Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
Segui la storia  |       
Autore: _itsnickymine    01/09/2012    6 recensioni
“ha diciotto anni, Nicholas” disse Joseph guardandolo attentamente cercando di capire cosa passasse per la mente del fratello.
“e allora?” chiese il riccio interrogativo
“e allora hai già tuo figlio da crescere, non puoi perdere tempo dietro una ragazzina immatura che frequenta ancora il liceo”
“non la conosci” si difese il ragazzo
“Nick hai venticinque anni, un lavoro che ti richiede tempo e soprattutto un figlio di sei anni e mezzo da crescere solo! È vero meriti anche tu una donna al tuo fianco che ti sappia amare, che ti sappia amare veramente, ma questa donna di certo non sarà una ragazzina di diciotto anni!” disse il fratello
“..forse hai ragione”
“ho ragione, nessun forse” disse Joseph soddisfatto finendo di bere la sua birra.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


                                                                        'Do you believe in destiny?'




Chapter 7.

 

 “Ciao Kevin” disse Samantha entrando nel grande ristorante situato al centro di New York.

Come sempre era pieno di gente.

“ehi tesoro, è da un bel po’ che non ti fai vedere, Danielle ed io eravamo quasi in pensiero” disse l’uomo sorridendole

Samantha si avvicinò al bancone, dove c’era la cassa e dove puntualmente c’era Danielle. Oggi però stranamente c’era Kevin.

“ho avuto tanto da fare, come mai ci sei tu qui?” chiese Sam sedendosi sullo sgabello davanti al bancone

“Danielle aveva una visita” disse Kevin “il solito?” chiese poi il ragazzo a Sam riguardo cosa volesse mangiare.

“ovvio” rispose la mora

Kevin le sorrise

“vieni, siediti qui, così parliamo meglio” disse il ragazzo alzandosi dallo sgabello dov’era la casa e andando verso il bancone dove chi voleva poteva sedersi e mangiare lì, invece di sedersi in un tavolino.

“a scuola? Tutto bene?” chiese Kevin una volta che Sam si fosse seduta, prendendo un bicchiere di vetro e mettendoci della coca cola.

“si.. soliti problemi da rappresentante” ammise la mora sospirando

“Tyler?” chiese poi il ragazzo dandogli il bicchiere di coca cola.

“te l’ho detto, ci siamo lasciati, non voglio più sapere niente di lui. Lo odio” disse la mora bevendo un po’ di coca cola.

Kevin le sorrise.

“l’ho sempre detto che quel ragazzo non faceva per te, meriti di meglio” disse Kevin scompigliandole i capelli.

“Guarda che sei solamente di undici anni più grande di me, quindi non sono una bambina che ogni volta mi scombini i capelli in quel modo” si lamentò la mora

“smettila di lamentarti come una ragazzina di dodici anni e mangia” la prese in giro Kevin porgendole il piatto.

Come sempre, carne con patatine fritte, una fetta della sua pizza preferita e un po’ d’insalata.

“Ogni volta che vieni sembra che non mangi da una vita” commentò il ragazzo

“in realtà lo è, ieri a casa mia c’era la mia nuova famiglia e non ho toccato cibo per tutta la giornata, dio non puoi capire quanto odio quella bionda finta”

“nuova famiglia? Tuo padre ha deciso di sposare Jennifer?” chiese

Sam annuì cominciando a tagliare la carne.

“mi dispiace Sam, ma vedi, sono sicuro che lui non si è dimenticato di tua madre, non si è dimenticato di te e di quanto ti volesse bene” disse Kevin alla piccola.

“lo spero tanto” disse Samantha mangiando un pezzetto di carne.

“uh torno subito, c’è mio fratello” disse il ragazzo guardando verso l’entrata del ristorante.

“hai un fratello?” chiese curiosa Sam

“In realtà ne ho tre” disse Kevin facendo quasi sputare tutto ciò che Sam aveva in bocca.

“cosa? Perché non me l’hai mai detto?” chiese la mora

“perché non me l’hai mai chiesto” si difese Kevin per poi allontanarsi.

