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Autore: Noxi    01/09/2012    0 recensioni
Storia senza alcuno scopo di lucro, creata da un'idea che aveva già cominciato a girarmi per la testa qualche tempo fa.
Michela e alcuni suoi coetanei hanno vinto una magnifica opportunità: il soggiorno, per due settimane, in un campo a tema sul suo videogioco preferito, Assassin's Creed. Tutto sembra essere organizzato come un campo estivo, preparato per far vivere ai ragazzi emozioni simili a quelle del gioco... Ma qualcosa di misterioso è loro nascosto dai Mentori, e l'avventura presto lascia quell'alone di emozione e di divertimento che l'aveva caratterizzata per diventare qualcosa di serio e pericoloso per i ragazzi.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Assassin’s Creed - Il Campo
Capitolo 3 - Assassinio

 
Una volta distanziata di una cinquantina di metri la struttura al centro del Campo, io e gli altri Assassini ci dirigiamo verso la parte di prato libera vicino al recinto di addestramento per le armi bianche situato alla sinistra della nostra Sede: nessuno ha molta voglia di andare troppo lontano dalla Sala degli Animi dato che siamo in fibrillazione per ciò che i Mentori ci diranno a breve, ma tutti sono d’accordo sul fatto che sia meglio stare ad aspettare all’aria aperta.
Così ci sdraiamo sull’erba fresca, osservando il cielo e le nuvole bianche che ne punteggiano la superficie perfettamente celeste.
Lentamente, però, ci sembra che il silenzio diventi assordante: non c’è in giro nessuno oltre a noi...
- Pensate che gli altri siano ancora in ballo con le Sessioni di allenamento? - chiede ad un tratto Fabio, alzandosi e mettendosi seduto, per poi dirigere lo sguardo verso le finestre del grande edificio di legno ben visibile dalla nostra postazione.
Non riusciamo a guardare all’interno delle finestre a specchio sulla sua parete, che sicuramente racchiude un’altra sala Animi, quindi non capiamo se all’interno ci siano movimenti oppure no.
- Può darsi... Dopotutto non sembra che le postazioni all’esterno siano utilizzate, al momento, - gli risponde Bruno, mettendosi di fianco a lui; - Magari però sono nelle loro Sedi... Oppure stanno già comunicando i risultati e siamo noi quelli in ritardo per il pranzo. -
Mattia annuisce vistosamente a quell’affermazione, e il suo stomaco gli fa eco facendoci scoppiare in una sonora risata.
- Abbiamo capito che hai fame! Contieniti! - gli strilla dietro Elettra, senza però riuscire a frenare le risa, e poco dopo anche la sua pancia si mette a brontolare.
- Deve essere davvero tardi... Penso che mezzogiorno sia passato da un pezzo, - dico poi io, notando la posizione del sole: ormai non è più perpendicolare alle nostre teste, e si capisce perfettamente che tutta la mattinata è ormai trascorsa; - Non ci resta che aspettare... E sperare che gli altri non abbiano già finito tutto il cibo. -
Ma non dobbiamo poi attendere molto: qualche minuto dopo, proprio mentre ci stiamo rialzando per tornare nei pressi della Sede, Nicola spunta dall’entrata della sala Animi e ci corre incontro.
- Meno male, non siete andati poi così lontani. Forza, i risultati sono pronti... E non sono niente male, per essere la prima volta, - ci dice, una volta arrivato vicino a noi, per poi farci cenno di seguirlo.
Per poco non lo travolgiamo come un’orda di bufali: come se avesse appena acceso una bomba, io e gli altri scattiamo al suo fianco superandolo e staccandolo di una decina di metri, per poi fiondarci nella porta da cui lui era uscito poco prima rischiando di schiacciare anche Arianna.
Siamo fin troppo in trepidazione per i risultati, ma anche la fame fa la sua parte: non vediamo l’ora di andare finalmente a mangiare... Abbiamo davvero bisogno di qualcosa da mettere sotto i denti.
