la sua figura tremolante, quasi fosse un fantasma di tempi antichi.
Eppure non riusciva a distogliere lo sguardo.
Desmond fece scattare in piedi Ezio, completamente assorto dalla sua figura.
L'assassino avanzò di pochi passi, lenti e calcolati, quasi avesse paura che un movimento troppo brusco l'avrebbe fatta sparire per sempre.
Ancora due metri e la raggiunse. No, non era sparita, era ancora lì.
Alzò la mano, diretta verso il suo volto.
Chissà se Ezio avrebbe sentito il calore della pelle sotto le sue dita. Chissà se invece sarebbe stata solo aria tremolante.
Desmond trattenne involontariamente il respiro quando le sfiorò delicatamente la gote rosata. E poi tutto si fece bianco.

«Desmond, come stai?»

La voce preoccupata di Shaun gli riempì le orecchie mentre strizzava gli occhi frastornato.

«Hnaf- »

Brontolò l'assassino senza capire nemmeno lui cosa stesse dicendo.

«Merda, avevi ragione, c'è un bug nell'animus.»

Di norma a quella notizia avrebbe esultato, ma stavolta non disse nulla.

«Ah, appena Rebecca torna mi farà a pezzi!»

E mentre Shaun continuava a imprecare contro la sua sfortuna, Desmond non gli diede il minimo ascolto.
Riusciva solo a pensare a quella ragazza e a porsi un'unica domanda.
Chissà se l'animus intrappolava fra i suoi dati l'anima della gente.


















Note: Tanto per avvertirvi, eh(?)
Non scrivo qualcosa di decente da un'estate, quindi so che questa cosa fa schifoCOFF.
E poi boh, avevo in mente questa storia da un anno più o meno, e la sto scrivendo solo ora, beeeene °-° E niente, siate clementi, sono solo una pseudo scrittrice occasionale di ac (?) E lo so che il titolo fa pena ma i titoli penosi sono la mia specialità :"D *scappa*
   
 
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