Anime & Manga > Death Note
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Autore: MadLucy    31/08/2012    7 recensioni
Giappone, 2025. Nel vecchio quartier generale dell'SPK cresce una bambina, consegnata quindici anni prima da Mello al suo più acerrimo rivale.
Inghilterra, 2025. Un misterioso studente della Wammy's House parte per il Giappone, portando con sè un quaderno nero e una Shinigami petulante.
Usa, 2025. Un esperimento genetico iniziato nove anni prima, il cui scopo era creare un essere umano dall'intelligenza devastante, ha esito positivo.
Spagna, 2025. In seguito a una serie di barbari e atroci omicidi, una ragazza dagli occhi rossi viene internata in un manicomio.
E Death Note può ricominciare lì dov'è finito.
Genere: Generale, Malinconico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri personaggi, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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 Addio.






Winchester, Inghilterra.

Law ci mise pochi istanti a capire che qualcosa non quadrava.
Sbattè le palpebre perplesso, sondando con lo sguardo la valigia spalancata sul letto, in attesa che quel dettaglio decisamente stonato e storto venisse scovato al più presto.
Controllò la pila di camicie ripiegate accuratamente, le giacche senza una grinza e i pantaloni freschi di bucato. E ricontrollò. E ricontrollò, compiacendosi della linda esattezza di ogni particolare. Eppure... eppure c'era qualcosa.
Aggrottò la fronte frustrato, sul punto di svuotarla del tutto e ricominciare daccapo.
E poi, realizzò.
Non si trattava di un capo fuori posto, ma del silenzio. Dello strano lugubre silenzio che infestava come un morbo la camera.
Per un attimo, colto da un presentimento inquietante, pensò di controllare dove fosse la sua inquilina. Infine, scrollando le spalle, decise che non gli importava nulla -purchè si tenesse alla larga dalle valigie e la loro immacolata perfezione.
Non c'era molto altro da sistemarci all'interno. Nonostante dovesse liberare la stanza di ogni suo possedimento, vi rimaneva ancora spazio.
Law lanciò un'occhiata alle pareti spoglie e ormai anonime, con distaccata malinconia. Non riusciva a prendere il sopravvento in lui: impazienza ed euforia avevano la meglio, tormentando il suo animo senza pietà. Quello era sempre stato il suo rifugio, per quanto riuscisse a ricordare.
Lì, su quella scrivania, aveva scarabocchiato relazioni per ogni materia. Lì, su quel letto, aveva dormito per quindici anni. Lì, su quel muro, aveva inciso delle tacche per mostrare la sua progressiva crescita in altezza.
Ora, osservando la mobilia disadorna, si chiese quante cose stesse realmente abbandonando insieme alla sua vecchia casa. Quotidianità, conoscenze, un'infanzia.
Ma la verità, sempre più letale ed incombente, era che ormai alla Wammy's House lui non era più al sicuro; temeva che prima o poi i sospetti sarebbero iniziati a nascere. La stabilità fissa in un solo luogo non l'avrebbe aiutato. Quello era il momento di partire.
Un brivido d'emozione ed adrenalina sospirò ancora sulla sua pelle. Quante volte aveva cercato d'immaginare quel momento, quante volte l'aveva sognato, quante volte l'aveva desiderato?
Troppe.
Scostò lo sguardo verso lo specchio, si fissò per assopire i suoi pensieri tumultuosi. Il viso che vi era delineato aveva una pelle chiara e luminosa, zigomi alti e tratti tanto affascinanti e regolari da sembrare scolpiti. Fini capelli d'un biondo etereo baluginavano sulla superficie, ciocche setose ricadevano in ciuffi ordinati sulla fronte. Gli occhi castani e intensi splendevano, mentre le labbra si incurvarono in un sorriso.
-Cosa fai, ammiri la tua immensa bellezza?-
Law sorrise ancora. -Qualcosa del genere. Piuttosto, tu cos'hai combinato fino adesso? Non ti ho sentita per un po'.-
-Sono andata a prendere una cosa.-
Una figura apparve alle sue spalle. Il mantello viola scuro, che la avvolgeva interamente, era inconfondibile.