- Hey, hey! Calmatevi un po’! - esclama la Mentore, appiattendosi di scatto contro la porta per evitarci, richiudendo poi la porta non appena anche Nicola si unisce a noi.
Quando ci giriamo verso di lei la vediamo ravvivarsi i capelli e rifarsi la coda con aria stizzita e un po’ innervosita dal nostro comportamento. Deve aver capito le ragioni della nostra carica... Ma intuisco che non le vada bene comunque vederci correre in quel modo per la stanza.
- Un’altra mossa così e saremo costretti a togliervi punti... E voi non volete perderli, vero? - continua, rivolgendoci uno sguardo glaciale, per poi dirigersi rapidamente alla postazione computer.
La intravedo raccogliere un plico di fogli e subito dopo si dirige verso di noi.
Si prende giusto qualche attimo per far scorrere le dita sui bordi delle pagine, facendole frusciare, per poi cominciare a parlare.
- Perfetto, possiamo iniziare. I punteggi che vi abbiamo dato vanno da 1 a 10, a seconda della vostra bravura e delle abilità che avete dimostrato. Dato che, a fine campo, ci sarà un premio per i primi tre di ciascuna Gilda, vi consiglio vivamente di mirare sempre al risultato più alto. -
- E naturalmente alla fine anche la Gilda che avrà guadagnato il punteggio complessivo più alto verrà premiata, quindi cercate sempre di fare del vostro meglio per superare Ladri e Mercenari! - aggiunge un secondo dopo Nicola, facendoci in largo sorriso d’incoraggiamento.
Arianna annuisce, d’accordo con il suo partner, per poi sollevare il primo foglio che tiene fra le braccia.
- Allora, in fondo alla classifica abbiamo... Lia, con 6 punti, - esordisce lei, tendendo la pagina stampata alla ragazza appena nominata; - la tua non è stata una cattiva prova, ma ci sono state alcune imprecisioni che hanno ridotto il tuo punteggio. Presta maggiore attenzione la prossima volta, e ti garantisco che farai molto meglio di così. -
La Mentore va avanti poi con Elettra e Mattia, entrambi con 7 punti ciascuno, e al sentirli nominare il mio cuore fa un balzo: non sono ancora stata chiamata... quindi sono fra i primi tre.
Subito dopo viene Fabio, con 8 punti, e il mio battito aumenta esponenzialmente capendo solo in quel momento di aver raggiunto un punteggio più alto di quanto sperassi.
- E infine, in cima alla lista abbiamo... Michela e Bruno, entrambi con 9 punti. Complimenti ragazzi, davvero un ottimo lavoro! Avete fatto un bellissimo test, - conclude poi Nicola, rubando la parola alla sua compagna e porgendo a me e al ragazzo dai capelli neri i nostri rispettivi fogli.
Con gli occhi spalancati per la sorpresa afferro ciò che il giovane mi porge come in trance, meccanicamente, per poi iniziare a scannerizzare letteralmente ciò che vedo stampato sulla superficie liscia e bianca davanti a me: in alto a sinistra, scritto a caratteri aggraziati, è stampato il mio nome, mentre nell’angolo opposto spicca il simbolo degli Assassini impresso in rosso sangue.
Subito sotto, al centro, è riportato il punteggio della sessione analizzata, e sotto di esso vi è una tabella che indica le azioni eseguite dall’Assassino sulla sinistra e le osservazioni dei Mentori sulla destra.
Leggo velocemente le parole che mi passano sotto gli occhi ad una velocità impressionante, per poi distrarmi non appena due paia di braccia mi si cingono intorno fino a stritolarmi.
- E brava Michi! Lo sapevo che eri brava! - mi strilla Elettra nelle orecchie, stringendomi con una presa dalla forza non indifferente, mentre Lia si unisce a lei e ai suoi squittii concitati.
- Sei stata davvero fantastica! Ti dispiacerebbe darmi qualche dritta? Sarei davvero felice se lo facessi! - dice la bionda, senza però lasciarmi prendere aria per rispondere.
