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Autore: Sofy_m    31/08/2012    8 recensioni
Dal testo:
-Non dividerò la stanza con te, Martha e Alexis vanno bene, ma non dormirò con te...
-Detective, perchè pensa sempre male di me?
-...e devi smetterla di chiamarmi Kate!
Castle sbuffò. -Sei un mostro, vuoi rovinarmi tutto il divertimento?

Beckett accetta di partire per una vacanza con la famiglia Castle in un'isoletta sperduta in mezzo all'oceano indiano.
Spiaggia, mare, sole... sembra quasi un paradiso.
Ma loro sono pur sempre una detective della omicidi e uno scrittore di gialli, no?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alexis Castle, Kate Beckett, Martha Rodgers, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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capitolo 17


Sfida.



-Sei una strega Kate Beckett, una vera strega.
La detective rise mentre lo scrittore le sbottonava lentamente la camicia, continuando a guardarla ammaliato. Le diede un dolce un bacio sulle labbra prima di scendere a baciarle il collo. Dio, quanto amava il suo profumo! Un misto tra ciliegie e Kate Beckett, dolce ma allo stesso tempo forte, pungente. Unico. Avrebbe voluto imprimerlo nella sua mente e non dimenticarlo più.
Con le mani, accarezzandola leggermente, fece cadere a terra la camicia ormai aperta, per poi stringerla a sè e passare a baciarle il seno.
-Rick...- sospirò lei piano.
-Dimmi.- rispose lui con un sorriso tornando a guardarla.
Kate iniziò a sfilargli lentamente i pantaloni mordendosi il labbro inferiore, sorridendo maliziosa e ammirando il corpo nudo dell'uomo. -Dovremmo entrare in mare...
-Ora, detective, io avrei un'idea migliore...
La donna alzò gli occhi al cielo scuotendo la testa divertita. -Mi dispiace Castle, prima dovrai imparare a nuotare.- si tolse le mutandine lasciandole cadere nella sabbia e si voltò verso il mare. -Allora, andiamo?

-Avanti Castle! Non è così difficile!
Lo scrittore sbuffò per l'ennesima volta. -Non ce la faccio!
-Non ci stai neppure provando!- si lamentò Beckett alzando un sopracciglio. Erano entrati in mare da più di mezz'ora, ma non c'era stato alcun miglioramento, Castle non voleva neppure staccare i piedi da terra.
-Ho paura di affogare!
-Primo, l'acqua è bassa. Secondo, non ti sto chiedendo molto, solo di stare a galla. Terzo, se sei così scemo da rischiare di affogare ci sono io. Quindi stacca quei piedi da terra!- gli ordinò mettendosi le mani sui fianchi.
-Scordatelo!
-Lo sai che potrebbe arrivare un granchio e pizzicarti, vero?
Rick aprì bocca per ribattere ma non ne uscì niente. Kate sorrise vittoriosa.
-Vedi, è proprio per questo che non mi piace il mare. E' sempre qui, pronto a fregarti, in un modo in un modo o nell'altro...
La detective sbuffò trattenendo una risata. -Sei sempre il solito bambino!
-Non è colpa mia!- si lamentò lui.
-No.- rispose Kate sarcastica. -Hai ragione, è colpa mia.- scosse la testa fermandosi a guardarlo. Era in piedi di fronte a lei, l'acqua gli arrivava al petto, e aveva uno sguardo abbattuto in faccia. -Ok, te lo rispiego. Devi portare avanti un braccio alla volta e battere le gambe, chiaro? Guarda.
La detective si immerse nell'acqua limpida iniziando a nuotare a stile libero. Quando era piccola i suoi genitori le avevano fatto fare alcuni corsi quindi se la cavava piuttosto bene. -Ecco, visto?- disse riemergendo e voltandosi a guardarlo.
Ma Castle aveva lo sguardo perso sul suo corpo e un'aria sognante.
-CASTLE!- lo richiamò. -Rimani concentrato almeno!- niente, era un caso perso.
L'uomo si riprese e scoppiò a ridere, avvicinandosi a lei. -Siamo in mare, da soli, bagnati, e tu sei completamente nuda davanti a me. E mi stai chiedendo di rimanere concentrato?- rise e le cinse i fianchi con un braccio, attirandola dolcemente a sè. -Dubito di esserne capace.- disse facendo strusciare il proprio bacino contro quella della sua musa.
-Oh...- Kate si lasciò scappare un forte gemito, sentendo il membro duro dell'uomo preme contro di lei. Appoggiò la testa alla spalla del suo partner mentre ansimava piano. "Balena bianca" l'avevano soprannominato nei quartieri alti. Soprannome azzeccato, dannatamente azzeccato, pensò.
-Rick...- la detective tremò, mentre lui continuava a sfregare piano contro di lei, e gli strinse le braccia al collo.
-Vedi Kate, questo è l'effetto che mi fai.- le sussurrò con la sua voce calda iniziando a massaggiarle il seno con le mani e a baciarle il collo.
Beckett lasciò andare la testa all'indietro mentre il suo respiro si faceva sempre affannoso. -Oddio Rick...
Castle sorrise soddisfatto contro la sua pelle, amava vederla perdere il controllo tra le sue braccia, a causa dei suoi tocchi. Era una cosa che lo faceva sentire incredibilmente potente, che lo mandava in estasi.
-Quanto sei bella, Kate.- le disse dolcemente muovendo i fianchi più velocemente e facendo scendere lentamente una mano.
-Rick, ti prego...- singhiozzò lei.
-Non dovevi insegnarmi a nuotare?- le chiese divertito mentre le succhiava e baciava dolcemente un seno, percependo la salinità del mare mista al sapore della sua pelle.
La sua musa gli affondo le unghie nelle spalle. -Castle...
-Dimmi!- disse mentre la sua mano sfiorava la detective nel suo punto più sensibile.
-Per favore...- lo supplicò.
-Per favore cosa?- le sussurrò mordendole il lobo dell'orecchio.
-Rick...- gemette mentre le mani dello scrittore scendevano sul suo fondoschiena e le labbra tornavano sul suo seno.
-Dillo.
Beckett sbuffò frustrata. -Ti odio!
Lo scrittore si allontanò di colpo. -Ok.
La detective gli lanciò un'occhiataccia facendo un passo in avanti. Si aggrappò alle sue spalle e gli allacciò le gambe ai fianchi, mordendogli le labbra con forza e leccandogliele sensualmente. -Ti voglio, ti voglio, ti voglio; ora, subito! Adesso che sei contento smettila di fare il cretino.
Castle sorrise vittorioso mentre le afferrava i fianchi. -Bastava dirlo detective.- disse prima di entrare finalmente dentro di lei. 

