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Autore: AlexisLestrange    31/08/2012    4 recensioni
La leggenda narra che la Ninfa Eco, una delle Oreadi che vivevano sulle montagne,
era solita parlare e cantare molto. La sua attitudine maliziosa scatenò l'ira della dea
Era, che la punì, togliendole la voce, permettendole solo di ripetere l'ultima sillaba
delle parole che le venivano rivolte...
Dedicata a Sedra Starr, la mia prima e unica Bitchester.
DISCLAIMER: Il titolo è ispirato all'omonima canzone dei Nightwish.
Genere: Comico, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
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- Questa storia fa parte della serie 'Supernatural - Season ½'
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«Ehi, Sammy» chiamò Dean, affrettando il passo per raggiungerlo. «Ti posso chiedere una
cosa?»


Lui si voltò a guardarlo, alzando le spalle. «Sì, certo, che c'è?» domandò, tranquillamente,
senza smettere di camminare lungo il sentiero che conduceva dentro alla foresta.


Dean sentì Leanne avvicinarsi silenziosamente alle loro spalle, mentre parlavano. «Sai, la
tua ricostruzione dei fatti era perfetta» cominciò, con un leggero ghigno. «Ma ancora non
capisco perchè un demone debba fare tutta questa fatica per un solo umano. Non è
normale, no? Eco poteva avere tutti gli uomini che voleva, perchè impegnarsi tanto per
Geoffrey?»


Sam attese qualche istante prima di parlare, e per alcuni lunghi secondi, non si sentì altro
che i loro passi cammiare tra rami e foglie secche.


«I demoni un tempo erano persone, no?» fece poi quello, lentamente. «E se
mantenessero le caratteristiche di quando erano in vita? Magari, amplificate, facendone
un'ossessione?»


«Vuoi dire che questa Eco, quando era una donna, era...» cominciò sorpreso Dean.

«Una persona che aveva bisogno di sentirsi amata» concluse Sam, osservando esitante la
sua reazione. «E se un desiderio così forte fosse riuscito a rimanerle addosso anche
dopo... anche dopo l'Inferno? E se lei ne avesse fatto il suo pensiero fisso?»


«Un po' come un fantasma, vuoi dire?» fece il fratello, ancora scettico.

«Qualcosa del genere» annuì Sam. «Forse, in questo modo, quando è venuta qui, l'ha
fatto solo per avere l'amore che non è riuscita ad avere in vita».


«Beh, sta facendo le cose in grande» commentò Dean, inarcando le sopracciglia. «E
spiegami un'altra cosa, hai capito anche chi possiede, quando non è dentro le coppiette di
scout?»


«Dentro nessuno» fece l'altro, e quando vide che Dean stava per replicare incredulo, si
affrettò a spiegare: «Non nel verso senso della parola, almeno. Senti, quando Eco e
Geoffrey sono... stati insieme, lei potrebbe aver lasciato una parte di sé dentro la bambina
che stava per nascere. In questo modo, una parte del demone è sempre dentro Sedra, e il
resto può restare in giro come vuole».


«Non ho mai sentito niente del genere» replicò Dean.

«Nemmeno io» fece il fratello, conciliante. «Ma è l'unica cosa che mi è venuta in mente».

«Capisco» ribatté l'altro, con un'alzata di spalle. «Ma c'è un'altra cosa che la tua brillante
teoria non spiega».


«E sarebbe?» chiese Sam, aggrottando le sopracciglia.

«Per quale motivo Sedra non parli» rispose Dean, aspettandosi di ricevere un'altra arguta
intuizione.


Il fratello, però, si limitò a scuotere la testa. «Non ne ho idea» ammise. «La questione non
coincide. Nella leggenda, è Eco a non avere la parola, no? Ma se il demone è riuscito a
fingersi Charlotte per così tanto tempo...»


«Allora lei parlava eccome» intervenne Leanne, che non si era persa una parola della loro
conversazione, avvicinandosi.


«Esatto» assentì Sam, sovrappensiero. «Mentre Sedra... non c'è nulla che non vada in lei,
no?»


«A parte l'avere sangue demoniaco nelle vene, intendi?» lo interruppe Dean sarcastico, e
a quelle parole Sam fece una smorfia. «Senza offesa, ovviamente, ma se questa cosa
l'avesse resa un po'... come dire... strana? Dopotutto, è sopravvissuta tanti anni da sola
nella foresta, no?»


Il fratello non sembrava per nulla convinto. Stava per replicare qualcosa, ma s'interruppe
di botto dal parlare, avvertendo qualcosa.


Tese le orecchie, e sentì qualcosa di lontano, come una voce, o meglio, le note di una
canzone.


«Sentite anche voi?» chiese Leanne, fremente.

«Ma che roba...?» comincò Dean, senza capire.

Più camminavano, più la voce si faceva forte. Era piacevole, aggraziata, dolce, e la
melodia che andava delineandosi con sempre più chiarezza era d'incredibile difficoltà e
bellezza. Aumentava di volume ad ogni passo, e ben presto furono in grado di decifrarne
le parole.


Oh, chi mai potrà lenire
la lenta mia agonia?

Se confinata resto
in un corpo senza voce
la voce senza corpo
saprà cos'è l'amore?


«Io... io la conosco!» boccheggiò Leanne, sorpresa. «Questa è una poesia di papà! Ethan
me la ripeteva sempre, l'aveva scritta poco prima di morire!»


Sam e Dean si scambiarono un'occhiata piena di significato.

Continuarono a camminare, seguendo la direzione che suggeriva loro il canto, e Leanne si
ritrovò a mormorarne le parole a bassa voce, accorgendosi sorpresa di conoscerle a
memoria.


«Oh, da sola sempre canto, l'eterno mio dolore» sussurrava, tra sé e sé, come ipnotizzata.
«Ma se qui ritornerai, nel prediletto nostro covo, farà il tuo calore, scongelare il cuore
mio?
Ma chi è che la sta cantando? Come fa a conoscerla?» fece, sbalordita, voltandosi a
guardare i due fratelli.


Dean scosse la testa, non meno sorpreso di lei, ma Sam sembrava avere in mente
qualcosa.


«Andiamo, in fretta» si limitò a commentare, cupo.

Ormai sentivano la voce fortissima, come fosse accanto a loro. Rallentarono il passo,
senza neppure essersi consultati, facendo meno rumore possibile.


Dovevano essere arrivati alla sorgente del canto: si scambiarono un'occhiata, poi Dean
scostò alcuni rami, e davanti a loro comparvero le immagini di due ragazzi, uno accanto
all'altro.


«Ethan!» boccheggiò Leanne, trattenendo il respiro.

Ma non era lui che gli altri due stavano guardando. Ossevavano a bocca aperta la fanciulla,
in piedi di fianco a lui, i lunghi capelli neri che le arrivavano fino alle spalle.


Era Sedra, e stava cantando.

   
 
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