Se non fossi così presa a cercare di non soffocare probabilmente mi metterei a ridere, ma l’unica cosa che mi esce dalla bocca è uno strascicato ‘Grazie’ alle mie due amiche.
Faccio appena in tempo a scambiare uno sguardo anche con Bruno, che sembra felice sia del mio che del suo risultato, prima che i Mentori ci richiamino all’ordine.
- Bene, direi che adesso potete andare a mangiare. Lasciate pure a me i vostri fogli, li dobbiamo archiviare, - ci dice Arianna, passandoci accanto per recuperare tutto ciò che le serve.
- Voi cominciate pure ad andare in Sala Comune, io e Arianna vi raggiungeremo non appena avremo finito di sistemare gli Animi, - continua poi Nicola, invitandoci a correre a tavola.
Siamo tutti così affamati che non esitiamo ad imboccare la porta appena quello ci da l’ok per uscire, così lasciamo da soli i due Mentori a rassettare il tutto mentre la nostra testa viene parzialmente annebbiata dal pensiero del cibo ad attenderci a pochi metri da lì.
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Mentre osserva dalle finestre i ragazzi che si allontanano dalla sala Animi, Nicola appare soddisfatto.
- Non pensavo che fossero così bravi... A quanto pare il nostro lavoro sarà molto più semplice con degli aiuti così validi, - dice poi, rivolgendosi alla compagna in piedi accanto a lui.
- Già, il capo sarà felice di vedere risultati così buoni già dal primo giorno. Potremmo anche fare il secondo test oggi stesso, - mormora Arianna, voltandosi verso il ragazzo e cercando la sua approvazione.
Quello appare pensieroso per un po’, soppesando le parole della complice e tutti i pro e i contro della cosa, per poi annuire alla richiesta della ragazza.
- Sembrano aver sopportato bene la sessione mattutina, a parte la fame un po’ eccessiva, quindi potremmo tentare. Anche perché così potremmo iniziare il lavoro oggi stesso. -
- E allora sfruttiamo questa occasione. -
- Ma devi promettere che fermeremo tutto se vedremo segni di cedimento. Non possiamo compromettere tutto già in partenza. -
- ...E va bene, mi hai convinto, ma smetteremo solo se ce ne sarà assolutamente bisogno. Forza adesso, finiamo di preparare e andiamo anche noi a mangiare. Potrebbero insospettirsi se ci vedessero mancare per troppo tempo. -
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Il pranzo trascorre tranquillamente fra chiacchiere e portate deliziose: io e gli altri Assassini ci mettiamo a discutere allegramente con i componenti delle altre fazioni, dimenticando per un po’ la nostra rivalità in termini di punteggio, e i Mentori seguono il nostro esempio scambiandosi battute e chiacchierando tutti insieme di qualsiasi cosa tranne che del Campo.
Cinque minuti prima che arrivi il secondo si uniscono a noi anche Arianna e Nicola, partecipando immediatamente alla conversazione con gli altri accompagnatori, e tutti insieme finiamo di pranzare in un clima piuttosto rilassato.
Nessuno bada al nostro atteggiamento famelico, forse perché tutti sanno che è uno degli effetti dell’esposizione all’Animus, e da una parte questo mi conforta: non voglio certo attirarmi gli sguardi disgustati dei presenti addosso, sarebbe qualcosa di fin troppo imbarazzante.
Una volta terminato anche il dolce, una gustosa fetta di torta al pan di spagna farcita da uno strato di marmellata di mirtilli e decorata con frutta fresca e panna, Alex e Luna ci fanno un veloce riassuntino della produttività della mattinata annunciando la classifica parziale: in cima ci sono i Ladri, con un punteggio di 47 punti, subito dietro di loro ci siamo noi Assassini con 46 punti e, in fondo, i Mercenari con 44 punti.
Dall’entusiasmo che traspare dal loro tono di voce deduco che sono rimasti piacevolmente colpiti dai risultati positivi di questa prima sessione, e ci augurano di raggiungere buoni punteggi anche nella sessione pomeridiana.