Samantha lo guardò allontanarsi  verso l’entrata del ristorante e non riuscì a vedere il ragazzo, vide solo una massa di capelli ricci parlare con Kevin, ma non ci fece molto caso.

Chissà com’erano i fratelli di Kevin, sicuramente belli come lui.

Sentì Kevin ridere e automaticamente sorrise anche lei, la risata di Kevin era troppo contagiosa.

Sorrise per poi tornare al suoi piatto e continuare a mangiare.

Kevin era il proprietario del ristorante assieme a sua moglie Danielle.

Samantha li conosceva da quasi un anno, anzi li conosceva da quando aveva scoperto il loro ristorante che in poco tempo era diventato il suo ristorante preferito.

Aveva legato molto con loro due, che la consideravano quasi come una sorella.

Sam andava lì ogni venerdì a pranzo, certe volte anche a cena con il padre e quando aveva un po’ di tempo libero.

Kevin era un bellissimo uomo di ventinove anni, era alto, capelli marroni e occhi verdi e un bel fisico, ma la cosa che sam più adorava di lui era il suo meraviglioso carattere.

Era spiritoso, brillante e fantastico, Danielle era davvero fortunata. Con Kevin non ci si annoiava mai.

Ogni giorno era una risata. Tutte le volte che Samantha passava del tempo con loro moriva dal ridere e tornava a casa sempre con un enorme sorriso stampato sul volto.

Danielle era la sua splendida moglie, di un anno più grande di lui, un po’ più bassa rispetto a lui, molto magra, e bellissima.

Sam le voleva un gran bene, era una donna dolcissima e molto solare.

“vieni fratellino, ti presento una mia amica” sentì la voce di Kevin dietro di lei e si voltò subito rimanendo a bocca aperta.

Non ci poteva credere.

No, non poteva essere il destino, ma nemmeno una coincidenza.

No, qualcuno si stava davvero prendendo gioco di lei.

Kevin era il fratello di Nicholas, quel Nicholas.

Dio, stava davvero per morire.

“Samantha?” chiese Nicholas incerto

“Nicholas?” chiese Samantha guardandolo

“voi due vi conoscete?” chiese Kevin curioso

“No aspetta, tu conosci Kevin?” chiese il riccio alla ragazza “Kevin, tu conosci Sam?” chiese poi al fratello

“viene ogni venerdì sera a magiare qui, è la mia miglior cliente” disse Kevin facendo ridere Sam

“il suo ristorante è il mio preferito, oltre ad essere il migliore di tutta New York” disse Sam

“non ci credo, non è possibile. Io vengo qui praticamente sempre e non ti ho mai vista”

“beh c’è sempre una prima volta, no?” chiese Sam

“spero non sia l’ultima” disse Nick sorridendole

“ma come vi conoscete?” chiese Kevin

“storia lunga” disse Nicholas “ e poi non sono affari tuoi”

“quando si tratta di Sammy, sono sempre affari miei” disse Kevin mettendo un braccio sulle spalle di Samantha e abbracciandola

“kevin, quante volte ti ho detto di non chiamarmi Sammy? Sembra il nome di un criceto” disse Sam al ragazzo

“ma tu sei un criceto, e questo nomignolo è adatto a te” disse scompigliandole i capelli

“mi reclamano in cucina, torno tra due minuti” disse poi Kevin ai due per poi scomparire dietro le porte della cucina.

“wow” commentò Nicholas

“già” disse Samantha

“quindi tu conosci mio fratello.. da quanto?” chiese il riccio sedendosi sullo sgabello accanto a lei

“un anno credo” disse la mora

“un anno? Wow” commentò

“deve essere uno sballo vivere con Kevin, lui è magnifico” disse Sam sorridendo

“già, soprattutto le sue battute” disse Nicholas

Samantha rise

“non prendere in giro le battute di tuo fratello” disse Sam

“non lo sto facendo, anzi amo la sua simpatia, sai credo servirebbe a tutti un Kevin in famiglia, ti rallegra la giornata”

“già” ammise la mora

“conosci anche Danielle?” chiese Nick

Sam annuì

“sei una continua sorpresa, Sam” disse Nick

“oh anche tu” ammise la mora dando un morso alla sua pizza

“oh ehm.. ti va di vederci di nuovo all’empire? Stasera?”

