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Autore: Ashley_Efp    30/08/2012    3 recensioni
Rachel Berry, dopo anni di tentativi di sfondare a Broadway senza mai che il successo la sfiorasse nemmeno, aveva perso la sua leggendaria determinazione e si ritrova a lavorare in una bettola pur di sbarcare il lunario.
Un giorno qualunque, un incontro con delle vecchie amiche destabilizza la sua routine. Sarà l'inizio di un viaggio introspettivo che le farà rimettere in discussione le sue scelte e la sua vita.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana, Quinn/Rachel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spero di non avervi fatto attendere troppo questo secondo capitolo. Ho cercato di scriverlo nel minor tempo possibile, nelle mie pause dallo studio.

Sono estremamente emozionata per le vostre recensioni e/o commenti, essendo la prima volta per me che qualcuno, escludendo i miei amici più cari, legge qualcosa di mio.

Perciò vi ringrazio dal più profondo del cuore per aver recensito, inserito la mia storia fra le seguite e, soprattutto, per averla letta. ^_^

Sono bene accette anche le critiche. Anzi forse mi servono, molto più delle gratificazioni.

Ok, la smetto di annoiarvi. Grazie ancora a tutti voi.

Buona lettura!

Ash


 

“Ciao Qinn!” riesco a malapena a pronunciare quelle due parole, sento il mio petto schiacciato dalla forza di una morsa che mi impedisce di respirare.

Avevo cercato di usare il tono più rilassato possibile, per quanto rilassata non fossi. Ma mi è sembrato di udire una punta d’isteria nel pronunciare il suo nome. Inoltre la stavo fissando con gli occhi spalancati quasi fosse un fantasma. Le mie orecchie sembravano essere andate fuori uso, sentivo una specie di scarica elettrostatica e nient’altro. Tutti i rumori che di solito mi assordavano non c’erano più.

Cerco di concentrarmi sul respiro e sento il mio cuore andare a mille. I miei muscoli sembrano essere atrofizzati. Non riesco a muovermi, sono bloccata.

“Quinn…” anche i miei pensieri si sono bloccati. Fissi su di lei. Non la vedo da quanto? Sette anni? Sì, erano già passati sette anni e lei era sempre la stessa. Bellissima nella camicetta che porta leggermente sbottonata. I capelli corti, il ciuffo che le ricade coprendo una parte del volto. Lo porta dietro l’orecchio permettendomi di guardarle meglio il viso. Il trucco leggero mette in risalto i suoi splendidi occhi verdi.

Rimango spiazzata. Sembra la stessa ragazza di sette anni fa, eppure c’è qualcosa nel suo sguardo, nei suoi occhi, che mi fa pensare che qualcosa sia cambiato. Beh, sarebbe anche ovvio in tutti questi anni che le cose cambino. Sento la curiosità che comincia a crescere dentro di me. Vorrei potermi sedere accanto a lei e ascoltarla raccontarmi tutto ciò che le è successo nel periodo in cui non ci siamo viste. Come facevamo i primi anni al college, anche se all’epoca non ci vedevamo al massimo per due mesi e, raccontarci ciò che c’eravamo perse, ci portava via al massimo qualche ora. Ora probabilmente non basterebbe una settimana.
Scaccio via i ricordi tanto velocemente quanto si sono presentati, senza però riuscire a bloccare quella sensazione di mancanza e malinconia che avevano portato con loro.

“Berry! Per quale demone risputato dall’inferno prendi le nostre ordinazioni in questa disgustosa bettola dimenticata da Dio?!”. Santana era appena uscita dal tunnel dello stupore.

“Ora cosa mi invento?” penso pericolosamente vicina a una crisi di nervi. Mi costringo a svegliarmi da quel torpore che aveva invaso i miei sensi.

“Shhh! Santana!! Ve lo spiegherò dopo, il mio turno è quasi finito. Ora, fingete che sia una comunissima cameriera e datemi la vostra ordinazione” sussurro velocemente facendo intendere che ci sia sotto qualcosa. Almeno così guadagno qualche minuto per pensare al da farsi.
Vedo le due scambiarsi uno sguardo interrogativo.

“Quando finisci il turno?” mi chiede Quinn.

Non so se rispondere sinceramente alla domanda. Ma, per quanto io possa essere una discreta attrice, Santana fiuterebbe una mia bugia più velocemente di quanto un Lagotto impieghi a trovare un tartufo. E poi non riesco a mentire a Quinn. Non dopo quello che è successo.

