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Autore: Alys93    01/09/2012    1 recensioni
Il destino... Non si mai cosa ci riserva. E' qualcosa di oscuro, insondabile, eppure c'è gente che non smette mai di provare a prevedere cos'ha in serbo per noi. Non sappiamo mai come andrà la nostra vita, se riusciremo a realizzare i nostri sogni. E lo sa bene Richard, che, a diciassette anni, non sa ancora cosa fare, se troverà qualcuno disposto ad andare oltre le apparenze.
Se vi ho incuriosito, spero che leggerete la storia. Ve ne prego, siate clementi. E' la prima storia "decente" ke ho mai scritto. [Dopo molto tempo ed alcuni cambiamenti, più o meno lievi, ho deciso di continuare a postare questa storia. Spero che apprezzerete i miei sforzi]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve a tutti, ragazzi! come va la vita? scusate se ci ho messo tanto ad aggiornare, ma adesso sono tornata. spero tanto che questo capitolo possa piacervi, magari più del precedente. Non voglio sembrare antipatica o chissà che altro, ma un commentino mi farebbe piacere riceverlo. Chi scrive penso possa capirmi. non c'è nulla di più frustrante che non spaere se la storia piace o meno... comunque, per ora lasciamo stare. Vi avevo lasciati ad una giornata in spiaggia, ricca di sorprese, e vi assicuro che queste ultime non sono finte! poi vedrete. Grazie a tutti coloro che avranno la pazienza di leggere questo nuovo capitolo. spero che gradirete. buona lettura!


25-Caccia al tesoro

La serata della paura durò per un bel pezzo. La luna era ormai alta nel cielo e le stelle brillavano come tantissimi gioielli.
Quando Susan lasciò andare uno sbadiglio, la comitiva decise finalmente di andare a dormire.
"Lascio il fuoco acceso, così non avremo problemi di luce" disse Jonathan, mentre Dalia e Crystal si dirigevano verso la loro tenda, seguite a ruota da Nicky.
"Ok, ma sta attento che non si avvicini alle tende" lo avvisò Philiph, "Sì, starò attento" lo rassicurò l'altro e controllò che le pietre che circondavano il falò fossero disposte nel modo giusto.
Aggiunse un paio di rami e sbatté una mano contro l'altro, sorridendo soddisfatto della propria idea.
Richard lanciò un lungo sguardo a Megan, prima di entrare nella sua tenda con Karl e Jonathan.
Sapeva che ci sarebbe voluto un miracolo per addormentarsi, ma non gli importava.
Voleva solo pensare a lei e cercare di spiegarsi l'assurda e potente sensazione che gli aveva scatenato dentro quella mattina.
Aveva dovuto usare tutta la propria forza di volontà per non stringerla a sé e lasciare che il desiderio che provava per lei lo spingesse a fare chissà che cosa.
Eppure, non riusciva a non pensare alla morbida carezza che gli aveva donato ed alle sensazioni causategli da quel dolce contatto.
Un lieve sorriso gli incurvò le labbra, ripensando a come le loro mani si fossero intrecciate, mentre Will raccontava storie del terrore.
Che Megan avesse cercato un po' di sostegno in lui, lo faceva sentire davvero bene. Rincuorato e sereno.
La ragazza lo vide e si sbrigò a seguire Susan nell'igloo di stoffa, mentre le guance le diventavano rosse come papaveri.
Si chiese cosa fosse cambiato tra lei e Richard a tal punto da farle provare sensazioni assolutamente sconosciute prima di allora.
Era qualcosa di incredibile… e talmente intenso a lasciarla confusa ed intimorita.
Lui era così dolce e comprensivo nei suoi confronti…
Quando gli aveva stretto la mano, aveva capito che i racconti di William la stavano spaventando ed aveva sorriso.
La sua presa solida aveva cancellato ogni timore e, solo così, era riuscita a sentire la fine della storia.
Rimase quelle che le sembrarono ore a guardare il soffitto della tenda, poi sospirò "Susan? Sei ancora sveglia?".
"Sì" le rispose l'amica "Cosa c'è, Meg? Ti ho vista un po' strana, oggi. Va tutto bene?", "Non lo so proprio" ammise lei "Non capisco più niente".
Prese un grosso respiro, prima di chiedere "Susan, cosa si prova esattamente… quando si è innamorati?".
Susan sorrise nel buio "Finalmente lo stai ammettendo! Mi chiedevo se l'avresti mai fatto".
"Smettila di prendermi in giro" borbottò l'amica "Ho davvero bisogno di un consiglio. Mi sembra di ammattire!".
Susan si voltò verso di lei, sorridendo "Cosa hai bisogno di sapere? Sono pronta a fugare ogni tuo dubbio".
"Quando vedo Richard, mi sento le gambe molli e se… se mi sfiora appena, il cuore mi dà una scossa pazzesca" spiegò Megan "Vorrei capire perché il suo sguardo m'imprigiona come una magia".
Cercò le parole più adatte a descrivere quello che provava, ma non era affatto facile "L'ho conosciuto solo lo scorso settembre, ma è come se lo conoscessi da una vita. La cosa strana è che…".
Si sentiva così in imbarazzo che non riusciva quasi a parlare, ma aveva bisogno dei consigli dell'amica.
"È da poco che sento di essermi innamorata. Non capisco come possano essere cambiate le cose in modo così estremo" sussurrò flebile.
"L'ho visto un giorno… ed è stato come un colpo di fulmine" continuò a stento "Sì, un fulmine a ciel sereno. È da allora che ho iniziato a non capirci più niente…".
La ragazza cercò di trattenere un sorriso, prima di affermare "Meg, è assolutamente normale che tu ti senta confusa o turbata. L'amore dà alla testa, te l'hanno mai detto?".
"Sì, credo di capirlo. Mi sento totalmente diversa da quando sono partita dal Messico. Non mi riconosco più" mormorò l'amica.
