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Autore: Titinina    30/08/2012    3 recensioni
Questa ff è dedicata a Fedeluca, che devo ringraziare per ogni chiacchierata fatta insieme, è stata lei a spingermi e ad incoraggiarmi in questa nuova avventura. Ma giusto per essere corretti: questa è sicuramente una "What if?". Una cosa che caratterizza il rapporto di Ryo e Kaori, secondo me, è che lui continua a fare lo gnorri nei confronti di Kaori perché sa che, in qualunque caso, lei lo aspetterà sempre e comunque. E a questo giro mi sono ribellata! Sicuramente i personaggi saranno meno IC! A prestissimo! ^__________^ Titinina
Genere: Erotico, Malinconico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Capitolo finale, in questo capitolo troverete delle parti scritte in corsivo che sono dei flashback, fatti apposta per sottolineare il contrasto tra quando Ryo e Kaori si sono lasciati e il presente... (ehm consiglio la lettura ad un pubblico ADULTO!). Spero sia venuto bene come volevo! Grazie mille a tutte per essere arrivate fin qui, spero non vi deluda! A prestissimo! Titinina


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“L’aveva lasciata da sola in quel letto e sentiva freddo, sentiva il vuoto del suo calore.”



- No, non me ne vado.

Il gemito che uscì dalla gola di Kaori lo fece sentire soddisfatto, come se, quell’incredibile suono, riuscisse finalmente a portare alla luce la verità più nascosta, quella sincerità che si ergeva dietro quel muro che avevano costruito: loro si appartenevano. Qualunque cosa fosse successa, il loro corpi e le loro anime, non potevano non richiamarsi.

Il sapore della sua pelle sotto le labbra era come se lo ricordava: buono, dolce, pieno, bagnato dall’acqua, e fece scivolare via la lingua sul legamento del suo collo, amplificando quel suono che arrivò come una scarica elettrica al suo corpo.



“Dentro di lei si creava la voragine, il tormento di essere rifiutata.”



La mente di Kaori, nel momento stesso in cui aveva sentito le mani di lui bloccare le sue e spingerle in alto, sapeva benissimo che avrebbe ceduto su tutta la linea, voleva trovare la forza di controbattere, di lottare contro la natura stessa di appartenergli, ma come poteva vedendo quello sguardo nero e infinito che sapeva desiderarla?



"Ryo in cucina, con la pistola appoggiata sul tavolo e un bicchiere di liquore. Scrutò il suo sguardo, ma vedeva un muro. E le sue speranze vacillarono. Dove era finita l’amore e la passione della notte? Era quasi un estraneo."




No, non c’era solo della semplice passione, c’era di più, molto di più, lo aveva visto nel modo in cui respirava su di lei, nel modo irruento con cui era entrato in bagno, nel modo in cui aveva preso possesso di lei con le sue mani. Non lo avrebbe fatto per nessun’altra, non avrebbe mandato a quel paese il suo self control per un banale amplesso, non lo avrebbe fatto se non per lei, e glielo confermò quella mano che stava tracciando il percorso dal suo fianco fino al suo seno, con una leggera carezza, e il sussurro del suo nome mentre l’accarezzava.

- Kaori…

Non poteva non sospirare il suo nome, quella pelle calda sotto le sue dita, il corpo di Kaori che si inarcava in maniera spontanea e primordiale per approfondire quei tocchi, non vedeva l’ora di sapere se anche lei lo desiderava tanto quanto lui. Se davvero volesse continuare a combattere quella stupida e inutile battaglia dove lo rifiutava.



“Era lì avvolta nel lenzuolo, dopo la loro prima notte d’amore. Lo guardava, cercava delle risposte, ma lui era scappato inseguito dalla sua paura: perderla.”




Sempre guardandola negli occhi, mentre l’acqua scivolava sui loro corpi, le prese entrambe le mani con le sue, intrecciando le dita, addossandosi ancora più su di lei.
Kaori sentì il torace di Ryo appoggiarsi sul suo, il contatto caldo del corpo di Ryo, costretto ancora in quella fredda maglietta zuppa d’acqua, la fece rabbrividire di piacere.



