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Autore: REAwhereverIgo    02/09/2012    6 recensioni
E se un ragazzino biondo di nome Roxas si ritrovasse per caso a casa del singolare scienziato Axel Flame?
Per scoprire che cosa succederà non vi resta che leggere!
La storia è OOC, quindi chiedo scusa per eventuali cambi di caratteristiche dei personaggi... Buon divertimento!
Genere: Commedia, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Dolore

Quando arrivarono a casa Key, entrambi erano ancora molto scossi da quello che aveva detto Saix e non riuscivano ad aprire bocca. Roxas era stanco, affamato, triste, depresso e tutte le altre emozioni negative che potevano esistere. Non si era nemmeno reso conto che era rientrato, almeno finché Axel non lo abbracciò e gli accarezzò la testa.

Ehi, tutto bene?” gli chiese. A quel punto gli occhi del biondo si infiammarono e lui lasciò uscire tutta frustrazione che aveva ingoiato fino ad allora, iniziando a dare pugni sul petto al rosso.

No, non va bene, non va bene niente! Mio nonno è in ospedale e sta morendo, i miei non reagiscono e hanno spedito me a casa a fare da brava massaia mentre loro rimangono tutti insieme lì, a controllare che lui non muoia da solo! Se non bastasse tutto ciò, il tuo ex pazzoide e schizofrenico sta cercando non so cosa e ce l’ha con me e, fattelo dire, incute paura. E io non so che devo fare! Non so come cazzo comportarmi con nessuno perché non mi sono mai trovato in una situazione simile, perché sono stanco, perché non voglio affrontare un lutto! Non sono pronto, non adesso! È troppo presto, mio nonno è troppo giovane e non deve andarsene! Non deve…” si sfogò, continuando a picchiare Axel, che non emise un gemito.

Alla fine si aggrappò alla sua camicia come se fosse l’ultima ancora di salvezza nell’universo e scosse la testa.

Non ce la faccio da solo! Mio fratello è più maturo di me in questo senso, perché tutti gli vogliono bene e ha qualcuno su cui contare, mentre io sono… io sono solo un’ombra dietro di lui! Non ho amici, non riesco ad essere allegro e simpatico come lui, e devo essere forte e maturo perché lui non lo è. È così infantile che mi chiedo spesso come faccia per andare avanti, mentre io mi sforzo per piacere agli altri, per non essere lasciato da parte! E ora, invece, sono qui e, per quanto tu possa essere con me, mi sento infinitamente solo. Axel non ce la faccio” ammise. Nonostante tutti colpi che gli aveva dato nello stomaco, lui lo abbracciò ignorando il dolore.

Lo so che è difficile, tesoro. So che vorresti essere con loro, ma Sora ha ragione a dire che tu sei l’unico che può fare qualcosa qui. Se fai vedere loro che esiste un po’ di normalità nonostante ciò che vi sta succedendo, magari sorrideranno. Guardami” gli ordinò gentilmente, alzandogli il viso. Gli occhi celesti e lucidi di Roxas incrociarono quelli verdi dell’uomo, in un momento di infinita tranquillità.

Non devi dire che ti senti lasciato indietro. Non devi dirlo mai. Tu e Sora siete due fratelli, ognuno col proprio carattere speciale, e non sei solo. Mai lo sei e mai lo sarai, capito? Io ci sono, sono proprio accanto a te, memorizzato?” disse. Il ragazzino annuì e poi si staccò da lui.

Forse è meglio se preparo qualcosa da mangiare” decise, andando verso la cucina.

Mentre camminava le poche ore di sonno, il digiuno e tutto il pianto si fecero sentire e lui cadde a terra inginocchiato, sentendo la testa girare.

Non… non mi sento bene…” sussurrò.

 

 

Un paio d’ore dopo si risvegliò nel suo letto, in camera, e si chiese che cosa diavolo fosse successo. Si mise a sedere e si guardò intorno: aveva solo sognato? Suo nonno non era davvero in ospedale in fin di vita? E Saix non aveva davvero mostrato intenzioni poco buone nei suoi confronti?

Ehi, buongiorno. Finalmente ti sei svegliato” gli disse Axel. Quella scena gli sapeva di dèjà vu.

Sì, credo di sì” rispose lui, confuso. Si mise in piedi e raggiunse il rosso, che gli mise una mano sulla fronte per sentire se era caldo.

Devi aver avuto un semplice mancamento causato dallo stress” decise, sorridendo preoccupato.

Quanto tempo è passato da quando sono svenuto?” s’informò lui.

