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Autore: SusanTheGentle    01/09/2012    1 recensioni
Bill, Tom, Georg, Gustav e Maddy sono cinque ragazzi normalissimi, Vivono a Magdeburg, una città ordinaria sotto ogni aspetto. Hanno i loro amici, i piccoli problemi quotidiani quali la scuola, l'amore. Hanno i loro sogni...E se questi sogni si trasformassero in un incubo? Se loro, così come potremmo essere tutti noi, un giorno venissimo a conoscenza di strani e spaventosi avvenimenti che minacciano la nostra vita, la nostra casa e le persone che amiamo di più? Che cosa faresti per salvarli, sapendo che solo tu hai il potere di farlo?
Dalla scleta di una persona può dipendere il destino del mondo. E loro decisero di cambiare il destino.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: AU, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 13:
Nonna Kaulitz

 
Maddy si svegliò presto la mattina del ventidue dicembre. La neve era caduta tutta la notte e ora, guardando fuori dalla finestra, la ragazza vide che tutti i giardini del vicinato erano una massa perfetta di un bianco immacolato. Tutti tranne uno: quello dei Kaulitz, dove le orme delle zampe di Scotty avevano scavato dei solchi abbastanza profondi.
Maddy si vestì in fretta e non si prese la briga di scoprire se in camera dei gemelli ci fosse qualcuno o no. Non gliene importava granché, era troppo impegnata a pensare a cosa l’attendeva quella mattina.
La sera prima, Bill aveva detto nel messaggio che qualcuno sarebbe venuto a prenderla, ma adesso Maddy si era accorta di dover fare i conti con un la sua situazione piuttosto complicata: era in punizione. Simone le aveva tassativamente proibito di uscire di casa prima del ventiquattro. E la madre dei gemelli non si rimangiava mai la parola. Non avrebbe cambiato idea anche se si fosse presentato il presidente a dirle che doveva condurre Maddy chissà dove.
Trovò Simone che leggeva il giornale seduta in cucina, davanti a una tazza di caffè.
“Buongiorno”
La donna alzò la testa e la guardò sorridendo. “Maddy, sei già in piedi?”
“Si. Ho fame” ammise poco prima che lo stomaco reclamasse con un brontolio.
“Vorrei ben vedere. Ieri sera sei praticamente andata a dormire senza toccare cibo”
Simone si alzò e cominciò a preparare la colazione.
“Posso aiutarti?” chiese Maddy timidamente.
“Non è necessario, cara”
“No, voglio farlo. Voglio farmi perdonare per tutti i disturbi che ti do”
Simone la guardò ancora e inclinò la testa da un lato, sospirando.
“Madeline, tu non mi dai disturbi. Certo, sono le vacanze natalizie più movimentate che mi sia mai capitato di vedere, ma posso sopravvivere”
Maddy sorrise. “I gemelli?”
Non li avrebbe chiamati Bill e Tom, perché quelli a cui si riferiva non erano i suoi amici, erano due impostori.
“Sono ancora da Gustav. Ti confesso che sono un paio di giorni che fatico a capire il loro comportamento”
Maddy non disse nulla. Simone continuò.
“Georg non è andato con loro, vero?”
“No”
“Hanno litigato, per caso?”
“Proprio per caso” sospirò la ragazza. “Sì, è…una situazione…”
“Complicata”
“Già…”
A dir poco complicatapensò Maddy, ma per quanto lo fosse andava risolta.
Appena finita la colazione, decise che sarebbe andata a casa di Georg e, volente o nolente, lo avrebbe costretto ad ascoltarla.
“Madeline, ho pensato che, dopo lo studio, potresti aiutarmi con le faccende di casa, oggi”
Maddy per poco non si strozzò con i cereali. “S- sì, va bene”.
Accidenti, i compiti delle vacanze! Non li aveva ancora cominciati, se n’era completamente scordata.
“Non hai nient’altro da fare mi pare, perché fai quella faccia?”
“Ehm…niente. Infatti, sono relegata in casa, per cui…”
“Ci puoi giurare, signorina, e lo sarai finché non avrò capito che cosa è accaduto ieri a quella mostra”
“Vorremmo saperlo tutti” disse d’un tratto una voce alle loro spalle.
