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Autore: REAwhereverIgo    01/09/2012    5 recensioni
E se un ragazzino biondo di nome Roxas si ritrovasse per caso a casa del singolare scienziato Axel Flame?
Per scoprire che cosa succederà non vi resta che leggere!
La storia è OOC, quindi chiedo scusa per eventuali cambi di caratteristiche dei personaggi... Buon divertimento!
Genere: Commedia, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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Un’ambulanza alle otto di mattina

Roxas aprì un occhio, svegliato da un suono che non gli era affatto familiare. Cercò di riaddormentarsi, ma Sora lo svegliò preoccupato e con uno sguardo che non gli aveva mai visto in vita sua.

Alzati! Dobbiamo andare dalla nonna” lo chiamò.

Che succede? Perché tutta quest’ansia?

Il nonno si è sentito male, ha avuto una crisi respiratoria. Lo stanno portando in ospedale!” rispose. A quelle parole il biondo, che si sentiva ancora intontito dal poco sonno, si alzò e corse giù dal letto, raggiungendo l’entrata. Parcheggiata sul vialetto c’era un’ambulanza e tre uomini stavano trasportando l’uomo sulla barella per farlo salire nel retro. Sua nonna piangeva silenziosamente, da una parte, e li guardava portare via il marito.

Che succede?” chiese Roxas, impaurito.

Tesoro, non ora” rispose lei.

Che. Diavolo. Sta. Succedendo?” ripeté lui, arrabbiato.

Anche se non si vedevano molto per il lavoro che svolgeva suo nonno, loro due erano sempre stati molto attaccati. Avevano un carattere molto simile, timido e chiuso per certi versi, ironico e divertente per altri, e c’era sempre stato un legame speciale tra di loro.

“Signora, noi portiamo suo marito in ospedale. Vuole venire con noi o preferisce rimanere con i ragazzi?” le chiese un volontario.

Rimango qui. È bene se spiego ai miei nipoti la situazione” rispose. L’uomo annuì e salì sull’ambulanza, che poi partì a tutto gas con la sirena accesa.

Nonna, esigo subito di sapere cosa cazzo succede qui!” la aggredì il biondo. La donna gli tirò uno schiaffo forte, che lo fece quasi perdere l’equilibrio, poi rientrò in casa.

Non si dicono le parolacce davanti a me” lo sgridò, prima di chiudersi la porta alle spalle. Lui rimase fermo, allibito, con una mano sulla guancia pulsante. Se si comportava così doveva essere qualcosa di serio, per forza. Quindi avevano avuto ragione lui e Axel quando avevano detto che nascondeva qualcosa.

La seguì all’interno dell’abitazione e si sedette accanto a Sora a tavola. Lei portò loro un piatto di latte e biscotti, poi gli si mise di fronte e sospirò.

Ragazzi, c’è una cosa che non vi abbiamo detto” ammise. Tutti e due rimasero zitti, senza toccare la colazione.

Qualche mese fa, circa verso marzo, vostro nonno si sentì male. Un dolore forte ai polmoni, crisi respiratoria e tosse fortissima. Andammo in ospedale e lo tennero lì un paio di giorni per gli accertamenti” iniziò a spiegare. Gli occhi le si riempirono di lacrime, ma le cacciò indietro, imponendosi di essere forte.

Il resoconto non fu per niente buono e abbiamo scoperto che lui è malato… ha un… un…” non riusciva a dirlo,  tanto era il dolore che le provocava.

Ha un tumore, vero?” l’aiutò Roxas. L’aveva capito già da quando aveva iniziato a raccontare, senza sapere come mai se lo immaginasse. Lo sapeva e basta.

Sì, purtroppo sì. E anche grave, ormai esteso a gran parte dei polmoni. All’inizio pensavamo che sarebbe riuscito a curarsi, ma poi ha cominciato a tossire sempre più spesso e sentiva dolore sempre più acuto. Nelle ultime settimane era spesso fuori casa perché andava in ospedale per farsi controllare. Ormai non gli è rimasto più molto tempo” confessò. I due fratelli rimasero paralizzati a quella notizia, immobili.

Perché non ce l’avete detto prima?” chiese Sora.

Non volevamo farvi preoccupare. Non vi sareste comportati nello stesso modo se aveste saputo che ha una malattia terminale e non vi sareste goduti l’estate. Questa è l’ultima vostra estate da liceali e volevamo che fosse come è sempre stata, senza pensieri. Non pensavamo che avrebbe avuto un’altra crisi, e temo che lui… che… lui…” la signora Key si mise a piangere e fu scossa da singhiozzi forti. Anche gli occhi dei gemelli si riempirono di lacrime e entrambi l’abbracciarono.

Lui non tornerà a casa” sputò alla fine.

Nonna, non fare così” la consolò il biondo, piangendo con lei.

Ci siamo noi con te” le assicurò il castano. Tutti e tre rimasero fermi in quella posizione per non si sa quanto tempo prima che il telefono squillasse.