Finito il discorso ci dirigiamo tutti verso le nostre Sale Animi, chiacchierando allegramente con i nostri compagni di squadra, e appena entriamo ascoltiamo le direttive di Arianna e Nicola.
- Bene, vediamo di sistemare tutto per la seconda parte del vostro test d’ingresso... Accomodatevi ai vostri Animi, - dice la ragazza, indicandoci le macchine già ronzanti mentre Nicola va ad accenderle il computer sulla scrivania.
Fabio non deve essere molto convinto della cosa, perché al contrario di noi si ferma davanti ai Mentori, un po’ esitante.
- Ma il nostro test... Non era la missione di stamattina? Io pensavo che questo pomeriggio avremmo cominciato l’addestramento vero e proprio... - mormora, facendo scorrere velocemente lo sguardo sui due giovani davanti a lui.
I Mentori si scambiano una veloce occhiata, un po’ sorpresi da quella contestazione, e dopo qualche attimo Nicola prende la parola.
- Beh, ma fino a prova contraria voi siete Assassini, e noi non vi abbiamo ancora visto all’opera. Non avete ancora ucciso nessuno... o sbaglio? - dice, guardando a braccia incrociate e con un sorrisino il ragazzo di fronte a lui.
- Direi che, prima di qualsiasi cosa, dovreste mostrarci anche le vostre abilità negli assassinii, - conclude poi Arianna, tagliando il discorso; - E ora vai al tuo Animus, Fabio, così possiamo iniziare la sessione del pomeriggio. -
Una volta tutti pronti e sdraiati ognuno sulla propria macchina, Nicola passa ad aggiustare gli schermi e ad attivare il caricamento dei programmi, per poi farci inghiottire nuovamente da quella stessa luce accecante che ci aveva trasportati nella Firenze rinascimentale durante la mattinata.
 
La sensazione di essere sdraiata sull’Animus dura solamente alcuni secondi, e subito dopo comincio ad avvertire la trama di una superficie piastrellata sotto le suole dei miei stivali.
Come in precedenza mi ritrovo, insieme ai miei compagni, vicino a Santa Maria del Fiore e, a sentire le indicazioni di Arianna dai microfoni dell’Animus, questa seconda prova avrà la stessa struttura della prima. L’unica cosa diversa è l’equipaggiamento che tutti noi Assassini abbiamo: adesso indossiamo anche un’armatura di cuoio, e riesco perfettamente a sentirmi addosso anche il peso delle armi che sto portando.
Sapendo però già cosa mi aspetta in termini di organizzazione, mi metto a passeggiare senza meta fra le vie della città in attesa del mio turno.
Mi programmo mentalmente un giro da fare grazie a quell’incredibile mappa stampata nella mia testa, decidendo di andare a visitare il quartiere al di là di Ponte Vecchio e, magari, di salire su qualche torre per avere una migliore visuale di Firenze... Ma i miei buoni propositi vengono dissolti dal tintinnio ritmico delle armi che indosso.
Così, senza riuscire a trattenere la mia curiosità, mi infilo in una viuzza tranquilla e semi deserta mandando a quel paese il mio programma e, sistematami dietro un paio di casse, mi metto ad analizzare il mio armamentario.
La spada che ho al fianco è una lama piuttosto comune, con l’impugnatura a forma di fiore senza ulteriori fronzoli, i coltelli alla cintura sono lunghi una decina di centimetri e decisamente affilati accompagnati poi da uno stiletto dall’impugnatura sottile... E infine, al polso sinistro, ho la lama celata distintiva degli Assassini senza però la sua gemella dall’altra parte.
Mi metto a rimirarla, analizzandone ogni minimo dettaglio e notando che si tratta della lama primaria: niente venatura per il veleno o pistola.
Con un lieve colpetto del polso scopro l’arma, rabbrividendo al rumore dello scivolare del metallo così vicino a me, e la osservo attentamente seguendone i contorni con lo sguardo.
