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Autore: Niky McGregor    02/09/2012    3 recensioni
Felicia è una donna single con una figlia di tre anni a cui dedica tutta la sua vita. Lavora in uno degli alberghi più lussuosi di Boston, il "Sunshine" e sembra una donna abbastanza tranquilla.
Ma cosa celano veramente i suoi occhi grigi e quella espressione innocente che sfoggia sempre? Qual'è stato il suo passato? In un modo o nell'altro la sua vita si collegherà a quella di Emily Lowell, un agente di polizia che ha subito un trauma alla tenera età di tre anni, l'età di Rose... riuscirà a scoprire il grande segreto di Felicia? E David è veramente un amico?Scoprirete tutto leggendo!
Buona lettura
Genere: Malinconico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

Flashback

 

-Richard fermati ti prego!- urlò una ragazzina dai capelli rossi fermandosi in mezzo alla strada col fiatone.

Il ragazzo che stava un paio di metri avanti si fermò e con una smorfia derisoria le si avvicinò.

-Già stanca Torrence? Andiamo hai quindici anni e non riesci a correre per dieci minuti? A venti anni che farai?- la prese in giro.

In tutta risposta lei gli fece la linguaccia spingendolo per scherzo.

Richard la afferrò per un polso e la avvicinò a sé con un gesto deciso osservandola con intensità.

Felicia sapeva quello che stava per fare ma non fece nulla per evitarlo, lo amava e sapeva che lui ricambiava... anche se i loro genitori non erano d'accordo loro avrebbero continuato per la loro strada.

-Sei così bella quando ti arrabbi.- sussurrò il moro avvicinando il proprio viso al suo.

Gli occhi grigi della ragazza si allacciarono a quelli blu di lui...erano così magnetici...

-Baciami, Richard..- ribatté

Gli prese il volto fra le mani avvicinandosi. Quando le loro labbra si sfiorarono mille emozioni diverse li presero... amore, libertà, felicità, paura di essere scoperti...

Il bacio si fece più intenso mentre una mano di Richard si infilava nei capelli di lei e iniziava a giocare con una ciocca, mentre l'altra si posava sul suo fianco. Le loro lingue si scontrarono e iniziarono una danza che ormai conoscevano a memoria. Si staccarono per riprendere fiato e si scambiarono un occhiata piena di amore.

-Ti amo Feli...- disse lui poggiando la sua fronte su quella della ragazza.

-Pure io Rich...- rispose lei, dandoli un bacio fugace...

Felicia si rigirò nel letto ripensando a quei momenti fantastici che avevano reso la sua vita splendida. Si mise a fissare il soffitto bianco sospirando con forza. Ma come ogni volta che pensava ai momenti felici della sua vita ecco che quelli infelici bussavano violentemente alla sua porta.

-Mi sono innamorata di un altro.-

-Cosa?-

Leggere la delusione e la disperazione nel ragazzo che aveva amato per cinque anni era terribile, ma lei era certa di non amarlo più... il suo cuore era dedicato ad un altra persona adesso, una persona che voleva sposarla e avere dei figli con lei.

Richard era infantile, era rimasto a quell'età in cui si giocava con la play station e avere una ragazza significava essere popolare.. sapeva che l'amava ma non le bastava. A ventidue anni era arrivato il momento di mettere da parte certe cose e iniziare a pensare al proprio futuro.

Thomas era l'uomo della sua vita ne era certa, era uno scrittore e si preoccupava per lei come nessuno mai aveva fatto... senza contare che i suoi genitori erano d'accordo.

-Richard... è finita tra cinque mesi mi sposo e andrò a vivere con Thomas... mi dispiace ma io non ti amo più...- ripeté allontanandosi.

Lui non replicò e non nascose le lacrime copiose che stavano scendendo dai suoi occhi.

Felicia si voltò, un peso indefinibile sul cuore e un senso di inadeguatezza mai provato prima.

Aveva fatto due passi quando lui aveva pronunciato quelle fatidiche parole.

-Un giorno comprenderai il grande errore della tua vita... e io sarò pronto ad accettare le tue scuse perché ti amo e saprò aspettare...-

Lei si era fermata e voltando la testa leggermente all'indietro, poi annuì e continuò per la sua strada, le sue parole che riecheggiavano nella testa e le lacrime che scendevano dagli occhi...

Avevi ragione Richard... solo che invece di venire da te ho preferito scappare perché avevo una figlia e dovevo allontanarla da lui...” pensò, voltandosi su un fianco e chiudendo gli occhi sperando di riuscire a prendere sonno. Niente da fare. Da quando Thomas era riapparso, non faceva che rimuginare sul passato e preoccuparsi per il presente. Ci pensava di giorno e spesso di notte. Sua figli si trovava nell'altra stanza, tranquilla nel suo mondo fatto di scherzi e giochi..

Così giovane e rischia già la vita” pensò la donna, mentre gli occhi le si velarono di lacrime.

Tutto quello che aveva costruito negli ultimi tre anni stava per venire distrutto da una persona orribile che si divertiva nel torturare le persone sia psicologicamente che fisicamente... era certa che in quello stesso momento Thomas stava brindando alla sua genialità con uno spumante e uno di quei sigari che si fumava sempre nei momenti di Gloria... aveva calcolato tutto alla perfezione, la sua visita al Hotel era stato un modo per destabilizzarla e ci era riuscito suo malgrado...

Si voltò verso la sveglia posata sul comodino e notando l'ora strabuzzò gli occhi.

Erano le cinque del mattino e lei stava a rigirarsi in quel letto freddo e vuoto a pensare... il giorno dopo al lavoro non sapeva come avrebbe fatto..

Dopo aver passato altri dieci minuti a fissare la sveglia, capì che era inutile. Con un sospiro poggiò i piedi nudi sul legno del pavimento e si diresse nella camera di Rose. Si avvicinò al suo lettino e sorridendo le accarezzò una guancia.

-La mamma ti proteggerà fino alla fine...- sussurrò piano.

La bambina si mosse leggermente ed emise un piccolo sospiro. Felicia le scostò una ciocca dal viso e si incantò a fissarla. Lei era tranquilla, senza preoccupazioni... non poteva certo sapere che un uomo subdolo e crudele stava macchinando contro di loro... Più osservava sua figlia e più si sentiva impotente di fronte agli eventi. Che cosa ne sarebbe stato di Rose se lei non se ne fosse andata quel maledetto giorno? Quel pensiero la mortificò a tal punto che per un attimo le mancò il respiro.

Chiuse gli occhi con forza cercando di tranquillizzarsi e dopo pochi istanti li riaprì, sospirando di nuovo.

Prese il corpicino della piccola in braccio e cercando di non svegliarla la posò accanto a sé nel letto, la coprì con le coperte e si addormentò così, il viso attaccato a quello della figlia.

Non l'avrebbe mai lasciata sola... anche a costo di morire per lei..

   
 
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