''Solita vita,solita scuola.''                                                                                                                                                      


Trish,una ragazza che ama la fotografia,ama cantare,è il suo più grande sogno.Frequenta il terzo anno di liceo,non ha molti amici,è una di quelle tipe timide che non tendono a fidarsi delle persone,non ha fratelli,né sorelle,è sola,come si suol dire 'forever alone',ma a lei non interessava più di tanto,aveva la fotografia con sé,una nikon comprata un anno fa dove aveva le foto del suo fratellino,Jay...oh Jay era tutto per lei,il migliore amico che tutti vorrebbero avere,solo che era mio fratello,un grandissimo fratello,pur essendo piccolo,era il mio eroe..era?oh..si..era,una fottutissima leucemia me lo ha portato via sette mesi fa,triste,molto triste,perché?perché lui? insomma aveva solo cinque anni,la vita fa veramente schifo a volte.Il canto,per lei il canto era tutto,la sua inspirazione,la sua droga,il suo respirare,si sentiva bene cantando,era se stessa,come sempre d'altronde.La sua più grande passione,come dicevo prima,era la fotografia,oh la fotografia...stava facendo delle prove per entrare in un istituto di arte,cercando di far maturare la sua passione.
. -tesoro,sveglia,è il momento di andare a scuola-mi e dice mamma.
-altri cinque minuti-faccio io,infilandomi sotto le coperte.
-avanti,su forza-
-ok,mi alzo,uffa.-
 
 
corsi in bagno per farmi una doccia,per ricominciare quel triste anno di scuola,soliti amici e professori che odiavo con tutta me stessa,a parte quella di musica e artistica.Misi la divisa della scuola,per poi incamminarmi verso le Edween High School,al centro di Stoccolma.
arrivai fuori al portone e pensai ''che la guerra abbia inizio''.
Entrai in classe,sempre quei muri grigi,quei banchi pieni di polvere,faceva paura.
 
 
-Bentornati ragazzi,allora,come avete trascorso la vostra estate?-ci chiese la prof.di matematica,quella perfida e ambigua tizia che dava solo numeri.
-io sono stata a Venezia,Italia-
-io sono andato per due settimane a Parigi e poi sono andato in crociera-
 
 
i miei compagni iniziarono a parlare e parlare,senza mai smettere.
 
 
-e lei,signorina Edward,dove è stata?-
-oh bene,io sono stata a casa,per i primi due mesi,poi mi sono trasferita a casa di mia nonna,per vari motivi,tutto qui.-
-la solita sfigata-disse Cody.
-il solito coglione-risposi io.
 -smettetela.-ci interruppe la prof.-quest'anno con noi avremmo un altro compagni,prego presentati-disse indicandolo.
-Salve,mi chiamo Zayn Jawaad Malik,vengo da Bradford,una piccola città vicino Londra,mi sono trasferito qui per vari motivi di lavore con i miei,e bhe che dire..-
-puoi anche stare zitto,adesso-disse Cody.
-ma non hai niente da fare,a parte rompere i coglioni?-
-signorino Stewart vuole andare dal preside? e lei sognorina Edward la smetta di usare un linguaggio scurrile.-ci rimproverò.

lo odiavo,era il tipico ragazzo snob,che tutti credevano fico,comandava tuti a bacchetta,ma non aveva sicuramente una vita socaile,lui dipendeva dalla sua 'popolarità',una parola che io non imparerò mai,è una parola...ridicola ecco.
Fortunatamente quelle tre ore passarono in fretta,e ad ogni ora c'era sempre qalche battibecco tra me e Cody,venne l'ora di pranzo,andai in mensa e come al solito,mi sedetti da sola,e pensare e pensare,oh Dio che vita entusiasmante.

-hei posso sedermi oppure è occupato?-mi chiese un ragazzo.
-eh?..cosa?..oh si certo,siediti.-
-io e te siamo in classe insieme,io sono quello nuovo,Zayn,Zayn Malik.-
-oh si è vero,comunque piacere io sono Trish,sono nata e cresciuta qui a Stoccolma e ho sedici anni-
-piacere di conoscerti Trish-
-ma tu non sei inglese,vero?-gli chiessi,ma brava.
-in veritò no,mio padre è arabo,mantere mia madre inglese.-
-capisco-
-odi Cody,vero?-
-a morte,ma aspetta tu come lo sai?-
-si vede dal modo in cui lo guardi.-
-cioè?-
-arrabbiato e odioso.-
-oh Dio devo smetterla di guardarlo allora-
-no davvero,fai una faccia del tipo ಠ_ಠ-
-ahahahahahahahah,oddio-
-ora credo che dovremmo andare in classe.-
-gia' andiamo-

ci incamminammo verso l'aula,avevamo archeologia,yuppi.
fortunatamente le prossime ora passarono velocemente,così potei ritornare a casa.

-allora piccola,com'è andato il primo giorno di scuola?-mi chiese mamma.
-come al solito,soliti idioti,soliti professori,e ancora soliti idioti,bella via eh?-
-andiamo,vedraiche andrà tutto bene-
-lo spero-dissi incamminandomi verso camera mia.