“Cinque minuti ancora. A quanto pare sarete le mie ultime clienti della giornata.” rispondo con un sorriso forzato.

Quinn e Santana non ricambiano il sorriso, evidentemente ancora confuse per la mia presenza lì in quelle vesti. Abbasso gli occhi sul blocchetto mentre il sorriso mi si spegne piano piano.

“Prendo solo un caffè allora.” ordina finalmente Quinn.

“Io invece prendo un cappuccino con doppia panna scremato”.

“Ehm, Santana forse non l’hai notato, ma non sei da Starbucks” dico imbarazzata.

“Sì. Sì, giusto! Un semplice caffè andrà bene”. Chiudo il blocchetto e mi volto per andare in cucina. Una mano afferra il mio polso costringendomi a girare su me stessa e guardare ancora una volta quegli occhi verdi. Quel tocco mi era dolorosamente familiare, non avevo nemmeno bisogno di guardare per sapere chi fosse.

“Porta anche un altro caffè, o quello che preferisci, e siediti qui con noi appena finisci il turno. Offro io” propone Quinn col sorriso più dolce del mondo. Non posso fare altro che annuire dato che non riesco ad emettere un fiato.

Cinque minuti più tardi, si presenta l'altra cameriera di cui non ricordo mai il nome. La aggiorno sulla situazione dei tavoli, poi vado nello spogliatoio a cambiarmi. Se solo ci fosse una doccia, mi ci affogherei pur di togliermi di dosso questo fetore. Spruzzo una dose esagerata di profumo.

"Ecco, ora puzzo più di prima!" penso storcendo il naso.

Ripasso mentalmente l'unica storia che potrebbe giustificare la mia presenza qui, o meglio l'unica che sia riuscita ad inventare in così poco tempo. Infondo, l'improvvisazione è una dote importante in un bravo attore, no?

Saluto Hector e mi accomodo al tavolo 4 accanto a Santana, sfoggiando un sorriso entusiasta mentre fisso la mia tazza di caffè. Sento i loro occhi fissi su di me e la cosa mi mette ansia. Ma sono bravissima a dissimulare la tensione.

"Ragazze è da una vita che non ci si vede!".

Un esordio più banale non potevo proprio sceglierlo. Sposto gli occhi da Santana a Quinn e poi ancora alla mora, in attesa che dicano qualcosa. Ma annuiscono solamente, chiaramente in imbarazzo per la mia uscita da sfigata.

"Cosa vi porta...qui?" aggiungo titubante indicando il locale e cercando di dar loro un argomento di cui parlare che non sia io.

"Stiamo festeggiando! Potevamo andare in una qualunque caffetteria, io avevo suggerito Starbucks sulla sesta avenue, ma la festeggiata qui presente ha deciso di entrare nella prima che avremmo incontrato". Santana avrebbe decisamente preferito il suo cappuccino doppia panna scremato a quella brodaglia che qui dentro chiamano caffè, e si capiva chiaramente dal tono che aveva usato.

Giro la testa per guardare Quinn che stava ridendo sotto i baffi per il disappunto della sua migliore amica.

"Cosa si festeggia?" chiedo sinceramente curiosa. Quinn alza lo sguardo verso di me e fissa i suoi occhi nei miei. Apre la bocca per rispondermi ma Santana l'anticipa.

"Quinn è diventata la più giovane socia di un importante studio legale. Ovviamente non è stata aiutata dal socio anziano, che si dà il caso sia anche..."

"Un affermato e talentuoso avvocato di successo." la interrompe Quinn ricevendo un'occhiataccia dalla mora per aver terminato la sua frase. Poi aggiunge con un sorriso imbarazzato "Grazie San! So rispondere da me". Santana sembrava stranamente confusa, ma si riprende fin troppo presto rivolgendomi la domanda che stavo aspettando da quando l'avevo riconosciuta.

"Bene Berry, ti abbiamo detto perché siamo qui. Ora vuoi deliziarci con il tuo racconto, possibilmente senza dilungarti troppo nei dettagli come al tuo solito, del motivo per il quale indossavi quella targhetta col tuo nome su quel grembiulino inguardabile, servendoci questa ciofeca?"

