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Autore: EliCF    01/09/2012    7 recensioni
"«Siamo io e te. Solo io e te. Potremmo tornare a casa, vincitori» chiusi gli occhi, inspirai e dovetti fare i conti con l'odore pungente del bosco. «Ci pensi?»
Ripose il coltello e mi raggiunse sul tappeto d'erba ingiallita.
«E ci credo, anche» sentenziò. «E tu?»
Annuii, di scatto. Senza pensarci.
«Allora andrò a quel festino. E farò a pezzi la ragazza di fuoco» aggiunse.
«Prima che Tresh faccia a pezzi te?»
Evidentemente fece caso alla nota ironica che aggiunsi alla frase, perché si alzò e ridacchiò nuovamente.
«Prima che Tresh faccia a pezzi chiunque altro»"
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cato, Clove
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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«Ci vado io, alla Cornucopia!» e un sorriso quasi diabolico le si era dipinto in volto.
«No» scossi la testa, netto. «Riuscirebbe a distruggerti anche il bisonte del Distretto 11, da solo»
La vidi arricciare il naso come un cane che si prepara a ringhiare.
Per quanto potesse non ammetterlo, il tributo del Distretto 11 era grosso e forte. Riuscivo a sentire le tempie pulsarmi, al ricordo del fatto che non volle unirsi al nostro gruppo di Favoriti.

«
Saprò come affrontarlo, se dovesse essercene bisogno» esordì, ritrovando la calma di colpo. 
«Sono sicura che si avventerà sulla ragazza di fuoco. Quella del Distretto 12» mi fece l'occhiolino. «Per non essere riuscita a difendere la ragazzina dell'11...»
Ridacchiò, poi levò in alto uno dei suoi coltelli e la sua voce risuonò tra gli alberi alti quanto case: «...dalla forza dei Favoriti!»
Scossi la testa, trattenendo una risata.
«Siamo io e te. Solo io e te. Potremmo tornare a casa, vincitori» chiusi gli occhi, inspirai e dovetti fare i conti con l'odore pungente del bosco. «Ci pensi?»
Ripose il coltello e mi raggiunse sul tappeto d'erba ingiallita.
«E ci credo, anche» sentenziò. «E tu?»
Annuii, di scatto. Senza pensarci. 
«Allora andrò a quel festino. E farò a pezzi la ragazza di fuoco» aggiunse.
«Prima che Tresh faccia a pezzi te?»
Evidentemente fece caso alla nota ironica che aggiunsi alla frase, perché si alzò e ridacchiò nuovamente.
«Prima che Tresh faccia a pezzi chiunque altro»
Era quasi l'alba: non sarebbe mai voluta arrivare in ritardo ad un festino.
«Clove?»
Mi dava già le spalle, diretta alla Cornucopia.
«Lo so. Ti porterò anche lo zaino di uno di loro» promise.
Scossi la testa, impotente di fronte alla sua eccitazione.
«Cerca solo di non farti uccidere»


~

Ero rimasto steso sul tappeto d'erba, gli occhi socchiusi.
Probabilmente ero l'unico rimasto nel bosco - io e il ragazzo innamorato, forse ancora troppo debole per gettarsi in un corpo a corpo -, tutti dovevano essere nascosti attorno alla Cornucopia.
Pensavo alla vittoria: io e Clove l'avevamo in pugno. Eravamo diventati implicitamente una squadra, all'annuncio della possibilità di due vincitori.
Avevamo condiviso il cibo e le paure che nessuno dei due ammetteva d'avere. Avevamo lasciato crescere un posto in più nel cuore di ognuno, riservato a qualcosa che non fosse l'atrocità della morte che ci aveva appestati già prima di entrare in Arena. Poi, un urlo.
«Cato!»
Sentii gli occhi sbarrarsi, le braccia issarmi in posizione eretta e raccogliere la lancia.
I muscoli delle cosce e degli avambracci bruciavano di stanchezza mentre mi lanciavo in una corsa disperata e folle nei boschi, ma non me ne accorsi.
«Cato!»

«Clove...» è tutto quello che riuscii ad ansimare.
«Clove!»
Sentii di essere troppo, troppo lontano per trapparla via dalla tortura che stava subendo, qualunque essa fosse.
Nessuna risposta. Decisi di risparmiare fiato e correre.
Sentii l'urlo rimbombarmi nelle ossa del cranio. Una preghiera, una supplica con cui mi implorava di correre.
Corri, Cato, corri.
E' tutto quello che riuscii a fare; poi la vidi.
«Clove!»
A terra, mi illusi che fosse salva. Non c'era sangue, solo uno sguardo perso e un innaturale pallore che le aveva cerchiato gli occhi di grigio e reso le labbra violacee. Lasciai che la lancia crollasse sul prato, cercai il modo più semplice per tenerla senza darle altro dolore che, ora, vedevo essere provocato dall'orribile rientranza che le spaccava il cranio. Poco più in là, una pietra.


