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Autore: Francy_92    02/09/2012    4 recensioni
Dopo aver finito l'Originale "Another old story", mi sono chiesta cosa sarebbe successo se....
Entrate, per scoprire di che si tratta ;)
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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 Salve ragazzi...
Non so in quanti seguite questa what-if, spero in molti, almeno tanti quanti hanno seguito Another old story, però beh... eccovi il secondo capitolo.  ;) Spero vi piaccia.
Inizialmente vi avevo detto che ci sarebbero stati soltanto due capitoli, ma ripensandoci credo che ne farò tre! Spero vi faccia piacere :)
Che dirvi... Buona lettura :)
Un'ultima cosa: vi lascio il link del mio gruppo su facebook. Se vi va potete farne parte ;) QUI


Non sarai più mio

 
«Sean, non occorre che tu dica nulla» mormoro estraendo il cartoncino beige dalla busta.
«No? Hai capito cosa voglio dirti?» chiede sorpreso e forse anche molto sollevato.
«Una partecipazione alle nozze di Jake e Melanie dice tutto no?»
Silenzio.
Sean non dice nulla… io preferirei mettermi a gridare!
«Beh, sono felice per loro» mormoro alla fine con la voce roca per le lacrime non versate.
«Natalie non mentire, perché non sei brava a farlo»
«Sean, possiamo sentirci un’altra volta?» chiedo di scatto, chiudendo subito la comunicazione.
Scoppio a piangere, nascondendomi tra i cuscini.
Non posso crederci.
Jake si sposa… SI SPOSA!!!
Quelle parole nella mia mente mi fanno piangere ancora di più. Non è giusto… non è giusto!!
Lo squillo del telefono interrompe il mio pianto. Lo cerco e vedo il suo numero.
E adesso che vuole? Assicurarsi che il suo strumento personale di tortura stia svolgendo il suo compito?!
Beh, caro Jake, sarai contento di sapere che lo sta svolgendo alla perfezione.
Non voglio parlare con lui!  
Lascio squillare il telefono a vuoto, fin quando non smette.
Jake durante la serata ha chiamato più volte e io non ho mai risposto. Ha lasciato un messaggio nella segreteria.
«Ehi… ciao. Uhm… mi, mi chiedevo se hai controllato la posta oggi. Ti ho chiamato più volte e non hai risposto. Non so se sei impegnata o mi stai evitando; ma se così fosse so quale sia il motivo. Proprio per questo ti chiedo di aprire quella busta e guardare che c’è dentro. Ho bisogno che tu lo faccia Natalie. Spero di vederti presto. Ciao»
Scoppio a piangere di nuovo sentendo la sua voce.
Dopo aver in parte esaurito le lacrime, ritorno in cucina e mi avvicino alla busta lasciata sul tavolo.
Scaccio qualche lacrima e la prendo in mano. Mi piange il cuore sapere che in quella busta c’è l’invito al matrimonio dell’uomo che amo e la donna che lui ama non sono io e non sposerà me!!!
Piango silenziosamente e, oltre al cartoncino beige, con tanto di cuori e fiori, vedo un foglietto ripiegato in più parti.
Lo prendo, lo dispiego e resto sorpresa.
Jake mi ha scritto una lettera. Oddio!!
“Ho provato a scrivere queste righe iniziali un migliaio di volte, per trovare il modo giusto con cui iniziare questa lettera, ma non c’è, quindi, scrivo questo.
Cara Natalie,
Probabilmente piangerai dopo aver visto che cosa contiene la busta, ma non farlo. Non piangere perché non è giusto nei tuoi confronti. Non piangere perché vorrei non provare l’istinto di venire da te e stringerti tra le mie braccia.
