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Autore: Reira74    01/09/2012    4 recensioni
E se? E se Melkor avesse vinto e i Valar fossero scomparsi? Dimenticate se potete quello che vi ha raccontato Tolkien e provate a seguirmi in questa ipotetica Terza Era... solo che non c'è stata più nessuna era dopo la Prima che non si chiama neppure prima perché non aveva senso numerarle...
Credo abbiate capito il concetto, Melkor ha vinto, ma dove c'è un Tiranno ci sono dei valorosi Eroi che gli si oppongono. Se vi interessa conoscerli aprite la porta ed entrate in questo nuovo mondo....
NOTE: Avevo cancellato questa storia per sbaglio, chiedo scusa a chi la seguiva
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aragorn, Legolas, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Melkor vincitore'
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*CAPITOLO 21*

Si trovavano sull'orlo di uno strapiombo, l'altra parete molto più in basso e distante,  più giù in profondità spumeggiavano le acque tumultuose del Carnicelumë*, il rumore attutito dalla distanza, sull'altro lato da qualche parte c'era l'affluente che cercavano e quell'ostacolo era da superare assolutamente.

-Non possiamo scendere la parete e risalire come abbiamo fatto col Celduin?- chiese stupita la ragazza -Qui è anche più facile, vedete come è basso di la?-

-Non se ci teniamo alla vita, Rhawel, sai cosa sono quelle grotte sparse sulla parete?-

-ehm... no?- inclinò il viso con l'espressione imbarazzata di chi si sta domandando se la risposta che ha dato è quella giusta

-Una tana, e a giudicare dal numero di ingressi di una bestia molto grossa e antica-

-Augh... questo è male!- borbottò il nano

-Molto male, ho paura che anche trovando un riparo così vicino alla sua tana potrebbe comunque fiutare il nostro odore-

-Quindi non abbiamo speranze? Dobbiamo combattere? Non ho mai affrontato un avversario tanto grosso e pericoloso, devo ammettere che potrei trovarlo stimolante anche se avrei preferito evitarlo-

-Credimi, Legolas- pronunciò il nome con un sorriso, ogni volta che pensava al compagno come Legolas e non più come Esgalwath la tenerezza di quella parola gli riempiva il cuore -Preferirei assolutamente evitarlo, non dubito delle nostre abilità, ma un'Ombra Alata, soprattutto una antica e potente è di gran lunga sopra ogni possibilità di riuscita per un numero così misero di persone, fidati, le ho viste all'opera-

-Posso usare la magia... Quella vera intendo- propose a malincuore l'Istar

-E rivelare così a Morgoth la nostra posizione? Se dovessi usare il tuo potere di Maia potresti sicuramente sconfiggere il mostro, ma sai bene che qualunque Antico riconoscerebbe immediatamente un simile uso di Magia... non voglio morire, ma non è mia intenzione rivelare i nostri intenti se posso evitarlo-

-Allora cosa proponi, capo? Non mi sognerei mai di mettere in dubbio la tua intelligenza ma come hai detto non abbiamo vie d'uscita o mi sono perso qualcosa?-

-Una via c'è, Gimli, dobbiamo attraversare, raramente cacciano dall'altra parte del fiume, dovremmo essere relativamente al sicuro-

-Ah! Ma perché non ci abbiamo pensato prima!- lo guardò come si guarda un folle -E ci sai dire come? Visto che non possiamo scalare la parete e l'ultima volta che mi sono guardato la schiena non avevo le ali?-

-Ci sto pensando, datemi un momento-

-Credo di aver già fatto questa domanda- ridacchiò l'elfo -Rhawel non puoi raggiungere l'altra parte con una freccia e una fune?-

-Non questa volta Gwath... scusa Legolas... devo farci l'abitudine- sogghignò -E' troppo lontano anche per me, troppo distante per un'unica corda, dovremmo legarne assieme due e il peso trascinerebbe giù la freccia, nonostante il fatto che essendo così basso mi farebbe guadagnare molti metri-

-E se disfassimo la corda? Metà spessore, metà peso-

-In quel caso potrei provarci, anche se ti assicuro che sarebbe il miglior tiro che abbia mai fatto, non sono certa di riuscire-

-Sarebbe comunque inutile- si intromise Tàr -Metà peso e metà spessore significa anche metà resistenza, non sarebbe abbastanza per farci passare-

-Non per me, sono sufficientemente leggero e agile per farlo. Non mi sto vantando lo sai bene, non potrei provarci se non fossi certo di riuscire-  Mormorò l'ultima frase sfiorando il Sigillo che ancora deturpava la sua spalla.

