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Autore: suzako    18/03/2007    11 recensioni
Quel giorno, nella Foresta della Morte, Sakura aveva lasciato qualcosa di molto più importante di qualche ciocca di capelli... [SasuSaku, Sakura-centric, one-shot, romance, fluff]
Genere: Generale, Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il cielo era opaco, quel giorno.
Nonostante si trattasse di un Aprile oramai inoltrato, soffiava una brezza fredda, e la foresta della morte, di fronte a lei, si stagliava oltre i cancelli più minacciosa che mai. Il gracchiare distante dei corvi, il frinire degli insetti mortali e il presentimento del pericolo imminente che sembrava irradiarsi da lì, avrebbero fatto perlomeno rabbrividire anche il chunnin più esperto.

Ma Sakura Haruno non era più la sciocca dodicenne che aveva affrontato l’esame di selezione, ancora genin, anni prima. Con un mezzo sorriso, guardò un ultima volta la fitta boscaglia, prima di addentrarvisi, con un paio di agili balzi.

Sì, oramai lei era una jounin esperta, niente più come allora. Peccato che non si fosse accorta di non essere sola, in quel momento…

Nonostante gli anni passati, quel posto era sempre lo stesso. Sakura ricordava perfettamente come l’atmosfera cupa, i rumori improvvisi, gli alberi contorti l’avessero terrorizzata, all’inizio.
Prima che avesse avuto il tempo di capire cosa c’era da temere realmente, in quella foresta. Sorprendente come adesso quel luogo non le facesse più alcun effetto. Con una vaga curiosità, si chiese come se la sarebbero cavata i genin di quell’anno.
Persa nelle sue riflessione, non badò a dove i suoi piedi la stessero portando, andando avanti a camminare diversi minuti. Fu solo dopo un po’, che si accorse di essere là.

La consapevolezza bloccò i suoi passi. Quell’odore inconfondibile, che ancora stagnava nell’aria, e lo stesso albero nel quale si erano rifugiati… Sì, era proprio quello il luogo.

<< Chi ti ha fatto questo, Sakura? >>

Quel chakra… Quegli occhi…

<< S-Sasuke-kun… >>

A chi appartenevano?

<< Chi è stato? >>

Non era Sasuke. Non era più lui.

Perché quel giorno…

<< Vedo che hai dei capelli molto ben curati… Forse avresti dovuto passare più tempo ad allenarti, piuttosto che preoccuparti del tuo aspetto! >>

…Lei era cambiata.

<< Nh? E’ inutile che tiri fuori quel kunai, non riuscirai a… >>

Quello che aveva lasciato su quella terra…

<< No, non hai capito. >>

…Era stato infinitamente più importante di qualche ciocca di capelli.

‘Quanti anni sono passati…?’, si domandò, chinandosi, e posando una mano sulla terra umida, lasciando che il palmo aderisse perfettamente al suolo umido di pioggia. Nel compiere quel gesto, si accorse che i suoi capelli, lunghi oramai fino alla vita, andavano a sfiorare i fili d’erba secca. Sorrise, prensando all’ironia del fatto.

<< Che abbia di nuovo bisogno di un ‘taglio netto’? >>, mormorò al vento, prendendo fra le dita una ciocca di capelli chiari.

<< Qualcosa di cui vorresti liberarti, Sakura? >>

La jounin alzò immediatamente gli occhi, sorpresa più che altro per non aver percepito quella presenza.

<< S-Sasuke-kun? Che ci fai qui? >>

<< Essendo stato selezionato per supervisionare questo esame dei chunnin, direi che è normale che vada in avanscoperta. >>, rispose lui con aria d’ovvietà.

<< Ah, sì, hai ragione. >>, replicò Sakura, cercando di dissimulare il suo imbarazzo con una risatina.

Nonostante tutti quegli anni, trovarsi da sola con lei le faceva lo stesso strano effetto. E lo detestava, perché la faceva sentire debole.

<< Tu piuttosto, che stai facendo? >>

I suoi occhi sembravano più inquisitori e penetranti del solito, e Sakura si ritrovò, come tante altre volte, a non riuscire a sostenere quello sguardo.

Tutto esattamente come quando aveva dodici anni, e la sua più grande aspirazione era farsi crescere i capelli più lunghi di quelli di Ino.

<< Ricordavo. >>, rispose semplicemente.

Lui non disse nulla, limitandosi a guardarla con vago interesse, le sopracciglia appena corrugate.

<< Era proprio questo il posto, non è vero…? >>

Orochimaru. I ninja del suono. Il sigillo.

Sembrava essere successo anni luce prima in un tempo infinitamente distante.