-Castle, stai facendo pancakes per un esercito!
Musa e scrittore erano tornati nella loro suite dopo aver guardato l'alba insieme stretti l'una tra le braccia dell'altro seduti sulla sabbia e ora Rick stava preparando la colazione.
-Ehi, secondo Esposito sono un modo commestibile per ringraziare per la notte trascorsa insieme! E questa è stata una notte fantastica, quindi devo farne tanti!- si giustificò.
-Sì, ma se fai troppi non li mangerà nessuno!- si lamentò la detective. Tornata in camera si era fatta una doccia veloce e tornando in salone se l'era ritrovato ai fornelli con una pila di pancakes sul tavolo già pronti.
-Tranquilla, ci penso io in caso. Nuotando mi è venuta fame.
Beckett scoppiò a ridere. -Nuotando?!?!?! Castle non hai neppure provato a nuotare!
Lo scrittore spense il fornello e si voltò guardandola dolcemente. -Sì, hai ragione. Allora diciamo che fare l'amore con te, cosa sicuramente molto più bella che nuotare, mi ha fatto venire fame.- rispose porgendole un piatto e una tazza di caffè.
Kate arrossì sorridendo. -Grazie.
Castle addentò un pancake. -Quindi, amore mio, non dovresti essere affamata anche tu?- chiese perplesso.
La detective sentì le farfalle nel suo stomaco e il cuore perdere un battito. Alzò la forchetta e gliela puntò contro. -Chiamami "amore mio" in pubblico e ti spezzo le gambe, chiaro?
L'uomo annuì spaventato. -Limpido!
-E comunque io non ho intenzione di ingrassare come ha fatto qualcuno qui negli ultimi tempi!- lo prese in giro.
Rick la ignorò. -Ehi, aspetta! Hai detto "in pubblico"! Quindi quando siamo soli posso chiamarti amore mio! Fantastico!
-Castle smettila di dire sciocchezze e muoviti a mangiare! Tua madre e tua figlia ci aspettano in spiaggia fra venti minuti!- rispose lei alzandosi dal tavolo della cucina.
Lo scrittore sorrise felice. -Ai tuoi ordini amore mio!

