31/08/2012
3 recensioniRemember you
«Caro diario,
da quanto tempo non ti scrivo. Da quel maledetto giorno, da quando ho avuto l'incidente con Liam, e lui è morto. Non riesco a far altro che pensare 'dovevo essere io al suo posto, è tutta colpa mia. Non doveva morire.' E lo sai perchè è colpa mia?Perchè quel fottutissimo giorno gli avevo chiesto io di accompagnarmi a fare delle commissioni. Dovevo morire io al suo posto, solo io.
Le mie giornate senza di lui sono vuote; non esco, non ho più nessun contatto con i miei amici. Alcuni, quei pochi che sono rimasti, vengono tutti i giorni a trovarmi, ma io non ce la faccio.
Sorrido, fingo di stare bene, ma non è così. Lui mi manca, mi manca da morire. Sai, tutte le notti sogno l'incidente.
Vedo lui, che appena ci schiantiamo contro la macchina davanti a noi, sbalza in avanti picchiando contro il vetro e perde conoscenza. La macchina è distrutta, ed io non riesco a portare in salvo Liam in nessun modo, perchè sono praticamente paralizzata.
Quello che posso fare è cercare di risvegliare Liam, perde molto sangue, ed io sento che sto per svenire.
Sento qualcuno parlare, mi volto e noto che sono arrivate le ambulanze, e qualcuno sta cercando di tirarmi fuori, anche se con difficoltà.
-Tirate fuori lui, prima lui!Ha perso conoscenza, tiratelo fuori.- dico con la poca voce che mi è rimasta, ma nessuno mi dà retta. Mi tirano fuori dall'auto e mi sdraiano sulla barella, ed io continuo a dire all'infermiera di tirare fuori Liam, fino a quando non mi risponde: -tranquilla, è al sicuro-. Poi mi addormento, forse grazie all'anestesia e agli antidolorifici.
Mi risveglio in una camera d'ospedale, ormai è notte. Vicino al mio letto, seduta su una poltrona, c'è mia mamma. Mi guarda con aria stanca e distrutta, e mi prende la mano.
-Mamma, dov'è Liam?Come sta?- ma lei non risponde. Si limita ad abbassare la testa, triste. Certo, la risposta avrei dovuto aspettarmela.
Comincio a piangere, e strappo le flebo contenenti le medicine, alzandomi non facendo caso al dolore che sto provando. Corro fuori dalla stanza, sotto gli sguardi incuriositi e allo stesso tempo arrabbiati dei dottori e delle infermiere. Continuo a correre per i corridoi, fino a quando non mi ritrovo davanti alla sua stanza. Lo stanno portando via. Non faccio altro che piangere. Mi attacco a lui, prendendolo per mano e dandogli un bacio. Comincio a parlargli come se lui fosse ancora vivo, poi un dottore mi allontana.
-Signorina, non può stare qui. Lo stiamo portando in obitorio, torni nella sua stanza-. Alla parola 'obitorio' comincio a singhiozzare, e torno da Liam. E' lì, sdraiato, bianco e freddo come il ghiaccio, ed io sono qui. Ha il suo solito sorriso sulle labbra, quel sorriso che ora non potrò più vedere. Lo bacio per l'ultima volta, poi guardo il suo lettino sparire.»
Jessica chiuse il diario con un colpo secco, e lo posò dentro al cassetto del comodino. Le pagine che aveva scritto ormai erano tutte bagnate per le lacrime che aveva versato scrivendo. Si sdraiò sul letto, fissando il soffitto, e si addormentò così.
-Jess, vieni a mangiare!- sua madre la chiamò dalla cucina, e anche se avrebbe preferito dormire ancora un pò, si alzò. Accese la luce dell'abat jour, e si mise una mano davanti alla bocca per non urlare appena vide...Liam. Era proprio lì davanti a lei, con il suo sorriso angelico, i suoi jeans scuri, le all star bianche e la maglia bianca e blu.
-Jess!Vieni, il cibo si fredda!- sua madre apparì dalla porta, e anche lei rimase sconvolta quando vide Liam. -Oh santi numi, è uno scherzo vero?- disse.
-No, signora Mazer, sono vero. Oddio, sono un fantasma, ma sono qui. Potrei parlare un attimo con Jessica?-
La signora Mazer annuì e tornò da dove era venuta, lasciando soli i due ragazzi.
-Ehi, come stai?- il primo a parlare fu Liam, visibilmente in imbarazzo, ma Jessica non rispose. Si alzò dal letto, e corse ad abbracciare il suo ragazzo. Si sorprese quando si accorse che poteva sentirlo davvero, come se fosse ancora vivo. Alla fine si decise a rispondere al ragazzo davanti a lei.
-Sto malissimo. Non esco più, non ho amici, gli unici che sono rimasti sono Louis, Valerie e Harry. Ho perso tutto, Liam, ma la cosa che più mi distrugge è che ho perso te.- cominciò a piangere, guardando negli occhi Liam. -E' tutta colpa mia, dovevo morire io. Tu non lo meritavi!- continuò il discorso.
-Ehi Jess, ascoltami. Nessuno sarebbe dovuto morire, ok? Non è colpa tua, ficcatelo in testa. Io sono qui ora, ti ho sempre osservato da lassù. Sono e sarò per sempre il tuo angelo custode.-Si abbracciarono e passarono tutta la serata a chiacchierare e -scherzare sul letto, come se tra loro non fosse successo niente.
La mattina dopo, Jessica si svegliò e non trovò Liam affianco a sè. Si alzò stiracchiandosi e guardandosi intorno, ma di Liam nessuna traccia. C'era solo un biglietto sul cuscino, era di Liam.
«Jess, scusa se me ne sono andato così, ma lassù avevano bisogno di me. Ti ricordi quello che ci siamo detti ieri, vero? Io sono il tuo angelo custode, mi troverai nei raggi del sole quando il tempo sarà bello, e nelle gocce di pioggia quando invece sarà brutto. Ti ricordi la risposta che mi hai dato quando ti ho detto 'quando avrai bisogno di me, chiamami ed io arriverò' ? Mi hai risposto 'lo sai che ti chiamerò tutti i giorni, vero?Io ho sempre bisogno di te.' .Ebbene, io sarò sempre con te. Verrò a trovarti tutti i giorni, così mi racconterai come vanno le tue giornate. Ti amo, tuo Liam.»
-Ti amo anche io, Liam.-
Here i am!E' la prima storia che pubblico dopo non so quanti secoli, ed è la prima storia che pubblico sui One Direction. Non è il massimo, anzi è anche abbastanza banale, ma l'ho scritta stanotte quindi capitemi. Eh bho, non ho nient'altro da dire, se volete scrivermi su twitter sono xpayneslaugh , e lasciate taante recensioni!Vorrei sapere cosa ne pensate :D Un bacione, Scarola95.