“Doveva allontanarla da lui, l’avrebbe contaminata, non doveva fargli vedere il suo lato torbido, doveva togliersela dalla testa, doveva rinunciare a lei, per salvarla, per farle desistere ad amare un uomo come lui che si sentiva valere meno di zero, che non era nulla senza una pistola, anche se il suo profumo di lei era ancora sulla sua pelle, e non se ne sarebbe mai andato”.




Cristo, voleva assaporare le sue labbra, ma voleva andarci cauto, doveva farglielo capire che questa volta tutto sarebbe cambiato, non sapeva in che modo, sapeva solo che non avrebbe mai più rinunciato a lei. E decise di parlare.

- Tu.

Soffiò nel suo orecchio.

- Sei.

Le baciò il mento lentamente.

- Mia.

Diede un piccolo morso, succhiando la pelle del collo di Kaori, accarezzando di nuovo con la lingua quella pelle arrossata dal piacere.

Non aveva trovato altre parole per esprimere quel bisogno sviscerale di lei, come poteva trovarne altre di parole, quando i suoi gesti parlavano per lui?



“E il vuoto si propagò tra loro senza che lui dicesse una parola, facendo montare la rabbia, l’ira.”



Le liberò le mani, chiudendo gli occhi, in attesa di un suo cenno, per sapere se lei aveva capito. Kaori inspirò aria nel momento stesso in cui sentì le sue parole, e sentì quel miscuglio annidarsi nel suo ventre: necessità, eccitazione, appartenenza, amore.



“Dove era andato quell’uomo che quella stessa notte, con una carezza, le aveva fatto capire il suo amore?”



Lo amava, senza indugi. Posò le sue mani sulle sue spalle, cercando di fare leva, e immediatamente Ryo le circondò i fianchi con le mani per sorreggerla e farle mettere le sue gambe intorno ai fianchi.

L’addossò ancora di più sul muro, spingendo su di lei, Kaori, sentendo l’eccitazione di lui, chiuse gli occhi portando la testa all’indietro, il fermento tra loro era rovente, un solo tocco e ogni nervo dei loro corpi reagiva.

- Guardami Kaori.



“Guardami Ryo”
"Ma lui gli aveva girato le spalle, senza una spiegazione e l’aveva lasciata lì sola, e allora lei capì: voleva portarla ad odiarlo perché lui aveva paura, fuggiva."




Kaori riaprì gli occhi, per guardare il viso di Ryo, e non lo aveva mai visto così: i capelli attaccati alla fronte, l’acqua che grondava sul suo viso, i lineamenti duri, virili, quella bocca socchiusa, gli occhi torbidi, potenti, quasi animali. Il suo essere uomo trasudava da ogni suo poro, e, per Kaori, era inebriante. Un uomo che ti desidera in quel modo è il miglior afrodisiaco che esista, sentire il potere della propria femminilità, il potere che esercitava su di lui solo stando ancorata al suo corpo e facendogli sentire il suo calore, era inebriante, eccitante.

Il suo respiro era affannoso, era in trepidante attesa, e lei lo faceva rimanere in quella condizione, sublime potere.
Ma a tutto c’era un limite e Kaori lo sapeva, doveva averlo, tutto in lei lo gridava.



“Aveva capito cosa lui stava macchinando. La sua rabbia era esplosa, lui fuggiva per le sue paure, voleva allontanarla, ma non ce l’avrebbe mai fatta.”



Bandita la ragione, finalmente si decise, infilò le dita tra i suoi capelli neri bagnati e lo tirò verso la sua bocca, incontrò le sue labbra, e l’elettricità si propagò nei loro corpi, con la sua lingua assaggiò la sua bocca, in un bacio affamato, avido, bramoso, stringendosi ancora di più tra le sue braccia.



“Sentì un macigno sulle sue spalle, lei sarebbe rimasta, così vicina eppure così lontana, l’avrebbe sopportato?”



Ryo strinse il corpo della donna che amava, si sarebbe fuso nella sua bocca dopo quel bacio potente, passionale, gli fece sentire la sua eccitazione, anche se era totalmente vestito. Lo faceva impazzire, il bisogno di lei lo mandava fuori di testa. Come diavolo si era controllato fino ad ora non lo sapeva. Approfondiva il suo bacio nella sua bocca per darle tutto ciò che non gli aveva dato in quei giorni lontani.
In quella foga delle loro labbra che si cercavano, accarezzava quel corpo che lo aveva tormentato nelle ultime settimane con la sua mancanza, riprese a circolare in lui linfa vitale nel momento stesso che le membra di lei lo circondarono.