Sono così presa da quell’arma che, quando compare di nuovo alle mie orecchie, la voce di Arianna mi fa sobbalzare violentemente.
- C-come mai mi avete chiamata così presto? - chiedo subito, constatando il più o meno breve lasso di tempo intercorso dall’inizio della missione fino ad adesso... Nonostante la mia percezione possa essere sbagliata dato il tempo impiegato a rimirare le mie armi.
- Non essere così sorpresa, Michela... Abbiamo solamente cambiato l’ordine di esecuzione, tutto qui, - mormora quindi Arianna, notando sicuramente l’espressione stampata sul mio viso dal monitor.
Cerco di riprendermi immediatamente, dato che non mi va affatto di perdere tempo, e mi rivolgo nuovamente alla ragazza dall’altra parte.
- Cosa devo fare, Mentore? -
- Un semplice assassinio, nulla di così complicato. Sei pronta? -
- Quando vuole. -
- Perfetto, allora ascoltami bene: il tuo obiettivo è un mecenate alleato dei Borgia, ma questa volta non avrai un informatore, quindi usa le tue abilità per riconoscere la preda prima che fugga. -
Capisco da queste sole parole che non avrò vita facile: se è Arianna stessa a dirmi di usare di nuovo le mie abilità, allora vuol dire che sarà difficile scovare l’uomo da uccidere.
“Probabilmente sarà vestito come una persona normale... Oppure ci sarà talmente tanta gente nei paraggi che me lo nasconderà alla vista...” mi dico, cominciando a vagliare le diverse possibilità, ma alcuni attimi dopo sono costretta a rallentare: la voce della Mentore torna a rimbombarmi nelle orecchie.
- L’unica cosa che ti posso dire è che dovrai cercare dalle parti del Mercato Vecchio, nulla di più. Starà solamente a te scovare il tuo uomo e portare a termine la missione, - dice, in tono glaciale, per poi scomparire e lasciarmi in balia del tempo che scorre inesorabile.
Memore di quella mattina mi alzo di scatto, ritraendo la lama celata nella polsiera con un movimento meccanico, e subito dopo mi metto a correre cercando di capire la mia posizione per poter raggiungere il luogo in cui si nasconde il mio obiettivo.
Scorro mentalmente la mappa di Firenze rimasta impressa nella mia testa, calcolando il percorso più breve e veloce per arrivare al Mercato, ma constato che la via più rapida è quella aerea: per avere un vantaggio consistente dovrei mettermi a correre sui tetti.
Istintivamente alzo la testa e mi metto ad ispezionare per quanto riesco i bordi dei tetti delle case a cui passo accanto, e in un primo momento sembra che la situazione mi sia favorevole: non sembra esserci nessuno in agguato pronto a scagliarmi addosso qualche freccia.
Sebbene un tantino esitante, appena adocchiata una catasta di cassoni ricoperti dal solito lenzuolo bianco ci salto sopra senza interrompere la corsa e, una volta su una piattaforma a qualche metro dal suolo, comincio la scalata verso i tetti appigliandomi ai davanzali delle finestre e ad alcuni elementi in metallo piazzati sui muri.
Fortunatamente sembra essere tutto come descritto da Arianna quella mattina: sono effettivamente agile e a mio agio appesa ad una parete come se facessi solamente quello da una vita.
Sfruttando appieno quell’abilità che non pensavo di possedere faccio forza su pedi e mani per raggiungere appigli sempre più alti, fino a che non mi ritrovo a penzolare attaccata ad una grondaia.
Un ultimo sforzo e i miei piedi raggiungono le tegole rosse del tetto, producendo quel tipico suono ticchettante che mi fa sorridere: ho appena scalato un edificio senza alcuna difficoltà...
“Fantastico,” mi dico, per poi esplorare velocemente con lo sguardo il panorama intorno a me: non c’è altra presenza oltre a me, a quell’altezza, o perlomeno nei paraggi.
“Ora che la fortuna mi sorride sarà meglio che mi sbrighi,” penso subito, iniziando a farmi strada anche a dieci metri da terra e preparandomi a dominare anche il cielo.