Il ragazzo sospirò, trattenendo l'esasperazione. -Non lo sai che rubare è un reato, nel nostro mondo?-
-Certo che lo so.- ribattè lei un po' offesa. -Ma non mi impedisce di farlo. Non sono mica un'umana.-
-Cos'hai... preso, stavolta, Rail?-
Lei sorrise, allegra. -Guarda un po'.-
Una delle sue scheletriche mani dalle lunghissime dita sfiorò appena un ciondolo, appeso all'orlo del mantello insieme a tanti altri. Era piccolo, rifinito di mille sfaccettature, rosa pallido. Un riflesso di luce si spostava fulmineo sul muro, ad ogni oscillazione del gioiello.
-Bello, vero?- proferì Rail orgogliosa.
Law roteò lo sguardo al soffitto. -Come ti pare. Chi era lo sventurato possessore?-
-Tanya, del secondo piano.- rispose la Shinigami annoiata, giocherellando con il nuovo gingillo.
-Significa che le lascerò una cospicua somma di denaro prima di andare.- decise lui, girandosi verso la valigia e chiudendo una cerniera.
Rail strinse gli occhi tondi, gialli come topazi. -Sei un bel tipo, tu. Non accetti un furto, ma ammazzi gente ogni giorno senza farti problemi!-
-Non uccido gente a caso.- relicò Law, stanco di quel discorso affrontato milioni di volte. Rail si divertiva a rinfacciarglielo ogni volta che le faceva comodo.
-A proposito, dove nasconderai il quaderno?- domandò lei, sistemandosi una delle sue lucide ciocche verdi con la punta dell'unghia.
Law si voltò pensoso verso il sottile volume rettangolare, posato sulla scrivania.
-D'ora in poi, rimarrà nel bagaglio a mano. Dopotutto, non c'è alcuna possibilità (nell'assurdo caso che lo esaminassero) che qualcuno possa ricollergarlo al Death Note del precedente Kira. Prima di tutto manca la scritta.- elencò, sollevando un dito. -Poi, non ci sono le istruzioni. Ma, cosa più importante, non vi è all'interno nessun foglio compromettente, dato che man mano che giustizio i criminali li strappo e me ne libero. Invece troveranno fogli bianchi ed altri, tolti da quaderni di scuola e sistematici dentro.- concluse.
Rail liquidò la spiegazione con un cenno impaziente. -Okay, okay. Adesso però raccontami di nuovo perchè andiamo proprio in Giappone.-
-Ma hai una memoria a breve termine?- sospirò il ragazzo. -Alloggeremo per una settimana, circa, da una mia zia che abita là. Non so granchè di lei, non la conosco nemmeno: ad ogni modo, si chiama Sayu Matsuda e vive nel Kanto. Mi basta.-
-Giappone? Non è dove stava quel tizio, quello che era il nuovo L... mmh...- Rail fece una smorfia, nel tentativo di richiamarne a mente il nome.
-Near.- annuì Law placido. -Già. Prima di partire mi sono assicurato che non potesse essermi d'intralcio. Pensavo, onestamente, che sarebbe stato un po' più difficile... E' bastato trovare delle vecchie foto e dei documenti negli archivi più inaccessibili della Wammy's. Ormai il vecchio River stava perdendo colpi, aveva fatto la sua. Era ora che si levasse dai piedi.- commentò con sfacciataggine, riconcentrando l'attenzione sul suo riflesso.
-Se non sbaglio, c'era anche una ragazza con lui.- gli ricordò la Shinigami, svolazzandogli attorno per impedirgli di guardare lo specchio.
Lui cercò di scansarla, innervosito. -Nate River mi doveva una vita... una vita molto importante. La mocciosa di Keehl mi è del tutto indifferente, non vedo perchè dovrebbe pagare. Tanto, se è una perdente quanto lo era lui, non c'è alcun problema.- Sogghignò tetro, con disprezzo. -Appena provasse a mettermi i bastoni fra le ruote, però, non esiterei a spedirla dritta dritta all'inferno, insieme al suo paparino.-
-La tua dolcezza è paragonabile solo al tuo intelletto, Law.- ironizzò Rail, mentre si spostava rassegnata per permettergli di rimirarsi, in un tintinnare di ciondoli. Se avesse dovuto descriverlo con tre aggettivi, avrebbe scelto vanitoso, arrogante... e tremendamente intelligente, doveva ammetterlo. Non aveva mai conosciuto un ragazzo tanto sveglio, fra gli umani (beh, nemmeno fra gli Shinigami, ma non ci voleva poi molto per superarli, cerebralmente parlando).
