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Autore: DiasproInmay    02/09/2012    2 recensioni
Ero più ingenua rispetto alle ragazze della mia età quindi, quando lo incontrai, non sapevo in cosa mi ero imbattuta. Indossava un buffo mantello nero con le nuvolette rosse, aveva un anello che luccicava sotto i raggi della luna e, sul capo, un semplice cappello di paglia…
- S-sasuke?! – con voce bassa e balbettante l’uomo alzò la testa mostrando il suo volto sorpreso. No… non era lui l’uomo cattivo che cercavo... una persona cattiva non piangerebbe tanto da farsi rovinare le guance. L'incontro con quell'uomo cambiò per sempre la mia vita.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Nuovo Personaggio
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
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Ero quasi sulle alle sponde del fiume quando pensai ancora ad una volta a Donnola… che buffo nome, i genitori di quell’uomo devono essere stati crudeli per dargli quel nome.
Quando finalmente la luna fu rivelata dalla nuvole, riuscii a contemplare la desolata superficie del lago, non sembrava esserci nessuno… forse era troppo tardi… o semplicemente Donnola non mi aveva dato nessun appuntamento.
- Sei in ritardo – e come per risposta il mio cuore battè così forte che per un attimo dovette piegarmi. La sua voce, allora lui mi stava aspettando.
- Non ero sicura di aver compreso il messaggio – gli risposi senza voltarmi, riuscivo a sentire il calore delle mie guance.. avevo paura che se mi fossi girata lui potesse scrutare nel mio sguardo che si scioglieva per lui.
- Non hai portato la tua attrezzatura? – mi chiese, quale attrezzatura? Neanche il tempo di pensarci che un kunai volò ad un paio di centimetri di distanza dal mio volto, per andarsi a conficcare sul tronco di un albero di fronte a me.
- Prendilo… te lo regalo – come ha fatto? Non mi sono nemmeno accorta che lui lo avesse sfilato.
Mi avvicinai al kunai e lo estrassi dall’albero e per un attimo lo accarezzai, il kunai di donnola…
- Fammi vedere di cosa sei capace di fare – mi voltai e i suoi occhi mi scrutavano freddamente.
- Ieri hai affermato di voler vivere anche a costo di dover lottare, dimostrami di cosa sei capace – mi spiegò… sebbene le sue parole avevano un senso io non riuscivo a capire il perché! Perché dovevo combattere contro di lui? Perché dovevo dimostrargli e mie infime capacità? Non avrei mai desiderato colpirlo ma cercai di non mangiarmi le parole e, dopo essermi stretta il coprifronte, andai all’attacco, presi una veloce rincorsa e lo colpii.
- Lenta – mentre la figura di Donnola si sfaldava in uno stormo di corvi sentii la sua voce rimproverarmi alle mie spalle e la sua mano colpire la mia spalla. A quel puto saltai lontano e tentai una strategia differente, provai a fare delle finte per poi cambiare la traiettoria dei colpi ma… lui era troppo veloce… e stava semplicemente parando i miei colpi. E io che avevo paura di colpirlo, ti questo passo mi sarà impossibile.
- E’ tutto qui quello che ti hanno insegnato scuola? – mentre io ansimavo affannata lui si avvicinava lentamente a me con volto deluso.. Io.. Io.. lo so di non essere un gran che come ninja ma almeno ci dovevo provare.
- Ormai le scuole non sono davvero più quelle di una volta – non è vero, il maestro Harada ha cercato di insegnarmi tutto ciò che può… sono io che sono un’incapace.
- Adesso ti metti a frignare ragazzino? – in un batter ciglia mi ritrovai Donnola piegato su di me.
- Fammi vedere la tua tecnica più forte, forza colpiscimi! – con le mani strette tra i miei capelli lui continuava a darmi addosso con le parole ma io non riuscivo a reagire. Ero prigioniera della sua presa.
- Come pretendi di sopravvivere così? Forse è meglio che tu raggiunga al più presto tuo padre - dicendo questo i suoi occhi… i suoi occhi si macchiarono del colore del sangue e mi puntavano, sapevo che lui stava per attaccarmi… dovevo reagire, non si poteva permettere i parlarmi in quella maniera… lui non mi conosceva affatto, non posso credere che l’uomo gentile che mi aveva consolato quella notte e costui erano la stessa persona… che delusione, io mi sono fatta ingannare, me la pagherà! Con il volto basso per nascondere le lacrime che scendevano dal mio volto incominciai ad incrociare i sigilli. Fenrir, quante volte lo hai fatto a scuola, forza è così facile.
Pecora, cinghiale, bue, cane, serpente… Kawarimi no Jutsu.
Sebbene non fosse stato un mio tempo record, riuscii ad effettuare la sostituzione e mi ritrovai alle spalle di Donnola e osservavo la sua prossima mossa. Si voltò e incominciò ad effettuare dei sigilli ma… ma… era veloce anche nell’esecuzione dei sigilli, topo, cane, toro e, e… mi sono persa!
- Katon! Housenka no Jutsu – esclamò, e dalla sua bocca uscirono delle palle di fuoco, non avevo modo di difendermi da quell’attacco se non correndo, avevo già usato la Kawarimi no Jutsu, e mi dispiace ammetterlo ma nello stato in cui ero non riuscivo a fare molto. Schivai con facilità le prime palle anche se, pino a piano, sembravano diventare sempre più veloci finché non mi distrassi e l’ultima mi colpì il braccio.