Ti chiederai perché… perché tutto questo. La risposta è che non volevo innamorarmi di un’altra, perché nonostante fossi arrabbiato con te, sarei stato disposto a riprovarci, perché ti amavo. Ma tu non mi hai mai dato nessun segnale, nessuna intenzione di voler ritornare o di voler stare con me. Eri fredda quando ci siamo incontrati alla tua laurea, ho saputo che non parlavi mai di me, nemmeno per caso e questo mi ha fatto pensare che non eri mai stata innamorata di me; purtroppo l’ho capito troppo tardi e adesso non posso tornare indietro. So che mi ami, per questo non volevo che ti venisse inviato l’invito, ma non perché non ti voglio, ma perché non voglio farti soffrire e vederti stare male. Sarebbe troppo per me! Ti vorrei al mio fianco durante quel giorno importante, ma so che non sarebbe giusto nei tuoi confronti, quindi, capirò se non ci sarai. Un po’ forse me lo aspetto, ma tu non fai mai quello che gli altri si aspettano che tu faccia.
Avrei voluto scrivere tanto in questa lettera, ma adesso non mi viene in mente nulla da dirti.
Sarò per sempre tuo,  Natalie… nonostante quello che abbiamo passato!
Adesso ti lascio, sperando di vederti presto.
Con la speranza che questa lettera non sia un addio,
Jake”
Mi porto il foglio al petto e scoppio a piangere di nuovo. Singhiozzi violenti mi scuotono dalla testa ai piedi e io posso sentire il mio cuore spezzarsi in mille minuscoli pezzettini.
Come può chiedermi di non piangere?
Come può pretendere che io partecipi al suo matrimonio?
Come può dire che lui sarà per sempre mio?!
Sta sposando un’altra, MALEDIZIONE!!!
Non ce la faccio. Non posso sopportare anche questo!!
 
Sono cinque giorni che me ne sto rinchiusa in camera mia. Il telefono ha squillato una marea di volte. Messaggi da parte di Sean, mia madre, Kimberly, Alec e… Jake.
Ogni volta che sentivo la sua voce era una pugnalata al cuore; uno stiletto conficcato nella carne che affonda sempre di più ogni volta che pronunciava il mio nome; uno schiaffo dalla mia coscienza per essere stata così stupida otto mesi fa.
Stupida! Stupida! Stupida” continua a ripetermi, ma adesso posso solo incassare i colpi, tutti, e andare avanti, perché devo andare avanti, altrimenti per me è finita.
Alec più volte mi ha minacciato di presentarsi a New York se continuavo a non rispondere al telefono, ma non me ne è importato nulla, se devo essere sincera. Ho chiuso a chiave dall’interno e chiesto al portinaio di darmi anche l’altra chiave, così che nessuno entrasse in casa mia.
Anche mia madre ha chiamato, ma la sua notizia avrei preferito non saperla!!
L’evento dell’anno, al quale io sarò molto “contenta” di partecipare, si terrà a metà ottobre, quindi mi sarei dovuta cercare un accompagnatore e un vestito ma, detto sempre molto sinceramente, non mi interessa né dell’accompagnatore, né del vestito. Dopo questi cinque giorni ho deciso che non andrò al matrimonio.
Non possono costringermi!
Me ne sto sdraiata sul mio letto praticamente da cinque giorni. Non mangio, non bevo, non vado nemmeno in bagno. Il materasso sta prendendo la forma del mio corpo. Fisso il soffitto e vedo Jake.
Anche fissare un semplice soffitto panna può essere snervante.
Non so per quanto tempo me ne sono stata lì a fissare quel muro, ma sta di fatto che soltanto il rumore forte di qualcosa che sbatte contro porta di casa mia, mi fa alzare dal letto.
Mi avvicino alla porta, trascinandomi come una specie di fantasma e guardo dallo spioncino.
«Merda!» dico a bassa voce.
«Natalie! Apri. So che sei in casa. Apri per favore»
Jake…  Jake è qui. Qui c’è Jake. Che ci fa a New York?
Perché è qui?
«NATALIE!!» urla.
«Vai via» rispondo, sorprendendomi di avere ancora attive le corde vocali.
«Natalie, per favore, fammi entrare. Voglio parlarti»
«Hai chiarito tutto in quella lettera. Vattene»
«No, quella lettera non dice nulla di quello che voglio dirti io. Ti prego, fammi entrare»
«No Jake»
«Perché?» chiede lui.