“Lui non muoveva un muscolo, ma era stanca di aspettare una sua decisione, lei gli aveva dato tutto, ora voleva solo rimanere nella sua posizione: lei non sarebbe mai scappata. E lui doveva capirlo, al costo di far finta di non amarlo. A costo di cominciare una guerra di silenzi”



Kaori cominciò a volere di più, cercò di strattonargli la maglietta, così Ryo la lasciò andare per facilitarle la missione, gli alzò la maglia toccando il suo ventre, piano, come una carezza, poi cominciò la sua ascesa velocemente sfiorando con le dita il torace possente, mentre Ryo alzò le braccia muscolose verso l’alto e aiutò Kaori nel suo arduo compito.

Finalmente libero in parte dai suoi vestiti, Ryo poté cercare il contatto pelle contro pelle con la sua donna. Ora erano racchiusi in un abbraccio caldo sotto quella cascata d’acqua e continuavano a baciarsi come se i fiati passassero solo attraverso le loro bocche.

Kaori andò alla cinta di Ryo, gli slacciò il bottone del jeans, infilò le dita nel passante e gli strattonò il bacino per avvicinarlo al suo, quel gesto ardito la fece sospirare nuovamente di piacere.

Un grugnito di piacere uscì dalle sue labbra dopo la presa di Kaori, lui lo aveva sempre saputo che quella donna era ardente, la sua femminilità si apriva ad ogni sua nuova scoperta, il suo corpo era un continuo cambiamento di sensazioni, di piacere, e lui non doveva far altro che spalancare quella porta e scoprire con lei la metamorfosi del piacere del far l’amore.

Gli avvitò di nuovo le braccia sui fianchi per imprigionarla ancora di più nella sua presa, scoprendo con le dita la morbidezza della pelle della sua schiena, arrivandole alla curva dei fianchi e imprimendo il suo tocco, aspirando l’odore della sua pelle, sentendo il suo seno pieno che premeva sul suo petto, mentre le labbra di Kaori facevano un viaggio sensuale sulla sua pelle, la sua bocca era un salto nel vuoto, dove il piacere si accentuava ancora di più e non trovava pace perché i suoi denti e la sua lingua lo tormentavano.

Quando Ryo cercò con le dita il solco della sua femminilità, sempre tenendola nel suo abbraccio, la trovò pronta per accogliere la fusione dei loro corpi, Kaori si fece scappare un nuovo gemito, quelle dita erano stregate, stimolando la sua lussuria e, rimanendo in contatto con ogni fibra del corpo del suo uomo, si sentiva in un universo parallelo, come se il resto che li circondasse fosse solo una chimera, che in verità tutto il mondo risiedesse solo nell’ unione dei loro animi.

La prepotenza dell’istinto si fece più bramosa, di nuovo la prese per i fianchi, la portò contro il muro della doccia, facendole riprovare quel brivido freddo e eccitato, e lei gli allacciò le gambe sulla vita, cercando con le mani di scoprire la virilità e portandola all’esterno.

Non importava dove si trovassero, non importava più nulla, contava solo quel momento, quel preciso istante: le loro carni si fondevano, lentamente, guadagnando la possessione l’uno dell’altra, incatenarono i loro sguardi per esprimere all’altro la purezza di quel momento, non era solo un atto corporeo, era qualcosa che superava l’atto fisico, era qualcosa di così supremo, così solenne, così pieno d’amore. Era la conferma di tutte le promesse.

Parole mai dette risuonavano nell’aria

Mio e io ti appartengo

Tra i fiati.

Mia, nel mio sangue, nel mio essere.

Nei tocchi.

Tua, nel corpo e nell’animo.

Negli occhi.

Tuo, ragione e sentimento, paure e gioie, tuo nel cuore.

Esprimendo l’unico giuramento possibile

Per sempre

Per sempre.


E la guerra, contro ogni paura, contro la natura stessa che non poteva vederli divisi, era terminata.


FINE

________________________________________

E anche questa storia è finita. Premetto che non doveva essere proprio così.

