Rewrite
Capitolo ottavo
Questa fan-fiction è un’AU, dunque
ambientata in un universo alternativo,
in questo caso semplicemente il mondo moderno. Niente alchimia od
altro,
dunque, ma determinate situazioni interpersonali sono le stesse,o
almeno
inizialmente.
Disclaimer: I personaggi qui presenti non
appartengono a me, ma alla
somma Hiromu Arakawa, autrice di FMA. Mi appartiene solo questa
fan-fiction ed
ogni singola frase, idea o concetto.
-
Ogni cosa è routine e
tutto
smette di girare attorno a loro, con il freddo che si affievolisce
lento nella
temperatura esterna e si rafforza nelle loro ossa, insormontabile
barricata di
frammenti acuminati di quello che avevano usato essere. Schegge di
vetro che
assieme sono compatte ed innocue e divise si coprono del sangue di chi
le
tocca.
E’ più
semplice così.
Recupero tempo.
Lei è inavvicinabile e
lui
turbato, sconvolto dal sorriso plastico ed inanimato che lei gli
rivolge sempre
più spesso, levando gli angoli della bocca e non mutando
nello sguardo, un
sorriso che, cazzo, potrebbe evitarsi, potrebbe evitarsi. Lo
fa per sentirsi
santa? O per seccarmi di più?.
Lui le sorride sempre di
rimando, ma d’un sorriso ch’è contrito e
rumoroso come ossa che scricchiolano.
Fragile.
Spigoloso.
Mentono e sostano a
guardarsi, distanti e vicini.
Muti nella stessa aria,
tremando d’un freddo che non c’è.
Si sfiorano, finanche, se
casualmente si urtano, e così al momento le dita meccaniche
di lui si flettono,
meccaniche, agganciandosi alla vita femminea e sentendola respirare
molto
piano.
Desideravo.
Si guardano senza vedersi,
senza vita.
"Io..."
Non...
Lo sguardo di lei si
scongela, davanti alla sua bocca che si schiude, sciogliendosi dal
contatto
sottile, un poco in ansia e terrorizzata dalla propria freddezza.
Non desideravo.
"Riza.
Perché...noi...?"
... che finisse così.
"Per...do..."
Non desideravo che
finisse. Così. No.
Dimmi, dimmi che non è
finita.
Il cellulare di Ed vibra
forte nella tasca dei suoi jeans cascanti, dalla cerniera calata senza
minima
cura ed ansietà, senza il pudore che lo ha sempre
caratterizzato, e lui senza
mutare campo visivo guarda le sue labbra tremule ed arrossate sillabare
ancora,
ma nel contempo leva ai propri occhi l’oggetto scalpitante.
Dio, se ci sei non...
"...no....donami..."
Ma non può
più sentirla,
perché accostandosi l’oggetto
all’orecchio schiude le labbra come in risposta,
ma solo un verso scomposto fugge dalla sua gola schiacciata ora dalle
proprie
dita, con forza, gli occhi sbarrati.
Essa gli brucia, e le sue
mani non hanno forze.
Non può parlare.
Come il telefono gli cade
dalle dita, urtando il pulsante dell’altoparlante, Riza
sente, con lui, che è
tutto finito.
-
I giorni corrono ancora, ed
ogni giorno lui si allontana dalla di lei figura, scivolando via,
barricato
dietro le proprie spalle, che sempre stringe e sempre le volge.
Perché Al è
più fermo di
prima ed il suo viso distante, mutevole nelle sue memorie
già deteriorate e
confuse, ma che tentano di riafferrarlo e ricondurlo pazienti alla casa
ove può
trovare ricovero, sotto la sua mano che gli accarezzerà la
testa a fatica, il
suo sguardo che lo biasimerà a volte ma sempre
sarà fiero, ed Al fugge, fugge
ancora ed ora sa, sa benissimo cosa ha lui stesso ucciso in Winry.
Quella parte di sé che
è
ora morta con Al.
Una parte consistente tra i
reni ed il cuore, un pezzo di carne intangibile ma senza del quale non
può più
respirare.
Non so perché.
Sa questo, e non sa più
niente, perché questa era la cosa più importante
che potesse definire con
certezza, e così come Riza lo ha scostato confusa ora lui
l’allontana, quando è
vestita di nero e vuole che la guardi negli occhi per confonderlo
ancora,
distrarlo da un dolore che non sa nemmeno come esprimere.
Questo era importante.
Questo, questo era importantissimo.
Cosa c’è
ancora, cosa?
Non lo ricordo. Non lo ricordo.
La figura di Winry è
fievole e seppellita dalla seppur scarsa folla assieme alla nonna;
Winry si
nasconde tra le proprie spalle e si scherma il viso con le mani, come
una
bambina che gioca a nascondino, ma lui l’ha già
trovata, l’ha già trovata;
rossa, incredula e quasi ridente, ella lacrima per tante ragioni
davanti alla
pietra bianca che cela il caro amico d’infanzia, ma non si
avvicina ad Edward o
ad altri.
Come condoglianze al
defunto.
E Riza è ferma, sbiadita
nel contrasto col grigiore di dolori sentiti o meno di pochi parenti ed
amici,
perché lei, semplicemente, non può
sentire nulla, solo somma
mortificazione.