-E... dopo il Giappone? Dove andremo, che faremo?- insistette ancora.
Law fece un cenno vago con la mano. -Francia, Italia, Canada, Cina. Ovunque. Ci sposteremo parecchio, senza arrivare e partire dallo stesso aereoporto per non destare perplessità. In quanto agli zii del Giappone, sanno bene che gli studenti del mio orfanotrofio sono un po' particolari, e devono mantenere l'anonimato... nessuno immagina che loro conoscano la mia ubicazione. E mai lo riveleranno.- decretò con decisione. -In quanto a cosa faremo, la risposta è quella di sempre. Renderemo il mondo esattamente il luogo che dovrebbe essere, un regno dove la giustizia non sia solo un vago ideale. Ma l'unica, sola legge.-
-Sembra divertente.- approvò la Shinigami, con un sorriso agitato. Sarebbe stata la prima volta che lei e Law si sarebbero avventurati al di fuori della Wammy's House, nell'eccitante pericolo del mondo reale. Non potè fare a meno di lanciare un'occhiata malinconica alla sommità di un armadio ad ante, dove lei abitualmente passava i suoi pomeriggi a leggere romanzi rosa e vedere Beautiful (di cui era grande fan), mentre il ragazzo era impegnato a studiare.
-Mi spiace comunque lasciare tutto questo.- ammise tristemente, sicura che non avrebbe mai più visto quella stanza mai più.
-Lo so.- si limitò a rispondere Law. Ma saremo insieme, diceva quel silenzio.
Il loro legame era innegabile, dato che Rail era entrata nella sua vita quando aveva nove anni. Da allora era stata la sua unica vera amica, confidente, a cui aveva sempre potuto rivelare qualsiasi cosa, e più il tempo passava più l'uno si affezionava all'altra.
-In qualche modo ce la faremo.- comprese Rail, scrollando il mantello pesante di cianfrusaglie.
-Vedrai che andrà tutto bene.- confermò il ragazzo, afferrando la scomoda maniglia di legno della valigia. -Dopotutto, sei in buone mani.-


-Law, siamo davvero spiacenti di non averti più con noi.- Rachel, nuova direttrice della Wammy's House, chinò appena il capo. I capelli neri incorniciavano l'espressione di profondo rammarico disegnata sul suo volto. Il ragazzo biondo sorrise con cortese indulgenza, quasi si trattasse di un adulto che perdona l'ingenuità di un bambino.
Si domandò sarcastico a quali persone si riferisse la donna con quel plurale, più di circostanza che motivato. Gli altri studenti, che l'avevano sempre ignorato? I professori, per i quali non era stato altro che un allievo qualsiasi? No, tutti coloro ai quali sarebbe importato qualcosa di lui erano irrevocabilmente svaniti dalla sua vita, ancora prima di essere apparsi.
-Anche a me, naturale, ma ognuno deve trovare la sua strada prima o poi. Dico bene?- recitò con convinzione.
Rachel lo guardò da dietro le lenti degli occhiali squadrati, afflitta. -Spero solo che tu riesca fin da subito ad imboccare quella giusta.-
Oh, l'ho già fatto da un pezzo, non si preoccupi. Law si perse in chiacchiere che lui stesso formulò con disattenzione.
-Ormai ho diciassette anni, e mi sembra venuto il momento di scoprire cosa davvero voglio dalla vita e impormi dei traguardi. Il mondo è grande, devo trovare il mio posto. Questo è stato il mio inizio, ma non posso restarvi aggrappato per sempre.-
-Hai ragione. Sai, è difficile dire addio ad un ragazzo talentuoso come te.- rivelò lei, addolorata. -E sono pochi, non c'è dubbio. Davvero, sono sicura che saresti stato tu il nuovo successore di L, dopo la terribile tragedia consumatasi da poco.- Sospirò, come se il pensiero le risultasse insopportabile. -Però...-
-...però?- si permise di proseguire Law, incuriosito dalla pausa che ne era seguita.