Perché?! Ma allora sei stupido, Jake!! Continueresti a muovere il coltello nella mia ferita e io non so fin quando posso sopportare questo dolore. Fa troppo male così, senza che tu entri da quella porta. Cosa succederà dopo?! Come reagirò io dopo tutto questo?
No, no… non posso lasciarti entrare.
«Natalie» dice ancora e il suo nome sulle sue labbra è grido acuto che mi perfora i timpani.
Basta! Basta!! Non voglio più ascoltarlo. Vai via Jake!!!
Mi piego sulle ginocchia e rimango in questa posizione, accucciata e a piangere ma, nonostante le chiavi, Jake riesce ad entrare in casa, trovandomi distrutta dal dolore, cadaverica e accucciata di fronte la porta d’ingresso.
Lo guardo sorpresa per un istante, ma quando mi rendo conto che lui è veramente lì, davanti a me, riprendo a singhiozzare come un bambino che si è fatto male. Beh, in effetti anche io mi sono fatta male. Al cuore, accidenti!!
«Natalie!» esclama terrorizzato, venendo verso di me, mentre io mi alzo e mi allontano da lui. Non voglio che si avvicini.
«Come sei entrato?! Vai via, Jake. Non voglio vederti. Non è giusto che tu sia qui»
«Perché no?! Sono tutti preoccupati»
«E hanno pensato bene di mandare te? Bella mossa. Mi congratulerò con Sean e company»
«Noto che quando sei ferita il tuo sarcasmo peggiora»
«E ti sei chiesto perché?» urlo tappandomi subito la bocca.
Lui mi guarda per qualche secondo poi spalanca le braccia e mi guarda disperato «Adesso vorresti dire che è colpa mia?»
«No! So che la colpa è mia Jake, ma devi smettere di chiamare, di a tutti di farlo e soprattutto ti chiedo di sparire da questa casa»
«Non me ne vado se prima non avremo chiarito tutto»
«Che cosa?! No, Jake. Tu te ne vai adesso, all’istante»
«Natalie, ho bisogno di chiarire delle cose con te»
«Che cosa?! Vuoi sentirti dire cosa? Dimmelo, così finiamo prima questa tortura»
«Mi ami?»
Quella domanda, di nuovo, mi spiazza e per un momento vengo catapultata a quel giorno…a Central Park.
Vorrei fosse davvero così, ma non lo è, quindi devo fare quello che è giusto.
«No» rispondo, cercando di apparire convincente, ma mi ricordo che mi ha appena visto disperata.
Lui alza un sopracciglio e mi guarda. «Jake… vai via»
«No, prima devi dirmi che mi ami»
«Ma non ti amo!!»
«E allora mi spieghi perché stai reagendo così al mio matrimonio?!» urla spalancando ancora le braccia.
Quelle parole sono un’altra pugnalata al miocuore e mi sento morire… ancora!
Non rispondo… in compenso i miei occhi si sono trasformati in due cascate del Niagara.
«Natalie, non piangere. Non sopporto vederti piangere. Ti prego, dimmi perché stai reagendo così»
Cerco di calmarmi. Credo che, arrivati a questo punto,  convenga a me dire la verità e a lui… beh a lui non so fino a quanto possa convenire.
«Perché…» scuoto la testa e lo guardo, ma è impossibile guardarlo negli occhi per più di qualche secondo. Torno a guardare il bancone della cucina. «Perché…sarei dovuta esserci io lì» dico tutto d’un fiato.
«Lì dove?» chiede lui.
Ma sei proprio scemo allora!!
Lo fulmino con lo sguardo e lo guardo in cagnesco «Al tuo fianco, idiota!!» esclamo.
Lui sorride e abbassa la testa scuotendola. È divertito?!
«Non credi sia un po’ tardi per dirmelo?»
Adesso mi guarda di nuovo, ma stavolta non c’è nessuna traccia di divertimento nei suoi occhi.
I suoi occhi…
Li fisso e mi ci perdo.
Davvero non li guarderò mai più?!
Davvero saranno di un’altra?
Davvero succederà tutto questo?