Poi alzò lo sguardo sostenendo sicuro quello penetrante dell'uomo

-D'accordo-

-D'accordo?! Ma sei impazzito, capo? Non crederai davvero che io mi faccia una passeggiata nel vuoto? No! No! E ancora No! I nani non volano e non fanno gli equilibristi! Trovate subito un altro modo!... Ehi, mi ascoltate? Ho detto che io non lo faccio! Avete capito!-

Ma gli altri si erano già messi pazientemente al lavoro, ridendo del suo sbraitare ben sapendo che alla fine li avrebbe seguiti.


-Pronta?-

-Pronta- annuì decisa l'arciere

-Allora avanti, ragazzina, fammi vedere se sei brava in qualcos'altro oltre che nel molestare elfi- gli strizzò l'occhio il biondo

-Taci- sollevò il grosso arco e lentamente cominciò a tenderlo “Certo che ne ha di forza in quelle braccia sottili” continuò finché l'elfo iniziò a pensare che potesse spezzarlo, poi si fermò immobile con lo sguardo puntato sull'altra sponda senza neppure battere le ciglia e attese, stava sentendo il vento, aspettava il momento giusto per scoccare.

Quando finalmente lo fece trattennero tutti il fiato osservando la corda srotolare veloce e la freccia filare dritta raggiungendo la sponda opposta con ancora abbastanza forza da penetrare nel terreno per trequarti della lunghezza.

-Diamine, ragazza, sei un demonio!- fischiò il nano che pure conoscendola da molto tempo non aveva mai visto un tiro simile

-Davvero niente male, ragazzina, sono quasi impressionato- l'elfo alzò il sopracciglio guardandola soddisfatto

-Solo quasi?-

-I complimenti li lascio agli altri... ora vado, non abbiamo molto tempo-

-Fai attenzione-

-Sarà un gioco da ragazzi, ma nel caso mi succeda qualcosa non dimenticarti la mia piantina, Estel-

-Non scherzare-

Come aveva detto non avevano motivo di preoccuparsi, i suoi passi leggeri e agili curvavano a malapena la fune mentre raggiungeva veloce l'altro lato e fissava il cavo più grosso che si era trascinato dietro, facendogli segno di raggiungerlo.

La giovane lo raggiunse velocemente con una grazia e un'agilità di poco inferiori alle sue, lo stregone la seguì poco dopo, con passo più lento ma sicuro e come tutti sospettarono una leggera dose di magia.

-Tocca e te, Gimli-

-Te lo scordi-

-Vuoi restare qui?-

-Meglio lo stomaco della bestia, che sfracellato la in fondo-

-Se lo dici tu... allora io vado-

-Dannazione! Vado... Vado! Che razza di amici siete! Ma lo scordate che al ritorno passi da qui!-

Si avvinghiò alla corda con gambe e braccia trascinandosi avanti con una grazia da fare invidia a un lombrico, imprecando in lingua nanica per tutto il tempo, frasi che se anche non capivano avevano tutta l'aria di maledizioni.

-Ben fatto, amico- ironizzò l'immortale quando finalmente li raggiunse.

-Non avvicinarti, tu, traditore- borbottò scorbutico -Non me lo dimentico sai, che è stata tua l'idea!-

Intanto anche l'umano aveva cominciato la traversata, preferendo la forza delle braccia all'agilità avanzava dondolando nel vuoto mentre i pettorali e i bicipiti si gonfiavano per lo sforzo.

Quando fu quasi dall'altra parte sollevò lo sguardo osservando stupito l'espressione preoccupata dell'assassino, non l'aveva notata mentre erano gli altri a passare, gli angoli della bocca si sollevarono in un sorriso di sfida, e, mentre lo vedeva sbiancare e irrigidirsi, tese le braccia sollevando il corpo all'altezza della corda, poi lentamente ruotò facendo salire le gambe e restò sospeso per un istante a testa in giù prima di piegare i gomiti e darsi uno slancio verso l'alto che lo fece atterrare con un movimento perfetto sulla sabbia rossa, tutto questo lo aveva fatto senza distogliere lo sguardo da quella creatura immortale che aveva trattenuto il fiato, soffocando un grido e ora lo osservava con malcelato disprezzo

-Sei impazzito?- sibilò -Potevi ammazzarti-

-Preoccupato?- gli sorrise

-Certamente non per te, sciocco esibizionista. Mi preoccupo per la missione-

Nonostante le parole dure quando girò le spalle e si avviò per allontanarsi dal bordo del dirupo cercando un rifugio prima che calasse la notte il sorriso dell'uomo si allargò mentre gli occhi scintillavano soddisfatti.