"Ci credo!" esclamò Susan, sistemandosi nel sacco a pelo.
Scosse la testa divertita e continuò "Immagino che quando ti ha preso in braccio, ti sei sentita al settimo cielo".
"Sì, il cuore mi batteva fortissimo" confessò Megan "Quando c'è lui, mi sento… protetta. È come se niente e nessuno potesse toccarmi".
"È una sensazione stupenda" concordò Susan, pensando a quello che provava lei quando era con Karl.
Risero a bassa voce, poi Megan chiese "Susan, cosa posso fare? È che… per me queste sono tutte sensazioni nuove e non riesco a spiegarmele del tutto. Vorrei dirglielo, dirgli quello che provo nei suoi confronti, ma mi sento ancora così confusa..".
"Ti sei mai innamorata prima d'ora?" chiese l'altra, "No. Questa è la prima volta che sento sensazioni così forti e… bellissime".
Era vero, i sentimenti che aveva provato in passato non si avvicinavano neanche lontanamente alla tempesta che sentiva dentro in quel momento.
"Allora è più che normale che ti senta così confusa. La prima volta è sempre la più bella" sospirò Susan "Sai come si dice, no? Il primo amore non si scorda mai".
"Hai ragione" confermò l'altra "È la cosa più bella che mi sia mai capitata in tutta la mia vita. La più bella in assoluto".
Rimase per qualche attimo in silenzio, poi chiese "Susan, secondo te, cosa devo fare?".
"Dovresti seguire il tuo cuore. Questo è l'unico consiglio che posso darti. La strada giusta la capirai tu" disse la ragazza.
"È il cuore che spesso ci indica la giusta direzione. Bisogna solo ascoltarlo e seguire i suoi consigli" aggiunse "Anche se spesso sono enigmatici".
 
Richard si girò e rigirò più volte nel sacco a pelo, incapace di prendere sonno.
Lo sguardo di Megan, la sensazione che aveva provato quando la sua mano gli aveva sfiorato il volto gli riempivano la testa.
Il suo volto spaventato ed emozionato al tempo stesso era come scolpito nella sua memoria, così come la morbidezza della sua mano.
Non riusciva a pensare ad altro, ormai era un'ossessione.
Karl sbuffò nel sentirlo muoversi ancora "Richard, per favore smettila di agitarti così. Non riusciamo a dormire, se tu continui a sospirare come un'anima in pena".
Poi si voltò verso Jonathan, che dormiva placidamente, e si corresse "Ok, io non riesco a dormire. Jonathan non ha problemi".
"Scusami, Karl. È che proprio non riesco a prendere sonno" disse il ragazzo, "Ma perché non le dici tutto, scusa? Infondo, è quello che tiene sveglio" mormorò Karl.
"Ho paura della sua reazione" ammise lui con un sospiro "Ho paura che mi rifiuti e che il cuore mi si spezzi definitivamente".
L'amico gli diede una pacca sulle spalle "Vedrai che stavolta sarà diverso. Lei ci tiene a te".
Quando fu sicuro che l'altro lo stava ascoltando, continuò "Susan mi ha raccontato che, quando Miguel ti ha trovato per la strada, dopo che Walter te le aveva suonate, lei non riusciva a stare tranquilla".
"Sussurrava continuamente il tuo nome e poi, quando il fratello se ne è dovuto andare, è corsa a riportati la moto. Era come se avesse paura che ti fosse successo qualcosa" aggiunse con un sorriso.
Fece un lieve cenno con la testa "Beh, quello che è successo dopo lo sai meglio di me. Come ha reagito quando ti ha visto?".
"Mi è quasi piombata addosso, per controllare che stessi ancora bene" raccontò l'amico "Sembrava davvero… preoccupata".
Un sorriso gli apparve sulle labbra a quel dolce ricordo, anche se il sopracciglio gli dava ancora un po' fastidio.
"Che ti dicevo? Megan ci tiene davvero molto a te. Fattene una ragione e cerca di dormire tranquillo" lo incoraggiò il compagno.
Il ragazzo sorrise nella penombra e sussurrò "Grazie, Karl. Sei un vero amico. Sai sempre come risollevarmi il morale",
"Quando posso esserti utile" rise l'altro, tornando ad avvolgersi nel sacco a pelo e sprofondando velocemente nel sonno.
 
La mattina dopo, il sole diede il buongiorno a tutti i ragazzi, che uscirono sbadigliando dalle tende, pronti a riprendere la giornata.
Megan si stiracchiò come un gattino e lanciò uno sguardo a Richard e gli altri ragazzi; sembravano tutti riposati.
Si sentì sollevata nel capire che non si erano accorti della sua piccola visita all'interno della loro tenda.
Non riuscendo a dormire, con tutti i pensieri che non le davano tregua, si era alzata nel cuore della notte ed aveva aperto silenziosamente la tenda dove dormiva Richard, solo per vederlo riposare.
Il fatto che lui dormisse proprio davanti all'entrata della tenda l'aveva aiutata non poco.
Era rimasta almeno dieci minuti buoni a guardarlo, mentre lui dormiva tranquillamente accanto agli amici.
Un lieve sorriso gli incurvava le labbra ed alcune ciocche di capelli gli coprivano la fronte.
Glieli aveva sistemati appena e gli aveva nuovamente sfiorato il viso, ma era rimasta assolutamente immobile, quando il giovane si era mosso nel sonno, sussurrando qualcosa d'incomprensibile.
A quel punto, si era alzata, aveva richiuso la tenda ed era tornata nella propria, attenta a non svegliare Susan.
Dopo quella silenziosa visita, era riuscita ad addormentarsi, pensando al sorriso che aveva Richard nell'inconscio.
Gli era sembrato così dolce e indifeso che avrebbe voluto abbracciarlo e sussurargli qualcosa di rassicurante.
Si era sentita come quando guardava Ines dormire tranquilla, ma la sensazione che aveva provato in quel momento era stata molto più dolce.