~

E' guerra aperta.
Stringo con leggerezza Clove tra le braccia che risultano enormi ed impacciate, per un gesto che richiede quel livello smisurato di delicatezza.
E' guerra aperta, tra me e l'impulso quasi irrefrenabile di urlare e
scalciare via la terra che ho sotto i piedi per piombare in un inferno in cui, almeno, non dovrò assistere alla morte dell'unica che volevo sopravvivesse.

«Clove...» farfuglio, cercando il suo sguardo.
«Ho sempre sospettato che la velocità non fosse il tuo forte» sussurra, una grande quantità d'aria accompagna ogni sillaba che riesce a pronunciare.
Sento gli occhi inondarsi di lacrime perché so che avrei dovuto correre più veloce.
Fingo ancora di non capire quello che il mio cuore sa già e lascio che mi stringa debolmente la mano. Rispondo alla stretta e, raccolto il coraggio, lascio scorrere parole che so essere inutili.

«Avevi detto che saresti tornata» avrei desiderato che suonasse come un rimprovero, ma in realtà è un lamento. «Credi ci sia qualche crimine per cui stiamo pagando?»
«Prova a ripensare a tutti quelli che abbiamo fatto fuori...» sorride lentamente e trova persino la forza di aggiungere: «Ne è valsa la pena»
Se non si trattasse della sua morte, sarei pienamente d'accordo.
Lacrime di rabbia e dolore si susseguono veloci; tutto quello che posso fare è starle vicino e sperare che capisca.

«Perdonami. Per tutto quello che ho fatto... e per quello che ho dimenticato di dirti»
La vedo aggrottare le sopracciglia e cercare la forza per continuare ad ascoltarmi.

«Speravo di riuscire a parlarti faccia a faccia, ma non volevo fosse questo il posto, né il momento»
Inspiegabilmente sorrido perché so che lei mi ascolta, il respiro sempre più debole.

«Non volevo che mi portassi anche lo zaino di qualcuno di quei bastardi. Non desidero vincere, perché quello che voglio è già qui: solo te.»
Le lacrime strabordano sempre più copiose, al suono di quella verità assurda e ammessa troppo tardi. Non riesco nemmeno a guardare la sua espressione quando sussurra parole che mi mozzano il fiato.

«Se avessi un'altra vita, io...» tossisce spaventosamente, poi riprende. «...la regalerei a te»
Solo allora alzo di nuovo lo sguardo, incrociando il suo: pieno delle parole che non riesce a pronunciare. In silenzio, la sento urlare in supplica di non lasciarla morire da sola. Rimaniamo entrambi in silenzio, aspettando e temendo il cannone. Mi riempio la bocca di parole non dette che bruciano come il sale su una ferita aperta. Quando mi accorgo del suo scorrere via dalle mie mani e dal mondo; sento di doverle ancora una promessa.

«Non finisce qui» sentenzio con una voce roca che non mi appartiene.
Solleva solo un angolo della bocca, in una smorfia che ricorda solo vagamente il sorriso spaventoso che la caratterizzava.

«Lo so»
Poco più di un attimo, una parola e poi vedrò gli occhi diventarle sconosciuti. Il cannone spara e la presa debole che aveva affidato alla mia mano, si annulla. Mi allontano senza guardarla, perché so che adesso ho il dovere di vendicarla. E i tributi scappano in fretta.
Mi metto alla ricerca di quel dannato Tresh con le braccia da un quintale, capace di sfondarle la testa con una pietra di dimensioni quasi piccole.
Non una: cento vite, io le regalerei a te.
Se n'è andata con gli occhi asciutti, senza la forza di piangere né la capacità di parlarmi.

Corro, ma mi sembra d'essere in un sogno senza tempo, senza rivedersi più.
Non finisce qui.
E' una promessa. E dalle promesse non si scappa.
Solo, ti prego: resta qui. Stanotte. Con me.
La rabbia mi monta dentro. Mi chiedo come siano possibili pensieri del genere nei confronti di Clove.
Io, che non so chi sei...
Donna di cui io non so niente e mai saprò. Sono ancora all'Arena, sono ancora Cato, dal Distretto 2. Sono ancora quello che brama alla vittoria.
Eppure le ho detto che non mi interessa.
Forse cerco solo un motivo in più per massacrarli. Tutti e tre, i tributi rimasti. Non mi importa quanto costerà: non lascerò loro via d'uscita.
Probabilmente è per questo, sì. Il pubblico giustificherà la mia ferocia con un sentimento che il mio cuore non ha mai voluto sfiorare, ma l'ha fatto.
Perché è così facile prometterti questo, Clove?

Corri, Cato. Corri.



NdA: Finalmente la mia Cato/Clove! Desideravo tanto scriverne una... ed eccola qui.
Ne circolano tante su questo momento, ma ho voluto dire la mia. Spero non sia troppo malvagia ;)
Elicf
   
 
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