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Autore: SimonWeasley    01/09/2012    5 recensioni
Un bambino escluso dalla propria vita. Una famiglia che lo detesta. Un sangue che non gli appartiene scorre nelle sue vene. Hogwarts sarà la sua casa. Ma da quando Silente è morto, la scuola non è più la stessa e Ace lo scoprirà a sue spese.
Genere: Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Weasley, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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PROLOGO

Quella mattina Ace si svegliò di buon ora. Quello sarebbe stato un grande giorno. Ace Yates, studente a Hogwarts. Chi se lo sarebbe mai aspettato? Tutti lo credevano un magonò: da quando aveva sette anni non aveva mai dimostrato abilità magiche, eppure era stato scelto per ricevere quella lettera. Era nella sua piccola camera che condivideva col fratello quando il padre lo chiamò. “Gufi! Arrivano i gufi!” Suo fratello aspettava la lettera da giorni, impaziente. Aveva ormai terminato il quinto anno e dato che voleva intraprendere una carriera da Auror, continuava a crucciarsi per i piccoli errori che si era accorto di aver commesso. Tutto quello che poteva fare Ace era consolarlo, per quel poco che ci capiva. Aveva undici anni, viveva in una famiglia mezzosangue, era considerato un magonò. Cosa si poteva aspettare? Il giorno che arrivarono i gufi, lui si rinchiuse nella sua stanzetta, per non sentire le lodi che i genitori ripetevano continuamente a suo fratello. Fissava la lunga finestra che si estendeva davanti al suo letto. Vedeva il sole alto e luminoso, mentre i suoi raggi trafiggevano il vetro, per poi riscaldare i suoi piedi. Ogni volta che si sdraiava, metteva le gambe per metà sul letto e per metà a penzoloni e nel frattempo abbracciava quello che lui considerava il suo unico amico, un cuscino azzurro. Il giorno della posta gli metteva sempre tristezza. Suo fratello particolarmente al centro dell’attenzione e lui chiuso nella sua camera, la maggior parte delle volte a piangere. Ma quel giorno sarebbe stato diverso. I mormorii che provenivano dalla cucina andavano man mano aumentando, per poi sparire in un greve silenzio. A quel punto, la voce squillante della madre si fece più acuta, mentre strillava al figlio di scendere. Ace provò un brivido d’ansia. Ma poi si ricordò che lui era un incapace, che non poteva essere stato scelto. Lui non aveva mai dimostrato di possedere doti magiche. Chiuse gli occhi e sospirò. Percorse il corridoio in silenzio e ed entrò nella piccola cucina. I tre familiari seduti attorno al tavolo. Suo fratello si fece avanti. Con gli occhi pieni di ammirazione gli consegnò una lettera. Inchiostro color smeraldo. Nel cuore di Ace si fece spazio un’immensa gioia. Tutti quei dubbi e quelle sue paure, come se fossero evaporate, gli lasciarono addosso un sentimento che non poteva essere descritto a parole. Tremava, piangeva, e contemporaneamente riusciva a ridere. Il fratello lo abbracciò più e più volte, dicendogli che lui, in cuor suo, lo sapeva. Gli abbracci di suo fratello gli avevano sempre fatto male: la sua enorme stazza gli impediva di muoversi mentre era stretto in quella morsa che lui tanto amava. Per quello che poteva, ricambiò l’abbraccio. Poi guardò il fratello maggiore negli occhi blu scuro. “Lo so, ti voglio bene”.  Infine Ace si voltò verso i genitori. Due sagome magre e alte. Fredde come la pietra. Il bambino guardò loro con aria speranzosa. Finalmente anche lui avrebbe avuto un po’ di dignità. Lui sarebbe stato un figlio normale. Ma quello che il padre si limitò a dire fu un secco “Ci deve essere stato un errore”. Ace si fermò pochi secondi a guardarlo, prima di correre in camera sua, sul suo letto, col cuscino. I passi rimbombarono per tutta la casa. Aveva undici anni, ma sapeva fin troppo bene come infastidire i suoi genitori. Quello che sentì da sotto il suo cuscino furono urla, risate e insulti. Apprezzava che suo fratello lo difendesse ma non valeva la pensa mettersi contro i genitori per uno come lui. Stringeva al petto la sua lettera. Dicendosi che sarebbe partito. Dicendosi che non mancava molto al primo di settembre. Strinse i denti. Lui sarebbe andato a Hogwarts.


SPAZIO AUTORE
Questa è la mia prima fanfiction sulla saga della Rowling, quindi mi piacerebbe ricevere recensioni per sapere cosa ne pensate. Non solo sulla storia, ma sul mio stile in generale. A me, sinceramente, sembra troppo fredda ma non per questo voglio fermarmi. Ogni critica verrà considerata al fine di migliorare questa storia!
  
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