Era stata davvero dura allontanarsi da lui e tornare indietro, ma la ragazza sentiva che presto sarebbe riuscita a dirgli tutto quello che provava nei suoi confronti.
Prima o poi, avrebbe trovato il coraggio per farlo.
William fece un enorme sbadiglio e salutò gli amici "Non vedo l'ora di dormire in un vero letto. La sabbia non era proprio comodissima".
"Questa sera saremo tutti a casa" lo tranquillizzò Wendy "Quindi non preoccuparti".
Inaugurarono la giornata con un bel bagno, in modo da svegliarsi del tutto, poi si riunirono attorno al falò e fecero colazione.
"Cosa facciamo oggi di bello?" chiese Karl, "Una caccia al tesoro" lo informò Miriam sorridendo "Una fantastica caccia al tesoro".
"Che io sappia, i pirati non venivano qui" disse Megan, "Invece sì, ma non con l'oro messicano, tranquilla" rispose Jonathan, prima di scoppiare a ridere per la sua battuta.
"Già, non credo che qui troveremo vecchi cimeli maya o di chissà qualche altra civiltà dell'America del Sud" aggiunse Jack con una risata.
"Si chiamano Aztechi e Inca, ignorantone che non sei altro" lo prese in giro Susan.
Infine, il gruppo tacque per ascoltare le indicazioni di Miriam e Wendy a proposito della caccia al tesoro che avevano organizzato. Non vedevano l'ora di cominciare.
Wendy si sedette sul proprio telo e spiegò "Ieri, mentre voi ragazzi sistemate le tende, io e Miriam abbiamo nascosto alcuni oggetti in vari punti della spiaggia. Oggi, voi dovete trovarli".
"Dovrete dividervi in coppie e trovare l'oggetto che vi è stato assegnato grazie a questa mappe" continuò Miriam, mostrando diverse finte pergamene con parecchi segni e simboli colorati.
Le distribuì ai suoi compagni, sorridendo "Il simbolo della cassa rappresenta il tesoro che dovete trovare, è inutile che ve lo dica".
"Ma non badate ai nomi, perché, ovviamente, non sono quelli originali della zona" aggiunse, indicando alcune scritte.
I ragazzi rimasero spiazzati dall'organizzazione magistrale delle loro compagne, poi Susan chiese "Come facciamo a dividerci?".
Miriam prese alcuni biscotti dalla borsa e vi incise sopra le iniziali dei suoi compagni, poi l'infilò in due contenitori, dividendoli tra maschi e femmine.
"Così le coppie saranno più equilibrate" spiegò Miriam, sorridendo divertita.
"Capisco, ma con i biscotti?" chiese incredulo William, osservando la sua amica.
"Così è più originale" si congratulò Nicky "Ragazze, siete grandi!".
"Però ci manca un componente" mormorò Miriam "Uno di voi dovrà rimanere qui", "Resto io" disse Jack "Ho voglia di poltrire un po', se non vi dispiace".
"E ti pareva" borbottò Dalia "Tu non vuoi mai divertirti, eh?", poi scoppiò a ridere e sussurrò qualcosa all'orecchio della sorella, che sorrise con aria complice.
Jack si mise il berretto con la visiera molto in basso, in modo che il sole non gli desse fastidio e si addormentò in pochi minuti.
Dalia e Crystal spiegarono agli altri amici le loro intenzioni ed iniziarono a coprire il ragazzo di sabbia.
William stava quasi per scoppiare a ridere, ma Richard lo fermò in tempo "Non mandare tutto all'aria!".
In breve tempo, il povero Jack fu ricoperto di sabbia fino al collo, ma i suoi amici avevano usato anche quella bagnata e quindi più resistente.
Sembrava quasi imbozzolato nella sabbia scura, una mummia di cui appariva solo la testa.
"Miriam, fammi un piacere" sussurrò Karl "Immortalatelo con la videocamera. Vogliamo vederlo tutti, quando si sveglia", "Contaci".
Wendy si appoggiò i vasi con i biscotti in grembo e li pescò due alla volta, scegliendo così le coppie.
Si vedeva benissimo che non poteva scegliere lei, che era tutto un caso, ma questo non impedì a Megan di arrabbiarsi un po' con lei, quando pescò insieme i biscotti con la M e la R.
In pochi minuti, le coppie selezionate si disposero in fila: Jonathan fece l'occhiolino a Dalia, mentre Crystal sorrideva a Philiph.
William scosse il capo divertito, quando gli si affiancò Nicky, mentre Susan e Karl sorridevano raggianti della loro fortuna sfacciata.
Megan arrossì quando Wendy fece il suo nome assieme a quello di Richard, ma cercò di rimanere calma e impassibile.
Era come se il destino avesse deciso che dovevano stare insieme ad ogni costo.
Prese la mappa che le veniva porta e la guardò attentamente, cercando di riconoscere i luoghi descritti con nomi davvero originali e pirateschi.
"Ogni coppia dovrà trovare un oggetto diverso" spiegò Miriam "Infatti le mappe portano in posti differenti. Sono vietati suggerimenti tra le varie coppie".
Poi Wendy alzò un foulard rosso e diede il via a quell'originale variante del gioco.
I ragazzi presero direzioni diverse, ma, prima di allontanarsi troppo, riuscirono a sentire Wendy che gridava "Attenzione all'alta marea. Non fatevi bloccare".
Richard scosse la testa e guidò la sua compagna verso un gruppo di rocce che sembravano formare una freccia, dicendo "Secondo me, dobbiamo andare da questa parte".
Poi sorrise "So che è stato un caso, ma a volte non riesco a non pensare che gli altri ci vogliano lasciare soli apposta", "Non lo dire a me".
Il giovane le rivolse uno sguardo incuriosito, chiedendole "Ti dispiace essere capitata con me?".
La ragazza scosse la testa "No, ma che vai a pensare… Mi ha fatto piacere", poi si accorse di essere arrossita e si voltò dall'altra parte.