“certo. Mi..mi piacerebbe molto” ammise la mora bevendo un po’ di coca cola.

Nick le sorrise.

“ehi Sam, è da un bel po’ che non ti fai vedere” disse Tom, un ragazzo che lavorava dietro il bancone “ciao Nick” disse poi notando Nick

“ho avuto molto da fare, sono venuta a casa tua alcuni giorni fa” ammise la mora “ma non ti ho trovato”

Samantha andava a casa di Tom? Perché?

Un senso di gelosia e fastidio pervase il corpo di Nick.

Perché Sam andava da lui?

“sul serio? Louis non mi ha detto niente”

“se ne sarà dimenticato..Il tuo amico è davvero molto strano e stupido” disse la mora

“ci ha provato con te?” chiese Tom ridendo

“si, per la millesima volta.. e non voleva nemmeno farmi andare via” di lamentò la mora

Tom rise

“ha una cotta per te da quanto ti ha vista al cinema con me” disse Tom ridendo

“mi porti una birra, Tom?” chiese Nick  interrompendolo leggermente infastidito.

Non sapeva nemmeno lui perché si era infastidito così tanto.

Non sopportava il fatto che lei fosse così in confidenza con te, non sopportava che un ragazzo ci avesse provato con lei.

Da quanto non provava una cosa del genere? Anzi, quando mai l’aveva provata?

“uhm certo, nick” disse il ragazzo prendendo una birra dal frigo del bancone e guardando Sam

“perchè sei andata da Tom?” chiese Nick sotto lo sguardo del ragazzo.

“oh così, non avevo nulla da fare e sono andata a trovarlo” disse la mora sorridendo a Nick.

Poteva andare da lui, perché invece è andata da quella sottospecie di ragazzo senza muscoli?

Nick annuì stizzito e la mora notò che c’era qualcosa che non andava nel suo sguardo, stava per parlare ma fu interrotta da Kevin che tornò da loro.

“dovete assolutamente provare questa mia nuova specialità” urlò Kevin avvicinandosi a loro, con un piatto.

“kev è un semplice muffin” ammise il riccio

Kevin lo guardò terrorizzato

“non è un semplice muffin, dentro c’è la mia ricetta segreta” disse Kevin poggiando il piatto davanti a Nick e Samantha

“su Sam, assaggialo” disse Kevin dandole una forchetta

Samantha annuì prendendone un po’ e portandolo alla bocca.

Nick la trovò dannatamente sexy mentre lo faceva.

“mm..buono” disse la mora sorridendo a Kevin

Kevin le fece un occhiolino per poi voltarsi verso Nick.

“assaggia anche tu, no?” chiese Kev al fratello

 “non ne ho voglia” disse il riccio distratto.

In quel momento l’ultima cosa che poteva pensare era il muffin di Kevin.

Perché si sentiva così? Cavolo non aveva diciotto anni, era un uomo maturo.

Non gli era mai successo.

Non gli era mai capitato di provare ‘gelosia’, o cose del genere, per una ragazza.

Doveva uscire da lì, aveva bisogno d’aria.

“io..io devo andare” disse il riccio alzandosi

“dove?” chiesero contemporaneamente kevin e Sam

“il mio turno al’ospedale comincia tra un po’” mentì il riccio.

Sam annuì abbassando lo sguardo.

Il riccio salutò tutti e si avviò verso l’uscita.

“nick” si sentì chiamare e si voltò velocemente.

“sam” disse vedendola avvicinarsi a lui.

“tutto okay?” chiese la mora a lui stranita.

“oh si, ho solo bisogno di uscire da qui” ammise il riccio

“ci vediamo stasera?”

“certo, ti ricordo che sono stato io ad invitarti” disse Nicholas sorridendo “non mancare” continuò

“non lo farò” disse la mora più a se stessa che a lui.

