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Autore: TuttaColpaDelCielo    31/08/2012    2 recensioni
Non aveva mai imparato a vedere, nel buio luminoso del Paese del Sole.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Scorreva le date con le dita, stracciando fogli nella foga, con le unghie perfette dallo smalto rosa rovinato che graffiavano mordevano ferivano tutte quelle pagine crudeli – e così, ah!, così avrebbero imparato a farla impazzire ancora!
Ma quelle date non cambiavano, non cambiavano mai, e continuava a scorrerle senza trovare. Senza trovare nulla. Un modo. Una soluzione. Un motivo.
Perché, avrebbe voluto urlare, mentre frammenti rosa si staccavano dalle sue unghie che staccavano date che staccavano brandelli della sua mente già a pezzi.
Perché, avrebbe voluto urlare, mentre la luce buia del Paese del Sole mutava nel buio luminoso di una notte eterna che sarebbe finita presto. E non riusciva più a leggere, perché i suoi occhi non avevano mai imparato a vedere nel buio luminoso, ma quelle date rimanevano, lì, sulle pagine sotto le dita nella sua testa, a farla sentire sempre. Sempre più a pezzi. Sempre più intrappolata in un vortice continuo di buio vischioso che non lasciava. Non lasciava. Non lasciava scampo.
Perché, avrebbe voluto urlare, ma la voce si era persa in un quando di quell’infinito scorrere di date – e non lo ricordava nemmeno, quel momento in cui aveva smesso di gridare parlare sussurrare. Quel momento in cui le sue parole erano state inghiottite dallo scroscio della pioggia acida del Paese del Sole. Quel momento in cui era iniziata e finita ogni cosa, in quel vortice continuo di buio vischioso, con il pigiama leggero che lasciava scoperta la pelle e una fuga dalla fuga verso la fuga.
E le date scorrevano sotto le dita, inesorabili.
Era davvero passato tutto quel tempo? Era davvero esistito quello che millantava l’inchiostro? Un sole che era luce. Una pioggia che era acqua. Parole che poteva urlare, parole che poteva ascoltare.
Era davvero passato tutto quel tempo. Era davvero esistito qualcosa di bello.
Ma quello, allora? Quando era iniziato?
E le date scorrevano sotto le dita, con un ghigno dolce e maligno che non dava risposte.
Guardò fuori dalla finestra, verso la pioggia acida e il sole nero, oltre le imposte spalancate da cui filtravano lame di buio.
Era davvero passato tutto quel tempo.

Era tutto.
Era niente.
Era solo nella sua testa.

Era tutto.
Era niente.
Era morto.
   
 
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