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Autore: Mao_chan91    18/03/2007    3 recensioni
Vite si sfiorano, scontrano, intrecciano.
L'egoismo diventa chiave della sincerità; il passato qualcosa da allontanare.
Genere: Romantico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Elric, Riza Hawkeye
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Rewrite


Capitolo ottavo


Questa fan-fiction è un’AU, dunque ambientata in un universo alternativo, in questo caso semplicemente il mondo moderno. Niente alchimia od altro, dunque, ma determinate situazioni interpersonali sono le stesse,o almeno inizialmente.


Disclaimer: I personaggi qui presenti non appartengono a me, ma alla somma Hiromu Arakawa, autrice di FMA. Mi appartiene solo questa fan-fiction ed ogni singola frase, idea o concetto.

-

Ogni cosa è routine e tutto smette di girare attorno a loro, con il freddo che si affievolisce lento nella temperatura esterna e si rafforza nelle loro ossa, insormontabile barricata di frammenti acuminati di quello che avevano usato essere. Schegge di vetro che assieme sono compatte ed innocue e divise si coprono del sangue di chi le tocca.

E’ più semplice così. Recupero tempo.

Lei è inavvicinabile e lui turbato, sconvolto dal sorriso plastico ed inanimato che lei gli rivolge sempre più spesso, levando gli angoli della bocca e non mutando nello sguardo, un sorriso che, cazzo, potrebbe evitarsi, potrebbe evitarsi. Lo fa per sentirsi santa? O per seccarmi di più?.

Lui le sorride sempre di rimando, ma d’un sorriso ch’è contrito e rumoroso come ossa che scricchiolano.

Fragile.

Spigoloso.

Mentono e sostano a guardarsi, distanti e vicini.

Muti nella stessa aria, tremando d’un freddo che non c’è.

Si sfiorano, finanche, se casualmente si urtano, e così al momento le dita meccaniche di lui si flettono, meccaniche, agganciandosi alla vita femminea e sentendola respirare molto piano.

Desideravo.

Si guardano senza vedersi, senza vita.

"Io..."

Non...

Lo sguardo di lei si scongela, davanti alla sua bocca che si schiude, sciogliendosi dal contatto sottile, un poco in ansia e terrorizzata dalla propria freddezza.

Non desideravo.

"Riza. Perché...noi...?"

... che finisse così.

"Per...do..."

Non desideravo che finisse. Così. No.

Dimmi, dimmi che non è finita.

Il cellulare di Ed vibra forte nella tasca dei suoi jeans cascanti, dalla cerniera calata senza minima cura ed ansietà, senza il pudore che lo ha sempre caratterizzato, e lui senza mutare campo visivo guarda le sue labbra tremule ed arrossate sillabare ancora, ma nel contempo leva ai propri occhi l’oggetto scalpitante.

Dio, se ci sei non...

"...no....donami..."

Ma non può più sentirla, perché accostandosi l’oggetto all’orecchio schiude le labbra come in risposta, ma solo un verso scomposto fugge dalla sua gola schiacciata ora dalle proprie dita, con forza, gli occhi sbarrati.

Essa gli brucia, e le sue mani non hanno forze.

Non può parlare.

Come il telefono gli cade dalle dita, urtando il pulsante dell’altoparlante, Riza sente, con lui, che è tutto finito.

-

I giorni corrono ancora, ed ogni giorno lui si allontana dalla di lei figura, scivolando via, barricato dietro le proprie spalle, che sempre stringe e sempre le volge.

Perché Al è più fermo di prima ed il suo viso distante, mutevole nelle sue memorie già deteriorate e confuse, ma che tentano di riafferrarlo e ricondurlo pazienti alla casa ove può trovare ricovero, sotto la sua mano che gli accarezzerà la testa a fatica, il suo sguardo che lo biasimerà a volte ma sempre sarà fiero, ed Al fugge, fugge ancora ed ora sa, sa benissimo cosa ha lui stesso ucciso in Winry.

Quella parte di sé che è ora morta con Al.

Una parte consistente tra i reni ed il cuore, un pezzo di carne intangibile ma senza del quale non può più respirare.

Non so perché.

Sa questo, e non sa più niente, perché questa era la cosa più importante che potesse definire con certezza, e così come Riza lo ha scostato confusa ora lui l’allontana, quando è vestita di nero e vuole che la guardi negli occhi per confonderlo ancora, distrarlo da un dolore che non sa nemmeno come esprimere.

Questo era importante. Questo, questo era importantissimo.

Cosa c’è ancora, cosa? Non lo ricordo. Non lo ricordo.

La figura di Winry è fievole e seppellita dalla seppur scarsa folla assieme alla nonna; Winry si nasconde tra le proprie spalle e si scherma il viso con le mani, come una bambina che gioca a nascondino, ma lui l’ha già trovata, l’ha già trovata; rossa, incredula e quasi ridente, ella lacrima per tante ragioni davanti alla pietra bianca che cela il caro amico d’infanzia, ma non si avvicina ad Edward o ad altri.

Come condoglianze al defunto.

