Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: REAwhereverIgo    02/09/2012    3 recensioni
Che succederebbe se una ragazza con autostima pari allo zero si innamorasse di un bellissimo motociclista? E se le sue sorelle si mettessero in mezzo per darle una mano, rischiando di peggiorare la situazione?
Spero che questa storia sia di vostro gradimento, io di sicuro mi divertirò a scriverla! Rea
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

La maledizione finisce qui!

Quando rientrò a casa, il pomeriggio successivo, Rea si era già arresa all’idea di dover spiegare a Emma e Laura tutto quanto. Glielo doveva, giusto?

Se le aspettava curiose, piene di domande e quasi arrabbiate perché non aveva detto tutto subito, invece, quando aprì la porta, le trovò sul divano in silenzio, una ancora in pigiama e l’altra appena uscita dalla doccia.

Sono tornata!” annunciò. Loro si girarono a guardarla, fecero un sorriso stanco e si rimisero nella stessa posizione di partenza.

Che succede?” chiede dopo essersi messa in ciabatte. Sembravano spente e stanche. Era raro vederle poltrire così durante l’anno scolastico: Emma, di solito, studiava come una matta mentre Laura disegnava per scaricare la tensione. “Forse non poltriscono. Forse non riescono ad alzarsi, semplicemente” pensò. Fece un enorme sorriso per rallegrarle e si sedette vicino a loro.

Forza, raccontatemi qualcosa! Non volete sapere come mai ho dormito da Johan?” domandò.

No, non mi interessa” rispose la bionda. Giusto, bella gaffe.

Allora vi racconto di Fabio” propose. Pur di vederle stare un po’ meglio, questo e altro.

Non importa, sono affari tuoi” disse la mora. Rea spalancò la bocca, incredula: Emma che rifiutava qualche scoop? Decisamente qualcosa non andava.

Che cosa? Mi volete dire come mai siete in queste condizioni?” sbottò alla fine. La più alta la guardò.

Non riusciamo a sopportare l’idea di aver perso l’occasione della nostra vita. Laura con Johan e io con… con Jason” le confessò.

Il tuo amico non le parla da sabato e il prof, invece, fa finta che non sia mai successo niente. Mi sento quasi usata, terribilmente svuotata” spiegò. Era straziante vederle in quelle condizioni, adesso capiva cosa aveva provato il suo amico la sera precedente.

Ma non avete perso niente! Tu hai avuto la conferma che lui è attratto da te –ti ha baciata!- e lei pure! Forza, abbiate un po’ di coraggio” le spronò alzandosi.

Non è per questo, è che siamo state in grado di rovinare tutto nonostante la situazione fosse favorevole. E adesso come possiamo fare? Ieri sera, per la prima volta dopo mesi, siamo rimaste a casa a guardare un film d’amore. D’amore! Ma ti rendi conto?” disse Laura, disperata.

Inoltre, come se tutto ciò che abbiamo passato non bastasse, tu hai trascorso la notte da Johan, probabilmente dormendo con lui!” esplose di rabbia nei confronti della sorella.

Rea rimase zitta, ma i suoi occhi si infiammarono.

Sei una stupida se pensi che te lo ruberei! Non mi interessa nulla di lui in quel senso, so che è roba tua. Mi dai così poca fiducia? Benissimo! Sappi che io non ho assolutamente intenzione di sentire le tue stupide idee su di noi”.

E, giusto per informazione, sono andata da lui perché stavo male come un cane” concluse. Andò in camera sua a passo svelto, sbattendo la porta e sedendosi in malo modo sulla sedia alla scrivania. Non era triste e nemmeno depressa: stavolta era proprio arrabbiata.

Prese in mano una bic blu e si mise a scrivere sul suo diario segreto tutto ciò che era successo nelle ventiquattro ore precedenti. Piano, piano, la rabbia scemò, lasciandole solo un senso d’impotenza di fronte al dolore delle sorelle addosso.

Ripensò a quello che le era venuto in mente sulla maledizione delle Stevens, e prese una decisione: “Maledizione o semplice sfortuna, finisce qui, adesso”.

 

Un’ora dopo rientrò in salotto. Emma e Laura erano lì a guardare la televisione, ancora sedute nella stessa posizione di prima. Si mise in piedi davanti allo schermo e bloccò loro la visuale.

Ehi!” protestarono. Lei spense tutto e le guardò, cercando di mascherare un sorriso soddisfatto.