Un’altra lacrima scende lungo la mia guancia e noto che il suo sguardo si addolcisce.
Quando capisco quello che sta succedendo, smetto di fissarlo e mi asciugo velocemente le lacrime. «Si, è tardi» rispondo infine.
«Natalie, se tu fossi venuta per le vacanze forse le cose sarebbero andate diversamente»
«Nemmeno tu ti sei presentato alla mia porta quando lo hai saputo»
«Questo è vero, ma mi ero stancato di venirti dietro. Non credevo che tu mi amassi. Ricordi il nostro ultimo incontro qui a New York?!»
Oh Jake, lo ricordo bene. Più di quanto vorrei!
«Si» mormoro ancora.  Ha ragione lui. Io non gli ho mai dato modo di pensare che i miei sentimenti in qualche modo si avvicinassero molto all’amore… ma non capisco ancora tutta questa fretta di sposarsi.
«Perché Jake?» chiedo improvvisamente.
«Perché cosa?»
«Perché il matrimonio?»
«Perché sono innamorato di lei»
«Oh… giusto»
Dio, quanto fa male sentirselo dire. Devo fare appello a tutta la forza e la volontà che ho per non piangere. Un po’ ci riesco, a parte che mi si umidiscono gli occhi, ma almeno non piango. Sono sicura, però, che appena Jake sarà andato via, tutti gli argini crolleranno come un niente e io morirò per lui, ne sono sicura.
«Capirò se non verrai al matrimonio»
«Sul serio?» chiedo.
«Si. Non sei proprio in grado di reggere»
Ah, grazie. Beh vorrei vedere te Mr Mi Sposo Con La Prima Che Capita, Però Sono Innamorato Di Lei. Ma vai a quel paese.
«Vorrei che tu te ne andassi Jake»
«Che ho detto?»
«Nulla. Adesso ho bisogno di non reggere per qualche minuto»
«Natalie, non volevo criticarti»
«Lo so, adesso vattene»
Mi guarda per qualche secondo, poi si  volta, lasciando le chiavi sul tavolo, e si avvia alla porta.
«Un’ultima cosa Jake» dico, presa da un improvviso coraggio.
Lui si volta di nuovo e mi guarda.
«Non sarai più mio. Mai più»
«E perché mai?»
«Non è ovvio?!» chiedo ridendo amaramente.
Lui alza le spalle.
«Non mi ami più»
In quel momento i miei argini crollano, le barriere si riducono in mille frantumi e le cascate riprendono a scorrere e a cadere!
Jake fa per avvicinarsi, ma io alzo una mano e lui si ferma. «Esci» dico, ma niente.
Alzo lo sguardo di scatto, furiosa «Jake! Esci immediatamente da casa mia! Vuoi farmi ancora del male?! Avevi detto che non sopporti vedermi così, allora vattene! Vai via»
Lui esce dall’appartamento e io mi affretto a chiudere velocemente la porta. Chiudo a chiave e scivolo per terra, scoppiando definitivamente a piangere.
«Natalie…» lo sento mormorare dall’altro lato della porta.
Mi porto le ginocchia al petto e mi lascio andare ad un pianto disperato lì, per terra, davanti la porta d’ingresso, da dove ho appena cacciato l’unico amore della mia vita. L’unico uomo che amerò davvero.
 
«Sei pronta Natalie?!» mi urla mia madre dal piano di sotto.
«No» mormoro mentre me ne sto seduta sul mio letto, con le scarpe in mano.
«Tesoro, ma che ci fai ancora così! Mettiti le scarpe»
«E perché?»
«Perché tra poco dobbiamo essere in spiaggia. Dai che tuo padre ci aspetta giù»
«Posso non venire?» chiedo.
«Tesoro, tu lo sai che puoi sempre dire di no, ma non sarebbe peggio?! La gente parlerà»
«Che parli pure. Non mi importa quello che pensano»
Con uno sguardo che mi voleva dire “Và a raccontare questa balla a qualcun altro e non a tua madre”, la mia dolce mammina, esce dalla mia camera lasciandomi da sola con i miei pensieri e maledetti ricordi. Soprattutto di quel giorno…
Ricordo ancora le sensazioni che ho provato quando l’ho buttato fuori da casa mia e come mi sono sentita nei giorni successivi.