Rachel era titubante. -Ecco, diciamo che è una faccenda... un po' complessa. Lo stesso L che ha nominato Near suo successore, ha lasciato nel testamento la volontà che, se fosse venuto a mancare, il titolo di L sarebbe dovuto spettare a... una determinata persona.- spiegò esitando.
Law tentò di mascherare quello che le sarebbe sembrato un interesse eccessivo. -Capisco. Non c'è alcun problema, non deve giustificarsi. Come potrei non rispettare la decisione di L?-
Rachel annuì triste. -Se questa era la sua volontà, senz'altro era la scelta migliore da prendere.-
Certo, era strano. In pratica, aveva nominato due successori. Quello più prossimo e un altro... ma non aveva senso. Poteva semplicemente sceglierne uno, fra Near e quest'altro.
Perchè allora inventarsi la storia del... successore successivo? No, non lo convinceva proprio per niente.
Apparte ciò, se esisteva un altro L avrebbe dovuto guardarsi anche da lui. Si ripromise di essere molto cauto.
Il ragazzo sollevò la sua valigia e, osservato un'ultima volta quell'ufficio dalle pareti grigio perla, allungò una mano per stringere quella della donna.
Lei ricambiò il gesto, sorridendo mesta. -Fai sempre ciò che ritieni giusto, Law, e credi in te stesso.-
-Ci può giurare.- Law pensò che non avrebbe mai potuto immaginare quanto fosse vero.
Uscì, con un passato da lasciarsi alle spalle ed un futuro tutto da scoprire, accompagnato dai saluti delle persone che avevano fatto parte della sua vita.
Uscì, e tutto potè avere inizio.


Kyoto, Giappone.


-Possiamo entrare?-
Quella voce, realizzò in ritardo, si stava rivolgendo a lei.
Marion socchiuse appena le ciglia impastate di lacrime versate a stento. Attorno a lei, il mondo rimaneva disgustosamente sbiadito e distante.
Avvertiva ancora un'infida sensazione di freddo, a scorrerle lungo la spina dorsale e le braccia. Proprio per quel motivo si era avvolta fra le coperte, ma non era affatto passata; la lana ruvida e pesante pareva non avere potere sulla sua pelle.
Sollevò la testa dalle ginocchia, con la sensazione di essere rimasta in quella posizione per anni. Poi fissò la porta, indecisa e stanca.
-Sì.- bofonchiò infine, grattando gli ultimi rimasugli di voce nella sua gola.
Dopo qualche secondo, Lidner e Gevanni vi fecero capolino. I loro volti, così familiari eppure improvvisamente estranei, ebbero solo il potere di rigettare nella sua testa un'onda devastatrice di ricordi sempre più precipitosi e vividi.
Marion deglutì, provando l'impulso esigente di scappare a perdifiato via di lì. Si inginocchiarono davanti al suo letto.
-Hai fame? Ti ho portato qualcosa da mangiare.- offrì Lidner con gentilezza, indicando il vassoio che stringeva. Budino al cioccolato, un piatto di biscotti e un bicchiere di latte.
Aveva lo stomaco chiuso. Annuì con la testa di malavoglia, sapendo che così non si sarebbero preoccupati, e prese un biscotto evitando i loro sguardi.
Sotto i suoi denti, era sabbia. Non ne sentì nemmeno il sapore.
-E' dura, Marion, è durissima. E' una delle prove più grandi che la vita ti chiede di affrontare.- tentò Gevanni a disagio. -Ma lui non avrebbe affatto voluto...-
-Oh, vi prego, non iniziate con questi discorsi. Ormai nessuno potrà mai sapere cosa lui avrebbe voluto o no.- esplose, senza riuscire a trattenersi.
Il silenzio che ne seguì fu imbarazzato e sospeso, quasi che tutte le parole che si sarebbero potute pronunciare sembrassero patetiche.
Ed era così. Marion non voleva che parlassero, non voleva che dicessero niente. Perchè non c'era più niente da dire.
-Il funerale è domani. Mi spiace, ma non credo sia il caso che tu venga. Sarebbe terribile, e non sei in condizione di assistere.- spiegò Lidner a voce bassa. Poi le carezzò i capelli biondi, affettuosamente.