Simone e Maddy si voltarono, entrambe piuttosto stupite. Ma lo stupore della signora Kaulitz non era paragonabile a quello della ragazza.
“Ciao Amelia, qual buon vento?” salutò la donna.
Amelia Kaulitz era la nonna di Gordon e la bisnonna di Bill e Tom. Era una donna avanti con gli anni, molto in gamba, tant’è che abitava da sola in una piccola casa che guardava sul fiume Elba.
Più ancora che alle nonne (materna e paterna) i due gemelli erano legati a lei. Ed era stata un po’ ‘colpa’ di Amelia Kaulitz se Bill- e in seguito Maddy- aveva cominciato ad appassionarsi ai racconti e alle leggende di Magdeburg. Nessuno sapeva raccontarle con la passione, l’enfasi e la credibilità di nonna Kaulitz.
Maddy, che non aveva più i nonni, le voleva molto bene, e lo stesso Gustav e Georg. Quand’erano bambini, tutti e cinque passavano pomeriggi interi da lei, chiacchierando invece di fare i compiti. Aveva insegnato loro più cose che dieci professori messi insieme. Inoltre, non si poteva rinunciare, specie nella stagione invernale, alla sua cioccolata calda con panna montata e zenzero, e ai biscotti fatti in casa, famosi in tutto il quartiere.
Guardandola varcare la porta sul retro ed entrare in cucina, Maddy avvertì la sensazione più bella della sua vita. Era come se la soluzione a tutti i problemi fosse arrivata con lei. Quell’improvvisata le fece sperare che fosse proprio nonna Kaulitz a doverla venire a prendere.
“Fammi sedere un momento, Simone cara, se non ti dispiace. Ho fatto una lunga camminata per venire fin qui”
“Vuoi del caffè?”
“No, grazie, non mi fermerò molto” Amelia si tolse i guanti e la sciarpa, aprì il cappotto scuro senza toglierlo. Mente compiva questi gesti, con fare noncurante, si rivolse a Maddy, che era ancora in piedi che la fissava con un mezzo sorriso.
“Speravo di trovarti già in piedi, Madeline. Come stai?”
“Bene, nonna, grazie”
“Mmm” fece l’anziana donna in segno di approvazione, guardando la giovane, poi allungò le mani in segno di avvicinarsi.
“Sei pallida Madeline, hai bisogno di prendere un po’ d’aria”
“Sto bene”
“Simone” disse poi nonna Kaulitz, voltandosi “posso rubarti Madeline per un paio d’ore?”
“Ahm…non credo Amelia. Maddy è in punizione”
La ragazza abbassò lo sguardo sconsolata. La sua speranza si affievolì. Simone era irremovibile.
“Oh, per l’amor del cielo!” esclamò Amelia. “Non puoi segregare in casa una ragazza della sua età in una giornata splendida come questa!”
Simone finì di versarsi un’altra tazza di caffè e si sedette accanto alle altre due.
“No, Amelia, sul serio. Gordon non ti ha raccontato di ieri?”
Nonna Kaulitz alzò le spalle. “Ho sempre preso con le pinze ciò che mi dice Gordon. E comunque, se vuoi il mio parere, si è solo trattato di malinteso. La nostra Maddy una ladra? Andiamo!”
“Infatti non credo nella sua colpevolezza, ma la signorinella non si decide a dirmi cosa è successo realmente e perché ha fatto un gesto simile”
Maddy si sentiva a disagio, e rispose senza guardare nessuna delle due. “Non volevo, mi dispiace”
“Ma certo che non volevi” disse Amelia con la sua voce un po’ roca ma dolce. “Hai solo fatto una cosa molto stupida, ma non per questo significa che tu sia una stupida. A volte ci si caccia nei guai senza volerlo. E’ proprio vero quando si dice: nel posto sbagliato al momento sbagliato”
Maddy sorrise, Simone scosse il capo.
“Io so che non è stata colpa sua, ma…”
“Se credi nella sua innocenza dovresti lasciarla libera. Si fa così, no?”
Amelia fece l’occhiolino a Maddy, che sorrise.