Nonostante la pendenza di alcuni tetti riesco a mantenere aderenza e velocità senza sbandare o scivolare improvvisamente, così supero le prime tre case collegate senza alcuna fatica.
Cominciano ad arrivare i problemi quando devo mettermi a saltare da un’abitazione all’altra: sebbene infatti mi sento tranquilla a correre sulle tegole, infatti, mi fa comunque un po’ paura l’idea di lanciarmi da un edificio ad un altro.
Ma è necessario farlo, quindi mi convinco ad andare avanti senza pensarci e, in breve tempo, comincio anche a saltellare da una parte all’altra come uno scoiattolo sopra le teste dei tranquilli abitanti di Firenze, ignari che un’Assassina stia quasi volando a qualche metro da loro.
Dopo qualche minuto, acquistata abbastanza confidenza con il nuovo modo di muovermi da potermi permettere di fare di più, aumento la velocità della corsa diminuendo i miei tempi.
Ormai sembra quasi che stia fluttuando a pochi millimetri dalle tegole, e i miei movimenti si fanno più rapidi e silenziosi man mano che avanzo, fino a quando sento come un campanello d’allarme suonarmi nel cervello: zona riservata.
D’istinto mi guardo velocemente intorno e vedo i primi arcieri spuntare da dietro i comignoli delle case, accrescendo sempre di più la loro presenza man mano che mi avvicino al Mercato.
Riesco a scansare la sorveglianza delle prime tre guardie, ma proprio quando mi sento più al sicuro e pronta a riscendere in strada mi accorgo di aver fatto un errore di calcolo: davanti a me non c’è un balconcino di legno che mi sarebbe potuto essere utile come appiglio per tornare a terra, ma la terrazza di una casa più bassa delle precedenti. Con sopra un arciere di ronda.
Gli attimi successivi sembrano scorrere ad un inarrestabile rallentatore: mentre io salto dal bordo del tetto della casa più alta, la guardia avverte il rumore dei miei stivali sulle tegole e si volta.
Quando mi riconosce spalanca la bocca, come per lanciare un avvertimento ai compagni per bloccarmi e lanciarmeli alle costole, ma quasi senza rendermene conto blocco io stessa quel grido avvicinandogli la mano sinistra alla gola durante la mia caduta.
Arrivo a terra con l’avambraccio sporco di sangue caldo appena stillato e la lama celata conficcata dentro al collo del malcapitato, ormai steso a terra privo di vita sotto il peso del mio corpo.
 
Ci metto qualche secondo a riprendere lucidità, forse un po’ stupita per ciò che ho appena fatto senza esitazioni: ho appena ucciso una guardia facendo scattare la mia lama celata in volo, saltandogli addosso nello stesso modo in cui faceva Ezio nel videogioco.
“Ho appena ucciso la mia prima guardia,” mi ripeto, cercando di convincermi della cosa ormai fatta e di tranquillizzare il battito del mio cuore, ma l’unica cosa che riesco a ottenere è l’appiattirmi dietro ad una cassa vicina a me per cercare di avvertire segni di vita dalle altre guardie, preda della paura di venir scoperta con il braccio ricoperto di sangue ed un cadavere ai piedi.
Sembra però che mi sia andata di lusso: non ci sono passi in avvicinamento né urla di avvertimento varie provenienti da altri arcieri, quindi posso considerarmi al sicuro.
Lentamente mi stacco dalla parete e, gattonando per tenermi bassa, trascino l’uomo morto dietro il mio nascondiglio per attardarne il ritrovamento.
Sistemata quell’ultima faccenda non mi attardo oltre sul terrazzo e mi calo dalla facciata della casa, constatando di essere stata a più di otto metri dal suolo fino a quel momento.
Appena toccato il terreno, però, al posto di sentirmi sollevata per avere nuovamente la terra sotto i piedi mi coglie un’antipatica sensazione da capogiro: il Mercato Vecchio è proprio davanti ai miei occhi e pullula di persone di ogni genere che sembrano spuntare da ogni parte come margherite.