-L'avete... l'avete già portato via?!- gemette Marion, incredula. -L'avete... perchè? Io volevo...-
-Sarà sicuramente meglio se in futuro serberai il ricordo di lui da vivo, non credi?- ribattè Gevanni pacatamente.
La ragazza non rispose, sconvolta. -Portato via...- bisbigliò. -... in una bara?-
I loro occhi tristi e rassegnati furono un chiarimento più doloroso di una pugnalata. Le sfuggì un singhiozzo silenzioso, che represse immediatamente.
Non riusciva ad immaginarlo ad occhi chiusi, vestito di nero, con le mani giunte sul petto come tutti i cadaveri. Non riusciva ad immaginarlo sotto terra per l'eternità. Non accettava l'idea di lasciare che i vermi lo divorassero, senza fare nulla. Le sembrava molto più logico mettersi ad urlare di tirarlo fuori di lì.
Lo voleva accanto, non sepolto a metri e metri dal suolo. Lo voleva vivo, e lì ogni pensiero turbinava nella più sconclusionata follia.
-E' stato lui. E' stato Kira.- sussurrò Marion, sicura che continuando a parlare sarebbe prima o poi scoppiata a piangere. Stando zitta era molto più semplice controllarle.
Gevanni strinse gli occhi risoluto. -Riusciremo a fermare anche questo, in un modo o nell'altro. Vedrai.-
-Ci siamo messi a disposizione del nuovo L.- aggiunse Lindner. -Dobbiamo contattarlo al più presto.-
Marion chiuse gli occhi. -Non c'è tempo da perdere. Non pensarete mica che me ne stia in disparte a guardare, vero? Io farò la mia parte. Anzi, noi la faremo. Io e Harmony e Craig.-
Lidner e Gevanni non ebbero il coraggio di contraddirla. Ovviamente ritenevano più sicuro tenerla lontana da questa faccenda, ma... quando si metteva in testa una cosa, non c'era modo di farle cambiare idea nè ordini che potessero fermarla.
Il sentimento che accomunava tutti e tre era, in quel momento, il disorientamento che la perdita di Near aveva causato. Il lavoro, le indagini non sarebbero più stati gli stessi, con un nuovo L. Ma la vita continuava, l'altro Kira era ancora in libertà. E andava fermato, a qualunque costo.
-Ora andate, voglio stare un po' sola.- ordinò Marion con voce pallida.
Entrambi si alzarono. Lidner lasciò il vassoio sul letto e la baciò sulla fronte, prima di andare.
Usciti, si chiusero la porta alle spalle. Gevanni sospirò.
-Pensi che si rimetterà?-
-Ma certo.- mormorò la donna. -E' figlia di suo padre. Niente può scoraggiarla.-
-Chi l'avrebbe mai detto, che sarebbe stata la figlia di Mello a piangere Near?!- commentò il moro, mentre si allontanavano nel corridoio. -Pensando a quanto lui lo odiava...-
Lidner gli lanciò un'occhiata severa, ammonitrice. -Questo Marion non lo dovrà sapere mai.- sibilò minacciosa.
-Altrimenti soffrirebbe ancora di più.- concordò Gevanni. -Adesso contattiamo L?-
Lei annuì senza entusiasmo. -Contattiamo L.-




































Note dell'Autrice: Et voilà! Ho cercato di aggiornare il prima possibile, dato che fra un po' inizia scuola... ne approfitto, adesso che ho più tempo!
Come vedete, qua ci sono le risposte ad alcune domande e nuovi interrogativi. Per esempio, chi sarà il nuovo L? Eheh, temo che dovrete leggere il prossimo capitolo per scoprirlo! Inoltre entreranno in scena anche altri personaggi.
Ho come l'impressione che Law non starà simpatico a tanta gente... Un po' come Light. ^-^ Ah sì, Law ovviamente non è il suo vero nome, ma un soprannome datogli alla Wammy's.
Con questo ho finito. Sono molto curiosa di sapere che cosa ne pensate del capitolo e dei personaggi!
Lucy
  
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