Il compagno sorrise, dicendo "Anche a me ha fatto davvero piacere".
Megan deglutì a fatica e cercò di rimanere indifferente, ma sentiva il cuore batterle all'impazzata.
Si sistemò una ciocca che le era finita davanti al viso ed osservò attentamente la mappa, cercando di orientarsi tra tutti quegli strani simboli.
Certo che Miriam e Wendy erano state davvero brave ad inventare tutti quei nomi strani ed indizi vari.
"Allora, credo che la Rupe dell'Angelo sia quella su cui ci siamo arrampicati ieri, ma proprio non riesco a capire quale sia il Gorgo dell'Annegato… Eppure, non è lontano" mormorò sovrappensiero.
Richard si sporse appena oltre la sua spalla e guardò la mappa "Credo che si trovi dalla parte opposta, ma, per arrivarci, dobbiamo trovare e risolvere un enigma".
La ragazza annuì e si diressero verso la rupe che il giorno prima li aveva visti protagonisti di una sconvolgente tempesta di emozioni.
Quando aveva sentito il suo respiro caldo vicinissimo alla guancia era sobbalzata, ma era riuscita a non farsi scorgere.
Sentiva i brividi, nonostante il sole caldo ed opprimente, ma non era freddo o paura.
Era qualcosa di inspiegabile per lei.
Richard si fermò accanto alla roccia e, dopo averla osservata attentamente, prese un foglietto che sbucava da una piccola fenditura.
"Ho trovato l'enigma" annunciò trionfante. "Che dici, sarà difficile?" chiese Megan, cercando di leggere le parole sul foglietto.
"Beh, l'unico modo che abbiamo per scoprirlo è vedere cosa c'è scritto" rispose lui con un sorriso.
"Spesso son dimora di draghi, custodi di tesori,
ma anche di insidie e ricchezze di grandi conquistatori.
Posso trovarmi sulla terra o vicino al mare,
essere ricca di pietre o vuota, per quanto puoi cercare,
son molto simile ad una grande e buia bocca,
e non ti sbagli, in effetti io son…"
I due ragazzi si guardarono in faccia ed il giovane inarcò un sopracciglio "Simile ad una bocca? Che accidenti sarà?", "Bisogna riflettere" mormorò l'amica, iniziando a passeggiare avanti e indietro.
"Allora, sappiamo che ci vivono draghi e ci sono tesori" iniziò Richard, "E che si può trovare sia sulla terra che vicino al mare" continuò la ragazza.
Le loro voci si accavallavano, mentre cercavano la soluzione per l'enigma creato dalle amiche "Può essere piena di tesori…", "O vuota come lo stomaco di un affamato", "È buia e grande…", "E non sappiamo altro, se non che può nascondere parecchie insidie".
Rimasero alcuni secondi fermi a riflettere, poi lui alzò la testa, osservando la zona circostante.
Sobbalzò di colpo, spaventandola, e disse "Ma certo! La soluzione è nella rima! Non è troppo difficile, la soluzione è nella rima!".
Poi guardò Megan, mormorando "Guarda, le parole finali sono in rima, più o meno. La soluzione è nell'ultimo verso".
"Hai ragione, ma cosa fa rima con bocca?" chiese lei, cercando tutte le possibile parole.
"Tesori fa rima con conquistatori, mare con cercare, ma bocca?" mormorò il ragazzo "Proprio non riesco a capire. Non è poi così semplice come mi aspettavo".
"Però hai avuto l'intuizione giusta" si complimentò lei, sorridendo "Dobbiamo solo capire con che cosa fa rima bocca".
Si guardarono intorno, come se il paesaggio potesse dargli un indizio, poi i loro sguardi si posarono su un punto in cui il mare veniva risucchiato nella roccia.
"Grotta!" esclamarono insieme. "Ma certo!" esultò Megan "La rima non è perfetta, ma la soluzione è quella!".
"Direi che ci siamo" disse Richard, saltando di scoglio in scoglio per raggiungere il punto in cui l'acqua spariva in una piccola apertura nella roccia.
Non era ben visibile, ma il suono delle onde, che si perdevano all'interno, era inconfondibile.
Lei lo seguì a ruota, ma si fermò quando vide che la grotta non era facilmente accessibile.
"Da terra non possiamo entrare" constatò il ragazzo, cercando un'altra entrata più semplice da raggiungere.
"E allora come entriamo? Se ci tuffiamo, la mappa diventerà inutilizzabile" mormorò la compagna.
Poi si diede una manata in fronte "Ma certo! Wendy mi ha dato una bottiglia di vetro, poco fa".
Arrotolò con cura la finta pergamena e la infilò nel collo della bottiglia, che poi chiuse attentamente.
"Complimenti" disse Richard "Direi che adesso possiamo andare a trovare il tesoro".  
Osservò l'acqua per un lungo istante ed aggiunse "Tu aspettami qui. Vedo a quale profondità si trova l'entrata".
Senza neanche lasciarle il tempo di protestare, si tuffò e cercò di arrivare all'imboccatura della grotta.
Per loro fortuna, l'apertura non era poi così in profondità come temeva, e lui si sbrigò a tornare indietro a prendere la ragazza.
La vide passeggiare nervosa sulla sporgenza, borbottando qualcosa; incuriosito si avvicinò senza far rumore e risalì lo scoglio dalla parte opposta da cui si era tuffato.
"Stupido. Andare da solo a vedere se la grotta è accessibile" stava dicendo la sua compagna "Ma perché non è ancora riemerso? Oddio, cosa gli è successo?".
Ormai stava andando nel panico e guardava ansiosamente il tratto di mare tra lei e la grotta.
"Dove sei, Richard?" sussurrò impensierita, poi gridò "Richard! Dove sei finito?".
Non sentendo alcuna risposta, impallidì e si avvicinò al bordo della roccia, scrutando ogni singola onda.
"Richard?! Richard, mi senti? Rispondimi!" gridò di nuovo, ma lanciò un urlo sorpreso, voltandosi di scatto quando due mani bagnate le si poggiarono sulle spalle.
