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Autore: JenniferTomlinson    30/08/2012    0 recensioni
Era il ragazzo più.. WOW che io avessi mai visto, non c'erano parole per
descriverlo, sembravano tutte troppo banali.

Se volete sapere di chi si parla... entrate e leggete!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Fuori pioveva. era una giornata di merda e io non avevo alcuna intenzione
di lasciare il letto. Mi alzai assonata più che mai,direzione... bagno!
Mentre mi trascinavo a fatica, come un bradipo in coma, inciapai su uno dei
tanti scatoloni che avevano invaso la mia stanza!
-Stupido trasferimento!- dissi calciando lo scatolone.
Percorsi il corridorio ancora vuoto e aprii sbattendo la porta del bagno.
Mi guardaii allo specchio, la tristezza aveva pervaso il mio viso.
Odiavo quella casa, odiavo quella città, rivolevo la mia vita.
mi sciacquai il viso, sperando che quel getto d'acqua mi risvegliasse da
quell'incubo.
A interrompere il rumore della pioggia e i miei malinconici pensieri
fu la voce irritante di mia madre:
-Jenniiiiiiii!! La colazione è pronta!!-
In quel momento dalla mia bocca potevano solo uscire parole poco eleganti, così
evitai di risponderle e mi diressi verso lo scatolone con scritto 'vestiti'.
Presi la prima cosa che mi capitò a tiro, felpa, jeans e via verso la giornata
di scuola più brutta della storia.
Decisi di scendere le scale giù per il corrimano, proprio come facevo nella
vecchia casa, e per dare un po' di sprint a una giornata che si prospettava
pessima.
-Alla buon'ora! Cos'è quella faccia?- disse mia madre girandosi verso di me.
Mi limitai a prendere la mia colazione e trasferirmi in salotto, dove rimasi
a guardare la finestra durante tutta la durata del pasto.
Mi diressi in camera e presi la mia catella semi vuota. Mi voltai verso la porta
e mi trovai la sagoma di mio padre che mi bloccava l'uscita.
-Se vuoi ti do uno strappo fino a scuola- disse con un sorriso innocente. Odiavo
quando usava il gergo giovanile! Lo scansai e mi diressi verso la porta di casa.
Una volta fuori afferai l'ombrello e raggiunsi mio fratello alla fermata dello
scuolabus. Per fotuna arrivò subito, non ero proprio in vena di ascoltare le
cazzate che diceva quel marmocchio di 11 anni.
Si spalancarono le porte e mio fratello si scaraventò emozionato dentro quella
scatola gialla con le ruote, mentre io ebbi appena la forza di trascinarmi su
quel corridoio lungo e stretto alla ricerca di un fottutissimo posto. Per un
paio di fermate potei concentrarmi solo sulla musica che pompava nelle mie
orecchie. Ad un tratto mi sentì toccare ripetutamente la spalla, mi girai e mi
ritrovai questa figura praticamente perfetta, era una Barbie formato gigante!
Stavo per chiederle cosa volesse quando la bambola cotonata mi stoppò con la
sua mano curatissima e mi disse: -Alzati subito! Quello è il mio posto-
La sua voce stridula faceva a pugni con il suo aspetto, ti veniva voglia di
scoccetarle la bocca. Mi alzai senza rimbeccare. Non ne valeva la pena. Mi andai
a sedere con arroganza vicino ad un biondino. Lui mi guardò con quegl'occhi color
oceano. Stranamente non mi dette addosso, anzi, mi salutò molto gentilmente. Io
ricambiai. -Non ti ho mai vista da queste parti, sei nuova?- mi disse con la bocca
colma di cibo. -Sì mi sono trasferita questa domenica. Comunque io sono Jennifer!-
-Piacere io sono Niall!- disse porgendomi la mano che aveva appena pulito sui
suoi pantaloni. Mi colpì la sua goffaggine che lo rendeva tenero. Era un ragazzo
molto loquace, in meno di 10 minuti, tempo di arrivare a scuola, e sapevo già
le sue origini, passioni e hobby. Io durante tutto il tragitto ebbi occassione
di dire solo 4 parole in croce, ma questo non mi dispiaceva. Avevo un nuovo
amico.
Una volta scesi da quella sottospecie di scuolabus, Niall mi accompagnò in
classe dove trovai già alcuni studenti che cazzeggiavano. Mi salutò e mi lasciò
in balia di quegli sconosciuti. Mi andai a sedere in un posticino in fondo alla
classe, e tirai fuori il mio telefono.

'5 messaggi'

Sapevo di chi erano, ma misi il telefono in tasca per paura che, leggendoli, delle
lacrime sarebbero potute scendere rigandomi il viso.
Passai le ore successive a guardare uno a uno i miei nuovi compagni. Sembravano
tutti così anonimi, senza personalità, tutti uguali e monotoni, nessuno che
spiccasse tra gli altri... Rivolevo la mia vecchia classe!!

Finalmente suonò la campanella della sesta ora, mi catapultai verso la porta,
ma sentii la voce profonda del professor Smith.
Mi girai con aria dubbiosa, 'cosa diamine voleva da me?!' pensai.
Mi fece segno di avvicinarmi e io ubbidii senza obbiettare.
-Come ben sa sua madre l'ha iscritta al corso di teatro, visto che lei è nuova
il signorino Styles le illustrerà come avviene il tutto
- disse lui molto
diplomatico.
'MIA MADRE COSAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA?!?!?!' pensai
rimasi con la faccia da pesce lesso per qualche secondo, avrei voluto mandare
a fanculo lui e il 'signorino Stili' o come si chiamava! Appena sarei tornata a
casa avrei scatenato la terza guerra mondiale.
I miei pensieri violenti vennero interrotti da Smith che mi indicò la porta.
Mi girai con fare aggrssivo, pronta a fulminare il ragazzo che mi avrebbe
accompagnata a teatro... ma, questo pensiero svanì appena i suoi occhi smeraldo
incrociarono i miei.
Era il ragazzo più.. WOW che io avessi mai visto, non c'erano parole per
descriverlo, sembravano tutte troppo banali.
Lui mi salutò con un sorriso a 32 denti, che gli fece apparire due fossette
irresistibili in quelle guanciotte color pesca.
Mi limitai a seguirlo cercando di rimanere calma e rilassata anche se era
evidente che quei ricci color nocciola, che lottavano contro la gravità, non
mi aiutavano.
Arrivammo in teatro e io non avevo ancora spiaccicato parola, 'che era successo
alla ragazza estroversa che socializzava con tutti?!' probabilmente si era persa
tra i suoi ricci!
Trovai ad attendermi una trentina di persone in cerchio, tra loro notai la
bionda cotonata che la mattina mi aveva chiesto "gentilmente" di liberarle il
posto. Vicino a lei c'era una sedia libera, ma vidi che la Barbie tamburellava con la mano
su quest'ultima guardando Styles, capii che avrei dovuto cercare un altro posto. Mi
cadde l'occhio su una sedia libera vicina a un ragazzo con un ciuffo alla 'Elvis Presley'. 

  
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