Quando arrivarono in spiaggia trovarono Alexis e Martha distese al sole che li aspettavano.
-Madre, figlia, buongiorno!- le salutò Castle posando un bacio sulla guancia ad entrambe.
-Buongiorno padre!- lo salutò la ragazza dai capelli rossi alzando gli occhiali da sole. -Ciao Kate!
-Ciao Al!- la detective rispose con un bel sorriso. -Com'è andata ieri sera?- chiese curiosa.
-Molto bene, mi sono divertita con Riley, è davvero carino e simpatico. E no papà,- aggiunse notando l'espressione dello scrittore. -non ha fatto nulla di male. Abbiamo ballato e chiacchierato, poi sono tornata in camera.
Rick alzò le mani. -Tranquilla, non mi interessa, mi fido di te Al.
Sua figlia sorrise. -Ok. Kate verresti a fare una nuotata con me?- chiese poi a Beckett.
-Oh, mi dispiace Alexis. Vorrei restare qui a prendere un po' di sole.
-Ok, non importa, andrò da sola.
Rick mollò tutto a terra. -Ehi, aspettami! Vengo anch'io!
La giovane Castle si voltò sconvolta. -TU?!?! In mare?! Ma stai bene?
Suo padre scrollò le spalle innocentemente guardando Beckett negli occhi. -Diciamo che... ho riconsiderato il mare.- disse sorridendo malizioso.
La detective arrossì e abbassò lo sguardo.
Alexis li guardò per un attimo, poi scosse la testa. -Grazie, ma per favore, non scendete nei dettagli, non li voglio sapere!- disse entrando in acqua.
Lo scrittore si avvicinò alla sua musa ridacchiando e le diede un bacio sulla fronte. -Ti amo.
Beckett sorrise. -Ti amo anch'io.- rispose posandogli un bacio sulla guancia, prima di stendersi di fianco a Martha e guardare il suo partner allontanarsi.
Poco prima di entrare in acqua Castle si voltò verso di lei. -Ah tesoro, le storie imbarazzanti che mia madre ti racconterà adesso sono tutte false!
Kate lo fulminò con lo sguardo mentre la donna ridacchiava. -Non importa, tesoro.