"Tranquilla. Sono io, Meg!" la tranquillizzò il ragazzo "La grotta non è tanto in profondità, ce la possiamo fare benissimo".
Lei si poggiò una mano sul petto, sibilando "Avevi intenzione di farmi venire un infarto?!".
"Ma perché non mi rispondevi?" chiese furiosa "Mi hai fatto preoccupare a morte!".
Poi arrossì, imbarazzata dal fatto di avergli fatto capire troppo, e si voltò dall'altra parte.
"Scusami, non ti avevo sentita" mentì il giovane, mentre un sorriso gli incurvava le labbra.
Si sentiva confortato che Megan si stesse preoccupando per lui, era una sensazione che lo faceva sentire profondamente felice.
Anche se provò una piccola punta di amarezza per averla fatta impensierire in quel modo.
Scosse la testa per concentrarsi e disse "Vogliamo andare?".
La compagna si limitò ad annuire e lo seguì sul bordo della roccia.
A sorpresa, il ragazzo la prese per mano e si tuffarono insieme tra le onde azzurre.
Megan strinse forte la bottiglia, attenta che non entrasse neanche una goccia d'acqua.
Quando riemersero, lui l'avvisò "Prendi un bel respiro, si va abbastanza giù", "Ok, ho capito".
Presero diversi respiri, lunghi e profondi, poi s'immersero sott'acqua, diretti all'entrata della grotta.
Laggiù predominavano il blu scuro, che si schiariva solo in prossimità della superficie, e il verde delle alghe che ondeggiavano nella corrente.
Un banco di pesci colorati li superò velocemente, nascondendosi tra gli scogli coperti di corallo.
Richard strinse la mano della ragazza e la guidò verso l'apertura della grotta, piuttosto piccola rispetto alla roccia che affondava nel fondale sabbioso, parecchi metri più in basso.
Alcune bollicine d'aria gli sfuggirono dalle labbra, avvolgendolo in un alone argenteo.
Megan rimase spiazzata da quanto assomigliasse a una creatura leggendaria, con quello sguardo fiero sul volto ed i capelli che ondeggiavano nella corrente.
Il cuore iniziò a batterle con forza, bruciando più velocemente l'ossigeno che aveva nei polmoni.
Improvvisamente, si sentì mancare l'aria; non riusciva più a muoversi velocemente come prima.
Il suo corpo chiedeva disperatamente aria, che lei però non poteva respirare.
Iniziò a essere sospinta solo dalla corrente, con la mano ancora stretta in quella del ragazzo.
L'altra stingeva convulsamente la bottiglia, bloccandone il tappo, in modo che l'acqua non vi penetrasse.
Lui si accorse che la sua compagna non riusciva nuotare velocemente come all'inizio, la guardò e vide che stava ormai dondolando nella corrente.
L'unica cosa che la teneva ancora lì era le loro mani,  saldamente intrecciate tra loro.
Sbiancò nel vedere che le sue guance erano paonazze per l'assenza di ossigeno ed il cuore gli mancò un battito.
Megan aveva bisogno d'aria e subito!
Le cinse la vita con un braccio e nuotò più velocemente verso l'entrata della grotta, tenendola stretta a sé.
Quando, finalmente, infranse la superficie dell'acqua, prese un grosso respiro ed aiutò la ragazza a salire sulla piccola riva rocciosa.
Lei tossì parecchie volte, cercando di respirare normalmente, poi aprì gli occhi e si sollevò sulle ginocchia e la mani.
"Cosa… Cos'è successo?" chiese, continuando a tossire "Ho la testa che mi gira…".
"Come ti senti, Meg? Sei ferita?" chiese Richard, sfiorandole la fronte.
"Solo nell'orgoglio" mormorò Megan "Non mi capitava da quando avevo otto anni, di aver bisogno d'aria così presto".
Il ragazzo sospirò sollevato "Stavolta, sei tu che mi hai fatto prendere un colpo! Cosa ti è successo?".
"Non lo so, credo di aver improvvisamente finito l'aria e… beh, non ho visto più niente" mormorò lei.
Certo non poteva dirgli che il cuore le era come impazzito, quando l'aveva presa per mano…
Strizzò i capelli bagnati e si alzò in piedi, sgranando gli occhi davanti al paesaggio che aveva davanti "È meraviglioso!".
Davanti ai loro occhi, si estendeva una grotta di pietra grigia, ma dai milioni di riflessi, causati dalla madreperla che incrostava le pareti.
L'entrata non era altro che una pozza di un metro e mezzo di diametro che la collegava al mare aperto, niente rispetto alla grotta che si estendeva davanti a loro.
Diverse stalattiti e stalagmiti si susseguivano ininterrottamente fino ad un'altra apertura, ingoiata dall'oscurità.
"Vogliamo andare?" chiese la ragazza, iniziando ad avanzare verso l'apertura "Dobbiamo ancora trovare un indizio". "Sicura di farcela?" domandò lui, ancora piuttosto impensierito.
"Sì, sto meglio, grazie" lo rassicurò la compagna, prima di prendere la mappa dalla bottiglia ed esaminarla attentamente alla poca luce che filtrava da alcune piccole aperture nel soffitto.
Era evidente che la parte superiore della grotta era all'asciutto, e non sott'acqua, come pensavano.
"Allora, siamo arrivati nella grotta. Ora dobbiamo trovare un indizio e poi il tesoro, che si trova esattamente in quella direzione" disse, indicando l'apertura di fronte a loro.
Il ragazzo la seguì, tendendola sempre d'occhio, nel timore di vederla cadere a terra priva di sensi.
Quando oltrepassarono l'arco di pietra, si trovarono in una caverna totalmente piena di stalattiti e stalagmiti, disposte in fila come soldati sull'attenti.
"Cosa dice la mappa?" chiese il giovane, osservando l'insolito spettacolo che gli si mostrava.
