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Autore: Momos    30/08/2012    0 recensioni
-Giorgia! Bill e Tom, Gemelli, bellissimi, tavolo 4, sorrisi meravigliosi-
-Chiara, ti senti bene?- mi chiese lei confusa, io sorrisi felice
-ci sono due gemelli bellissimi, al tavolo 4, con dei sorrisi meravigliosi, si chiamano Bill e Tom- dissi ordinando la frase e ignorando la sua domanda
-cosa? Oddio, devo vederli- mi disse lei.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Giò, svegliati- dicevo mentre spalancavo le finestre e aprivo le tende
-oddio, sono stanca, altri cinque minuti- mi rispose lei,
-no, forse non ti è chiaro che devi muoverti!?- dissi iniziando a saltare sul suo letto, lei sbuffò
-non saltare- mi disse, io continuai, lo odiava -non saltare Chià- disse ancora. Doveva svegliarsi a tutti i costi, -oh che palle!- disse alla fine alzandosi dal letto sbuffando e sbattendo tutto.
-buongiorno Giorgi, dormito bene?- le chiesi ridendo
-ti odio sai?!- mi disse lei prendendo i panni dall'armadio
-grazie, anche io ti voglio bene!- le risposi ridendo.
Si vestì in fretta e furia. Quando uscì dal bagno era più tranquilla
-si è fatto sentire Bill?- mi chiese, io sbuffai e controllare per l’ennesima volta il cellulare
-no, ancora no- risposi a mezza bocca. Avevo dormito con il cellulare attaccato al cuscino in attesa di un suo sms o di una sua chiamata ma ancora niente. Scendemmo le scale, uscimmo dal palazzo e entrammo nel ristorante. L'odore di cucinato di prima mattina mi fece venire il volta stomaco.
Giorgia iniziò ad apparecchiare così la seguii.
-Secondo te perché non si è fatto sentire?!- le chiesi, lei si fermò
-forse è questione di tempo, abbi un pochino di pazienza- mi rispose –sono pur sempre le cinque del mattino. Loro, staranno dormendo.- disse quasi invidiandoli.
-hai ragione, aspetterò- risposi posando una forchetta.
-Chiara e Giorgia potete venire un attimo?!- urlarono dalla cucina
-che c'è?- chiesi svogliatamente, Gus il cuoco indicava la porta, così mi voltai. Strinsi forte la mano di Giorgia a quella visione.
C'erano due mazzi di rose appoggiati a terra. Vidi gli occhi di Giorgi brillare. Ci avvicinammo incredule. C'era un biglietto su entrambi i mazzi di rose rosse che profumavano tutta la cucina. Afferrai il biglietto con su scrittoPer Chiara lo aprii, mi tremavano le mani e iniziai a leggere.
Ei, forse non è proprio un metodo giovanile mandare un mazzo di rose ma sarà che sono un uomo di altri tempi! Ci tenevo a dirti che sono stato veramente bene ieri sera e se vuoi ti aspetto anche oggi, alla fine del turno alla stessa altalena.
Bill
 
Finii di leggere il bigliettino tirando un respiro profondo. Poi guardai Giorgia. Ci afferrammo i bigliettini a vicenda.    
Per Giorgia
Giorgi, te lo saresti mai aspettato un mazzo di rose da me?! No, io no.
Però ieri sera mi hai detto che ami le rose e soprattutto ti piace quando qualcuno te le manda così ho fatto uno sforzo, solo per te ;)
Se ti va, possiamo vederci questa sera alla fine del turno. Ti aspetto fuori dal ristorante.
Tom
 