Erano ormai calate le tenebre, l'ombra oscurò le stelle sopra di loro, un brivido gelido li fece appiattire contro le rocce sotto le quali si nascondevano, era la terza volta che la vedevano passare e ad ogni passaggio era sempre più vicina, purtroppo non si erano potuti allontanare molto dalla tana, la notte era sopraggiunta veloce lasciandogli appena il tempo di trovare una cresta rocciosa abbastanza ampia da nasconderli.

-Non avevi detto che non cacciano da questo lato del fiume?- bisbigliò Rhawel

-Ed è così, non capisco cosa la spinga a questo comportamento-

-Sta cercando qualcosa- mormorò l'elfo senza staccare gli occhi dal cielo, in quelle condizioni era l'unico a vedere bene nonostante il buio

-Sta cercando noi- annuì lo Stregone -Temo che ormai la nostra missione non sia un segreto per Morgoth, deve averle allertate-

-Non puoi esserne certo, magari essendo molto antica ha solo allargato il suo territorio di caccia-

-Presto dovremo decidere, o la combatto o moriremo, al prossimo passaggio sarà abbastanza vicina per fiutarci e allora queste misere rocce non ci nasconderanno a lungo-

-Deve esserci un'altra soluzione, se sveliamo troppo presto i nostri piani l'Imperatore Nero avrà tutto il tempo per organizzare una difesa, non dobbiamo sottovalutare l'effetto della paura creata quando le Nebbie si dissolveranno, non possiamo concedergli il tempo di prepararsi. La missione viene prima di ogni altra cosa-

-Se moriremo non ci sarà nessuna missione, ragazzo mio-

-Silenzio... sta tornando- avvertì l'assassino.


Come aveva previsto Mithrandir li aveva fiutati e ormai volava in circolo sulle loro teste, in una spirale sempre più stretta che li avrebbe presto condannati.

Ar-Agorn sfiorò la spada al suo fianco, Narsil, il dono di chi aveva avuto fiducia in lui, osservò i volti scuri dei compagni, anche loro avevano fiducia in lui, il peso dell'Elendimir nascosto sotto gli abiti gli premeva sul petto, il simbolo di una stirpe che aveva tradito la luce, non poteva succedere ancora, la missione veniva prima di ogni altra cosa... lui era il capo toccava a lui nascondere il segreto, era suo compito fare si che gli altri potessero continuare.

Lentamente, molto lentamente sciolse la cintura, Narsil scivolò silenziosa a terra.

-Fate in modo che venga impugnata con onore in battaglia- mormorò ai compagni che si voltarono senza capire, un sussurro che non era sfuggito neppure ai sensi acuti della viverna che già cominciava a scendere.

Senza una parola, senza lasciare loro il tempo di reagire o di fermarlo, uscì allo scoperto correndo veloce verso il dirupo.

-Non muovetevi!- gridò nella notte attirando su di se l'attenzione dell'Ombra Alata che scese in picchiata protendendo i poderosi artigli verso di lui.

-Dannato eroe!- scattò l'elfo sconvolto seguendolo così prontamente da lasciare tutti senza parole.

Ormai l'attenzione del mostro era concentrata sull'uomo in fuga, lo raggiunse afferrandolo tra le zampe uncinate e si sollevò con un battito d'ali per lanciarsi in basso verso la tana.

Mithrandir, Gimli e Rhawel osservavano la scena come se ai loro occhi il tempo avesse rallentato, la corsa veloce dell'umano e dell'elfo li aveva lasciati indietro, tutto si era svolto così rapidamente da non lasciargli il tempo di reagire, nel fiocco chiarore lunare videro il loro amico scomparire con la creatura oltre il crinale, videro la corsa forsennata dell'elfo spingerlo sempre più vicino all'orlo del precipizio e quando mancavano solo pochi passi a separarlo dal vuoto lo videro aprire le braccia, il nero mantello che si allargava dietro di lui, pensarono che volesse arrestare il suo slancio invece, puntando i pedi in un ultima spinta, si lanciò nel vuoto dietro alla bestia.

Quando finalmente raggiunsero anche loro la rupe tutto quello che riuscirono a vedere fu la viverna che precipitava avvitandosi senza controllo verso le acque tumultuose ma dei compagni non c'era traccia

-Ve lo giuro, se per qualche assurdo fato sono sopravvissuti questa volta li uccido con le mie mani!- imprecò la giovane mezzelfa -E guai a voi se provate a fermarmi!-

-Io non ti fermo di sicuro! Anche se prego Ilúvatar che siano vivi... ma cosa diamine hanno nella testa?-

Lo stregone non stava ascoltando, continuava a ripensare al salto dell'assassino senza riuscire a trovare una spiegazione logica