E Riza è ferma, sbiadita nel contrasto col grigiore di dolori sentiti o meno di pochi parenti ed amici, perché lei, semplicemente, non può sentire nulla, solo somma mortificazione.

E sbaglio. Sbaglio sempre.

Edward è svuotato una volta di più, è tutto è grigio e bianco attorno a quei protagonisti che sono lui e Winry, vicini ma immateriali.

Lui abbraccia vecchi amici dimenticati, si ferma a lei che lo scruta e china ancora il capo, senza nemmeno sfiorarlo.

Così distinti.

Il giorno si allontana anch’esso, assieme alla notte, alla veglia di Ed.

Si allontana tutto, ogni cosa.

Rendendolo ancora colpevole.

La figura più ferma di tutte lo guarda, ed è simile a Winry, perché lui non la vede più.

Non sa se oserà guardarla ancora e sceglierla ancora rispetto ad una vita- ora la sua.

-

E’ tutto dannatamente arduo e tutto serra il suo stomaco in forte oppressione, la tensione forte ed ossessiva che ha fissato all’atmosfera con la sua ostinazione, rovinando ogni cosa, rovinando Ed con le sue stesse mani che hanno ora unghie spezzate e sciatte, mentre crolla al suolo stringendosi forte.

Non può farci nulla, ma non ha controllo pieno degli arti, che cedono fiacchi sul pavimento, capelli scarmigliati tra le sue pupille dilatate, apprensione ed è come se avesse corso a lungo sotto la pioggia, che l’ha affogata con il suo canto cadenzato e resa vicina alla disperazione - a questo modo ella è bagnata, stremata ed ogni muscolo e vena pulsa e freme sotto la sua pelle, sopra la sua pelle, e potrebbe esplodere ma non capisce, non capisce.

Si tocca faticosamente il viso ritrovandolo freddo, solcato da rughe che non ricordava di avere su una pelle ruvida che non è affatto quella morbida che aveva quando sorrideva stancamente ma gioiosamente con Ed, cenando con Ed, respirando sempre, sempre.

Cose così semplici hanno da lungi smesso di piacerle; e non mangia molto, non respira più del necessario e resta fuori casa anche se senza scopo sino a sentirsi mancar forza alle ginocchia, cadendo e strisciando senza dignità.

Non sa perché sia arrivata a questo, ma senza motivo qualcosa la distrugge e la terrorizza, spaventandola perché Ed è vacuo e simile ad un fantasma, ignorandola senza sforzo, e soprattutto sente il proprio ventre strano.

D’una stranezza che teme e le è invisa, e Ed la abbandona ogni istante di più vagando muto per la casa senza guardarla affatto, senza scopo di vita, e Riza non può credere di poter essere lei questo.

Né la creatura che teme di portare in grembo.

Una fitta le colpisce lo stomaco, e non vuole, non vuole crederci.

-



Note: No, non finisce qui. Per amor della suspence, manca un capitolo, anche breve e costituito in gran parte di dialogo. Due paginette e finisce UU;. Non so ancora se ci sarà quello stramaledetto epilogo su cui mi sto arrovellando da secoli, ma se a qualcuno interessasse particolarmente, potrei scriverlo senza problemi, ma si potrà parlare con cognizione di causa solo una volta letto anche l’ultimo capitolo, suppongo.
Non ti preoccupare assolutamente, poi, Setsuka ^^. Da parte mia, poi, non è che odi a morte le RoyEd, mi capita anche di leggerle, casualmente, anche se rare volte; ma tendenzialmente snaturano troppo, per i miei gusti, i personaggi principali, imbastardendo Roy in maniera assurda (almeno rispetto al manga, secondo l’anime può anche starci) e rendendo Ed un bambino con momenti da ragazzina, e “violentabile” da chicchessia, anche se è soprattutto prerogativa dei doujinshi yaoi in generale. Se poi sono scritte bene e tutto ed IC è un altro conto, sì.
Voglio poi precisare che non tutte le ff che scriverò con Ed e Winry li vedranno come coppia ^^, ad esempio quando posso devo postare Halo, in cui Winry compare solo in qualche visione di Ed, come morbosa ossessione, i protagonisti saranno Ed e Al. O in Personal Jesus, saranno solo bambini, quindi certamente non si può parlare davvero di una coppia, non in maniera ricambiata. Ma questa è pubblicità occulta XD;, scusami, è che il tuo parere mi fa sempre piacere, ma logicamente, i gusti son gusti, e non scriverò solo EdWin per tutta la vita, ho quantomeno in cantiere dei drabble Royai, che sono già diversi XD;.
Ah, e ti ringrazio anche per il commento a Cold dust, mi fa tanto piacere ^^, ed è proprio curioso che ti capitino cose così.
Le mie fan-fictions su Inuyasha non hanno avuto particolare seguito, (specialmente Vital touch, che è la mia adorata creatura, ma probabilmente troppo forte come argomento per essere particolarmente apprezzata ^^’), quindi un parere su quelle dopo tempo mi rende ancora più felice ^^.
Ecco, ed ora al prossimo, ultimo (a meno che non mi decida per l’epilogo) capitolo! è_é;

  
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