"Solo un altro indovinello" rispose la compagna, poi lesse le nuove strofe.
"Alla fine della caccia ormai siete,
quindi ora potete riposarvi, se volete.
Qualche indizio ora vi doniamo,
fatene tesoro, ve lo raccomandiamo.
La sala è questa delle stalagmiti,
grossi soldati dai fucili appuntiti.
La terza a destra dovete evitare,
se le mani non volete bruciare.
Il rosso corallo certo non è fuoco,
ma vi assicuriamo che il dolore non è poco.
La quinta a sinistra forse un indizio vi può dare,
ma attenzione, c'è un ostacolo da superare.
Attenzione dovrete prestare
alla grossa roccia da oltrepassare.
Un ultimo monito vi doniamo infine,
se la marea vi blocca, per voi è la fine.
Wendy e Miriam"
"Wow!" mormorò Richard "Piuttosto chiaro, non trovi?", "Sì, dobbiamo superare la roccia dietro la quinta stalagmite a sinistra" soggiunse Megan.
"Non credevo che fossero così brave con questi giochi" ammise poi, stupita dalla bravura delle amiche.
"Sono delle ottime organizzatrici" confermò il compagno "Davvero fantastico. Mi chiedo se avessero organizzato tutto fin dall'inizio".
Oltrepassarono le prime file e si avvicinarono alla quinta stalagmite sul lato sinistro della sala.
Si fermarono di colpo, quando la loro vista fu bloccata da un'imponente blocco di roccia, che però poteva essere superato con facilità.
"Ormai ci siamo" annunciò il ragazzo, iniziando a salire; poi si voltò verso la compagna "Vuoi una mano a salire?".
Lei scosse la testa e, infilatasi la mappa nella cintura che adornava il costume verde smeraldo, iniziò la scalata.
Trovare appigli su cui non scivolare non era un'impresa semplice, ma i due ragazzi riuscirono ben presto ad oltrepassare l'ostacolo.
"Attenta" l'avvertì Richard, una volta in cima "Qui rischi di sbattere la testa contro il soffitto".
"Grazie, me n'ero già accorta" mugugnò Megan, massaggiandosi la fronte dolorante.
Dovettero procedere chinati per un buon tratto, mentre il soffitto si abbassava sempre più, fino a costringerli ad avanzare a gattoni.
Quando, finalmente, poterono rialzarsi in piedi, tirarono un sospiro di sollievo e continuarono a camminare fino a quello che sembrava un piedistallo naturale al centro della sala.
La scena sembrava quasi da film, grazie alla luce che illuminava proprio il piedistallo e ciò che sorreggeva: un piccolo cofanetto in legno, dipinto di un bel rosso rubino.
I due si guardarono in faccia prima di avanzare, presero il cofanetto e lasciarono andare una piccola esclamazione di sorpresa quando lo aprirono.
All'interno, c'erano due ciondoli, uno rosso e uno blu, due metà perfette di un cuore.
"Giuro che questa non me l'aspettavo proprio" sussurrò Richard, "Sono bellissimi" aggiunse Megan meravigliata.
Sfiorò appena il freddo metallo e sollevò lo sguardo verso di lui.
Sembrò che sulla grotta fosse scesa una magia che impediva loro di distogliere lo sguardo da quello dell'altro.
Rimasero per alcuni, interminabili minuti a fissarsi negli occhi, incapaci di muoversi, mentre ascoltavano il battere aritmico dei propri cuori.
Stava succedendo di nuovo, esattamente come la mattina precedente, ma stavolta non sapevano fino a che punto sarebbero arrivati…
Un improvviso rumore di onde che si sollevavano e s'infrangevano fragorosamente contro le rocce, li riportò di colpo alla realtà, spezzando quell'atmosfera piena di emozioni.
"L'alta marea!" esclamò il ragazzo, cominciando a correre verso l'uscita "Dobbiamo sbrigarci, o rimarremo bloccati qui dentro!".
Lei si sbrigò a seguirlo lungo il corridoio in pietra che avevano attraversato poco prima.
Risalirono sulla roccia ed avanzarono il più velocemente possibile nello stretto passaggio, rischiando più volte di ferirsi con le sporgenze appuntite.
Corsero attraverso la sala delle stalagmiti e cercarono di raggiungere l'uscita il più presto possibile, ma, quando sbucarono nella prima sala, ebbero una brutta sorpresa.
L'acqua era salita parecchio, ormai arrivava quasi a lambirgli le ginocchia.
"Dannazione!" imprecò il giovane, prima di tuffarsi in acqua e tentare di riguadagnare la superficie.
Rimase qualche attimo fermo davanti all'entrata della grotta, ma si accorse che il livello della marea era salito troppo; non ce l'avrebbero mai fatta.
Ritornò velocemente indietro, sospirando "Siamo bloccati. La marea è salita troppo".
La compagna guardò accigliata l'acqua "Abbiamo perso troppo tempo. Se solo non mi fossi distratta con quei ciondoli…".
Lanciò uno sguardo rammaricato prima a Richard e poi al ciondolo rosso che aveva ancora in mano. Si era comportata come una stupida.
"È inutile piangersi addosso, ora. Pensiamo ad avvisare gli altri" disse il ragazzo, assumendo quell'aria di comando che tanto la meravigliava.
"E come?" si sforzò di chiedere lei, senza riuscire a guardarlo in faccia "Che io sappia non hanno inventato cellulari subacquei".
Ritornarono nella stanza accanto e Richard si avvicinò ad uno dei fori che portavano luce e aria nella grotta.
"Karl!" urlò con tutto il fiato che aveva in gola "Jonathan! Ragazzi! Siamo qui! Ci sentite?".
La voce di Susan arrivò alle loro orecchie, ma era ancora distante "Richard? Megan? Dove siete?".
"Siamo qui, Susan! Da questa parte!" gridò la ragazza "Siamo bloccati nella grotta!".