Mi ero ripromessa, sul quel pavimento, che non avrei fatto parte al matrimonio di Jake, alla mia morte! Eppure, eccomi qui, con un vestito elegante, i capelli tirati e gli occhi già gonfi prima di andare.
«Natalie, posso entrare?»
Riconosco la voce di Kimberly.
Mi schiarisco la voce e le do il permesso.
«Perché ti sei tirata i capelli?» mi chiede mentre mi alzo per mettere le scarpe.
«Mi andava»
«Tesoro, capisco che non sei entusiasta di questo avvenimento, però uno sforzo lo puoi fare?!»
«Non credo proprio. Comunque scioglierò i capelli» rispondo antipatica dirigendomi verso il bagno.
Quando i miei capelli ricadono sulle spalle mi guardo bene allo specchio e sorrido. Ci provo, tanto per vedere come risulterò per tutta la serata. Già immagino alcuni degli invitati, alcuni parenti di Jake forse, che si chiederanno se io stia soffrendo oppure no, quindi, mia cara Natalie, stampati su questo bel visino un bellissimo sorriso ed esci da questa stanza.
Lo faccio. Credo di essere anche abbastanza convincente.
Spero che questa giornata finisca presto. 
 
Il viaggio da casa mia alla spiaggia non dura molto, quindi mi ritrovo presto catapultata dentro un gazebo addobbato per l’occasione. Dalla parte opposta una passerella che porta alla spiaggia, sulla quale sono state posizionate delle sedie e al centro un arco con dei fiori e candele lungo tutta la passerella.
Già sento il groppo in gola e so già a priori che ce lo avrò per tutta la durata del matrimonio. Sicuramente scapperò dal ricevimento. È già tanto se non scappo adesso.
«Ciao Natalie» mi sento chiamare.
Mi volto e riconosco Melanie. E adesso che vuole?
«Ehi, ciao. Congratulazioni per il matrimonio» dico.
«Grazie» risponde lei gettando il velo indietro. «Senti, volevo dirti che mi dispiace»
Alzo un sopracciglio. Che ha detto?
«Come scusa?»
«So che dovevi esserci tu qui, al mio posto»
«No no… senti. Non essere dispiaciuta per questo ok? Non devi nemmeno dirlo, né pensarlo. Oggi ti sposi e dovresti essere felice, non pensare a me. Io sto bene»
Prima bugia.
«Lui ama te»
«No Melanie. Ama te, altrimenti perché ti avrebbe chiesto di sposarlo? E poi è tutto finito. Non devi preoccuparti. Se ti preoccupa che io possa rovinarvi il vostro giorno, non farlo. Me ne starò seduta buona buona in fondo. E adesso vai da Jake e rendilo felice» dico trattenendo le lacrime. Quanto fa male mentire?
«Adesso vado a sedermi» dico velocemente e prima che lei possa parlare esco dal gazebo e mi nascondo dietro un grande albero. Lì scoppio a piangere e non mi importa del trucco che cola, della gente che noterà le lacrime sulle mie guance. Voglio piangere perché l’uomo che amo oggi sta sposando un’altra.
«Natalie?» qualcuno mi chiama,  mentre piango piegata sulle ginocchia e la testa appoggiata sulle braccia.
Mi alzo di scatto asciugando le lacrime e cercando di darmi un contegno.
Quando mi volto vedo Alec.
«Ehi…» lo saluto con voce roca.
«Ehi» risponde lui guardandomi dolcemente.
«Sta iniziando? Arrivo subito» dico mentre estraggo dalla borsetta lo specchietto.
«No, Melanie finge un po’ di ritardo»
«Ah… o-ok» balbetto. Certo,  prolunghiamo ancora questa tortura.
«Vieni qui. Fatti abbracciare» dice avvicinandosi e abbracciandomi forte. E lì mi lascio andare. Mi lascio andare sul serio.