“E poi” riprese la nonna, “oggi ho proprio bisogno di lei. Avevo in programma di andare a fare spese. Gli sbalzi di temperatura non giovano di certo alla mia artrite. Un paio di spalle giovani mi farebbero comodo”
 “Posso accompagnarti io” disse Simone. “Se non è troppo urgente, oggi pomeriggio sono libera”
“Ahimè, è proprio urgente, invece, e nel pomeriggio devo studiarmi una ricetta per il giorno di Natale”
“Per favore, Simone” saltò su Maddy. “Prometto che tornerò a casa appena finito. Anzi, puoi venirmi a prendere, se non ti fidi”
Simone non sapeva che fare. Non le piaceva fare la parte della cattiva, ma non tornava mai sulle proprie decisioni. Sapeva che Maddy non aveva fatto nulla di male, ma non poteva far passare la faccenda come un semplice scherzo. Il non farla uscire non era una punizione verso di lei in senso stretto, più che altro era una precauzione per evitare che si cacciasse nuovamente nei guai. E di guai, negli ultimi giorni, ne erano accaduti fin troppi.
“Un paio d’ore. Non un munito di più” rincarò Amelia. “Dopodiché la puoi tenere in catene fino a nuovo ordine”
Maddy rise e Simone si rilassò.
“Oh, e va bene. Ma solo perché sei tu, Amelia e sai che non ti dico mai di no”
“Certamente”.
Nonna Kaulitz si alzò lamentandosi lievemente. Si rimise i guanti, sciarpa e riabbottonò il cappotto, mentre Maddy correva a prendere il suo.
Simone raccomandò più volte in pochi secondi di fare attenzione e di tornare in fretta.
“Sì, ho capito, stai tranquilla” disse Maddy dandole un bacio sulla guancia. “A più tardi” e poi uscì nel sole invernale da braccetto a nonna Kaulitz.
Per qualche minuto camminarono in silenzio, almeno fin quando non passarono accanto alla casa dei Listing.
Riconobbero senza difficoltà le note un po’ cupe del basso di Georg.
Maddy guardò in su verso la finestra della camera dell’amico. Lui era seduto lì davanti e le fissò entrambe un attimo, poi sparì alla loro vista.
Maddy riabbassò lo sguardo sconsolata.
“Fermati, Madeline” ordinò Amelia. “Prima di proseguire dobbiamo chiarire un paio di punti”
L’anziana donna si separò dolcemente da lei e le si parò davanti.
“Avrai capito che non stiamo affatto andando a fare spese”
Maddy annuì. “L’avevo immaginato”. Esitò, ma poi chiese in fretta: “Bill e Tom?”
Amelia sorrise. “Stanno bene, tranquilla. Mi hanno prosciugato il frigorifero, ieri sera”
“Ah! Allora sono da te! Oh, meno male!” Maddy si portò una mano sul cuore  chiuse gli occhi, tirando un sospiro di sollievo. “Non sai che paura ho avuto per loro, quando…”
Si fermò, indecisa sul da farsi. Quanto sapeva nonna Kaulitz di tutta la storia di Solquest?
“Sì?” fece Amelia. “Quando che cosa? Vai avanti, Madeline, non temere. Ho già promesso ai miei nipoti di divenire muta come un pesce se qualcuno all’infuori di voi mi chiede qualcosa su certe faccende di bambole e mostri, ma per quanto posso, una mano ve la do volentieri”
“Ti hanno raccontato tutto, vero?”
“Tutto…non so, ma una buona parte. Credo vogliano aspettare te e il giovanotto laggiù per completare il romanzo”
Amelia fece un cenno del capo alla sua destra e Maddy si voltò perplessa da quella parte.
 Georg se ne stava immobile a qualche metro da loro, con le mani affondate nelle tasche del giubbotto.
“Ciao” lo salutò Maddy.
Il ragazzo non disse niente e si limitò a camminare verso di loro.
“Quando una persona saluta è educazione rispondere” disse nonna Kaulitz.
Georg lanciò una rapida occhiata a Maddy e poi biascicò un ”Ciao” un po’ imbarazzato.
“Senti, Blondie, mi spiace per ieri” riuscì poi a dire tutto d’un fiato.
Lei sorrise apertamente. “Non fa niente. Lo so che ti sono sembrata pazza, ma credimi, c’è una spiegazione”
“Centra con il messaggio che mi ha mandato Tom ieri sera?”