 

Pronto?

Ciao tigre. Come va?

Oh, Axel… ciao” sussurrò Roxas, spento.

Ehi, cos’è successo?

Nulla, non ti preoccupare

Invece mi preoccupo! Sei il mio ragazzo e mi preoccupo per te gli fece presente il biondo attese qualche istante prima di scoppiare in lacrime.

Axel, ti prego… posso venire da te?

 

Mezz’ora dopo era a casa Flame, seduto sul divano con le ginocchia strette al petto.

Roxas, mi dispiace” disse il rosso una volta che ebbe terminato di raccontare.

Anche a me” rispose lui, fissando il vuoto. Non era riuscito a rimanere a casa, ma tanto non sarebbe servito a niente: i suoi genitori erano andati in ospedale e Sora aveva accompagnato la nonna. Avrebbe tanto voluto andarci anche lui, ma non riusciva a pensare che suo nonno era in un lettino anonimo, praticamente in coma, e che non si sarebbe risvegliato mai più. Solo immaginarlo lo faceva piangere.

Vedendo le sue lacrime, l’uomo lo strinse forte al petto.

Perché deve succedere a lui? Magari non ci ho passato molto tempo insieme negli ultimi mesi, ma gli voglio bene, non voglio che muoia!” esclamò, aggrappandosi alla sua camicia.

Perché lascia la nonna da sola? Lei non ce la può fare, ormai è vecchia ed ha passato tutta la vita con lui. Non riuscirà ad andare avanti se non c’è” continuò.

Shh, Roxas, shh… va tutto bene. Si sistemerà tutto” lo tranquillizzò Axel.

Perché deve morire?” gli chiese il ragazzino, con gi occhi pieni di lacrime. Lui ci pensò un attimo, poi sospirò.

Ti dirò la verità, io non ce l’ho una risposta. Studio le medicine e la loro funzione ma non so come ma poi la gente muore lo stesso. Però posso assicurarti che ti starò accanto e non ti lascerò” promise. Il biondo tirò su col naso e poi appoggiò la faccia al suo petto.

Vuoi andare in ospedale? Ti accompagno io” gli propose. Lui annuì, e si alzò.

Lo seguì fin dentro al pick up, ma poi lo ignorò per tutto il viaggio.

La verità è che non ci era abituato. Non aveva mai avuto lutti in famiglia o perdite gravi nelle amicizie, aveva sempre vissuto nell’infantile idea che la morte era qualcosa di lontano da lui. Dava per scontato coloro che amava: sua madre, suo padre, i nonni, Riku, Xion, Axel, Sora… facevano parte della sua vita e nessuno poteva portarli via. O almeno così credeva.

Adesso, però, chiuso in quel fuoristrada, mentre andava in ospedale, si rese conto che non riusciva a sopportare quel dolore.

Siamo arrivati, tigre” lo chiamò il rosso, posandogli una mano sulla guancia. Lui sobbalzò e lo fissò, quasi non si fosse accorto di dov’erano.

Te la senti?” s’informò.

Devo andare. I miei sono tutti lì e io, anche solo pensando che potevo scappare, sono stato un codardo. Però ti prego… vieni con me” lo implorò. Axel gli dette un lieve bacio sulle labbra.

Non ti lascio, memorizzato?” promise.

Grazie

 

La camera dove avevano messo suo nonno era una semplice camera d’ospedale: due letti bianchi, una flebo lì vicino, un bagno e un televisore vecchio tipo messo su una mensola attaccata al muro.

Erano tutti lì: sua madre, suo padre, Sora e sua nonna. Non mancava nessuno. Quando entrò, seguito da Axel, tutti gli occhi si puntarono su di loro, ma lui continuò a stringere la mano del rosso, nonostante le occhiate incuriosite del padre.

Scusatemi per il ritardo” disse, sedendosi vicino al fratello. Lui gli sorrise stanco, poi tornò a fissare il nonno.

Novità?” chiese, per rompere il silenzio. Sua madre scosse la testa.

“Dicono che probabilmente non si risveglierà più. È in coma farmacologico e lo terranno così per fare in modo che non senta il dolore. Pare che abbia sofferto tanto e noi non c’eravamo… io non c’ero” spiegò, iniziando a piangere. Il marito la strinse, cercando di alleviare un po’ quella sofferenza, ma anche lui era provato. Il fatto era che il signor Key era amato da tutti, non si poteva non volergli bene: si era occupato prima della figlia, poi anche del genero quando non avevano casa, e tutte le estati stava dietro ai nipoti. Mostrava sempre un sorriso di comprensione anche quando avevi fatto qualche danno e riusciva a dare affetto a tutti, nessuno escluso. Come mai era proprio lui a doversene andare?

Non possiamo fare niente?” domandò.

No, Roxas. I medici dicono che è meglio così: se ora si svegliasse soffrirebbe troppo” rispose Sora. Lui lasciò la mano si Axel e abbracciò il fratello, che ricambiò.