Alec mi fa entrare nella sua auto e lì mi accarezza fin quando non mi calmo. Accidenti ho il petto che mi fa male per tutti i singhiozzi e chissà quanti altri ce ne saranno…
«Stai meglio?» chiede.
Scuoto la testa. «No che non sto meglio. Vorrei solo andare via»
«Lo so. Durerà poco vedrai»
«Già. L’uomo che amo sta sposando un’altra e io tra poco lo vedrò giurarle amore eterno. Non posso Alec… fa troppo male. Non ce la faccio» mormoro piangendo ancora.
«Vuoi che ti riaccompagni a casa?»
Ci penso su qualche minuto. Si o no?
Non voglio passare un altro minuto qui, ma non posso andarmene adesso. Non così.
«No, rimango» dico sciogliendo l’abbraccio.
«Sicura?» mi chiede Alec.
«Si, dammi un minuto»
Mio fratello mi guarda per qualche secondo, poi annuisce ed esce dall’auto.
Adesso che sono da sola posso riordinare le idee.
Sono al matrimonio di Jake e io me ne sto qui dentro a piangermi addosso. Direi che ho pianto abbastanza in questo periodo.
Mi guardo allo specchio e rimuovo il trucco che mi è colato lungo le guance. Cerco di nascondere gli occhi rossi con gli occhiali e scendo dall’auto.
Mi dirigo verso le sedie, ma qualcuno mi tira per un braccio, portandomi dietro un albero.
«Ma che stai facendo?» chiedo togliendomi gli occhiali e alzando gli occhi per capire chi è. Ma non ho bisogno di guardarlo per saperlo.
«Sei vestita di nero» mi fa notare.
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Si, sono a lutto «Va di moda in quest’ultimo periodo» rispondo cercando di non incrociare il suo sguardo.
«Guardarmi» dice e le sue dita scivolano sotto il mio mento. Le scosto istintivamente con le mani e mi allontano.
«Che stai facendo Jake?! Non dovresti essere qui»
«Mi sto assicurando che tu stia bene» dice guardandomi dolcemente.
Oh no Jake… non guardarmi così.
«Sto benissimo» rispondo.
«Perché quegli occhi rossi?» chiede accarezzandomi delicatamente. Chiudo gli occhi e godo di quel tocco sulla mia pelle. Un’altra lacrima, traditrice, scende giù per la mia guancia «Fermami Natalie… Dimmi che mi ami. Fermami» sussurra accarezzandomi ancora.
«Vai a sposarti Jake» dico in fretta, rimettendomi gli occhiali e allontanandomi il più possibile da lui.
Quando arrivo da mia madre, mi siedo e non dico nulla. Mi dice qualcosa, ma non rispondo. Sto piangendo, come una cretina, sotto gli occhiali.
Passa qualche minuto e vedo Jake posizionarsi sotto l’arco. Oddio sta per sposarsi. Vicino a lui vedo mio fratello che ogni tanto guarda da questa parte.
Abbasso lo sguardo cominciando a fissare le mie mani che si torturano a vicenda.
Le note della marcia nuziale mi fanno alzare lo sguardo verso di lui… lui che è stato il primo; lui che è stato il primo ad avermi amata; lui, il primo che io abbia mai amato.
Proprio lui che adesso sta guardando un’altra, la sua sposa, avanzare verso di lui… lui che le giurerà amore eterno.
Fulminatemi, vi prego!
Non riesco nemmeno a guardare. Tengo lo sguardo basso e guardo le mie dita.
Non posso guardare Jake emozionato per il suo matrimonio ed innamorato di una donna che non sono io.
Se penso che tutto questo è colpa mia…
«…Se qualcuno è a conoscenza di uno o più motivi per cui quest’unione non debba avvenire, parli ora o taccia per sempre» le famose parole che mi darebbero il via libera. Alzo lo sguardo e trovo quello di mio fratello. Mi sta facendo un cenno con la testa ma non ne sono sicura.
«Vuole che tu parli» mi spiega sottovoce Adrien.
Mi volto di scatto «Cosa? No! Se lui la ama chi sono io per rovinare la sua vita?»