La gente si riversa da ogni portale che dà sulla struttura senza fermarsi, inondando le strade che circondano le bancarelle e facendomi venire un istantaneo mal di testa.
“Ci metterò una vita a trovare il mio obiettivo da qui...” penso, sconsolata, ma decido di mettermi a cercare comunque in quel modo la vittima designata: sono ancora troppo scossa per salire di nuovo su un tetto, sarebbe sicuramente un errore salire là sopra senza essere abbastanza sicura.
Mi infilo nel primo gruppetto di abitanti che mi passa di fianco, mimetizzandomi fra di loro quanto meglio riesco, e cerco di far scattare per la seconda volta l’Occhio dell’Aquila cominciando a far scorrere lo sguardo su tutti i possibili sospettati..
Mi concentro prima sulle persone intorno a me, poi su un venditore, su un arciere appostato su un tetto, su un nobile a passeggio, su un pittore all’opera dall’altra parte della struttura... Ma la mia testa sembra essere occupata solamente dalla figura della guardia morta con la gola sanguinante di poco prima, troppo impegnata ad imprimere nella memoria ogni dettaglio della cosa per attivare la mia abilità.
Sento un improvviso moto di rabbia montarmi dentro, mentre continuo a camminare: un’uccisione del genere non dovrebbe impressionarmi, ne ho fatte a bizzeffe fino ad adesso, e invece....
Forse, però, è il fatto di aver compiuto l’assassinio in prima persona a farmi quest’effetto, dato che non ho mai ammazzato nessuno prima d’ora.
Non ci avevo mai ragionato molto prima, ma mi rendo conto che uccidere qualcuno non è certo una cosa così facile da digerire come pensavo, ed è tutta un’altra faccenda rispetto a quando è qualcun altro a sporcarsi le mani al posto tuo.
“Già... Fa un po’ impressione vedere un uomo completamente fermo, bloccato dalla morsa della morte a causa della tua mano...” mi dico quindi, cercando di rassicurarmi e di tranquillizzarmi, fino a che non noto qualcosa.
Qualcosa, o meglio, qualcuno che non avevo notato prima... Qualcuno di fermo.
Una donna, nonostante il fiume di gente che entra ed esce dalla zona del mercato, è rimasta ferma a parlare con il proprietario di un negozietto dal mio arrivo, e non sembra volersene andare tanto presto data l’aria concitata con cui sta discutendo.
Una donna... Non avevo neanche pensato all’implicazione di una figura femminile nella missione, ma evidentemente mi sbagliavo di grosso. E dire che, di primo impatto, avevo inquadrato solamente uomini...
Senza esitare oltre, come ritrovando improvvisamente lucidità, il mio sguardo va a cercare la sua figura: in breve tempo la vista si fa sfocata e grigiastra, e ci vuole solamente qualche attimo in più prima che il mondo cominci a mostrarsi a me come una miriade di lucine di Natale.
Quando tutto si stabilizza, finalmente la vedo chiara e luminosa davanti a me nonostante il mio perpetuo spostamento intorno alle bancarelle: una luce forte e dorata risplende dai contorni della donna che avevo notato, mentre tutto ciò che scorre intorno a lei si fa bianco punteggiato in lontananza dalle luci rosse degli arcieri sui tetti.
Mi guardo in giro per un rapido accertamento, e noto con sollievo che non ci sono altre guardie oltre a quelle piazzate a più di otto metri d’altezza, e capisco che è il momento di agire: non posso aspettare ancora, o potrebbero spuntare anche dei rinforzi insieme agli abitanti in cerca di prosciutti o verdure varie.
Chiudendo rapidamente gli occhi cerco di recuperare la mia vista normale con successo e, ritrovata la donna anche ad occhio nudo, comincio ad avanzare silenziosamente verso di lei.