Da oggi basta piagnistei e affini. Ora si fa come dico io!” annunciò, prendendole per un braccio.

Ferma, ma che fai?” esclamò la mora, vedendo che le spingeva verso le rispettive camere.

Al momento l’unica delle due che posso aiutare è Laura, ma poi penserò anche a te. Solo che ho bisogno di una mano: dobbiamo vestirla, truccarla e profumarla. Vai a cambiarti, tra venti minuti usciamo” le ordinò.

Ma…

Va’!” la zittì. La chiuse nella sua stanza e poi si girò verso la bionda, che era spettinata e in pigiama.

Per te mi servirà più tempo” osservò.

Che diavolo vuoi fare?” la aggredì lei, incrociando le braccia.

Non ti preoccupare, io sono esperta nel far stare meglio le persone. Sono qui per aiutare entrambe ad essere felici!” annunciò, facendole l’occhiolino.

Non sono sicura di aver capito” ammise la ragazza, confusa. Rea la spinse in bagno.

Meglio così” rise.

Si mise a pettinarla, lavarla, cambiarla e truccarla, ignorando le lievi proteste che ogni tanto sua sorella faceva.

Hai mai pensato che magari io non voglio uscire?” le fece presente.

Ci ho pensato e ho anche pensato che, se non vuoi, ti costringerò. Ti mostrerò che Johan non ha occhi che per te” rispose, sicura di sé. Laura arrossì e s’incupì.

Non mi parla dall’appuntamento, scommetto che mi odia” confessò.

No che non ti odia, stupida! Si è sentito respinto e ora è in imbarazzo nello starti accanto, ma non potrebbe mai odiarti. È innamorato di te!” le assicurò Rea, continuando a pettinarla.

Innamorato?” esclamò la bionda, incredula. Lei annuì.

Me l’ha detto lui ieri sera” confermò, sicura di sé.

Io sono pronta, che devo fare?” annunciò Emma. Si era messa un paio di jeans e una maglietta e si era legata i lunghi capelli neri in una treccia. La rossa sorrise.

Scegli un vestito carino per Laura. Deve uscire” la istruì.

 

 

Perfetto, noi ti lasciamo qui. Adesso tocca a te” disse Rea, allontanandosi dal vialetto di casa di Johan.

E se tu ti sbagliassi? Se mi odiasse davvero?” le chiese sua sorella più grande, impaurita. Lei sorrise e fece segno di vittoria con la mano.

Io non mi sbaglio mai, ricordatelo. Vuoi che rimaniamo con te almeno fin quando non aprirà la porta?” le propose. La bionda annuì, sentendosi microscopica mentre lei suonava il campanello.

Johan aprì la porta sbadigliando e con gli occhi gonfi (alla fine avevano dormito quattro ore sì e no) e si stupì nel vedere le tre Stevens sull’uscio di casa.

Salve” le salutò, incerto. Rea sorrise smagliante e indicò Laura con gli occhi.

Indovina cosa siamo venute a fare?” chiese, spingendo la sorella verso di lui.

Ehm…” balbettò il ragazzo in risposta. Lei si attorcigliava le mani dal nervoso e fissava a terra, incapace di parlare. La rossa le dette un piccolo colpo sulla testa.

Forza, parla!” le ordinò.

Emma voleva mettersi a ridere, ma si trattenne: sua cugina… ops, sorella, era proprio testarda quando ci si metteva.

I-io sono… sono qui per scusarmi… cioè, insomma, per quello che è successo sabato in pizzeria” disse, arrossendo. Johan rimase immobile a fissarla, senza sapere che dire, ma Rea lo guardò male da dietro le spalle della bionda, battendo il piede in terra. La indicò con la testa, come per dire “Rispondi, brutto idiota!” e lui si schiarì la voce, imbarazzato.

Bene, sono felice che tu sia venuta qui a dirmelo” ammise infine. Laura stava già per disperarsi dopo quella risposta fredda, ma la rossa si avvicinò a lui e lo prese per un orecchio.

Dille quello che hai detto a me stanotte” ordinò, avvicinandolo a lei.

Ahia! Mi fai male!” si ribellò, cercando di divincolarsi.

Rea, forse non ti dovresti impicciare così tanto…” provò a fermarla Emma, ma lei la fulminò con lo sguardo.