Adesso dobbiamo solo aspettare…

 

Un paio d’ore dopo i due erano davanti alla macchinetta del caffè per prendere qualcosa da bere. Non che ce ne fosse bisogno, era solo per poter occupare almeno dieci minuti fuori da quella stanza che sapeva di morte lontano un chilometro.

Senti, se vuoi andare a casa vai pure. Almeno per oggi io rimarrò qui con la mia famiglia, quindi non penso che sia indispensabile che tu rimanga qui” disse il biondo, sorseggiando un tè bollente.

Tu hai bisogno di me?” gli chiese il suo compagno, fissandolo intensamente. Avrebbe voluto dire di no, fare la persona forte e farlo andare via per il suo bene, ma non ce la face.

Sì, io ho bisogno di te” ammise.

Allora resto fin quando non andrai via anche tu” decise. Non se la sentiva di mollarlo lì, indifeso com’era. In realtà non aveva conosciuto suo nonno, ma da come gliene aveva parlato doveva essere una persona in gamba. E lui doveva soffrire in modo terribile in quel momento.

Dal fondo del corridoio videro arrivare Sora, con gli occhi lucidi e le mani tremanti.

Roxas, la nonna ha detto che, se vuoi, puoi tornare a casa” gli disse.

Perché solo io e non voi?

Perché lei sa. Si è resa conto di come state insieme e ha detto che se almeno uno di noi riesce a trovare un po’ di sollievo al di fuori di qui, sarà un bene per tutti” spiegò.

Non ho capito” ammise il ragazzino.

Se tu esci con Axel, o comunque ti fai portare a casa, poi dopo sarai in grado meglio di noi di prenderti cura della casa e, magari, di rallegrarci un po’. So che ti sembra pazzesco, ma credo che abbia ragione” rispose. Lui riuscì a capire cosa intendesse il fratello e ci pensò su.

Forse… forse è meglio, sì. Allora noi andiamo e vi preparo la cena, così, quando rientrate, avrete qualcosa da mangiare” decise.

Non credo che qualcuno avrà voglia di cenare” gli fece presente Sora. A Roxas si riempirono gli occhi di lacrime.

Lo so, ma è la cosa più normale che mi viene in mente” ammise triste. Il castano lo abbracciò forte,  poi sorrise stanco.

Ci vediamo dopo” lo salutò rientrando nella camera.

Axel, in tutto questo discorso, era rimasto in disparte. Si sentiva un intruso in tutto quel dolore, ma, per qualche motivo, stava soffrendo con loro. Aveva percepito la disperazione della famiglia di fronte a quella notizia di morte imminente e si rendeva conto che lui, nella sua di famiglie, non aveva mai avuto un amore così infinito né per qualcuno né da parte di qualcuno.

Vieni con me?” gli chiese Roxas, prendendolo per mano.

Non ti lascio” promise.

Nel tragitto fino alla macchina rimasero zitti, ognuno perso nei propri pensieri.

“Guarda, guarda chi si vede” commentò una voce dietro di loro un attimo prima che salissero sul pick up. Si voltarono nel medesimo istante e videro un Saix vestito di bianco arrivare lentamente verso di loro. Il biondo fu subito assalito da una rabbia cieca.

Che cosa vuoi?” chiese in malo modo.

Niente di che, mi stavo solo chiedendo quando foste diventati così intimi” rispose mellifluo. Aveva un tono di voce lento ma preciso, freddo e calcolato.

Fatti gli affari tuoi” intimò il ragazzino. Lui rise divertito, ma aveva una risata così metallica che gli fece venire la pelle d’oca.

Mi piace il tuo modo di fare, sai? Devi essere una tigre. Soprattutto in certe… situazioni” commentò. Quella frase fece irrigidire Axel, che si mise in mezzo e lo guardò male.

Vattene Saix, questo non è un bel momento” ordinò.

Me lo immagino. Allora aspetterò che lo sia e vedrò come si comporta il tuo amichetto. Mi incuriosisce” lo avvertì.

Ti avverto: se ti azzardi anche solo a toccarlo con una mano io ti ammazzo. Ci siamo capiti?” lo minacciò.

Come siamo aggressivi. Stavo scherzando e basta” lo tranquillizzò, voltandosi. Poi sorrise senza essere visto.

O forse no” aggiunse. Roxas si pietrificò a quelle parole e trattenne il respiro involontariamente. Solo quando l’uomo fu del tutto scomparso alla sua vista riuscì a respirare con calma e ad aggrapparsi ad Axel.

Non mi piace. Non mi piace per niente” ammise, tremante.

Non ti preoccupare: finché sei con me non può succederti nulla” gli promise il rosso, abbracciandolo.

Mi porti a casa? Ho bisogno di dormire” lo implorò, sentendo la testa pesante.

Sì, è meglio se ti riposi. Andiamo

 

  
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