Finalmente, Karl si affacciò -per quel che poteva- al foro più vicino, "Come siete bloccati? Ragazzi! E meno male che vi avevamo avvisato…".
L'amico sbuffò "Quando passerà la marea?", "Tra circa due ore" lo informò Susan.
"Due ore? Ma state scherzando!" sbottò Megan incredula. Due ore bloccata lì, con Richard.
Era andata davvero alla grande quella caccia al tesoro!
Sarebbe riuscita ad evitare che le emozioni l'avvolgessero di nuovo in un vortice, impedendole di reagire?
Già una volta si erano affacciati su quel baratro, ma erano riusciti a riprendersi in tempo… Non sapeva se ci sarebbe riuscita ancora.
"Noi cercheremo di aiutarvi, ma se la marea non si abbassa, non potremo fare niente" disse Dalia "Cercate di resistere".
I due ragazzi si sedettero su alcune rocce, incapaci di trovare una soluzione per uscire da lì.
Megan si prese il volto tra le mani, mormorando "Ma perché sono sempre così scema? Perché ho perso tutto quel tempo?".
"Non hai nulla da rimproverarti" disse Richard, cingendole le spalle con un braccio "Poteva capitare a chiunque".
"Cosa facciamo adesso?" chiese lei, rivolgendogli uno sguardo preoccupato.
"Beh, non possiamo far altro che aspettare la bassa marea" sospirò Richard "Nel frattempo, credo che potremmo parlare un po' e cercare di conoscerci meglio".
"Stai scherzando? Siamo in classe insieme da un anno, cosa vuoi sapere di più?" domandò la ragazza, indecisa se ridere o arrabbiarsi.
"No, sono serissimo invece" ribatté il compagno, sorridendo tranquillo "Vorrei sapere qualcosa di più di quando vivevi in Messico. Di quel periodo, non so niente e sono piuttosto curioso".
La giovane si strinse le ginocchia al petto e sospirò "Ok, ma niente domande strane. Intesi?", "Intesi".
 
Ovviamente, non potevano calcolare il tempo che trascorreva mentre parlavano e non si accorsero che le due ore ormai erano quasi scadute.
"Un ultima domanda" disse Richard "Quando sei venuta a casa mia per le vacanze di Natale, hai detto che non avevi mai avuto un ragazzo. È vero?".
Lei arrossì vistosamente al ricordo e sussurrò "Sì, non ho mai avuto un ragazzo in vita mia. Mi hanno sempre considerato solo un'amica".
L'unico che aveva sembrato dimostrare qualcosa di più…
Beh, non le andava di ricordare quei momenti, figuriamoci a parlarne con Richard.
Rimase sorpresa quando lo vide scuotere la testa con aria incredula "Mi sembra assurdo.
Ho sempre pensato che avessi almeno una decina di ragazzi dietro, in Messico".
"Beh, non è andata così" replicò la giovane "Mi dispiace, ma io non sono come te, che hai ragazze che ti cadono ai piedi ovunque vada".
Lui iniziò ridere "Beh, ti posso assicurare che non sono stato io a volerlo. Nessuna delle ragazze che ho mai visto mi ha attirato".
Poi lasciò andare un grosso sospiro nell'aggiungere "Almeno... fino ad ora".
Doveva dirglielo? Poteva farlo, senza spaventarla o turbarla?
Poteva dirle che l'amava più di qualunque altra cosa?
Non era sicuro che fosse il momento giusto, ma non sapeva se sarebbe mai capitata un'altra occasione del genere.
A quelle parole, Megan trattenne il fiato, sconvolta.
A chi si stava riferendo? Ad una ragazza che lei non conosceva? A Jennifer?
Si voltò dall'altra parte per non mostrargli gli occhi lucidi, e sussurrò appena, cercando di sembrare indifferente "La conosco?".
Lo sentì ridere di nuovo, ma in modo più nervoso "Sì, la conosci molto bene. Più di quanto immagini".
La ragazza sentì il cuore farsi pesante come un macigno a quelle parole.
Voleva allontanarsi il più possibile e sfogare il suo dolore in santa pace, senza che lui se ne accorgesse.
Non voleva fargli capire quanto stesse soffrendo all'idea di non avere la minima chance con lui.
Si alzò e fece per andarsene, ma la voce di Miriam la fece sobbalzare "Ragazzi, la marea si sta abbassando velocemente. Penso che, tra una decina di minuti, potrete tornare in superficie".
Entrambi lasciarono andare un sospiro di sollievo e Richard la prese per mano, guidandola verso l'uscita.
Rimase sorpreso nel sentire il battito di lei accelerare di colpo a quel contatto e la guardò, inarcando un sopracciglio.
La compagna si liberò della sua presa, mormorando "Posso camminare anche da sola, grazie. La strada la conosco".
Mentre stavano superando alcune rocce ricoperte di alghe e piante marine, lui l'avvertì "Attenta, qui si scivola di brutto".
La vide annuire e la precedette su quella strada insidiosa, guardando attentamente dove metteva i piedi.
Scese con un balzo dall'ultima roccia ed aspettò che la giovane lo raggiungesse.
Megan si appoggiò alla parete per non cadere, badando a non mettere i piedi sulle alghe viscide e scivolose.
Ormai era a pochi passi dalla superficie più sicura della sabbia, ma inciampò in una sporgenza rocciosa e cadde in avanti.
Richard l'afferrò al volo e l'aiutò a rimettersi in piedi, chiedendole "Va tutto bene?".
"Sì, grazie. Sto bene" sussurrò lei, sforzandosi di mantenere la voce ferma. Rimasero così per qualche secondo, ascoltando il cuore dell'altro.
Sembrava che stessero facendo una sorta di gara a chi batteva più intensamente e quel suono riempiva l'intera grotta con un morbido eco.
Senza sapere neanche bene il perché, Richard la guardò dritta negli occhi, perdendosi in quelle profondità color acquamarina.
La strinse a sé con forza e le scostò delicatamente i capelli dal viso, cercando di farle capire quanto fosse importante per lui.
