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Autore: _justbreathe    30/08/2012    4 recensioni
Lui, calciatore arrogante e strapagato, lei, normalissima diciottenne che sta passando una brutta giornata, un brusco incontro e due amici che cercano di fare in modo che quei due non si scannino. Alla prima impressione sembrano odiarsi a morte, ma a volte amore ed odio vanno a braccetto.
Dal capitolo 8 (parte 2):
A volte mi fa arrabbiare talmente tanto che lo spingerei sui binari mentre il treno sta arrivando, ma poi realizzo che rischierei probabilmente la mia vita per cercare di salvarlo.
Genere: Generale, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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                                                                                                                 Capitolo 1.


But i'm a whole lot worse than well
but i'm determined to slip this skin
and i know you're dying for a good time
dying to breath again.”



Alla fine abbiamo accettato, il biondo ha deciso di offrirci un aperitivo in segno di scuse, anche se lui non aveva proprio niente di cui scusarsi. Così ci ritroviamo tutti e quattro seduti in un bar situato in un vicolo.
Non mi piacciono i posti troppo affollati.” dice Albert, come per darci una spiegazione.
Jordi sospira: “Sì, beh, non posso mai stare tranquillo, la folla si riversa verso il mio tavolo, sono impazziti, vogliono tutti un autografo, una foto...”.
Lo interrompo sospirando: “Povero, la tua vita deve essere proprio dura.”.
Alicia mi da un calcio sotto al tavolo e cerca di sviare il discorso, mentre io e il cretino ci fissiamo, ci stiamo uccidendo con lo sguardo, ma ciò mi conferisce l'occasione di guardarlo meglio: ha i capelli color castano scuro, sono abbastanza corti ma ha dei ciuffi ribelli che gli ricadono in avanti, sulla fronte, gli occhi sono scuri, il naso è dritto, non si è fatto la barba, ha dei bei lineamenti, questo non lo posso negare. Mi chiedo quante ragazze abbiano un suo poster appeso in camera, indubbiamente tante.
Penso a quanta invidia potrei fare a quella troia che si è messa con David se mi facessi una foto con Jordi, però no, insomma, non gli posso chiedere una foto, si monterebbe ancora di più; e poi io non lo sopporto, chi la vuole una foto con lui.
A proposito, David è il mio ex ragazzo, nonché ex migliore amico, siamo cresciuti insieme, mio papà lavora con il suo, nello stesso studio legale. Io e David abbiamo praticamente passato infanzia e adolescenza insieme, poi è scattato qualcosa, abbiamo capito che tra noi c'era qualcosa di più; questo “qualcosa” è finito cinque mesi dopo, con un “Mi dispiace, Eva, ma non siamo fatti per stare insieme” da parte sua e tante lacrime da parte mia. Così io mi ritrovo in un bar sperduto in un vicoletto con la mia migliore amica, il portiere più bello che il mondo del calcio abbia mai visto e un montato che ho voglia di prendere a sberle, mentre David si sta divertendo con la sua nuova ragazza, la troia, il cui vero nome è Claudia: capelli biondi, taglia trentotto, capacità di farsi adorare da tutti, o quasi.
Una risata generale mi riporta alla realtà. “Scusatela, è spesso tra le nuvole.” commenta Alicia, riferendosi a me.
Albert sorride: “Tu invece, cosa prendi, Eva?”.

Una Redbull, grazie.” dico, sorridendo.
Il cameriere appunta la mia scelta, mentre il portiere soffoca una risatina, non capisco perchè, meglio non capire e andare avanti a farmi i cazzi miei: controllo il cellulare, un messaggio, magari è David. Le mie speranze vengono frantumate quando vedo che il mittente è mio papà, che mi dice di non tardare troppo perchè siamo invitati a cena da mia zia, a Lloret de Mar. Spengo lo schermo sbuffando, prendo qualche secondo per specchiarmi: il trucco scuro intorno ai miei occhi grigi è ancora in ottime condizioni, lo stesso si può dire dei miei lunghi capelli neri e mossi.

Vi piace il calcio?” domanda Albert, è un ragazzo amichevole, umile, simpatico, gentile, forse è la cosa più simile al principe azzurro che abbia mai incontrato.
Alicia risponde subito, ho già capito che punta ad Albert, ma d'altronde come posso biasimarla? “Ogni tanto guardo qualche partita, non posso dire di essere una grande tifosa, ma mi piace.”.
Si girano tutti verso di me: “In famiglia sono tutti dell'Espanyol.”.
Albert si mette a ridere, Jordi alza un sopracciglio: “Adesso capisco perché sei così!”.
Sorseggio la Redbull: “Invece a te cos'è successo? Sei nato così oppure sei caduto dal seggiolone?”.
Alicia sospira: “Si è fatto tardi.”.
Mi alzo di scatto: “Già, devo andare a Lloret de Mar.”.
Albert sorride comprensivo: “Conoscervi è stato un piacere, magari possiamo rivederci se vi va.”.
La mia migliore amica coglie la palla al balzo: “Certo che sì!”.
Apre la borsa, prende l'occorrente e scrive il suo numero di cellulare su un bigliettino.
Il cretino non mi toglie gli occhi di dosso, lo guardo: “Ciao Serrano, ci si vede.”.