- Ah! – perché sentivo così tanto dolore? Aprii gli occhi e osservai il mio braccio, sanguinava e tra la carne era incastrato uno shuriken. Io credevo di essere stata colpita da una palla di fuoco e invece…
- Bravo, per essere un novizio hai schivato quasi tutto il mio attacco – disse battendo le mani.
- Taci! – basta non potevo più sentirlo parlare, con la forza che mi rimaneva estrassi lo shuriken urlando.
- Forza, attaccami! - strepitò con una risata da spossato.
- Non posso – gli risposi cercando di frenare l’emorragia.
- Non puoi… e che razza di ninja sei? - quelle sue parole mi fecero sentire ancora più inutile di prima.
- Io non sono un ninja! - mi inginocchiai a terra e, incominciando a piangere, slacciai il mio coprifronte lanciandolo lontano da me.
- Io non sono un ninja - ripetei, come ho potuto pensare di poter emulare mio fratello io… io ero solo una sciocca incapace, non riuscivo nemmeno a tamponare una stupida ferita.
Mentre io strappavo un pezzo di maglia per avvolgermela al braccio, Donnola recuperava il mio coprifronte e si portò di fronte a me, piegato sulle ginocchia, con un caldo sorriso sulle labbra, nonostante quei spaventosi occhi.
- Non trattare così il ricordo di tuo fratello – dicendo questo me lo porse.
- La tua esecuzione dei sigilli, sebbene sia un po’ lenta, è precisa e pulita, ed è la cosa più importate quando si effettua una tecnica, la velocità arriva con la pratica. Hai molta tecnica, e da questo si capisce che hai studiato molto le ninjutsu, non demoralizzarti – quando allungai la mano per prendere il coprifronte lui avvicinò due dita della mano destra sulla mia fronte e mi colpì lievemente.
- Non arrenderti proprio adesso, solo perché ancora non ci riesci non vuol dire che non ne sei capace – mi disse per incoraggiarmi.
- No infatti, vuol dire semplicemente che non ho talento – gli risposi sospirando.
- Sai, invece io penso che tu abbia molti talenti, ma il problema è che sono ben nascosti – distolsi lo sguardo… se i nostri volti si sarebbero incrociati io sarei diventata rossa.. il mio cuore aveva ripreso a battere, nonostante tutto.
- Permettimi di insegnarti quello che so – i suoi occhi erano tornati neri e profondi, e il suo volto mi guardava benevolo… quello era il Donnola che avevo conosciuto. Improvvisamente il suo animo fu invaso dalla malinconia.
- Si, ti prego – avere un insegnante del suo calibro sarebbe stata un’occasione irripetibile, lui era fortissimo, probabilmente molto di più del maestro Harada.
- Sei pronta a tutto? – mi domandò contento.
- Si – gli risposi mettendomi sull’attenti.
Donnola subito si apprestò a raggiungere il bagnasciuga del lago e, dopo essersi spogliato della tunica rossa e nera, incominciò ad immergersi nell’acqua indossando ancora i pantaloni e la maglietta. Non capivo, prima mi ha detto che mi avrebbe fatto da maestro e adeso si faceva il bagno?
- Vieni in acqua anche tu – mi chiamò… in acqua ma ma io ero una ragazza non potevo farmi il bagno con lui… ah, è vero lui non sa che sono una femmina e non avevo ancora intenzione di rivelarglielo…
- Quando il maestro ti dice qualcosa, si obbedisce a prescindere, non lo sai? – il tempo di voltarmi e Donnola si trovava di nuovo di fronte a me… ma questa volta con gli indumenti bagnati che aderivano sul suo corpo… perché la mia mente si metteva a vedere certi dettagli!!!
Senza aspettare la mia risposta Donnola mi prese con la forza sulle sue spalle e mi portò nel lago… e adesso cosa voleva fare? Cosa avrebbe pensato se avesse scoperto che io ero una ragazza?
- Fermati, lasciami andare – cercavo di liberarmi ma le sue mani erano ben ferme su di me, anche se la cosa non mi dispiacesse, non volevo che mi scoprisse.
- Sto per insegnarti qualcosa che nessuno a scuola può fare – dicendo questo mi buttò nell’acqua gelida del lago. Tentai di riemergere ma la sua mano improvvisamente mi bloccò la testa… ma cosa… lui voleva affogarmi? Col fiato sospeso cercai di liberarmi, dovevo assolutamente riemergere io… io non sarei resistita molto sott’acqua. Il freddo dell’acqua rallentava i miei pensieri e i miei movimenti, mentre la forza di Donnola mi opprimeva sempre più… alla fine io morirò davvero…quello che ha detto si sta rivelando… un un’incapace come me non può che fare questa fine… ma sono contenta che almeno sia riuscita a conoscere il maestro Harada. Perché le mani che vorrei mi abbracciassero ancora come quella notte mi stanno facendo tutto questo male… perché? Una bolla uscì dalla mia bocca, avevo finito l’ossigeno e sentivo i polmoni collassare, il mio petto fa male, il mio petto fa molto male… ma quando finirà tutto questo?
   
 
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