Together we cry.
Tutti
noi siamo sempre stati costretti a tenere certi comportamenti, regole
secolari che dovevamo rispettare a tutti i costi per non perdere il
nostro nome, la nostra famiglia, che ci costringevano a sopprimere le
nostre passioni, le nostre qualità, regole che ci facevano
indossare
maschere di indifferenza e di superiorità quando tutto
ciò che
avremmo voluto fare era invece gridare al mondo che anche noi, anche
noi nobili Purosangue eravamo terrorizzati dalla piega che gli eventi
avevano preso.
Theodore
aveva subito torture inimmaginabili per aver osato alzare la testa e
parlare con suo padre dei suoi dubbi sul regime di Voldemort. Nessuna
cicatrice segnava il suo corpo, ma i suoi occhi... i suoi occhi che
una volta erano stati brillanti e pieni di curiosità per il
mondo,
ora erano spenti e vacui, vuoti, morti.
Anche
Daphne, che è sempre stata troppo stupida per capire
ciò che
succedeva, si era resa conto che qualcosa in Theodore si era
spezzato: era sempre stato il diamante del nostro gruppo,
più puro e
dolce di tutti noi messi insieme, e per questo aveva pagato il prezzo
più alto.
Un
tempo, poco più di tre mesi fa, i suoi occhi illuminavano il
dormitorio, il suo inconcepibile candore e le sue battute sottili
facevano nascere sorrisi su tutti i nostri volti, la sua ingenua
curiosità per il mondo spingeva tutti noi a cercare di
essere
migliori, almeno un pochino, per non rischiare di bruciare tutte le
sue aspettative.
Il
suo passato era forse il più tragico tra i nostri: aveva
visto
morire sua madre, aveva subito in silenzio i soprusi del padre che
non lo amava come avrebbe dovuto. Eppure tutto lo schifo della sua
vita gli era scivolato addosso, aveva trovato la forza di andare
avanti nonostante tutto; era il più coraggioso di tutti noi
e allo
stesso tempo il più semplice da distruggere.
Era
bastata una parola di troppo per accendere la furia del genitore, per
spegnere la scintilla che illuminava il suo sguardo, per gettarlo in
un'apatia che spaventava tutti noi.
Persino
Draco, che di problemi ne aveva a tonnellate di suo, si era
preoccupato a morte per lui quando all'inizio del nostro settimo era
arrivato al castello con quegli occhi spenti.
Ogni
tanto coglievo gli sguardi carichi di ansia che gli rivolgeva, i suoi
occhi azzurri pieni di pena e dolore; è dolce il modo in cui
si
preoccupa per lui, mi fa pensare a quanto sia stata sciocca quando,
l'inverno scorso, ho scoperto il suo terribile
segreto
e ho desiderato smascherarlo davanti a tutti. A quel tempo la gelosia
mi aveva accecata, mi aveva quasi portata a fare qualcosa per cui mi
sarei sicuramente pentita per il resto della vita. Era stato Theodore
a farmi desistere, chiedendomi semplicemente se la mia vendetta
valesse quanto l'amicizia che mi legava da sempre a Draco; no, non
valeva tanto, e per fortuna l'avevo capito in tempo per fermarmi.
È
un ragazzo estremamente intelligente, il nostro
Theodore, ma persino quel lato di lui sembrava essersi spento dopo
gli avvenimenti dell'estate tra il sesto e il settimo anno; non solo
non si applicava più come un tempo per avere buoni risultati
scolastici, ma pareva addirittura che avesse perso tutta la voglia di
imparare e conoscere cose nuove che aveva prima.
Era
snervante vederlo consumarsi, vederlo così
apatico,
ma non potevamo far nulla per farlo tornare quello di prima. Nessuno
di noi, benché tutti sapessimo di che pasta era fatto,
avrebbe
potuto immaginare quanto suo padre fosse fanatico; neppure i nostri
genitori, per quanto siano tutti votati alla causa del Signore
Oscuro, sarebbero mai arrivati a tanto se avessimo cercato di
contraddirli.
Theodore
ha sempre affrontato con stoicismo tutto ciò che gli
accadeva a
casa, subiva gli ingiustificati scatti d'ira del padre quasi senza
battere ciglio, quando ne parlava con noi alla fine alleggeriva
sempre tutto con una battuta.
Erano
state le lacrime, quella volta, ad accompagnare il suo racconto;
avevamo capito la gravità della situazione non appena quelle
gocce
salate avevano cominciato a rigare il suo viso.
Draco
è stato quello che ne ha sofferto di più,
nonostante tutti noi ne
siamo stati sconvolti. Alcune lacrime avevano bagnato anche il suo
volto mentre ascoltava le parole di Theodore, e alla fine l'aveva
abbracciato stretto, accogliendo i suoi singhiozzi contro il petto,
affondando le dita nei suoi lunghi capelli corvini.
Noi
Purosangue non siamo mai stati inclini alle dimostrazioni pubbliche
d'affetto, siamo stati tutti educati a limitare i nostri slanci per i
pochi momenti privati che potevamo permetterci, e quell'abbraccio in
Sala Comune, davanti agli occhi attoniti di tutti i Serpeverde, era
stato l'ennesima prova del sentimento ben diverso dalla semplice
amicizia che Draco provava nei confronti di Theodore.
Non
mi aveva infastidita, come avevo pensato l'anno precedente, mi aveva
semplicemente stretto il cuore in una morsa insopportabile: non
riuscivo a capacitarmi di quanto fossi stata subdola e crudele per
poter pensare di rovinare il loro rapporto. Quella che avevo per
Draco era una semplice cotta, nulla a che vedere con il palese amore,
benché ancora acerbo e strano,
che lui nutriva per Theodore.
Questa
situazione ha distrutto tutti noi, mese per mese, pesa sul nostro
cuore come un macigno; è insostenibile vederli
così. Draco è ormai
l'ombra di se stesso, quel tatuaggio mostruoso che deturpa il suo
braccio lo sta portando alla follia, e Theodore non è
più nulla.
Si è spento davanti ai nostri occhi, piano ma
inesorabilmente, e non
abbiamo potuto fare nulla per impedirlo.
È
straziante, e tutti noi ci troviamo più di una volta a
sperare
intimamente che questa guerra finisca con la sconfitta di colui che
ha causato tutte le nostre sofferenze. L'astio per Potter e i suoi
amici fuggiaschi è quasi passato in secondo piano rispetto a
quello
per l'Oscuro Signore.
La mia centesima storia nel fandom, festeggiamo! :D