“Sì, se ti diceva che qualcuno sarebbe venuto a prenderti questa mattina”
“Diceva così, infatti”
Georg non chiese perché Gustav non era stato avvertito, in cuor suo lo sapeva bene perché l’amico mancava, anche se non voleva ancora ammetterlo e forse ad alta voce non l’avrebbe ammesso mai.
“Bene, a quanto pare vi siete chiariti” disse Amelia. “E ora sbrighiamoci, prima che ricominci a nevicare”
 
Come Maddy aveva immaginato, quando giunsero a casa di nonna Kaulitz vi trovarono Bill e Tom.
I quattro ragazzi si abbracciarono e poi finalmente, Georg seppe tutta la verità.
Si sedettero in salotto, davanti al caminetto acceso, con una tazza di cioccolata calda fumante in mano. Nonna Kaulitz sedette con loro, ma non intervenne e non interruppe mai.
Vennero narrati tutti i particolari, dal primo giorno di vacanze, quando avevano visto l’inserzione della mostra sul giornale, fino al pomeriggio precedente.
Poi aggiunsero il racconto di ciò che era successo loro il pomeriggio precedente dopo che avevano lasciato il Municipio.
“Quando ci siamo separati” cominciò Tom, “ è inutile dire che non sapevamo più dove nasconderci. Poi a Bill è venuta l’idea: la casa di nonna. Avremmo avuto un riparo e non avremmo rischiato di venire di nuovo inseguiti dagli zaninoni”
“Sono sempre sulle vostre tracce?”
“Sì, Maddy, purtroppo sì”
“Abbiamo avuto paura per te, Blondie” disse Bill. “Non sapevamo se eri uscita indenne dal quel posto orribile oppure no. Avevamo il terrore che anche tu fossi ormai una bambola di porcellana. Poi però, ieri sera tardi, è arrivato qui papà e ha parlato con la nonna. Quando l’abbiamo sentito dire che ti eri chiusa in camera ed eri molto triste, abbiamo capito che non poteva essere uno Zaninone, ma tu in persona. Alla fine ci siamo decisi a chiamarti e abbiamo mandato un messaggio sia a te che a Georg, sperando che sareste riusciti a venire”
“Mamma ti ha messo in punizione?” chiese Tom. "Ho sentito papà che lo diceva, ieri sera"
“Già”
Georg, che si era mostrato ancora scettico per tutta la durata del racconto, alla fine dovette per forza cedere.
“Io…io non so che cosa dire. E’ assurdo. Completamente assurdo”
“Ma è la realtà e dobbiamo affrontarla” disse Bill. “Capisci ora perché Blondie ha tentato di impadronirsi di quella bambola?”
“Sì” annuì Georg, e poi si scusò ancora con Maddy. “Mi spiace, ma in quel momento ho creduto a quello che ho visto, e sembravi proprio intenzionata a rubarla”
“La piantate di darmi della ladra un minuto si e uno no?” sbuffò Maddy. “Sono stufa”
I ragazzi sorrisero.
“Fatemi capire” disse ancora Georg, “io ero l’unico che non sapevo nulla?”
“No, anche Gustav e Maddy non sapevano niente, all’inizio” disse Tom. “Anzi, Gustav non sa niente. Non siamo riusciti ad avvertirlo in tempo, o non si sarebbe fatto prendere se avesse saputo”
“Non ne sarei così sicura” disse Maddy. “Il potere di Solquest è talmente potente…”
“Bill, mi riconfermi che è tutto vero? Che non è uno scherzo?”
Bill guardò Georg con un sopracciglio alzato. “Ti pare che scherziamo su una cosa del genere? Un sacrificio non è esattamente un gioco”
“No, no, lo so, ma…Solquest esiste veramente?”
“Sì”
“E ha intenzione di rapire cento ragazzi e ragazze di Magdeburg e ucciderli?”
“Esatto”
“E voi due…cioè, quelli che si spacciano per voi due- e ora per Gustav, quelli che ieri sono venuti alla mostra con me e Blondie, quelli sono zaninoni?”
“Sì” sospirò Bill un po’ esasperato.
“E noi dovremmo salvare tutte le persone che sono state trasformate in bambole?”