«Sei quella che ama più della donna che sta sposando»
Non rispondo, ma guardo ancora verso gli… sposi.
Melanie sta guardando me o sbaglio?
Le sorrido e tolgo gli occhiali. Le sorrido di nuovo cercando di contagiare anche gli occhi.
«Bene signori…» riprende il prete. E da lì è tutto un susseguirsi di parole, azioni e sensazioni che preferirei dimenticare adesso e per sempre.
Ma ecco che sta per arrivare la botta finale.
«Vuoi tu Jake, prendere come moglie Melanie, giurando di amarla e rispettarla, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, finché morte non vi separi?»
No Jake… dì di do! NO!!
«Si»
Un singhiozzo esce dalla mia gola e mi affretto a tapparmi la bocca per non destare nell’occhio. Mio fratello e i miei genitori, che hanno capito tutto, mi stringono la mano. Sorrido e, mentre gli sposi si scambiano le loro promesse e gli anelli, io mi allontano.
«Dove vai?» chiede mia madre.
«Ho visto abbastanza. Vado a casa»
«Natalie…»
«Lasciala andare» la interrompe Adrien.
«Va bene»
Velocemente mi tolgo le scarpe e corro su per tutta la spiaggia. Vorrei voltarmi per guardare lui, ma mi impongo di non farlo.
Perché devo continuare a farmi del male da sola, se oggi Jake mi ha distrutta?!
Non voglio più pensarci.
In strada mi rimetto le scarpe e cerco un taxi. Non voglio più vedere questo posto!!
 
Forse è stata la decisione più giusta da prendere, forse sto solo continuando a scappare, forse tutto questo mi porterà a vedere le cose in maniera diversa, oppure continuerò a crogiolarmi nel dolore, come sto facendo da un po’ di tempo.
Fatto sta che, l’idea di scappare da Richmond e prendere un aereo per ritornare a New York sia stata stupida e quella di andarmene dagli Stati Uniti molto avventata, ma continuo a ripetermi che è la cosa giusta per me.
Devo ricominciare da capo.
 
Pov Jake
 
«Congratulazioni» dicono loro.
«Grazie» rispondo io.
Questo motivetto va avanti da mezz’ora e io già mi sto stancando di stare qui.
Guardo la mia mano e non provo niente. Perché non provo niente? Dovrei essere felice di essermi… sposato! Soprattutto se la donna al mio fianco è quella che amo.
«Tesoro, tutto ok?»
Melanie, premurosa come sempre, mi riporta al ricevimento per il nostro matrimonio. Tutto sotto le stelle.
«Si, sto bene» le sorrido e la bacio.
Ipocrita!!! Mi grida la vocina che non ha fatto altro che urlami “No, fermati!!” per tutta la cerimonia.
Mi allontano da lei e vado al tavolo della famiglia di Alec, ma lei non c’è.
«Congratulazioni Jake» mi dice Lilith… gli occhi uguali ai suoi. È triste però e io so perché.
«Grazie» rispondo.
Perché mi sento terribilmente in colpa.
«Sai dov’è?» chiedo ad Alec che si è appena alzato.
«Si» risponde abbassando la testa e scuotendola.
Che ha?
«Allora? Perché non è qui?»
«Jake, secondo te perché lei non è qui?! Sta soffrendo e credevo di capire quello che lei provava ma no! Nemmeno io sono stato così male, ma lei… lei è distrutta! Crede sia colpa sua e forse un po’ lo è, ma insomma Jake… io Melanie te l’ho presentata soltanto per farti capire che dovevi tornare da mia sorella, non per sposartela!! Mi dispiace dirti questo proprio oggi, ma è la verità amico!»
Non mi aspettavo tutto quello… in effetti avrei dovuto prevederlo.
«Dov’è?»
«Sta tornando a New York. Non torna più Jake. Dice che lascia il Paese»
«Che cosa?!!»
«Ti ricordo che sei sposato» mi fa notare Alec.
