Eccomi ritornata con il secondo capitolo!!  Questo sarà il primo capitolo  di un bel po’ riguardante, come avrete già capito i Bookman…per Allen e Kanda dovrete aspettare! XD  

Detto questo buona lettura!                                    

                                                             

                                                                            Hai detto Bookman?

 

La sveglia risuonò all’interno della stanza con un rumore assordante e più che fastidioso. “Allen…vai tu sta mattina…” sussurrai sull’orlo di riaddormentarmi. Dal letto del ragazzo si levò un gemito sommesso e un frusciare di lenzuola. Allen si era girato dall’altra parte e quella dannata sveglia continuava a suonare! Mi alzai e lanciai contro l’albino il mio cuscino sospirando un mezzo “grazie eh…!” poi spensi quell’infernale aggeggio con una pacca ben assestata. Lui si mise a sedere borbottando qualcosa di incomprensibile e guardandomi con occhi ancora molto(e dico molto) assonnati. Guarda che ci tocca fare per quei rompi palle che erano arrivati tutti ieri! Andare a letto alle due per finire di lavare i piatti e per sparecchiare la sala da pranzo e alzarsi alle cinque per ripreparare i tavoli e aiutare i cuochi con la colazione. Non potevano starsene a casa anziché venire tutti lo stesso giorno in quello sfigato di alberghetto? “che stai a fare la a guardarmi tu?” mi rivolsi ad Allen che sbadigliò sonoramente e brontolò un “ho sonno!!”

 

Arrivati nelle cucine, nonostante l’ora della mattina, c’era un via vai frenetico. Non appena ci videro entrare ci riempirono di incarichi “Vai a sistemare questa stanza.” Oppure “che fai là? Vai a prendere le spezie al mercato!” o ancora “Guarda chi si è svegliato! Muoviti e vai ad aiutare a fare i piatti per le colazioni!”. Se non fosse stato che Bookman ci pagasse generosamente per quel lavoro e contasse gli straordinari di ieri sera, mi sarei già licenziata. Nei giorni come quelli sembravamo come le serve nell’ottocento! Una cosa positiva c’era però…alcune volte capitavano dei clienti a dir poco irresistibili come quel Yuu Kanda!! “Ehi che fai ancora la a fare colazione muoviti!” molto spesso però non c’erano lati positivi.

 

Per tutta la mattina io rimasi in cucina ad aiutare, mentre Allen era sempre fuori dall’albergo a fare compere. Solo dopo l’ora di pranzo, verso le due del pomeriggio riuscimmo a vederci e a mangiare qualcosa insieme chiacchierando come al solito. “Oggi le cose da fare saltavano fuori dal nulla!” azzannai un hamburger. ( Da qui ascoltate “Just Dance” di Lady GaGa)

“Già…poi la nuova che ha assunto Bookman me la sono dovuta trascinare per la città per tutto il tempo.”

“Ma chi? Miranda Lotto?” Allen annui ingoiando una patatina.

“Dicono che combina sempre disastri in cucina quindi Jerry me l’ha affidata; però essendo nuova avrà solo bisogno di un po’ di pratica…” sorrisi d’accordo con l’amico e bevvi un sorso d’acqua.

“Ehi voi due! La televisione non funziona in camera mia!” alle nostre spalle si era fatto avanti Kanda con la sua solita aria da spaccone (irresistibile aria da spaccone).

“Hai provato a premere il tastino rosso sul telecomando?” Allen lo provocò e l’altro rispose con un “Tsk, certo che l’ho fatto, non sono mica come te, moyashi”

“mi dispiace molto ma, io la mia televisione la so accendere! Bakanda!!!” Kanda si avvicinò di un passo sguainando la katana, mentre Allen si alzò in piedi e riprese l’ombrello del giorno prima dal quale non si era mai staccato.

“Ora ti faccio a fettine moyashi!”

“Con quella spaduncola non ne saresti capace!” sospirai sonoramente e tirai un coppino ad entrambi che sbatterono la fronte l’una contro l’altra e caddero rovinosamente a terra.

“Muovetevi e andiamo di sopra a sistemare la tv!” gli urlai addosso prima di trascinarli per un braccio all’ascensore. 

“Mi sa tanto che dovrete fare a meno di questa televisione perché si è rotta di brutto…dev’essere un collegamento bruciato o qualcosa del genere. Chiederemo per farvela cambiare o per trovare l’eventuale pezzo di ricambio.” Questa fu la conclusione di Allen dopo aver esaminato accuratamente il marchingegno.

“Ah…non sapete nemmeno fare il vostro lavoro!” Kanda era abbastanza infuriato, meno del giorno prima ma poco ci mancava.

“Suvvia Yuu! Non ce l’avevamo neanche in Accademia la televisione, non serve fare tutte queste storie.”

“Non mi chiamare con il mio nome! Baka Usagi!”

“Come non avevate la televisione?” chiesi sorpresa.

“Beh, noi veniamo da un Accademia di combattimento in cui predilige la concentrazione e la meditazione, quindi non usciamo molto e non sappiamo molto di quello che succede al di fuori delle mura dell’Accademia.” Spiegò il rosso.

“Una scuola per combattere?! Che figata!” urlammo in coro io e Allen.

“Si, beh…figo combattere ma la parte della meditazione e della concentrazione è quella che odio di più!” fece il coniglio con un sorrisetto ebete in faccia.

“Ah, quasi dimenticavo, lui è Yuu Kanda, come immagino l’avrete già sentito nominare…”

“So presentarmi anche da solo idiota di un coniglio!” lo interruppe Kanda borbottando. Il rosso lo ignorò e continuò con le presentazioni.

“Io sono Lavi Bookman, però potete chiamarmi solo Lavi.” Sorrise e noi ci guardammo negli occhi per un momento.

“Voi…?” domandò Lavi impaziente.

“Hai detto Bookman???” esclamai io sbalordita.

“Si…è il mio cognome…va tutto bene?” ci chiese questa volta lui sorpreso.

“Non conosci nessuno dell’albergo?” chiese Allen serio.

“No…perché?” il capo avrebbe dovuto spiegarci molte cose!