Come scusa?” chiede lui incredulo.
Cosa scusa?” gli domando, non ci sto capendo più niente, se articolasse i discorsi, magari ci capirei qualcosa.
No, dico, non mi chiedi il numero?” dice Jordi.
Gli rido in faccia: “No.”.
Alicia e Albert stanno osservando la scena abbastanza divertiti, saluto il biondo ed esco dal bar con la mia migliore amica.

Il portiere è parecchio figo.” commento.
Alicia sorride maliziosa: “Mi ha dato il suo numero.”.
Rido: “La solita stronza che se li prende tutti!”.
Mi da una gomitata nelle costole: “Zitta, c'è Jordi Serrano per te!”.

Ti sbagli, tesoro. Quello è un montato, è un coglione, deficiente, egocentrico, non è capace ad articolare una frase, narcisista e chi più ne ha più ne metta, io con quello non uscirei mai.” dico convinta.
Peccato sia anche incredibilmente affascinante.” mi fa notare lei.
Scuoto la testa: “Non è il mio tipo.”.
Alicia controlla l'ora sul cellulare: “Questa me la segno, l'affermazione delle diciassette e cinquantatre.”.
Rido e le mollo un bacio sulla guancia: “Ciao stronzetta, mi aspetta una bella serata di merda in famiglia!”.

Ciao Eva!” esclama lei.
Mentre mi allontano mi urla: “E facci un pensierino su quel Serrano!”.
A volte non servono parole per far capire un pensiero, così le mostro il dito medio sorridendo.




Papà, per che ora torniamo stasera?” domanda Andrés, mio fratello, mentre in autostrada ci dirigiamo verso casa di mia zia.
Mia mamma sospira: “Hai intenzione di andare in discoteca e tornare domani mattina alle sette anche oggi?”.
Mio fratello sbuffa.
È più grande di me, ha ventitré anni, studia scienze politiche, ma la sua vera essenza è un'essenza da cazzeggiatore professionista, è pigro, pensa solo ai divertimenti, all'Espanyol e alle ragazze. Mia mamma, Anna, invece, è dolce e paziente, caratteristiche indispensabili per fare il suo lavoro, la maestra d'asilo. L'opposto di lei è mio papà, Antoni, capelli neri e sguardo penetrante, cinquant'anni che non dimostra, determinato avvocato di successo.

Andrés, forse sarebbe meglio che ti focalizzassi un po' di più sui tuoi studi.” dice mio papà, senza staccare gli occhi dalla strada.
Antoni accende la radio, è l'ora delle notizie sportive, il giornalista inizia ad annunciarle, quella che colpisce tre componenti della famiglia su quattro è “Il numero nove, Jordi Serrano, si mostra più che sicuro nei confronti del derby Barça-Espanyol che si giocherà tra quattro giorni al Camp Nou: Li schiacceremo.”.

Ma che arroganza!” esclamo infastidita.
Mio papà scuote la testa: “Quello è solo un buffone.”.

E' un montato.” dice mio fratello.
Mia mamma sospira: “Non potete insultare così una persona senza nemmeno conoscerla, voglio dire, è insensato...”.
Mentre lei continua a blaterare prendo le cuffie che ho in tasca, stando alla filosofia di mia mamma, io posso dire di conoscerlo, posso dire che è un cretino, lo posso insultare quanto voglio, alzo il volume, guardo fuori dal finestrino: vedo l'Audi sportiva nella corsia accanto avvicinarsi accelerando un po' troppo, faccio solo in tempo a dire: “Papà, attento a destra!”, prima di sentire un rumore sordo.
È la prima volta che rimango coinvolta in un incidente d'auto, sto bene, cioè, mi fa solo un po' male il naso, ho picchiato la faccia contro il finestrino, mi tasto il naso e mi accorgo che sto sanguinando, guardo mio fratello e i miei, nessuno si è fatto male, mio papà guarda fisso un punto davanti a sé, mormora: “Questo idiota mi ha distrutto la macchina.”.
Mia mamma si slaccia la cintura: “Almeno scendiamo, vediamo di fare una constatazione amichevole.”.
Apro la portiera e scendo, mentre mi tampono il naso con un fazzoletto di carta.
La portiera della parte del guidatore dell'Audi si apre e stento a credere a quello che vedo: Jordi Serrano.

Ancora tu?!” sbraito.
Eva!” esclama Jordi.
Mio papà sembra sotto shock: “Serrano mi ha distrutto la macchina e conosce mia figlia.”.

Io non lo conosco quello.” mi affretto a dire.
Jordi alza un sopracciglio: “Certo, e l'aperitivo oggi chi te la pagato?”.

Aperitivo?” domanda Antoni, stavolta con un tono che mi sta terrorizzando.
Serrano, chiudi quella cazzo di bocca.” gli dico, con aria minacciosa.




Ciaaaao gente (?)
Allora, prima di tutto vorrei ringraziare chi ha messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate *offre loro dei cookies* e vorrei ringraziare anche chi ha dedicato del tempo a leggerla :3
Dal prossimo capitolo la storia entrerà più nel vivo; vi invito a lasciare un commento, positivo o negativo che sia, per me è importante :)
Grazie *-*

  
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