«Le ho spezzato il cuore… io la amo Alec e so che non è il momento giusto per dirlo, e nemmeno l’occasione, ma è così! Io la amo,  sono innamorato di lei»
«E Melanie?»
«Credevo di amarla…»
«Sei proprio un coglione Jake» mi dice andandosene e scontrando la sua spalla con la mia. 
Ho fatto un casino e la cosa più stronza e meschina di tutte è che me ne sto rendendo conto oggi, il giorno del mio matrimonio.
 
«Sei stato assente tutta la sera»
«Ma che dici?»
«Jake, non mentirmi, non voglio litigare»
«E allora perché stai dicendo che sono stato assente tutta la sera. Ero là no? Mi sono sposato anche io,  mi pare»
«Tu eri con Natalie. La tua mente e il tuo cuore erano con lei, il tuo corpo si è sposato»
«Non dire stronzate Mel»
«Non dirle tu Jake. Siamo qui, in questo appartamento, in quella che dovrebbe essere casa nostra, non mi hai detto nulla da quando abbiamo lasciato il ricevimento, quando siamo entrati qui eri come se stessi entrando in una casa qualsiasi, hai sospirato molte e molte volte e hai guardato tante di quelle volte la fede che secondo me i tuoi sguardi l’hanno già consumata. Tu ti sei pentito di esserti sposato, vero? Tu sei innamorato di lei»
«Non sono innamorato di lei e non mi sono pentito»
IPOCRITA!!
«Jake… dimmi la verità. Sei innamorato di lei. Ti si legge in faccia che lo sei. E lei lo è di te. È pazzamente innamorata di te»
«Te lo ha detto lei?»
«In un certo senso si. Prima della cerimonia le ho parlato. Mi sorprende che sia venuta, io non lo avrei fatto. Era distrutta. Hai visto i suoi occhi? Erano lucidi e rossi e poi l’ho sentita parlare con suo fratello nella sua macchina. Non sai quanto ha pianto, Jake. Mi sono sentita male per lei e in colpa perché ti stavo allontanando da lei. Quando il prete ha chiesto se c’era qualcuno che non voleva permettere il nostro matrimonio io l’ho guardata e mi ha sorriso, togliendosi gli occhiali e guardandomi sorridente. Gliene sono grata se devo essere sincera, però immagino quanto possa aver sofferto»
Accidenti… tutte queste cose non le sapevo. Avevo visto che non aveva tolto nemmeno per un attimo gli occhiali e immaginavo che si trattava delle lacrime.
Mi siedo sul divano e sciolgo la cravatta. «Oddio» mormoro portandomi le mani ai capelli.
Non so che fare adesso… ho fatto un casino! Un casino assurdo!
«Jake»
Sento Melanie sedersi accanto a me e accarezzarmi la nuca. «Jake, va da lei»
La guardo con gli occhi sgranati. «Che cosa?!»
«Vai da lei… Chiederò l’annullamento del matrimonio»
«Melanie no… non possiamo, non puoi»
«Invece si. Io non c’entro niente con te e non so nemmeno perché abbiamo deciso di sposarci»
«Te ne stai pentendo tu adesso?» le chiedo sorridendo.
«Non proprio, ma non so che pensavo quando ti ho detto si. Ancora dobbiamo laurearci, abbiamo ventidue anni e non abbiamo ancora fatto niente nella vita. Perché ci siamo sposati?»
«Perché eri gelosa. E perché io ero arrabbiato»
«Ah, è vero… ero gelosa di Natalie inizialmente e tu mi dicevi sempre che non si sarebbe messa in mezzo perché ce l’avevi con lei e quindi non glielo avresti permesso, ma poi ti sei reso conto di essere ancora innamorato di lei, vero?»
«Praticamente si» rispondo esasperato da tutta quella situazione.
«Allora vai da lei. Penserò io a tutto»
«Sei sicura?»
«Si, non preoccuparti»
La abbraccio stringendola forte. «Mi dispiace Mel…»
«Lo so, adesso vai» risponde allontanandosi da me.
Ora o mai più, mi dico…
Mi alzo e, dopo aver salutato Melanie, esco di casa.
   
 
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