Bevo un sorso di caffè per prendere tempo poi semplicemente rispondo

"Sto facendo delle ricerche sul campo. Metodo Stanislavskij sapete. Mi sto preparando per il mio prossimo ruolo da protagonista" fingendo l'entusiasmo che la cosa richiede.

"Davvero? Come si chiama l'opera? Quando sarà la prima? Voglio venire a vederla" Quinn sembrava molto felice per me, mentre mi rivolgeva una marea domande che non avevo previsto.

"Oh, non lo so ancora. Non abbiamo nemmeno cominciato le prove"  non sapevo che altro dire. L'unica cosa da fare era spostare l'attenzione su qualcos'altro.

"Oh che stupida! Quinn, congratulazioni per il tuo traguardo lavorativo. Devi esserne fiera, io lo sono" le ultime parole mi erano sfuggite senza volerlo. Noto la reazione di Quinn che abbassa lo sguardo imbarazzata. Si crea un momento di silenzio. Dovevo romperlo immediatamente.

"Santana, non vorrei essere indiscreta, come vanno le cose con Brittany? Come sta?" dico velocemente.

"Barbra credimi, la discrezione non è mai stata il tuo forte. In ogni caso la mia Britt ha passato un brutto momento per la morte 'prematura' di Lord Tubbington. Però, grazie a non so quale intervento divino, i mocciosetti a cui insegna danza sono riusciti a tirarle su il morale. Quindi diciamo che tutto procede bene. Tu hai trovato un nuovo imbecille da portarti dietro alle prime?"

Lo sguardo corre verso Quinn prima che possa accorgermene e aggiustare il tiro. Lei dà un'occhiata veloce all'orologio e, appena si accorge che la sto guardando, si accarezza il collo con la mano fecendo finta di nulla.

"No Santana, nessuno dei ragazzi con cui sono uscita è riuscito a cogliere la mia vera essenza" ammetto mal volentieri.

"Non riuscivano a stare all'ombra dei riflettori puntati su di te? Buon per loro!"

"Santana! Ti pare carino quello che stai dicendo?!" la rimprovera Quinn, chiedendomi scusa per il comportamento dell'ispanica.

"Non preoccuparti Quinn, sono fuori allenamento ma credo di poter sopportare le solite battute acide di Santana."

Quinn guarda di nuovo il suo orologio. Mi sembra evidente che sia stufa di avermi intorno.

"Beh ragazze, credo di dovervi lasciare. Ho bisogno di un bel bagno caldo e non vorrei annoiarvi oltre. Mi ha fatto un enorme piacere rivedervi. Grazie per il caffè e la chiacchierata." dico alzandomi. Quinn scatta in piedi con me attirando ancora una volta lo sguardo confuso di Santana.

"No Rachel, non andare. Non ci vediamo da così tanto tempo. Stavo per proporre a Santana una passeggiata a Central Park. Vieni con noi." la proposta di Quinn mi prende alla sprovvista. Non sapevo cosa rispondere così su due piedi. Per fortuna Santana interviene.

"Quinn, starai scherzando! E' almeno ad un'ora di cammino da qui. Cosa vuoi andare a fare fin lì?!"

"Ho voglia di un gelato. O meglio ho voglia di offrirvelo. Ci state?" notando l'espressione non tanto propensa di Santana aggiunge "Prendiamo un taxi. Pago io!"

Santana a quell'ultima proposta non poteva dire no. E io nemmeno. Perciò, dopo che Quinn aveva saldato il conto, ci dirigiamo fuori alla ricerca di un taxi.

Dopo vari tentativi falliti...

"Dio non arriveremo mai in tempo!" Quinn continuava a guardare l'orologio impaziente. Forse prima avevo inteso male e ha qualche appuntamento di lavoro.

"Oh Gesù! Lo desideri proprio questo gelato!" commenta Santana per poi aggiungere "Lasciate fare a me!"

Facendo un gesto con la mano come a intimarci di restare indietro, scende dal marciapiede si piazza nel traffico con le mani sui fianchi fermando un taxi.

"Se non ti fermi e mi sgualcisci il vestito ti rispedisco nella baracca da cui sei venuto prima che tu possa dire Mumbai!" intima all'autista come se lui potesse sentire, poi comincia a gesticolare invitandoci a raggiungerla "Salite avanti!".