Solo negli attimi che procedono la mia azione riesco a capire quanto la folla sia un’arma a doppio taglio: impedisce di compiere gesti veloci e fluidi, intralciando il cammino, ma sono un utilissimo nascondiglio mobile che può portarmi fuori da lì senza che le guardie si accorgano minimamente di me.
Seguendo la corrente di gente che si avvia verso un arco che segnala la presenza di una via laterale mi avvicino sempre di più alla signora.
Riesco a percepire qualche stralcio dei suoi discorsi con l’uomo che ha davanti, a quanto pare un mercante d’arte piuttosto famoso e ricercato a giudicare dalla quantità di tele dipinte alle sue spalle, ma qualche secondo dopo ho orecchi solo per lo scatto cristallino della lama che ho al polso. Colgo l’attimo esatto nel quale il venditore si volta rassegnato per prendere un quadro appoggiato alle sue spalle e, guidata da un’esperienza di cui non conosco la provenienza, non faccio fatica a trovare il petto della donna per mettere fine alla sua vita.
L’assassinio si svolge accurato e silenzioso: portata velocemente una mano a coprire la bocca della vittima, l’argento dell’arma le trapassa il cuore da parte a parte macchiandole il prezioso vestito verde con spruzzi di vermiglio lucido.
Appena intravedo un movimento dall’altra parte del corpo comincio a muovermi verso l’uscita del mercato sospinta dalla marea continua di gente, che sembra non essersi ancora resa conto del reato appena compiuto.
Sono fuori nell’esatto momento in cui il corpo senza vita dell’amica dei Borgia tocca terra fra le urla del mercante e degli altri clienti.
 
Dopo essermi allontanata a sufficienza dal luogo dello sconveniente evento la voce di Arianna raggiunge nuovamente le mie orecchie, e in pochi attimi il mio corpo torna nuovamente alla sala Animi degli Assassini.
In attesa c’è solo Fabio oltre a me, il che mi fa capire di essere stata la seconda ad eseguire la missione di assassinio di quel pomeriggio.
Nicola mi rivolge un rapido segno di approvazione con il pollice alzato prima di tornare a controllare gli altri ragazzi ancora stesi dentro alle macchine, mentre la sua collega fa cenno a me e a Fabio di uscire mentre si mette in contatto con Mattia.
Ubbidienti usciamo a prendere una boccata d’aria, così mi ritrovo a passare il resto del pomeriggio in compagnia del ragazzo e dei miei altri compagni che escono man mano che finiscono la loro sessione pomeridiana.
Arriviamo all’ora di cena con un’altra carrellata di risultati: Lia ed Elettra ottengono un 7 pieno dai loro assassinii, Mattia prende 8, Fabio e io ci accaparriamo un 9 a testa mentre Bruno riesce ad eccellere con un 10.
Con dei risultati così positivi riusciamo a sorpassare i Ladri, che arrivano a cena con un bottino 94, mentre i Mercenari rimangono dietro a 90 punti. I nostri Mentori sembrano essere davvero soddisfatti dei nostri 96 punti, dati i sorrisini complici che si scambiano, così ci godiamo le pietanze e le chiacchiere senza tornare sull’argomento dei nostri allenamenti: come primo giorno ufficiale è stato più che sufficiente, e ne abbiamo ancora tredici davanti a noi... Non succederà nulla se le questioni della nostra prossima preparazione ritardano di qualche ora.


Rieccomi dopo la lunga pausa estiva ;) Allora, premetto che avevo scritto quasi tre capitoli completi e revisionati, ma mi sono accorta che erano uno schifo allucinante T_T Di conseguenza li ho riscritti tutti e ora sono alla metà del quarto capitolo. Spero vivamente di non aver deluso le aspettative di nessuno con questo capitolo e che sia all'altezza dei precedenti.
Ringrazio di nuovo chi ha recensito e chi segue volentieri la storia e non dimenticatevi di darmi i vostri consigli, eventuali correzioni e pareri, sia belli che brutti (che mi servono per migliorare u.u)
Spero nuovamente che la storia vi piaccia e... Ci vediamo presto con il prossimo capitolo :)
Noxi

 
  
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