Sam gli sorrise mentre Nick le fece un occhiolino per poi andare via.

Appena uscito dal ristorante sembrò quasi riprendere tutta l’aria che aveva perso lì dentro.

Non sapeva nemmeno lui cos’aveva, sapeva solo che in quel momento aveva bisogno di suo figlio.

Salì in macchina e si diresse verso la scuola di Nate.

Doveva passare del tempo con lui.

In pochi minuti arrivò fuori il grande edificio e come sempre tutte le mamma attendevano in cortile l’uscita dei figli.

Nick si guardò intorno, notò che era l’unico uomo lì fuori.

Sospirò, nessun padre andava a prendere suo figlio a scuola?

La campanella suonò e tutti i bambini uscirono dal portone della scuola.

Nicholas vide Nate assieme ad una bambina bionda, stavano parlando e notò che Nate non faceva altro che guardarla e sorridere.

Il ragazzo pensò che somigliasse tanto a lui.

“nate” lo chiamò il papà e il piccolo alzò lo sguardo sorridendo e correndo verso il papà

“papà” urlò il piccolo “perché sei venuto tu a prendermi? Di solito viene nonna”

“volevo passare del tempo con il mio campione. Ti va di andare a giocare a baseball?”

“e me lo chiedi? Sai che è il mio sport preferito e che da grande sarò un ottimo giocatore!” disse il piccolo entusiasta

“chi era quella bambina?” chiese Nick al figlio dirigendosi verso la sua auto.

“la mia fidanzata” disse il piccolo con tranquillità

Nicholas quasi non si strozzò con l’aria che respirava

“cosa? Ma sei piccolo” disse Nick

“non sono piccolo, papà! A me piaceva e zio Joe mi ha dato dei consigli su come farla cadere ai miei piedi” disse il bambino salendo in macchina seguito a ruota da Nick che rideva “è bella, vero?” chiese poi Nate al padre guardandolo

“si, molto carina” disse il ragazzo mettendo in moto e partendo

“dovresti trovarla anche tu una fidanzata, lo sai?”

“ah si?”

Nate annuì

“anche zio Joe l’ha trovata, persino zio Frankie.. manchi solo tu” disse il piccolo

“ci penserò” disse il riccio

“quando ne troverai una, sarò io il primo a conoscerla, vero?” chiese Nate

“certo”

“e se non mi piace, la lasci” disse il piccolo sorridendo

“ovvio, deve piacere prima a te che a me” disse nick sarcastico

“ecco, anche la mia fidanzata piace a zio joe e quindi va bene”

Nick rise

“devo smetterla di farti passare del tempo con Joe” disse il riccio

“perché? Io da grande voglio essere come lui” ammise il piccolo Nate sorridendo

“rompiscatole e idiota?” chiese Nick

“bello e impossibile” lo ammonì Nate.

Nick rise, sorridendo al figlio.

 

 

 

“ciao”

“ehi hai fatto tardi”

“scusami, ma la mia sorellastra e il mio fratellastro non si scrollavano da dosso” ammise la mora avvicinandosi a ncik che era appoggiato con i gomiti sulla ringhiera dell’ultimissimo piano dell’empire.

Nick le sorrise

“tutto bene?” chiese poi lei

“si.. tutto okay, a te?” chiese lui

“mm.. bene” disse la mora ammirando la meravigliosa New York.

“ho voglia di parlare” disse poi la mora dopo un po’.

Nick la guardò per vari secondi

“sono qui”

“secondo te anche gli angeli vedono quello che stiamo vedendo noi adesso?”

“mm.. credo, credo di si”

“secondo me no, loro vedono oltre” ammise la mora

“che vuoi dire?

“che oltre a vedere fuori, vedono anche dentro. Sanno come le persone si sentono in determinati momenti.. Vorrei saperlo anche io”

“cosa vorresti sapere esattamente?”

“come ti senti tu, ora” disse sicura la mora.

“io?” chiese stupito Nicholas.

Perchè voleva sapere come si sentiva? Cvaolo, quella ragazza era davvero strana.