Credo non più di due ore

Che cosa? Quindi sono quasi le cinque del pomeriggio?! Dovevo far trovare qualcosa da mangiare ai miei, sono già tornati?” si agitò.

No, tranquillo. Non c’è ancora nessuno. E poi tu non ti fidi di me” lo prese in giro Axel.

Come? Perché?” si stupì lui, calmandosi all’improvviso.

Pensavi che sarei rimasto due ore senza fare nulla? Mi offendi!” disse teatralmente.

E cosa avresti fatto?

Ho preparato un po’ di insalata di riso per tutti. Non si rovinerà se rimarrà nel frigo per un po’, così avete la cena pronta e, nel caso, anche il pranzo di domani. Per lo meno questo problema è superato” spiegò. A Roxas si riempirono gli occhi di lacrime e si gettò tra le sue braccia.

Grazie” sussurrò, riconoscente.

E, naturalmente, io rimarrò qui con te. Almeno fino a quando mi ci vorrai” concluse sorridendo. Attese pazientemente che smettesse di piangere e poi gli passò un fazzoletto che aveva in tasca.

Forza, andiamo giù, mi è sembrato di sentire una macchina. Probabilmente i tuoi sono arrivati” gli ordinò, spingendolo verso il piano inferiore.

In effetti, nel momento in cui entravano nel corridoio, videro Sora e la nonna aprire la porta, ma dei suoi genitori nemmeno l’ombra.

Mamma e papà?” chiese il biondo, prendendo premurosamente il giacchetto della donna.

Sono rimasti con nonno. I medici hanno detto che il tumore è più esteso di quello che dovrebbe e che non ha molto tempo. Se siamo fortunati sopravvivrà una decina di giorni, ma non di più” spiegò il fratello, spento. Quelle parole gli fecero male, molto male. Così poco tempo?

Noi abbiamo fatto un po’ di riso freddo… cioè, Axel ha fatto il riso, io non ho potuto” annunciò, facendoli mettere a sedere in cucina.

Grazie, tesoro, ma io non ho fame” rispose la nonna con un sorriso stanco.

In realtà nemmeno lui ce l’aveva, ma doveva farsi vedere forte. Aveva ragione il suo compagno nel dire che doveva riuscire a farli stare meglio. Era quello più maturo e poteva farcela. Per il loro bene.

 

 

I sette giorni successivi furono un susseguirsi di turni per rimanere sempre accanto al nonno, per riuscire a stargli accanto nel caso fortuito in cui, almeno per un’ultima volta, avesse aperto gli occhi.

Roxas si stupiva di sé stesso: riusciva a piangere silenziosamente e a sfogarsi quando era lontano dalla famiglia, così che loro, quando rientravano a casa, trovavano un sorriso gentile ad accoglierli. Aveva deciso di non andare quasi mai in ospedale, se possibile, perché in questo modo qualcuno che preparava il pranzo e si occupava delle faccende domestiche c’era. Era il suo unico modo per rendersi utile.

Axel, dal canto suo, non lo lasciò un attimo nemmeno per dormire. Dato che tanto ormai tutti sapevano della loro relazione (anche se il padre non l’aveva presa benissimo), la nonna decise che il nipote avesse bisogno del compagno vicino, così gli aveva chiesto di rimanere da loro almeno fino a che non fosse tutto passato. Felice di poterli aiutare, il chimico si era stabilito temporaneamente in casa Key, e si era messo a dare una mano a Roxas per quanto riguardava l’accudire i suoi parenti.

Una mattina, mentre il biondo stava riposando, telefonò a casa per sentire come stava Larxene. Era sempre così occupato con il ragazzino e con tutta quella storia che si era dimenticato di chiamarla.

Pronto? rispose lei, assonnata.

Buongiorno, qui parla Axel, il bellissimo farmacista che hai l’onore di avere come coinquilino. Come va?

Guarda, ascoltare i tuoi deliri egocentrici appena sveglia mi mancava. Tutto bene, qui è tutto tranquillo. Almeno fino a quando non torno Demyx si è trasferito da noi, così non sono sola

Bene, sono felice per voi che tutto sia tornato normale

Ti sento stanco, Axel. Come procede da te?

