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Autore: Axel8    31/08/2012    1 recensioni
[http://it.wikipedia.org/wiki/Disney]
"Cronache di un mondo Disney" è la prima storia originale di Impero Disney, dove i personaggi sono gli stessi dei nostri amati film d'animazione! L'idea è venuta al sottoscritto, vedendo una recente serie televisiva fantasy, ed ha avuto subito l'illuminazione e si è buttato a scrivere! Scritta dal mod Axel
Genere: Avventura, Fantasy, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Fu quando iniziò a sentire la salsedine tra i capelli che intuì di aver raggiunto la capitale.
Questa città infatti era stata interamente costruita su un lunghissimo promontorio, che dalla linea della costa si inoltrava nel mare per molti chilometri.
Quando gli antichi si spinsero così a sud, chiamarono questo posto finisterrae, la fine delle terre, oltre il quale esisteva solo una immensa distesa di mare.
Il Cacciatore avrebbe preferito mille volte trovarsi in quella distesa d’acqua, piuttosto che nel caos umano della periferia della città.
Ormai era entrato nell’ultimo tratto della strada Maestra, quello urbano.
Dal punto di costruzione della quinta cerchia di mura, la strada divenne lastricata di piccoli mattoni dorati, sempre tenuti a lucido, che splendevano al sole abbagliante del sud.
E come ogni grande via di ogni grande città che si rispetti, concentrava in sé tutte le manifestazioni e le attività della città.
Vi si poteva incontrare ogni genere di persona esistente, proveniente dalle più disparate città del continente: Mediani che vendevano i loro prelibatissimi cibi e vini, mercanti d’arte che esponevano i loro mille mila articoli contraffatti provenenti da Ocnet, i mercanti d’oro dell’Ovest, poi pescivendoli, fabbri, macellai, librai, aedi, ogni possibile categoria umana era lì presente.
Giunse al primo presidio cittadino della Guardia Reale, lungo la quarta cerchia di mura.
Stesso rito e stessi elmi ridicoli di sempre.
Ne avrebbe dovuti passare altri 3, più un quarto prima di entrare nel castello.
Sinceramente trovava superflua tutta quella sorveglianza, facilissima da beffare tra l’altro, cosa che puntualmente succedeva.
Ma lui, essendo al servizio della Regina... E del Re, doveva fare tutto secondo il protocollo.
Passò davanti alla piazza principale, con l’imponente basilica della Nostra Dama.
Spiccava vistosamente da tutti gli altri palazzi della città per le sue pietre scure, le guglie e gli archi rampanti.
Le due torri gemelle incorniciavano il gigantesco rosone che campeggiava sulla facciata.
Il portale d’ingresso era sorvegliato da altissime statue di marmo scuro, osservavano le persone entrare.
Al di sopra di tutte, davanti al rosone, la statua della Nostra Dama scrutava la città con i suoi occhi di pietra, e nulla sfuggiva.
Pian piano che s’inoltrava nella giungla artificiale della città, iniziò ad intravedere i castello.
Stretto all’interno di una cinta di grandi bastioni, le sue torri dai tetti blu s’innalzavano verso il cielo, con una forma allungata che dava l’idea di leggerezza.
Oltre la cinta di base, c’era la reggia vera e propria, fatta di una pietra leggermente più chiara dei bastioni, s’innalzava come un grosso edificio rettangolare, sormontato da torri, torrette, vetrate, cuspidi e guglie, tra cui la più alta, la Lancia del Sole, era interamente dorata.
Più lo guardava, più dava l’idea che fosse appena uscito da una fiaba.
Eppure, da quando era stato costruito non era stato mai preso.
Mentre ammirava distratto il castello, sentiva su di sé una sensazione di gelo.
Alzò lo sguardo sulle torrette della reggia, e sentiva che da una di quelle finestre la Regina lo aveva già visto.
Ormai altri due presidi erano passati, si stava avvicinando.
Lo sguardo di lei sempre più piantato dentro di sé.
Si ritrovò ad avere i brividi.
Magari era solo tutta una sua invenzione mentale, eppure lo sentiva vivo, come se fosse lì davanti.
Quella donna le incuteva timore.
Lui, il Cacciatore, nella sua vita aveva vissuto ogni tipo di esperienza, eppure solo lei gli inculcava quel terrore primordiale.
Ora che ci pensava, molto simile a quello provato nella foresta.
Forse troppo.
Allontanò i pensieri, ormai era arrivato al castello.
La Guardia Reale compì, di grazia, l’ultimo controllo ed entrò.
Passò il cortile interno, per entrare subito nella Reggia.
Per un attimo gli parve di sentire lo sciabordio del mare, poi le porte si chiusero dietro di lui e lo accolse un lungo silenzioso corridoio di pietra, soffitto a volte, altissimo, con stendardi gialli e verdi della famiglia della Regina, arancio e rossi de Re.
Attese davanti al portale della sala del trono, finché non gli venne comunicato che la Regina lo avrebbe accolto nel salotto privato.
Fu condotto dai domestici per sontuose scalinate, corridoi lunghissimi, ed infine una ripida scala a chiocciola che si avvitava all’interno di una delle torri.
Arrivato nella in cima, la porta si chiuse dietro di lui, e poté vedere dalle grandi vetrate l’intera Capo Disney, co la strada Maestra brillare d’oro e snodarsi tra la fitta rete di case, stretta tra il mare.
Le pareti della stanza erano coperte da scaffali di libri, il pavimento coperto da un’enorme tappeto verde e giallo, con il toro rosso al centro, stemma della casata; ed infine il grande caminetto isolato sulla parete di fondo, lontano dai libri e dal tappeto per evitare ogni possibile rischio d’incendio.
Una parte della parete accanto al caminetto ruotò, svelando un passaggio segreto, da cui uscì la maestosa figura della regina.
Nella sua verde veste di leggerissimo lino, trapuntata d’oro, splendeva di una bellezza temibile.
Si sedette dietro il tavolo posto al centro.
“Ti vedo solo”.
Era lei.
La Regina.
Grimilde Borgia.
  
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