Sasuke alzò lo sguardo verso il fitto intrico di rami che copriva il cielo e impediva alla luce di passare, per poi tornare a posare gli occhi su quello spiazzo erboso.

Concentrandosi, riusciva quasi a sentire l’odore del sangue ancora aleggiare nell’aria.
O forse, era solo una sua impressione, un ricordo.

Istintivamente, una mano andò a toccare la spalla, dove stava la vecchia cicatrice del sigillo. Chiuse gli occhi, prendendo un profondo respiro.

<< Sì. Era qui. >>

Era lì che tutto aveva incominciato a finire.

Un sorriso amaro comparve sulle labbra di Sakura.

<< Ironico. E pensare che mi ero sentita così forte… >>

Sasuke si limitò a guardarla con aria interrogativa.

<< Il solo fatto di avervi protetto, anche se solo una volta – continuò lei – mi aveva fatto sentire… Diversa da solito. Forte. Perché per una volta soltanto, non eravate voi a proteggermi… >>

<< Sakura… >>, mormorò il ragazzo senza capire perché quelle parole gli facessero tale effetto.

<< Ma alla fine, non è cambiato niente – continuò lei – perché c’è sempre qualcuno a proteggermi. Per quanto possa diventare forte e allenarmi, non sono mai all’altezza della situazione. >>

<< Questo perché hai sempre voluto affrontare cose più grandi di te. >>, disse lui con la solita voce atona.

Perché ne hai sempre avuto il coraggio, nonostante tutto.

Sakura non lo guardò, rimanendo con lo sguardo concentrato sul terreno.

<< Sì, è vero. >>, mormorò con un sorriso triste.

Improvvisamente, Sasuke sentì un senso di disagio investirlo, rendere ogni suo respiro troppo rumoroso, ogni movimenti, anche il più piccolo, fuori luogo.

Un Uchiha non si sentiva mai fuori luogo.

<< Forse avrei dovuto cercare di essere più simile a te. Pensare ai miei sogni, alle mie ambizioni, senza lasciarmi coinvolgere da ciò che mi stava intorno. >>

Lei parlava piano, quasi più a sé stessa che a lui, e intanto strappava fili d’erba, accovacciata a terra, le palpebre abbassate e le iridi vacue.

<< E riesci a dire una cosa del genere…? >>, rispose lui, la voce più fredda del ghiaccio.

Sakura si rese contò solo in quel momento del significato delle sue parole, e spalancò gli occhi, improvvisamente più lucida.

<< S-Sasuke-kun, Io… Scusami. >>, mormorò confusa, guardandolo finalmente in volto.

Sasuke sospirò, scrollando le spalle, la freddezza dei suoi occhi dissolta, sostituita dal solito sguardo sfuggente e indifferente.

E fece la cosa per lei più inaspettata del mondo.

Con un paio di passi, le fu di fianco, e si abbassò, giusto di fianco a lei. Sakura lo fissava, troppo sconvolta per moderare le proprie reazioni. Per quanto poco chiara le situazione apparisse – che cosa stesse facendo Sasuke, e soprattutto perché lo stesse facendo – di una cosa era certa:
Non voleva che se ne andasse.

Quindi, trattenendosi come meglio poteva, non disse nulla, limitandosi a fissare un interessantissima formica che si faceva spazio fra l’erba.

Notando il suo atteggiamento rigido e teso, Sasuke la guardò, perplesso.

<< Che hai? >>

<< N-Niente! Assolutamente niente! >>

Il ragazzo non rispose nulla, e lei continuò a tormentare il suolo, con aria visibilmente innervosita. Il silenzio era pesante, carico d’attesa, parola non dette, pensieri, riflessioni che sembravano scontrarsi a mezz’aria, pronte a esplodere in qualsiasi momento.

Un ninja non deve mai mostrare le proprie emozioni. Sasuke non l’aveva mai fatto, ammesso che ne avesse avute, e Sakura, dopo molto tempo, ci era riuscita.

<< Sakura. >>

Fu lui, il primo a rompere il silenzio.

<< Sasuke. >>

La sua voce era poco più udibile di un sussurro.

<< Vedi… Ecco, noi… Non è… >>

Sasuke Uchiha imbarazzato?

Sakura alzò un sopracciglio, perplessa. Il suo volto era pallido e composto come sempre, eppure la sua voce sembrava incerta, come non sapesse cosa dire, se volerlo dire sul serio.

<< Sasuke, se non vuoi farlo, non sei obbligato a… Confortarmi. >>

Questa volta, fu il suo turno di inarcare il sopracciglio.

Aveva qualcosa da dire, e l’avrebbe detta, a dispetto di quello che Sakura Haruno poteva crederlo incapace di fare.