-Oddio Giò, altro che sms guarda qua!- urlai saltellando di gioia
-ci andiamo vero?!- mi chiese tirando su le rose,
-ma mi pare ovvio, avevi forse intenzione di rinunciare?- le dissi inspirando il profumo delle rose che avevamo tra le braccia. La giornata non sarebbe potuta andare male, ero pronta a tutto. Quelle rose e quel bigliettino mi avevano fatto spuntare un sorriso enorme sul viso.
Guardavo l'orologio ogni due minuti, speravo che il tempo quel giorno potesse passare più velocemente.
Finito il turno io e Giorgia passammo di corsa a casa, giusto il tempo di metterci due vestiti carini e darci una ripassatina al trucco.
-Giò, sono agitata- le dissi mentre tornavamo davanti al ristorante
-tu sei sempre agitata, poi perché dovresti esserlo?! Stai tranquilla- mi rassicurò lei un attimo prima di correre verso Tom e stringerlo in un forte abbraccio.
-Ciao- mi disse –lui ti sta aspettando all’altalena- disse mentre mi guardavo intorno.
-Ciao Tom- dissi dandogli un bacio. –Bene, io vado allora. Dove ci vediamo?- gli chiesi.
-Bill sa tutto- mi rispose. Sorrisi e li salutai entrambi con la mano.
A passo sostenuto mi incamminai verso il parco lasciandomi accarezzare dal vento fresco notturno. Mi fermai dietro un albero e sbirciai. Bill era seduto sull’altalena e dondolava avanti e indietro. Indossava dei Jeans grigi molto aderenti e in contrasto una maglietta molto larga blu. Dannatamente bello. Mi avvicinai a lui.
-Ciao- mi disse alzandosi in piedi appena mi vide. Era un di quei momenti di imbarazzo più totale. Nessuno dei due sembrava volersi sbilanciare così il saluto fu un semplice bacio sulla guancia.
-Ciao- risposi io sorridendo e mi misi seduta a terra. Iniziai a strappare qualche ciuffetto d’erba rimanendo in silenzio. Bill stese una felpa a terra e ci si mise seduto sopra.
-Allora..come è andata oggi al lavoro?- mi chiese.
-Stancante, come al solito ma..il tempo passa più velocemente quando aspetti qualcosa di bello no?- risposi alzando lo sguardo e incrociando i suoi occhi.
-Giusto- mi rispose lui sorridendo.
-Tu? Cosa hai fatto?- gli chiesi curiosa di sapere cosa facesse una star.
-Bé ora ci stiamo riposando un po’, ma tra poco ricominceremo a scrivere e comporre per il nuovo album- mi rispose lui.
-Capito- mi limitai a rispondere. Ero felice, ma non riuscivo a darlo a vedere. Sentivo i suoi occhi puntati addosso così senza pensarci due volte gli sfilai il lungo capello che aveva in testa e lo indossai. –Mi piace- dissi sistemandolo.
-Ti sta bene- rise lui –posso riaverlo? Ho dei capelli davvero inguardabili oggi- aggiunse subito. Risi e mi alzai.
-Se riuscirai a prenderlo- dissi allontanandomi. Lo sentii ridere e venirmi dietro. Mi voltai e camminai all’indietro attenta a dove mettevo i piedi. Bill non muoveva neanche un muscolo, camminava verso di me facendomi arretrare. Sentii qualcosa fermarmi. Mi aveva fatta camminare inavvertitamente fino ad un albero così da impedirmi di muovermi oltre. La sua figura era sempre più vicina. Era decisamente più alto di me di almeno 15 centimetri.
-Posso riavere il mio capello?- mi chiese così vicino da poter sentire il suo respiro sulla mia pelle. Respirai a pieni polmoni e nascosi il cappello dietro la schiena. Gli sorrisi mentre sentivo le sue mani avvolgermi fin dove tenevo il cappello. I nostri volti erano a distanza di un respiro quando sentii il capello sfuggirmi dalle mani. Bill si allontanò repentinamente e rise
-L’ho preso- disse allegramente e si infilò il capello. Ero rimasta pietrificata, non riuscivo a muovere neanche un muscolo. Mi veniva solo da ridere, mi aveva ingannata.
-Ah è così che funziona? Per prendere il cappello usi questi subdoli giochetti?- dissi cercando di essere il più seria possibile. Bill corrugò la fronte e si avvicinò.
-Cosa vuoi dire? Credevo che..- non riuscì a finire perché venne interrotto dalla mia risata. Non ero più riuscita a contenermi.
-Questo significa che anche io mi prenderò una cosa. Quando meno te lo aspetti- risposi incrociando le braccia. Lui rise e lasciò che tutta l’aria che, per lo spavento aveva trattenuto, si liberasse.
-Mi hai spaventato!- disse ridendo –Bé, voglio proprio vedere cosa visto che non arrivi neanche alla mia spalla- disse facendomi una pernacchia.