“Nessuno ti obbliga, se non te la senti” intervenne Maddy. “Ma non credo che lasceresti Gustav in balia di quello stregone, dico bene?”
“Benissimo”. Georg deglutì. “Non ci posso credere” mormorò scuotendo la testa. “Non sta succedendo a me”
“Sta succedendo a cento giovani ragazzi di Magdeburg” disse Tom “E se non ci muoviamo, tra tre giorni Solquest se ne andrà con loro e li ucciderà uno dopo l’altro, e anche noi siamo sulla lista” concluse indicando se stesso, Bill e Maddy.
“Ora si che sono tranquillo!”
“Va bene, va bene, non discutiamo” disse Maddy, vedendo che Tom si stava un po’ alterando.
“Allora basta con le domande” disse ancora Tom. “Abbiamo già detto tutto, non continuiamo a ripeterci. Concentriamoci invece su come soccorrere Gustav. Siamo qui per questo no? Per fare un piano”
“Noi quattro da soli?” fece Georg scettico. “Avremo bisogno di un aiuto in più se vogliamo farcela”
“Ce l’abbiamo” disse Maddy emozionata. “Ragazzi, non vi ho ancora detto che ieri notte ho incontrato Calien”
E Maddy raccontò la sua conversazione con la ragazza.
“E’ carina questa tipa?” chiese Georg.
“Sì, molto” rispose Tom.
“Ragazzi!” fece Maddy. “Non abbiamo tempo adesso, dobbiamo pensare a Gustav!”
“Tom, sempre il solito con le ragazze, vedo” sorrise nonna Kaulitz, finalmente facendo sentire la sua voce. Poi si alzò dalla sua poltrona. “Speravo proprio che la nominaste”
I ragazzi si scambiarono sguardi perplessi.
“Di chi stai parlando?” chiese Bill.
“Di Calien”
Ci fu un attimo di silenzio, in cui i quattro amici pensarono di non aver capito bene.
Nonna Kaulitz sorrise e guardò i suoi nipoti. “Ieri mi avete detto che è stata lei a salvarvi, la prima volta. Ebbene, c’è una cosa che non sapete: Calien venne anche da me, quel giorno”
“Che cosa?!” esclamarono tutti in coro.
“Anch’io ho sentito la voce di Calien quando ero bambina. Con il suo aiuto salvai la città da un grande incendio. Ma questa è una storia che dovrò raccontarvi quando sarete di nuovo tutti insieme, per ora è meglio lasciar perdere”
I ragazzi erano a bocca aperta.
“Nonna, tu…”fece Bill.
“Vuoi chiedermi se anche io ho conosciuto la magia zentyre, tesoro?”
Bill annuì.
“Sì, l’ho conosciuta anche io”
“Come?”
Tutti erano in attesa di ascoltare un altro racconto straordinario, ma Amelia scosse il capo.
“Non adesso”
“Ti prego, nonna!”
“No, Bill, prima dovete liberare il vostro amico”
“Ma come possiamo fare?” esclamò Tom.
“E anche ammesso che ci riusciamo” disse Maddy, “come faremo a fa tornare Gustav com’era prima?”
“La biblioteca” disse Georg. “Non avete detto che dobbiamo cercare di scoprire più aneddoti possibili su Solquest e i suoi poteri? I libri ne sono pieni”
Bill e Tom si scambiarono un’occhiata
“Anche Calien l’ha detto” disse il rasta, “ma non penso che intendesse che dobbiamo metterci a studiare”
“Invece io pensavo proprio il contrario” disse Bill.
“Mai una vota che siate d’accordo voi due” sospirò Maddy.
“Andiamo, siate seri! Cosa ci possono insegnare i libri della biblioteca?”
“Ragiona, fratellone, invece che non lo fai mai” disse Bill picchiettandogli sulla testa. “Se le leggende su Solquest si sono dimostrate reali, perché non potrebbero essere attendibili anche tutti quei piccoli particolari che le arricchiscono? Ad esempio, abbiamo la dimostrazione che quel che si dice a proposito della sua voce ipnotica è vero”
“Mmm…si, può essere”
“Io dico che dobbiamo tentare” disse Georg, che sembrava molto motivato.