Sentì nuovamente quella inspiegabile sensazione che provava quando le era accanto, quel fuoco liquido che gli scorreva velocemente nelle vene.
Il cuore cominciò a battergli furiosamente nel petto, mentre la teneva stretta contro di sé.
Megan trattenne il respiro, mentre il suo sguardo veniva nuovamente catturato da quello di lui.
Stava succedendo di nuovo, ancora una volta non riusciva a reagire sotto quello sguardo così intenso…
Non riusciva a muoversi di un millimetro, neanche a spostare le mani dal suo petto. O a respirare normalmente.
Avvertiva chiaramente il cuore di Richard battere con forza, appena sotto la sua mano.
Sentì una fiamma accendersi dentro di sé e riscaldarla, anzi incendiarla di una forza, un sentimento così impetuoso che si credette impazzita.
Senza capire bene il motivo, spostò lentamente le mani sulle sue spalle, forti e sicure, e il respiro le diventò più corto e veloce.
Richard non riusciva più controllarsi, quel desiderio di stringerla ancora di più e sfiorare le sue labbra con le proprie era più forte della sua razionalità.
Abbassò la testa e la baciò con impeto, sollevandola quasi da terra.
Le sue labbra morbide si schiusero appena, ma lei rispose a quel bacio con una forza che non avrebbe mai ritenuto possibile.
Si strinse più forte a lui, inarcando la schiena e respirando il suo profumo.
Una mano di Richard si spostò sulla sua nuca, mentre l'altra le cingeva la vita in una presa salda e rassicurante.
Megan non riusciva a credere a quello che stava facendo: stava baciando Richard!
Lo stesso ragazzo arrogante e sensibile al tempo stesso che aveva conosciuto quasi un anno prima.
Lo stesso ragazzo che l'aveva violentemente baciata poco dopo Natale e che l'aveva baciata di nuovo pochi mesi dopo, allo spettacolo di fine anno.
Il ragazzo che sentiva di amare con tutta se stessa.
Non riusciva a capacitarsi che le sue braccia forti stessero stringendo proprio lei, quando aveva nominato un'altra ragazza, l'unica che era riuscita a colpirlo.
Non riusciva a credere che quella ragazza così speciale e fortunata fosse proprio lei.
Si staccò per un attimo da lui e gli allacciò il ciondolo che avevano trovato appena un paio d'ore prima.
Richard la guardò intensamente, prima di prendere il ciondolo che aveva preso dalle sue mani e allacciarglielo attorno al collo.
Voleva che quello fosse un simbolo di quello che provava per lei, che ogni volta che lo guardasse pensasse a lui.
Lasciò scivolare le mani sulle sue spalle e tornò a stringerla tra le braccia, prima di baciarla di nuovo.
Megan sentì una scossa elettrica attraversarla, mentre le sue labbra si univano di nuovo con quelle di Richard, e capì che quello era il suo primo vero bacio e che l'avrebbe ricordato per sempre.
La sua pelle era calda, morbida e profumata.
Richard non aveva mai provato niente del genere in tutta la sua vita.
Sentiva le sue mani cingergli il collo, lasciandogli dentro una sensazione incredibilmente forte.
Non riusciva quasi a credere che Megan stesse rispondendo al suo bacio con tanta dolcezza…
Era un'emozione a dir poco meravigliosa.
Sentì il freddo metallo dei ciondoli sfiorargli la gola e sorrise assieme a lei, vedendo che i due pezzi si erano uniti a formare il cuore originale, intrecciandosi tra loro.
Fece per baciarla ancora, ma improvvisamente la ragazza si staccò da lui con un'espressione sconvolta.
I due ciondoli caddero a terra tintinnando, ma la giovane quasi non se ne accorse. Ma cosa le era preso?
Si portò una mano sulle labbra e arrossì violentemente, mentre cercava di darsi una spiegazione per il suo comportamento.
Il ragazzo la guardò sconcertato e la prese per mano, chiedendo "Megan, va tutto bene?".
Lei non rispose, ma cercò di liberarsi e si allontanò nella direzione opposta alla sua.
Il cuore le batteva forte, troppo forte, e sulle labbra sentiva ancora il suo sapore, mescolato al sale dell'oceano.
Era intenso, ma al tempo stesso delicato, qualcosa di indescrivibile e di meravigliosamente sorprendente.
Cosa diamine aveva fatto? Che cosa le era preso così di colpo, da portarla ad agire in quel modo tanto assurdo?
Perché una parte di sé le suggeriva di rifugiarsi tra le sue braccia e non pensare a nient'altro?
Richard capì che era turbata da quella situazione, proprio come lui.
Era difficile spiegare persino a se stesso quell'intensità, quel sentimento così forte che gli scatenava dentro ogni volta che la guardava.
In quel momento, Karl emerse dalla pozza d'acqua "Ragazzi, ora potete uscire.
La marea si è abbassata", ma si accorse che l'atmosfera era strana, pesante.
Megan e Richard lo seguirono senza dire una parola, ma la ragazza si accorse che a terra erano rimasti i due ciondoli, ancora perfettamente intrecciati a formare un cuore. 


Ecco qua, spero davvero che questo capitolo possa piacervi. Scusate se gli indovinelli non sono un granché, ma sono una mezza frana con queste cose XD augurandomi di sentirvi presto, vi mando un grosos abbraccio, per favore (scusate se sono seccante) lasciate un commentino-ino-ino. anche le critiche sono ben accette, se possono aiutare a migliorarmi. grazie di cuore a tutti!
baci, vostra
Alys93

P.S.
se non vi dispiace, vorrei approfittare ancora un attimo della vostra pazienza per chiedervi un parere su di una storia che sto scrivendo a 4 mani con una mia carissima amica,
Ayame_Dragon. s'intitola Yoso no Suppiritsu - L'isola degli Elementi. fateci sapere, per poacere. un bacio a tutti!

   
 
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