-E' saltato- mormorò tra se

-Grazie, Mithrandir- rispose sarcastica -Lo abbiamo visto tutti!-

-Non è possibile... Non doveva saltare...-

-Anche questo è piuttosto evidente, avere a che fare con un pazzo è già abbastanza, due sono davvero troppi!-

-Non capisci Rhawel, non doveva essere fisicamente possibile, il Sigillo, non avrebbe dovuto essere in grado di saltare-

-Per tutte le rocce degli Ered Luin! Come è possibile?!-

-Non ne ho idea... non ho mai visto prima una cosa del genere-

-Scusatemi, per quanto trovi interessanti questi arcani problemi, credo che sarebbe opportuno decidere cosa fare. Quando li troviamo... se sono vivi... vi lascerò il tempo di interrogarli- poi sorrise malefica -Prima di farli fuori...-

-Io propongo di continuare per la nostra strada, cercarli sarebbe inutile, potrebbero essere ovunque tra qui e il mare... ma se sono sopravvissuti si dirigeranno certamente verso la nostra meta, è per questo che Tàr ha attirato via il demone... per darci la possibilità di continuare-

-Tàr è un'idiota, come poteva pensare che avremmo accettato di vederlo sacrificare, non lo avremmo mai permesso- singhiozzò la ragazza ora che la rabbia era svanita

-E' per questo che non ci ha dato il tempo di reagire, lo sapeva- mormorò tristemente il nano

-Ma stanno bene, vero?-

-Lo spero, dobbiamo sperare nella fortuna e nel fato, ma sono fiducioso, il mostro è morto... e certamente non di morte naturale- ridacchiò -Quindi sono sopravvissuti abbastanza per ucciderla, e... chiamatemi ottimista...- sorrise il vecchio -Ma non ce li vedo proprio quei due che muoiono per una caduta in un fiume-

-No, decisamente non sarebbe cosa per loro morire in un modo tanto banale-

Così tornarono a recuperare i bagagli, trovando solo in quel momento la spada abbandonata a terra e comprendendo le parole sussurrate prima di uscire, fu Mithrandir a raccoglierla

-Verrà impugnata con onore, ma solo dalla mano a cui era destinata-

Gli altri annuirono solenni poi osservando i due zaini senza padrone vennero nuovamente colti dalla malinconia, che però trattennero incamminandosi rapidi verso est, non dovevano perdere la speranza, avrebbero riabbracciato presto gli amici, ma mentre camminavano in silenzio ognuno pregava a modo suo che fosse vero.

-Dobbiamo ricordarci la piantina di Gwath- dopo ore di silenzio la voce di Rhawel li sorprese

-Cosa?- domandò il nano

-La piantina di Legolas... Tàr ci resterebbe molto male se dovesse morire-

Non sapeva perché, ma improvvisamente quel misero vegetale era diventato estremamente importante, quel piccolo ammasso di rami brulli con un unica gemma verde la legava agli amici, da quella foglia Gwath aveva scelto il suo nuovo nome, la stessa che Tàr aveva promesso di curare e ripiantare in un luogo migliore, nel suo cuore sentiva che se l'avesse salvata allora i suoi amici sarebbero tornati a riprenderla, quindi si ripromise di prendersene cura finché l'uomo non fosse ricomparso e avesse ripreso quel compito.

Intanto continuavano a camminare e già un giorno era passato senza trovare traccia dei dispersi, si accamparono sconsolati senza premurarsi di proteggersi, ormai il pericolo viverne era lontano ma i loro cuori non ne trovavano sollievo.

A metà del secondo giorno, il rumore dell'acqua anticipò la scoperta dell'affluente, scorreva limpido tra le sabbie e una sottile linea verdeggiante che aveva strappato al deserto, la strada era comoda e sicura, senza lo spettro della sete e della calura, la loro meta era vicina, ma non riuscivano ad allertare il passo nella paura di allontanarsi troppo da chi aveva bisogno di loro, ma con la speranza di procedere nella giusta direzione per incontrarli.   



NOTE

Carnicelumë “Torrente Rosso”: il fiume esiste (sulle cartine di Tolkien c'è), il nome l'ho inventato perché non è segnato da nessuna parte... e vi assicuro che non esiste davvero quel nome, ho mandato mail a destra e a manca ai più accreditati siti tolkeniani italiani e stranieri... la risposta è unanime, quel maledetto fiume non ha un nome! Mi hanno anche consigliato “per scrupolosità” di inventarne uno che avesse a che vedere con quei monti (Orocarni) da cui ha origine per renderlo più veritiero, da qui “Carnicelumë”.

 Quindi se qualcuno potesse smentirmi è pregato di farlo e mi premurerò di informare i “cervelloni” della notizia :D

  
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