Dopo pochi minuti arriviamo al parco. Quinn scende e comincia a camminare molto velocemente. Io e Santana prima ci scambiamo uno sguardo interrogativo e poi cominciamo quasi a correrle dietro per stare al passo con lei.

"Quinn! Spero per la tua incolumità che sia un gelato per cui vale davvero la pena fare tutta questa fatica!" la minaccia di Santana si perse nell'aria senza nemmeno rallentare il passo spedito di Quinn.

Arriviamo nei pressi del laghetto quando Quinn decide di fermarsi. La vedo dare un'occhiata intorno a sé, come se stesse cercando qualcuno. Ma penso che stia solo cercando il chioschetto dei gelati che però non vedo proprio. Comincio a cercarlo anche io, quando all'improvviso parte una musica e vedo dei bambini correre e raggrupparsi attirando l'attenzione di tutti. Cominciano a danzare sulle note di una canzone di Ke$ha, credo sia 'Your love is my drug'.

"Un flash mob!!!" saltello e batto le mani dall'eccitazione. Adoro questi eventi improvvisati sin da quando Kurt e Puck mi sorpresero con il Barbravention al centro commerciale di Lima.

Maybe I need some rehab
Or maybe just need some sleep
I got a sick obsession
I’m seeing it in my dreams

"Wow! La cantano dal vivo!" penso euforica, mi sembra quasi di conoscere la voce della cantante. Guardo prima Santana e poi Qinn per vedere se anche loro sono emozionate e noto una strana espressione sul volto di Santana e un sorriso dolcissimo su quello di Quinn mentre entrambe guardano l'entrata in scena di una ballerina/cantante bionda.

"Oddio! Ma è Brittany!" esclamo prima di notare che ero stata l'ultima a capirlo. Imbarazzata rimango in silenzio a osservare la ragazza ballare e cantare come solo lei riesce a fare.

What you got girl is hard to find
I think about it all the time
I’m all strung out, my heart is fried
I just can’t get you off my mind
Because your love your love your love
is my drug

Un bambino si stacca dal gruppo, si dirige verso Santana, la prende per mano e la porta di fronte a Brittany che continua a danzare e cantare facendo imbambolare tutti i presenti per la sua bravura. Quinn mi prende per mano e mi trascina per vedere più da vicino. Rabbrividisco al contatto con la sua pelle ma lei sembra non accorgersene.

I don’t care what people say
The rush is worth the price I pay
I get so high when you’re with me
But crash and crave you when you leave

Mi tiene ancora per mano quando la musica sfuma.

Hey, so I gotta question...

Santana sembra sull'orlo di svenire mentre Brittany le si avvicina, la prende per mano e si inginocchia davanti a lei. Tutti gli occhi sono puntati su quelle due bellezze così diverse ma ugualmente affascinanti. Cala il silenzio nel momento esatto in cui Brittany prende la parola.

"Santana, mi hai insegnato che nella vita ciò che conta davvero non è solo la reputazione o le chiacchiere della gente, ma essere sempre pronti a combattere per affermare le proprie idee. Mi hai insegnato che quando si tratta di Amore, nulla è impossibile. Non ricordo un solo giorno della mia vita in cui ero triste, come un piccolo panda, e tu non fossi lì al mio fianco per consolarmi. Per tutto ciò che siamo state e per ciò che spero saremo in futuro, ho una domanda per te: Vuoi diventare mia moglie?" sorride felice e palesemente emozionata mentre uno dei bambini si avvicina con una piccola paperella che aveva qualcosa di molto luccicante legata con un nastro azzurro al collo.

Mi ritrovo a piangere come un'idiota per la dolcezza della ballerina. Ancora con la mia mano in quella di Quinn che sorride e piange emozionata come me.

"Sì!" riesce a pronunciare finalmente Santana, allungando la mano per farsi infilare l'anello e facendo scatenare la folla in un applauso assordante. Scoppio in una risata fra le lacrime, felicissima per quelle due ragazze che, sebbene nessuno ci avrebbe scommesso, avevano dimostrato a tutti noi cosa significa davvero amare. Si abbracciano completamente prese l'una dall'altra. Poi Santana si allontana quanto basta per prendere il viso della bionda fra le sue mani e baciarla dolcemente per un interminabile, eterno, bellissimo momento.