Non bene, purtroppo. Roxas fa del suo meglio per dare coraggio agli altri, ma sono tutti distrutti. Nonno Key doveva essere una bellissima persona e il fatto che se ne stia andando sta facendo crollare chiunque

E tu come stai? Immagino sia difficile sopportare una situazione simile

Lo è, non lo nascondo, ma devo aiutarlo. Tu non immagini cosa significhi vedere il dolore della persona che ami e sapere che non puoi fare niente per alleviarlo anche solo quel tanto che basta per farlo smettere di piangere

Ti sento stanco

Non troppo, ho faticato molto di più nel periodo che lavoravamo per la formula

Emotivamente? Non ci credo

Lasciamo perdere. Sapevo che sarebbe stato difficile, quindi non voglio lamentarmi. Anche perché io ho deciso di rimanere qui con Roxas, e non me ne pento. Sarei un vile se non lo facessi

Cavaliere senza macchia e senza paura, per intenderci

Simpatica. No, sul serio, mi fai morire dal ridere

Cercavo solo un modo per sdrammatizzare

Non ti scervellare, o i tuoi bellissimi neuroni si suicideranno. Piuttosto, non abbiamo quasi più parlato da quando tu e Demyx avete fatto pace. Che mi dici? Si parla ancora di matrimonio  oppure l’idea è stata abolita?

In realtà volevo parlartene una volta che tutto questo fosse finito. Avrei una richiesta per te

Oh, sentiamo

Ecco, mi… insomma, hai impegni per il ventuno marzo?

E mi fai una domanda simile il trentuno agosto? Che vuoi che ne sappia io che impegni ho tra sette mesi

Bene, se non ne hai non ne prendere

Significa che vi sposate?

Sì!

Ma è fantastico! Finalmente ti sei decisa a dire di sì a quel povero ragazzo! Raccontami tutto!

Beh, dopo aver… uhm… diciamo fatto pace…

Non scendere nei dettagli, grazie

Sì, infatti. Comunque, dicevo, dopo che ci siamo riappacificati ci siamo messi a parlare e io gli ho chiesto se era serio, quando aveva detto di volermi sposare. Demyx è arrossito, poi si è girato verso il comodino e ha tirato fuori l’astuccio dell’anello e mi ha detto no, non ERO serio, SONO serio, guardandomi con quegli occhi a cucciolo che solo lui sa fare

Non mi ricordavo che tu fossi così melensa

Sei tu che sei una zitella acida. Comunque il resto immaginatelo

Sai una cosa? Sono proprio felice per voi!

E, a proposito del matrimonio, volevo anche farti un’altra richiesta

Ah, sul serio?

Già. Io vorrei che tu fossi il mio testimone

………..

Axel?

Davvero vuoi che lo faccia io?!

Certo, sennò non te lo chiedevo!

Larxene, io… sì! Cavolo, certo che ti faccio da testimone!

Meno male, temevo che avresti rifiutato l’idea!

Scherzi? È un onore! Sei la mia migliore amica ed è il modo migliore che ho di rimanerti vicino nel tuo giorno più felice!

Grazie

Ehi, non ti sarai mica commossa?

Io? figurati!

Non lo devi nascondere a me, non ti giudico mica

Non ti nascondo proprio niente! un’ultima cosa, poi ti lascio andare. Senti se vuole venire anche Roxas, mi farebbe piacere

Sei lungimirante! Hai così fiducia in noi?!

Spiegati perché non ho capito

Sei sicura che tra sette mesi saremo ancora insieme?

Allora no, non ho fiducia in voi. Ho fiducia nel modo in cui vi guardate, come se esisteste solo voi due, ho fiducia nel rapporto che avete creato e nel fatto che ci siete per sostenervi. Perché sono convinta che, anche se ora sei tu ad aiutare lui, quando ci sarà bisogno lui aiuterà te. Siete due parti di una mela, ecco

Larxene?

Sì?

La felicità ti rende melensa!

Come sei cattivo! E io che mi ero sforzata per fare un discorso serio una volta ogni tanto!

Sto scherzando. Anche io la penso come te, quindi gli riferirò il messaggio. Salutami Demyx

Va bene. Ciao, a presto

 

Mancavano ormai solo quattro giorni al compleanno dei gemelli. Nessuno aveva molta voglia di festeggiare, ma la nonna, pur di trovare un po’ di normalità in quel periodo così terribile, pose comunque la questione.

Facciamo almeno una piccola cena tra di noi. Solo noi sei

Sette” la corresse Sora. Lei lo fissò senza capire.

Ho contato male?

No, ma inviterei anche Kairi. È la mia ragazza, in fondo, e mi piacerebbe che ci fosse

Ok, allora solo noi sette. Avanti!” li spronò. Roxas non se la sentiva di negarle quel piccolo piacere, così annuì sorridendo.

Certo, a me sta bene” rispose.

In quel momento i genitori dei due ragazzi rientrarono: la madre aveva gli occhi gonfi e stanchi, mentre il padre la sorreggeva. E fu un istante: tutti i presenti in casa compresero.

No” sussurrarono.

“Il signor Key… è morto”

 

  
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