-Beh, sono contenta di potervi finalmente fare le mie congratulazioni!
Beckett, distesa sul suo sdraio, arrossì. -Cosa?
Martha sorrise scuotendo la testa. -Oh tesoro, non pensare di potermi fregare così anche oggi! Si vede subito dalle vostre facce che è successo qualcosa ieri sera o stanotte, che è cambiato qualcosa, finalmente!
Kate sorrise imbarazzata. -Martha...
-Kate, grazie davvero. Avevo visto quel sorriso sul volto di mio figlio solo una volta prima d'ora, quando aveva tenuto in braccio Alexis per la prima volta. Tu ora sei riuscita a farlo rinascere, grazie.
-Oh...- la detective era rimasta senza parole. -Ecco, io... prego...
-Kate, tu sei felice?
-Sì.- rispose all'istante. -Sì. Amo tuo figlio come non credevo neanche fosse possibile. E' incredibile... Mi sono sempre tenuta alla larga dall'amore, ho sempre avuto storie "false"... Poi è arrivato Rick e ha sconvolto tutto. Pensavo di voler bene a Demming ma vedere tuo figlio insieme ad altre donne mi distruggeva, pensavo di amare Josh ma in realtà volevo lui, lui è quello che, senza rendermene conto, avevo sempre cercato.
La madre dello scrittore sorrise felice. -E lui ama te come non ha mai amato nessun'altra, te lo posso assicurare.- sospirò. -L'altra mattina, quella dopo la prima volta che avete dormito insieme...- disse.
Beckett annuì.
-Lì ho capito quanto ti ami. Ha detto di essere rimasto sveglio tutta la notte ad osservarti dormire senza sfiorarti, e quando gli ho chiesto per quanto era disposto ad aspettarti mi ha risposto "anche tutta la vita se serve".
La detective sentì i suoi occhi inumidirsi. -Non me lo merito così tanto, non dopo tutto il male che gli ho fatto.
-Tesoro, voi vi siete fatti del male a vicenda per troppo tempo, ma ora siete felici, è questo che conta.
-Grazie, grazie davvero. Hai cresciuto un uomo straordinario.
La donna sorrise. -Grazie Kate. Ah, guarda chi arriva.- aggiunse alzandosi. Castle stava uscendo dal mare in quel momento, dirigendosi verso di loro. -Io vado a fare una passeggiata!
-Ehi Kate!- la salutò Rick raggiungendola e chinandosi per baciarla dolcemente. -Devo preoccuparmi molto per ciò che ti ha detto mia madre?- chiese poi sdraiandosi vicino a lei.
La detective si voltò leggermente per poterlo guardare negli occhi e prese un profondo respiro. -Ti amo. Molto più di quanto tu possa immaginare e molto più di quanto io abbia mai fatto, davvero. Non so quando me ne sono resa conto, se la prima volta che ho visto i tuoi occhi alla festa, se quando te ne sei andato con Gina o quando mi hai confessato di amarmi al funerale; ma ti amo. Grazie per non esserti arreso e non aver mai mollato. E questa notte è stata la migliore della mia vita.- disse velocemente arrossendo.
Lo scrittore era rimasto senza parole. Le prese il viso tra le mani e la baciò dolcemente a lungo. -Mia madre ti ha riferito cosa le ho detto l'altra mattina, vero?- sorrise. -Ti amo anch'io Kate, e anche per me è stata la notte migliore della mia vita!
Kate annuì abbassando lo sguardo.
-Che c'è?- chiese confuso.
-Niente Rick...- rispose lei scuotendo la testa.
-Kate...
-Niente, davvero!
Castle le sollevò il mento costringendola a guardarlo. -Dimmi.
Lei sospirò. -E' solo che... tu hai avuto Meredith... e Gina... e tutte quelle altre donne... E io ho paura che...
Il suo partner si stupì. -Kate, hai paura di non essere stata alla loro altezza?!- domandò sconvolto.
La sua musa annuì debolmente.
-Kate, io non ho mai amato nessuna di loro veramente, non ho mai desiderato una di loro come desidero te. Loro erano solo un gioco, un modo per riempire il vuoto nella mia vita. Poi, sei arrivata tu ed è cambiato tutto. Ti sei presa ogni cosa. Il mio cuore, la mia mente, la mia anima. Ti appartengo completamente.
Non sai quante volte ho sognato noi due insieme; e scrivere di Nikki e Rook era un modo per sfogarmi. Stanotte... è stato perfetto. Non mi ero mai sentito tanto vivo, felice e in pace con me stesso. Nessuna era mai riuscita a farmi provare certe sensazioni, nessuna mi hai mai fatto l'effetto che mi fai tu. Prima di stanotte non avevo mai capito cosa significasse fare l'amore con una persona. E perciò ti devo ringraziare. E non paragonarti a tutte le altre, perchè tanto vinceresti senza dubbio.
Beckett sorrise con le lacrime agli occhi. -Grazie scrittore.
Castle la strinse forte a sè. -Io invece devo temere il confronto con il dottor motocicletta e Demming?- chiese preoccupato.
Kate scosse la testa ridendo. -No, direi che sei stato piuttosto bravo.
-Solo piuttosto?!- si lamentò. -Non va affatto bene! Sei vuoi sono pronto a darti un'altra dimostrazione!- propose speranzoso.
La detective scosse la testa divertita. -No.- rispose alzandosi in piedi. -Però ho un'idea migliore!
-Cioè?- domandò Rick entusiasta.
-Andiamo a parlare con Harada!
Il sorriso sul volto dell'uomo si spense. -Speravo in qualcosa di più eccitante.

-Oh avanti Rick, smettila di lamentarti!
Castle e Beckett stavano camminando verso la stazione di polizia dove era stato rinchiuso il cella il giapponese. -Vedrai che scopriremo qualcosa di interessante! E comunque pensavo ti piacesse seguirmi nei casi!- lo accusò.
-Sì, quando siamo a New York con una squadra e non in un'isola, in vacanza, dove potremmo fare dell'altro.
La donna sbuffò alzando gli occhi al cielo. -Purtroppo siamo finiti in un'isola con un assassino!- disse spingendo la porta ed entrando nell'edificio. -Salve signor Harada, siamo venuti per farle...- Kate si bloccò improvvisamente con lo sguardo fisso davanti a sè, lasciando che l'agenda e la penna le cadessero dalle mani.
Castle era poco dietro di lei. -Ehi, che succede?- domandò confuso raggiungendola. -No.
Tatsuo Harada era disteso davanti a loro nella sua cella con una ferita da arma da fuoco sul petto.
-No.- ripeté lo scrittore.
A quel suono la detective parve risvegliarsi. Corse velocemente verso il corpo dell'uomo, cercando di capire cosa fosse successo. -E' morto, ferita da arma da fuoco, sembrerebbe una nove millimetri... Castle stai fermo lì, non ti muovere!- aggiunse vedendo che il suo partner aveva fatto un passo in avanti. -Dallo stato del cadavere penso sia morto tra le sette di ieri sera e l'una di questa mattina. La porta della cella era aperta, l'assassino doveva avere le chiavi. Non ci sono segni di lotta. Vedi qualche indizio?
Rick si guardò intorno. -Niente impronte, capelli o segni. Nessun oggetto fuori posto.
-Ok.- rispose voltandosi a guardarlo.
-Perchè?
-Non lo so, non riesco a spiegarmelo. Ma questo significa che c'è un altro assassino sull'isola, o che ci siamo sbagliati.- mormorò lei.
-No, aveva ammesso di aver ucciso quelle persone.- obiettò Castle.
-E' questo che non capisco. Forse aveva un complice? Ma allora perchè non parlarcene subito? E poi tutte queste persone collegate sulla stessa isola... questa cosa mi puzza.
-Che facciamo adesso? Lo diciamo agli altri?
Beckett scosse la testa. -No, per ora no, faremo finta di nulla, ricordati che uno di loro è l'assassino. Indagheremo senza che loro lo sappiano, sarà più facile.
-E con lui?- chiese lo scrittore indicando il cadavere.
-Possiamo solo lasciarlo qui.- rispose lei uscendo seguita da Castle. -Ok,- disse dopo aver chiuso la porta. -torniamo alla nostra camera e vediamo cosa fare.