Sopraffatta dall'emozione Quinn mi teneva ancora per mano, improvvisamente la ritrae e mi guarda con gli occhi spalancati. La sua espressione, da felice e emozionata che era, si trasforma in un misto fra colpa e spavento. Siamo già andate oltre il limite impostoci dalle circostanze. Sto per correre via il più velocemente possibile quando sento il mio nome.

"Rachel! Che bello vederti in questa splendida giornata!" esclama Brittany al settimo cielo per la buona riuscita della proposta.

"Brittany! Non sai quanto sono felice per voi. Congratulazioni!" le dico mentre ci scambiamo un abbraccio. "Quelli sono i tuoi allievi, vero?" indico i bambini che hanno ballato con lei e ora saltellavano quà e là su di giri.

"Si! Sono i miei angeli." risponde con un sospiro, sorridendo dolcemente mentre li osserva giocare. "Rachel, sei stata testimone di questo importantissimo episodio della mia, o meglio della nostra vita. Devi assolutamente essere la mia damigella d'onore!" mi propone entusiasta come se avesse appena avuto un'illuminazione divina.

"Oh Brittany, non saprei. Sai con i miei impegni, avrei pochissimo tempo per aiutarti a organizzare il matrimonio e la festa di addio al nubilato eccetera" blatero senza sosta cercando una scusa valida.

"Oh andiamo nanetta, ti aiuterà Quinn! Lei sarà la mia damigella d'onore e tu quella di Brittany, esattamente come la mia... futura moglie desidera" sentenzia Santana con enfasi sulle ultime parole, anche lei su un altro livello del piano celeste per la gioia. "Guai a te se provi a dire un'altra sola sillaba che non sia 'sì'!" mi minaccia tornando per un istante in sé.

Guardo Quinn che mi osserva imbarazzata toccandosi il collo. So che Santana sarebbe capace di qualsiasi cosa pur di accontentare la donna che ama. Alla fine mi decido, infondo che male può fare?

"Sì! Mi farebbe un enorme piacere farti da damigella Brittany." rispondo sorridendo. Sposto ancora lo sguardo su Quinn che abbassa la testa con un sorriso insicuro prima di abbracciare le promesse spose e congratularsi con loro. Santana l'allontana un po' guardandola negli occhi con fare minaccioso.

"Me l'hai fatta Lucy Quinn Clearwater! Avrei dovuto capire che c'era qualcosa sotto con tutta quella fretta per un gelato." poi sorride e l'abbraccia ancora.

Clearwater. Il mio cervello ci mette un secondo in più del mio corpo a capire cosa significa. I miei occhi sono già sulla sua mano sinistra, sul suo anulare dove magicamente noto uno splendido anello che sembra sommerso di diamanti. Quinn mi guarda dispiaciuta. Santana sposta lo sguardo velocemente da Quinn a me, intuendo che forse non avrebbe dovuto pronunciare quel nome.

"Ragazze si è fatto un po' tardi, devo vedermi col regista. Mi dispiace non poter rimanere di più. Ci sentiamo presto" dico con un fil di voce. Mi volto e mi allontano a passo spedito. Non so dove sto andando, ma ho bisogno di allontanarmi il più possibile da lì, da lei. Ed ecco che sento ancora quel brivido quando percepisco di nuovo il suo tocco sulla mia spalla. Quinn mi ha raggiunta e mi ha fermato.

"Rachel, mi.."

"No, Quinn! Non dire nulla ti prego. Devo andare" mi volto ma lei mi ferma ancora.

"Rachel devi ascoltarmi, giuro che ti rubo solo due minuti." il suo tono dispiaciuto mi convince ad ascoltarla. "Mi dispiace di non avertelo detto. Lo avrei fatto, al momento giusto."

"Quando? Quando me lo avresti detto? Al matrimonio?!"

"No, non avrei aspettato così tanto."

"Non voglio più vederti!" le urlo contro mentre sento il sapore salato delle mie lacrime.

"Ora non essere ingiusta Rachel!"

"Ti sei sposata Quinn! E non mi hai detto nulla." dico in preda alla disperazione

Il suo viso si fa duro improvvisamente, insieme al suo tono quando pronuncia

"Non potevo aspettarti per sempre" per poi voltarsi e lasciarmi sola con le mie lacrime.

 


Grazie per aver letto.
Commentate se vi fa piacere. A me ne fa molto ^^'

Mi potete trovare su Twitter a questo indirizzo.

Un abbraccio caloroso.

Ash
  
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