“si” 

“mi..mi sento bene” disse il riccio

“e stamattina?” chiese Sam

“anche”

“non sopporto le persone che mi prendono per il culo” disse la ragazza scocciata

“non lo sto facendo” la assicurò il ragazzo.

“allora dimmi perché stamattina sei andato via così, non credo che sei venuto da Kevin solo per tre minuti”

“avevo il turno in ospedale, te l’ho detto” si difese il ragazzo

“non è vero. Sono venuta in ospedale e mi hanno detto che oggi era il tuo giorno libero”

“wow” commentò il riccio.

Non poteva crederci, lei era andata in ospedale appositamente per cercarlo, per cercare lui, per cercare Nick.

“Sam” iniziò il riccio “volevo solo stare un po’ da solo.”

“okay, bastava dirlo”

Nick gli sorrise

“mi parli un po’ della tua vita? Io..io non so praticamente niente di te” ammise la mora guardandolo

“cosa vuoi sapere?” chiese Nick appoggiandosi al muro

“qualunque cosa” disse la mora

“mi chiamo nick, ho vent-“

Sam non lo fece finire di parlare.

“vai avanti per favore, so già queste cose” disse sorridendo

Nick annuì divertito.

“ho tre fratelli. Kevin, Joe e Frankie… vivo a new york da solo.. e ho..” nick esitò un po’

“hai?” chiese Sam

“ho un..”

“un?” chiese ancora la mora

“un ….ddebole per la pizza, la mangerei sempre e ovunque” disse il riccio.

“oh anche io” disse la mora sorridendo

“lavoro all’ospedale e… sei davvero andata lì oggi?”

“non ci credi?” chiese la mora

“no, ci credo.. è che ..mm..vedi .. è strano, mai nessuno l’ha fatto”

“beh allora sono contenta di essere stata la prima” disse la mora guardandolo attentamente

La ragazza notò che quando era nervoso si toccava i ricci e notò quanto fossero belle le sue labbra, erano sottili e a forma di cuore.

Aveva tanta voglia di baciarlo e di rimanere così per il resto della sua vita.

“sam?”

“mm?” chiese la mora

“posso baciarti?” chiese il riccio con un filo di voce

Sas sorrise istintivamente

“puoi baciarmi ogni volta che vuoi. Quando sei nervoso, triste, felice, quando sei in macchina, quando stai andando a lavoro oppure quan-”

Nick non la fece finire di parlare che la attirò a se, unendo finalmente le loro labbra, che da troppo tempo desideravano di essere unite.

Non riuscivano a spiegarsi nemmeno loro cosa stavano provando esattamente in quel momento.

Sapevano solamente che stavano aspettando quel momento da una vita.

 




Salve bella gente :3

Come state? spero bene u.u Mi scuso per il ritardo ma non ero proprio nel momento adatto per scrivere çç spero che questo capitolo vi sia piaciuto e per farmi perdonare ho già pronto il psossimo quiiiiiiiiiiiiiiiiiindi lasciatemi tante belle recensioni e il capitolo arriverà prestissimo u.u

Voglio ringraziare. come sempre le fantastiche ragazze che recensiscono ogni capitolo, grazie di cuore u.u

Bye, vale.♥



 

 

 

SPOILER.

“ehi, non..non è successo nulla, non scappare” disse il riccio prendendole un braccio cercando di farla voltare verso di lei, per poterla guardare negli occhi ma lei non si voltò.

“n..non sto scappando” ammise prendendo la borsa e respirando ancora a fatica.

Perché Nick le faceva quell’effetto? Perché doveva essere sempre lei a rovinare tutto? In fondo Nick non stava facendo nulla di male. Non riusciva nemmeno a voltarsi e a guardarlo negli occhi.

Era solo una stupida ragazzina di diciotto anni che ne dimostrava quindici.

“Sam, sul serio io ti..ti capisco.. ci conosciamo da così poco tempo.. e non pretendo nulla da te...”

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers / Vai alla pagina dell'autore: _itsnickymine