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Autore: TerrytheCaptain    02/09/2012    3 recensioni
Non pensavo si potesse provare tale odio verso una persona. Infondo la mia indole buona mi ha sempre portato a non odiare così fortemente le persone. Ma c’è un limite a tutto. Quel fottutissimo bastardo è riuscito a far uscir fuori una parte di me che non pensavo esistesse. Quella parte che odia a morte, che manda maledizioni a destra e manca, che perde le staffe in quattro e quattr’otto. Grazie a lui sono costantemente irritabile, nervosa e frustrata. Mi ha letteralmente rovinato la vita, e me la pagherà.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Al mio risveglio lui non c’era più. Ero sola in quella stanza a cui non avevo mai prestato attenzione. Stavo cominciando a scrutarla quando sentii delle voci provenire dalla cucina al piano di sotto. Uscii dalla stanza e mi accostai alle scale per ascoltare. “Stai scherzando vero?” Andrea, era furioso. “No..” “Ti sei trombato la mia ragazza? Ma che razza di amico sei!” Emma fatti gli affari tuoi. Stai al tuo posto.. Al diavolo.. Scesi le scale e incrociai lo sguardo di Pietro, amareggiato, dispiaciuto.. “Andrea, non fare così.. non buttare all’aria tanti anni di amicizia..” Si voltò verso di me, aveva gli occhi di fuoco. “Che amico è uno che si scopa la sua donna?” “Che amico è uno che non si accorge che il suo più caro amico è innamorato della donna che lui utilizza come passatempo?” Sembrò stupito dalle mie parole. Evidentemente non ci aveva pensato.. Pietro approfittò del momento per dargli il colpo di grazia. “Stamattina mi ha chiamato Elisabetta dicendomi che vuole che facciamo il test di paternità perché non è sicura che il padre sia tu..” Andrea in quel momento sembrò cadere in trans, non aveva per niente preso bene il colpo. Deglutì rumorosamente ed uscì di casa. Senza dire una parola, nulla. Pietro si inginocchiò e io mi avvicinai a lui, cercando di consolarlo. “Vedrai che gli passerà, è stato ferito nell’orgoglio ora..” Era lui quello che usava le donne, non erano mai state le donne ad usare lui. Invitai Pietro a tornare a casa e a stare tranquillo dicendo che “ci avrei pensato io” come al solito. Restai a lungo sola a casa, pensai a come mi fossi sentita io al suo posto.. tradita dalle persone a cui tenevo di più e le uniche parole che mi venivano in mente erano: delusione, frustrazione, insicurezza. Era ora di pranzo e di lui nessuna traccia. Chiamate su chiamate. Nessuna risposta. Avevo paura che si fosse rifugiato nell’alcool di nuovo. Come stava facendo da tre sere a questa parte e come avevo paura facesse anche quella sera. Il tempo passava, ora erano le 4 e di lui nessuna traccia ma io non potevo restare con le mani in mano. Presi le chiavi ed uscii di casa recandomi al parco, sperando di trovarlo lì. Nulla. Il tempo scorreva ed io lo cercavo in lungo e largo per la città, avevo paura che si facesse del male, ma sembrava sparito. Il sole stava quasi per tramontare e d’improvviso una goccia, un’altra, un’altra ancora mi bagnarono il viso. Quelle gocce si trasformarono in un vero e proprio temporale. Inizialmente mi rifugiai sotto il balcone di una casa ma poi decisi di proseguire le mie ricerche. Ero troppo preoccupata per lui, per badare alla pioggia. Niente. Lo avevo cercato dappertutto, nulla. Ero fradicia e stanca e ormai il sole era tramontato. Cominciavo a stare male, mi girava la testa. “Ragazzina stai bene?” mi chiese un signore vedendomi barcollare. Non riuscii a rispondere, solo un tonfo è quello che ricordo. [..] “Em! Em ti prego rispondi!” sentivo delle voci in lontananza chiamarmi, ma ero troppo stordita per capire. “Emma, Emma mi senti? Ti prego rispondi!!” “Che..che..” “Grazie a Dio!” aprii lentamente gli occhi, respiravo a fatica, sentivo la testa scoppiare. La prima cosa che vidi: pareti bianche e spoglie. Nulla di familiare, fino a quando non incrociai gli occhi di una Lara preoccupatissima. “La-ra ma dove sono?” “Tesoro finalmente sei sveglia! Siamo in ospedale..” “Come in o-spedale?” respiravo a fatica. “Eri fradicia e sei svenuta per strada.. hai un febbrone da cavallo.. Che diamine ci facevi in strada, zuppa e per giunta di sera?” “Io-io stavo cercando Andrea.. lui stava male ed è scappato” feci una pausa per riprendere fiato “non volevo si facesse del male..ancora..” Voltai il viso alla destra di Lara scorgendo per la prima volta la figura di Luca. I suoi occhi non erano quelli di sempre, fissavano un punto impreciso della stanza e non erano dolci e premurosi ma pieni di rabbia e rancore. Lara guardò prima me, poi il fratello e poi portò lo sguardo alla finestra. Spostai anche io il mio sguardo alla finestra dove c’era Andrea. Sbarrai gli occhi quando lo vidi, ma ero felice che stesse bene. Pensavo che ora tutto si sarebbe sistemato, ma mi sbagliavo. “Ti rendi conto di quello che ha passato e che passa tutt’ora per colpa tua?” sputò Luca fissando con rabbia Andrea che a sua volta aveva alzato lo sguardo per guardarlo negli occhi. Andrea non proferiva parola, forse perché Luca non aveva tutti i torti. “Tu saresti la persona matura? Il fratello maggiore? Possibile che viviate insieme da due mesi e a te non importi nulla di lei?” “Io non sono suo fratello..” sbottò acido. Pensai che le cose sarebbero peggiorate. Avevo ragione.


Ecco il nuovo capitolo.
Alla piccola Emma non ne va bene una.. preoccupandosi troppo per Andrea finisce lei per stare male. Ne varrà la pena?
Un bacio, a presto!
- Teresa
  
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