-Vedremo- dissi alzando un sopracciglio. Lui rise e mi abbracciò.
-Vieni qui piccolina- mi strinse forte tra le sue braccia e io mi abbandonai completamente a lui. Restammo così per il resto della serata, impotente di fronte a tanta perfezione. Quando sentii il telefono suonare sbuffai e risposi.
-Io sono a casa tu?- mi chiese Giorgia
-Torno tra un po’ Giò. Ma tu che hai?- le chiesi. Aveva una voce strana.
-Niente- mi rispose lei. Era strana. Perché chiamarmi per dire che era a casa?
-Va bene, a dopo- risposi io attaccando. Riposi il cellulare nella tasca e rimasi seduta a terra. Bill era sdraiato sull’erbetta del parco con il braccio pronto a riaccogliermi dopo quell’interruzione.
-Che hai?- mi chiese vedendomi ancora seduta
-Giorgia. Devo tornare a casa, non mi piaceva la voce che aveva. Se tuo fratello le ha fatto qualcosa, stanno certo che nessuno dirà più che siete gemelli- dissi io seria pensando al peggio. Bill rise per un attimo, quando si accorse di essere l’unico smise e si alzò per avvicinarsi a me.
-Io vado a casa- dissi alzandomi
-Posso accompagnarti?- mi chiese alzandosi e raccogliendo la sua felpa
-Certo- gli risposi. Mi incamminai seguita da lui che si era acceso una sigaretta. Appena usciti dal parco mi prese per mano. Alzai lo sguardo e gli sorrisi. Voleva dimostrarmi che mi era vicino. Strinsi forte la sua mano.
Il tragitto era breve così appena arrivata sotto al porto lasciai la presa.
-Grazie Bill- gli dissi sorridendo.
-Per così poco- mi rispose lui rimanendo fermo davanti a me.
-Bé, allora ciao- dissi poi avvicinandomi alla sua guancia. Con un movimento repentino lui si voltò e le mie labbra si andarono a posare sulle sue. Risi.
-Ladro di baci- gli dissi abbracciandolo. Mi sentii stringere forte.
-Ci sentiamo- mi disse voltandosi e iniziando a camminare
-Bill- dissi correndogli dietro –Mi manchi già- gli sussurrai e sfiorai di nuovo le sue labbra morbide. Lo guardai negli occhi e tornai dentro. Non mi ero dimenticata affatto di Giorgia quindi salii di corsa le scale e spalancai la porta.
-Giò che hai fatto?- urlai entrando. La trovai avvinghiata a Tom sul divano. Sbarrai gli occhi. Che figuraccia.
-Oh ma andiamo! Bill non ti ha detto niente?!- si lamentò Tom sbuffando
-Ah quindi tutto questo era programmato?!- disse Giorgia alzando un sopracciglio. Tom rise.
-No, però gli avevo detto che se sarebbe successo non lo avrei chiamato. Insomma le…- venne interrotto dal suono del citofono. Immaginavo chi fosse così aprii senza chiedere. In un batter d’occhio Bill era alla porta. Tom lo guardò e scosse la testa.
-Mi pare che le indicazioni fossero chiare no, scemo di un gemello!? Ti ho detto se non ti chiamo non disturbare. Era sottointeso che tu dovessi rimanere con Chiara perché io ero con Giorgia - disse scandendo le parole.
-Io avevo capito che se non mi chiamavi era perché non era successo nulla e ci vedevamo davanti al ristorante- rispose Bill martoriandosi un labbro.
Bé la prossima volta ti scriverò un sms con le indicazioni così te ne ricorderai- sbuffò Tom. Bill rise e li guardò malizioso
-Cosa stavate facendo eh?!- chiese. Vidi Giorgia diventare rossa
-Credo non siano affari tuoi- rispose Tom. –Bé, andiamo. Ormai hai rovinato tutto- disse alzandosi dal divano. Giorgia rise e si alzò. Tom non era arrabbiato, solo sconvolto dalla minuscola intelligenza del gemello. Giorgia e Tom si salutarono con un dolcissimo bacio, poi Tom si avvicinò a me.
-la prossima volta tieni Bill più tempo possibile, lo dico a te perché non posso contare su di lui- mi sussurrò dandomi un bacio sulla guancia. Bill mi salutò con la mano e entrambi scesero per le scale continuando a borbottare tra di loro e spingersi proprio come due bambini di cinque anni.
Rimasi a guardare Giorgia con un sorriso compiaciuto.
-Che guardi?- rise lei tirandomi un cuscino, scossi la testa e andai a dormire.





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Angolo dell'autore
Salve a tutti! Scusate tanto il ritardo ma per colpa della scuola e poi delle vacanze in un posto in cui non esisteva internet non ho più aggiornato! Prometto che mi farò perdonare ;)
Sty;
 
 
 
 

   
 
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