-Perchè ucciderlo quando aveva confessato? Che qualcuno avesse paura di essere coinvolto? O che ci raccontasse qualcosa che non deve uscire? O ci siamo totalmente sbagliati?
Musa e scrittore entrarono nella loro suite continuando a cercare nuove teorie come avevano fatto lungo tutto il tragitto.
-Non lo so,- rispose Castle entrando. -non ho la minima idea.
Senza rendersene conto colpì qualcosa a terra con il piede. Subito abbassò lo sguardo.
Una grande busta gialla.
Si chinò per raccoglierla. -Ehi Kate, è tua questa?
La detective si voltò. -No, dove l'hai trovata?- chiese confusa.
-Qui per terra. C'è qualcosa dentro comunque.- disse porgendogliela.
Beckett la aprì e fece scivolare il contenuto sul tavolo.
Fogli.
Anzi no, fotografie.
Kate impallidì sedendosi.
-Che c'è?- domandò allarmato Rick.
-Siamo noi.- rispose lei passandogli una foto. Ritraeva loro due che ballavano insieme la sera precedente. -Siamo noi in tutte le foto.
Castle le prese in mano.
Loro abbracciati, loro che si baciavano, loro che camminavano in spiaggia, loro che rientravano in camera per mano.
Alexis che ballava con Riley, che chiacchierava con lui.
Sua madre davanti alle vetrine dei negozi.
Lui e Kate in mare, teneramente abbracciati dopo aver fatto l'amore.
-Dannazione!- sbattè il pugno sul tavolo. Si sentiva così indifeso, nudi, spiato. -Che diavolo significano?!
-C'è una scritta!- esclamò Beckett prendendo in mano la busta e guardandola attentamente. -"Buona fortuna".- serrò la mascella. -Chiunque sia ci ha sempre tenuti d'occhio. E' una sfida.
-Cosa facciamo?
-Io...
La porta si spalancò improvvisamente, lasciando entrare un'Alexis alquanto sconvolta.
-Kate, papà!
Castle istintivamente nascose le foto. -Che succede Al?- chiese preoccupato.
La ragazza si appoggiò sulle ginocchia cercando di recuperare fiato. -Matteo... l'italiano, il padre delle due ragazze...
-Cos'ha fatto?- domandò curiosa la detective.
Alexis li guardò seriamente e prese un respiro profondo. -E' morto.



Angolo dell'autrice:
Avevo promesso una "novità" e la novità c'è stata! A quanto pare, come alcuni di voi avevano intuito, l'incubo non è ancora terminato. Castle e Beckett hanno trovato il cadavere di Harada e qualcuno ha scattato loro parecchie foto; inoltre sembra ci sia anche un'altra vittima...
Il titolo fa abbastanza pena ma non sapevo quale scegliere, spero il capitolo vi piaccia!
Grazie mille a tutti coloro che continuano a leggere e recensire questa storia, sono contenta che vi piaccia :)
Purtroppo non so quando riuscirò a pubblicare il prossimo capitolo perchè i miei genitori e mio fratello mi hanno incastrata e mi tocca andare in montagna con loro qualche giorno...
Fatemi sapere cosa pensate di questo capitolo, a presto!
Sofy_m










  
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