Sono due testoni, quindi adesso vi mettete qui e giuro su me stessa che, se non chiarite la questione, vi prendo a padellate in testa fin quando non sarete diventati quadrati!” li minacciò. Entrambi si irritarono a quella frase, ma ebbero troppa paura per ribattere qualsiasi cosa.

Noi ce ne andiamo a casa e vi lasciamo soli. Non voglio rivedere Laura per le prossime due ore, siamo intesi?” chiese. I ragazzi rimasero zitti.

Ho detto: siamo intesi?” ripeté. Aveva uno sguardo che non ammetteva repliche.

” risposero loro, controvoglia.

Perfetto, allora a più tardi” li salutò.

Emma avrebbe tanto voluto dirle di smettere, anche perché con quel tono faceva paura anche a lei, ma stette zitta: magari sarebbe riuscita a dare una mano anche a lei.

Intanto, Laura e Johan erano rimasti fermi a fissare le proprie scarpe, senza sapere cosa dire. Entrambi volevano esprimere di tutto, ma avevano paura e non dicevano nulla. Alla fine fu lui a rompere il silenzio.

Ascolta, mi dispiace se non ti ho parlato per tutto questo tempo, io mi sentivo… ecco…

Rifiutato?” gli suggerì lei.

Beh, sì, in effetti è così” ammise. La bionda rise amaramente e scosse la testa.

Lo so, e ti chiedo scusa. Io non… io non volevo rifiutare nessuno, te lo giuro su quanto ho di più caro. Anzi, erano anni che aspettavo il momento in cui tu ti saresti deciso a baciarmi, ma poi ti ho… ti ho visto lì e mi è preso il panico: se non fosse stato come avevo sempre sperato? Se fossi rimasta delusa? O se tu ti fossi reso conto che non mi volevi? Non so, tutte queste domande mi hanno bloccata” confessò, un po’ in imbarazzo. Johan sorrise.

Senti, ti va di fare una cosa?” le chiese. Lei alzò gli occhi e lo guardò.

Del tipo?

Allora, io adesso ti bacio, e tu mi dici che te ne pare, poi mi baci tu e ti dico che me ne pare. Va bene?” propose. Laura rise, a metà tra il divertito e il felice.

Possiamo provarci” accettò, sorridendo.

Lui si avvicinò, prendendole il viso tra le mani e portandoselo vicino, poi posò le labbra sulle sue.

Nessuno dei due avrebbe saputo dire quanto tempo rimasero incollati, ma se fosse stato per loro non si sarebbero staccati più.

Allora? Che te ne pare, sono stato all’altezza?” domandò poi, con un po’ di fiatone. Laura annuì.

Ora è il mio turno” annunciò, aggrappandosi al suo collo e unendo di nuovo le loro bocche.

 

 

Ce l’avranno fatta?” domandò Emma, mentre si toglieva le scarpe. Rea sorrise.

Sì, tranquilla. Avevano solo bisogno di una spinta” la rassicurò, mettendosi comoda sul divano. Le fece segno di sedersi vicino a lei, e la sorella si sedette.

Adesso sta a te” disse, con uno sguardo che piacque poco alla mora.

Cosa?

E’ arrivato il momento che tu risolva col tuo professore” decise, stringendosi un cuscino al petto.

No, è inutile. Come hai detto giustamente tu, è un professore e io una studentessa: sono due categorie che non vanno d’accordo unite” le spiegò sconsolata. Rea sbuffò.

Sentir dire da te che ti arrendi prima ancora di lottare è molto triste, sai? Non eri tu che dicevi che, se c’è una possibilità da parte sua, non ti arrendi finché non è tuo?” le ricordò.

Sì, ma…

E allora non ti dare per vinta! Lui ha mostrato interesse, quindi non puoi rifiutarti di provare almeno a parlarci. Non ti dico di violentarlo su due piedi o di baciarlo davanti a tutti, ma cerca una scusa per rimanere sola con Jason” la spronò.

Se lui non volesse? Se facesse di tutto per evitarmi?” chiese, impaurita.

Rea le prese le mani e la fissò negli occhi.

Emma, io te lo prometto: se tu non ce la farai, io interverrò per te” giurò.

Mi sono ripromessa che la maledizione che sembra gravare su di noi negli ultimi giorni finirà qui: niente più lacrime per le sorelle Stevens! Quindi voglio che voi siate felici e basta, non mi interessa come riuscirò ad aiutarvi, mi basta farlo. Capito?” disse.

La mora annuì e la abbracciò, senza sapere cosa dire.

 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: REAwhereverIgo