<< Quello che volevo dire, è semplicemente che… - si fermò per un istante, e sulle sue labbra apparve l’ombra di un sorriso ironico. Fu solo un attimo, privo che il suo volto si rifece serio – Se tutti noi ti abbiamo protetto, non è stato certo per farti sentire inadeguata e debole. Mai. >>

Il vero motivo…

Sakura fece del suo meglio per non arrossire, fallendo miseramente. Strinse i forte i pugni, sentendo la gola improvvisamente secca, la mente vuota, gli occhi che bruciavano…

Oh no. Non poteva assolutamente.

Mettersi a piangere sarebbe stata davvero un idea geniale. Se mai, in quell’ultimo periodo, dovesse aver guadagnato un po’ di rispetto da parte di Sasuke, sarebbe bastato quello a fargli perdere tutto.

Anche perché, per una volta, motivo di piangere non l’aveva.

Anzi, erano bastate quelle poche parole, a renderla… felice?

Sì, dopotutto non era cambiato niente, da tanti anni prima. Era sempre la solita stupida.

…Ma era la stessa stupida che aveva sconfitto Sasori della sabbia rossa, e distrutto la leggendaria Samehada di Kisame.

Quindi, alzò gli occhi verso di lui, senza nemmeno tentare di reprimere il sorriso che si faceva spazio sul suo volto. E anche se gli occhi le brillavano un po’, non importava, o perlomeno, sperava non importasse.

In quel momento, per caso la sua mano sfiorò quella fredda di Sasuke. Il contatto la congelò per un secondo, e sicuramente, in un'altra situazione, l’avrebbe ritratta, o lui stesso si sarebbe mostrato infastidito. Ma quella volta, Sakura voleva credere.
E la strinse.

Lui non disse nulla. Il suo volto non tradì la benché minima emozione. Non si scostò, e dopo un poco, le sembrò – ma forse fu solo la sua immaginazione – che stesse ricambiando quella stretta.

Era un contatto minimo, privo di grandi aspettative o promesse di alcun tipo. Ma appunto per quello, così importante.

In quel momento, Sakura sapeva che c’era una sola cosa che potesse dire.

<< Sasuke-kun… Grazie. >>


* * *

Le nuvole si erano distese nel cielo di un pallido azzurro, sostituendo la grigia mattinata con un pomeriggio appena soleggiato, mosso da una brezza ancora troppo fredda per essere Aprile.

<< Ehi, Ino-pig… >>, Sakura annunciò la proprio entrata nel Yamanaka Flower shop al solito modo.

<< Fronte spaziosa? Che ci fai qui? >>, borbottò la bionda kunoichi, alzando gli occhi verso la ragazza.

<< Lo so che il cartello dice ‘chiuso’, ma visto che ci sei comunque, dovresti avere tempo… - alzò lo sguardo solo in quel momento, interrompendosi di botto - …Shikamaru! Non sapevo fossi qui! >>

Sakura sorrise con aria complice, ridendo del leggero rossore di Ino e del volto scocciato del Jounin.

<< Non importa, a questo punto sarà meglio che vada. Ci vediamo, Ino. Sakura. >>, borbottò, andandosene senza aggiungere altro.

Ino sospirò appena, prima di rispondere.

<< Sì, alla prossima, Shika… >>

Shikamaru non aveva ancora chiuso la porta, che Sakura si rivolse a Ino, esageratamente entusiasta.

<< Ino-chan, perdonami! Non potevo certo sapere! >>, disse in tono drammatico.

<< Oh, ma stai zitta. Mi stava solo dando una mano con la catalogazione. >>, borbottò lei, guardando da un’altra parte.

<< …Sdraiati uno sopra l’altro sul bancone. Logico. >>

<< Sakura, se non la pianti…! >>

Molto male. Ino la chiamava per nome solo quando la situazione si faceva pericolosa.

<< E va bene, lasciamo stare. >>

<< Ottimo. Allora, cosa sei venuta a fare qui? >>

Lei sorrise.

<< Ho solo bisogno di un taglio. >>, mormorò con aria assorta, una ciocca di capelli fra le dita.

<< Quindi devo supporre che ci sia stato un altro ‘grande cambiamento’! >>

<< Già.. >>

<< In meglio? >>, chiese Ino, prendendo forbici e pettine da un cassetto.

Il sorriso di Sakura si fece solo più brillante.

<< Sì. Decisamente in meglio… >>

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Questa è una SasuSaku. E' romantica, senza sangue, angst, situazioni psicologicamente complicate e scene strappalacrime.
Consideratelo una specie di break, e non sperate che duri a lungo.

Ovviamente, commissione: per Kaeru-chan, spero ti sia piaciuta. ^__^

Ja Ne,

suzako

  
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