Maddy non lo disse, ma pensò che si dimostrasse così disponibile e ben disposto a tutto per farsi perdonare per non averle creduto e non averli aiutati prima.
All’improvviso si ricordò di una cosa.
“Ah, che scema!” gridò mettendosi una mano sulla fronte. “Mi sono scordata di una cosa! Calien mi ha detto che tu puoi essere il nostro asso nella manica, Georg”
Lui la fissò con gli occhi spalancati. “Prego???”
“Sì, perché tu non sei sulla lista di Solquest. Tu non rischi di essere tramutato in bambola!”
Ci fu un attimo di silenzio in cui le loro menti lavorarono, e poi, all’improvviso, sembrò che avessero capito tutti contemporaneamente che cosa comprendeva il ruolo di Georg.
“Oh, no. No, no, no, no” fece lui alzando le mani come per proteggersi.
Tom diede una spintarella a Maddy. “Brutta oca! Non potevi dirlo subito!”
Lei, per tutta risposta, gli diede un bel calcio negli stinchi.
Bill schioccò le dita sorridendo. “Siamo a cavallo! Se Solquest non ti considera minimamente…”
“Grazie, eh?” fece Georg con una smorfia.
“Scusa, non volevo dire che….insomma, se non sta curando i tuoi movimenti, se non hai zaninoni che ti controllano, puoi tornare alla mostra indisturbato”
“No, Bill davvero, non so se…”
“Non capisci! Devi salvare Gustav! Devi portarlo via di lì!” Bill si alzò in piedi, emozionato per quel che aveva in mente. Il piano di salvataggio stava pian piano prendendo forma nella sua testa. Già si immaginava Georg girare indisturbato tra i piedistalli, afferrare la bambola di Gustav e squagliarsela a gambe levate.
“Georg per favore. Io, Maddy e Tom non possiamo più tornare laggiù. Rischiamo che stavolta Solquest ci prenda davvero”
“E quattro bambole” disse nonna Kaulitz, “sono molto più difficili da nascondere sotto il cappotto, invece di una sola”
Georg li guardò uno per uno. “Volete che provi a fare la stessa cosa che ha fatto Maddy?”
“Più o meno. E’ l’unico modo” disse Bill.
“Ti aiuterò io” disse Amelia. “Ti accompagnerò alla mostra. Bill, Tom e Maddy rimarranno qui. Prima che Maddy debba tornare a casa abbiamo ancora un’ora buona”
Georg ci mise un po’ per capire, ma poi urlò: “Ci andiamo adesso???”
“Certo, caro. Non vedo perché attendere oltre. Se davvero Solquest intende ripartire per la sera del ventiquattro dicembre, abbiamo più o meno ancora due giorni e mezzo”
“O-ok, va bene. Ma non abbiamo definito i dettagli del piano e non sappiamo ancora come far tornare normale Gustav”
“A questo penserete prossimamente. Su, ragazzo, scollati da quella poltrona”
Si alzarono tutti e mentre Georg e Amelia si rimettevano i cappotti, decisero che sarebbero andati in biblioteca quella stessa sera.
Maddy, Bill e Tom augurarono buona fortuna e seguirono con lo sguardo, affacciati alla finestra del salotto, Georg e nonna Kaulitz finché non sparirono dietro l’angolo.
“E adesso aspettiamo” disse Bill con una nota di ansia nella voce.
Osservarono ancora per un momento il paesaggio all’esterno. Il fiume Elba era una linea grigia e serpeggiante in lontananza. Il vento si alzò e divenne così forte da produrre suoni sinistri insinuandosi tra gli spifferi delle persiane. Dopo pochi minuti ricominciò a nevicare.

 
 
 
 
 
Eccomi con il nuovo capitolo! Piaciuto? Ditemi cosa pensare del personaggio di nonna Kaulitz, please! Io non so come si chiama la nonna di Bill e Tom (anche se qui è la bis-nonna) quindi il nome l’ho inventato.
Se ci sono errori ditemelo, e se mancano pezzi ditemelo, perché efp faceva i capricci in questi giorni e non riuscivo a postare.

Sempre ringraziando Alien_ , DollyDiamondTK, Evangeline143, IwillN3v3rbEam3moRy, e moon queen
Vi mando un bacio e saluto.
Vostra Susan<3
   
 
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