E sbaglio. Sbaglio
sempre.
Edward è svuotato una
volta
di più, è tutto è grigio e bianco
attorno a quei protagonisti che sono lui e
Winry, vicini ma immateriali.
Lui abbraccia vecchi amici
dimenticati, si ferma a lei che lo scruta e china ancora il capo, senza
nemmeno
sfiorarlo.
Così distinti.
Il giorno si allontana
anch’esso, assieme alla notte, alla veglia di Ed.
Si allontana tutto, ogni
cosa.
Rendendolo ancora
colpevole.
La figura più ferma di
tutte lo guarda, ed è simile a Winry, perché lui
non la vede più.
Non sa se oserà
guardarla
ancora e sceglierla ancora rispetto ad una vita- ora la sua.
-
E’ tutto dannatamente
arduo
e tutto serra il suo stomaco in forte oppressione, la tensione forte ed
ossessiva che ha fissato all’atmosfera con la sua
ostinazione, rovinando ogni
cosa, rovinando Ed con le sue stesse mani che hanno ora unghie spezzate
e
sciatte, mentre crolla al suolo stringendosi forte.
Non può farci nulla, ma
non
ha controllo pieno degli arti, che cedono fiacchi sul pavimento,
capelli
scarmigliati tra le sue pupille dilatate, apprensione ed è
come se avesse corso
a lungo sotto la pioggia, che l’ha affogata con il suo canto
cadenzato e resa
vicina alla disperazione - a questo
modo
ella è bagnata, stremata ed ogni muscolo e vena pulsa e
freme sotto la sua
pelle, sopra la sua pelle, e potrebbe esplodere ma non capisce, non
capisce.
Si tocca faticosamente il
viso ritrovandolo freddo, solcato da rughe che non ricordava di avere
su una
pelle ruvida che non è affatto quella morbida che aveva
quando sorrideva
stancamente ma gioiosamente con Ed, cenando con Ed, respirando sempre,
sempre.
Cose così semplici hanno
da
lungi smesso di piacerle; e non mangia molto, non respira
più del necessario e
resta fuori casa anche se senza scopo sino a sentirsi mancar forza alle
ginocchia, cadendo e strisciando senza dignità.
Non sa perché sia
arrivata
a questo, ma senza motivo qualcosa la distrugge e la terrorizza,
spaventandola
perché Ed è vacuo e simile ad un fantasma,
ignorandola senza sforzo, e
soprattutto sente il proprio ventre strano.
D’una stranezza che teme
e
le è invisa, e Ed la abbandona ogni istante di
più vagando muto per la casa
senza guardarla affatto, senza scopo di vita, e Riza non può
credere di poter
essere lei questo.
Né la creatura che teme
di
portare in grembo.
Una fitta le colpisce lo
stomaco, e non vuole, non vuole crederci.
-
Note: No, non finisce qui. Per amor della suspence,
manca un capitolo,
anche breve e costituito in gran parte di dialogo. Due paginette e
finisce UU;.
Non so ancora se ci sarà quello stramaledetto epilogo su cui
mi sto
arrovellando da secoli, ma se a qualcuno interessasse particolarmente,
potrei
scriverlo senza problemi, ma si potrà parlare con cognizione
di causa solo una volta
letto anche l’ultimo capitolo, suppongo.
Non ti preoccupare assolutamente, poi, Setsuka ^^. Da parte mia, poi,
non è che
odi a morte le RoyEd, mi capita anche di leggerle, casualmente, anche
se rare
volte; ma tendenzialmente snaturano troppo, per i miei gusti, i
personaggi
principali, imbastardendo Roy in maniera assurda (almeno rispetto al
manga,
secondo l’anime può anche starci) e rendendo Ed un
bambino con momenti da ragazzina,
e “violentabile” da chicchessia, anche se
è soprattutto prerogativa dei doujinshi
yaoi in generale. Se poi sono scritte bene e tutto ed IC è
un altro conto, sì.
Voglio poi precisare che non tutte le ff che scriverò con Ed
e Winry li
vedranno come coppia ^^, ad esempio quando posso devo postare Halo, in
cui
Winry compare solo in qualche visione di Ed, come morbosa ossessione, i
protagonisti saranno Ed e Al. O in Personal Jesus, saranno solo
bambini, quindi
certamente non si può parlare davvero di una coppia, non in
maniera ricambiata.
Ma questa è pubblicità occulta XD;, scusami,
è che il tuo parere mi fa sempre
piacere, ma logicamente, i
gusti son
gusti, e non scriverò solo EdWin per tutta la vita, ho
quantomeno in cantiere
dei drabble Royai, che sono già diversi XD;.
Ah, e ti ringrazio anche per il commento a Cold dust, mi fa tanto
piacere ^^, ed
è proprio curioso che ti capitino cose così.
Le mie fan-fictions su Inuyasha non hanno avuto particolare seguito,
(specialmente
Vital touch, che è la mia adorata creatura, ma probabilmente
troppo forte come
argomento per essere particolarmente apprezzata ^^’), quindi
un parere su
quelle dopo tempo mi rende ancora più felice ^^.
Ecco, ed ora al prossimo, ultimo (a meno che non mi decida per
l’epilogo)
capitolo! è_é;