All’inizio, quando l’ho immaginata, volevo che Mick e Kaori si spingessero molto più in là, volevo proprio fargli sentire a Ryo lo scottò del perdere la persona che ami a causa delle proprie fughe.
Ryo non fa mai quel passo in più proprio perché sa che Kaori gli rimarrebbe al fianco comunque, senza amare nessun altro. E allora avevo deciso, Kaori doveva dare una possibilità a Mick, anche se poi Ryo sarebbe andata a riprendersela.

Mi ero impegnata, ma non ce l’ho proprio fatta! Dal momento stesso che scrivevo solo del bacio di Kaori e Mick, tutto mi portava a farli smettere, a far correre Kaori da Ryo, a ridargli il suo posto.

E alla fine è andata come avete letto!
Niente da fare, per quanto ci abbia provato, Ryo e Kaori non possono star divisi. Incredibilmente non c’è modo che io riesca a fare diversamente, è proprio un “limite assoluto” (Mr. Grey rulez!).

Però sono contenta lo stesso, mi piace stare in mezzo a loro, scoprire il loro amore anche nelle difficoltà che gli impongo (una martellata me la merito io mi sa!)

In verità in quest’ultimo capitolo sono stati loro a fare la scena, io mi sono limitata solo a scriverla!

Detto questo, devo di nuovo ringraziare immensamente Fedeluca, lei è stata il motore di questa storia, grazie mille!

Ringrazio tutte voi di avermi seguito, letto e commentato! Grazie per dedicarmi il vostro tempo,spero che anche questa storia abbia avuto la sua ragione d’esistere, e che vi abbia creato una parentesi di piacere.

E devo anche dire che….

Titinina si guarda attorno circospetta.

- Caspita di solito arriva qui a tapparmi la bocca, ma dove è finito?

Titinina, gambe in spalla, comincia a perlustrare casa alla ricerca di Ryo.

- Ryo-chaaaaaan, dove sei finito??? Esci fuori! Non fare il timido!

Da lontano… il rumore dell’acqua…

- Oh porca miseria… non dirmi che stanno ancora lì! Devo scoprirlo!

Titinina corre verso il bagno con la speranza di vedere Ryo e Kaori chiusi ancora nella doccia
(Tininina non starai diventando una guardona?!) e apre la porta!

- Ryoooooooooooooo ti ho beccato!!!! Ora non potrai più dire che non vuoi Kaori! MUAHAHAHAHAHAHAHAHAH

Ryo le lancia qualcosa dietro e acchiappa la testa in pieno! Titinina, rossa e con la botta in testa, chiude la porta del bagno.

- E’ mai possibile che qui non si possa stare neanche in bagno in santa pace????

Ryo… sta leggendo il giornale in bagno! Ehm forse ho invaso troppo la sua privacy!

Mentre lo sciacquone viene tirato, Titinina aspetta Ryo fuori dalla porta.

- Ryuccio ti sei lavato le mani???
- Certo, brutta impicciona!
- Dai su che sarà mai…
- Vorrei vedere se fosse stato il contrario, qui dentro non c’è privacy!
- Quando mai hai avuto privacy, scusa?
- Ti sembra normale irrompere nei bagni???
- Ryo… non vorrei dire, ma guarda che hai fatto a Kaori!
- Sei stata tu, mi fai passare come un allupato…
- Ci passi da solo, non hai bisogno del mio aiuto…

E Titinina gli fa una linguaccia!

- Senti , Ryuccio….
- Eh ci risiamo, che vuoi???
- Ma….. ammettilo, questa parte finale ti è piaciuta!
- Tsè..
- Ti ho fatto fare un figurone!

Spinge Ryo col gomito, ammiccando.

- Come hai detto tu, non ho bisogno del tuo aiuto. Piccola depravata!
- Aish… ringrazia almeno, mi fai sudare sette camicie ogni volta!
- Grrr…. Io devo stare ai giochi tuoi e delle tue amiche folli!
- Ti piace, ammettilo!
- No!
- Si!
- No!
- No!
- Sì!
- Fregato Ryuccio, hai detto sì!
- Piccola stalker!
- Depravato!
- Maniaca!
- Mio unico eroe!

E Ryo-chan diventa rosso e senza parole… Lo sapete.. lui è davvero il mio eroe! Anche se litighiamo, ci vogliamo bene! Alla prossima! ^___________^

   
 
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