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Autore: writingtolouis    02/09/2012    6 recensioni
« I said maybe you're gonna be the one that saves me. »
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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« I said maybe you're gonna be the one that saves me. »

 

A tutte le mie amiche più care, grazie per esserci sempre.

 

 
Erano le 7.29 della mattina, a Bristol. Il cielo era plumbeo, indice di una tempesta in arrivo. Gli unici rumori che si riuscivano a percepire erano i sottili tacchi a spillo delle donne che andavano a lavorare e il lieve brusio degli autobus. La popolazione scolastica si sarebbe svegliata a breve, e la città si stava preparando ad accogliere una marea incontrollabile di ragazzini pronta (o quasi) ad affrontare il loro primo giorno di scuola.
7.30.
“Destiny, hai finito di prepararti? Non vorrai far tardi al tuo primo giorno di scuola!” la voce della madre riecheggiò nella camera della ragazza. “Certo che no, mamma” disse lei stanca “sto arrivando”.
Andò in bagno, dando un ‘ultima occhiata al suo aspetto. Diede un ultimo colpo di spazzola ai suoi lunghi capelli color miele e si diresse decisa verso la cucina.  Subito fu accolta da un aroma di caffè e pancakes appena fatti. “Oh, eccoti finalmente!”. La madre era una donna esile, di carnagione chiara e con dei meravigliosi capelli mossi, tutto ereditato dalla figlia. Ma gli occhi verde smeraldo erano sicuramente caratteristiche del padre, che intanto sorseggiava il caffè affianco.
Destiny prese la borsa nera borchiata e fece per dirigersi verso la porta. “Che fai non mangi?” chiese prontamente il padre. “No, papà, mangerò un boccone dopo, magari”. Il padre farfugliò qualcosa che la ragazza colse come un “buona fortuna” che lei ricambiò con un saluto.
Appena uscita dalla porta uno scroscio d’acqua le diede il buongiorno, e, prima che se ne potesse accorgere, arrivò a scuola bagnata dalla testa ai piedi.
Subito le si mise davanti una ragazza bellissima, molto più alta di lei e con dei bellissimi capelli rossi. Destiny non mise molto a capire di chi si trattasse. “Hey Candice!” disse rivolgendosi alla ragazza. Ella si girò, e senza pensarci un attimo prese tra le braccia l’amica, con una stretta così forte da non farla respirare. “De! Come stai, è da così tanto tempo che non ci vediamo. Mi sei mancata tantissimo.”
“Sì, hai ragione, mi sei mancata anche tu. Ma quest’estate sono stata in California, dai miei nonni e no, prima che tu me lo chieda, nessuna novità!” La bionda rimase un po’ male dalla sua ultima affermazione, ma sfoderò subito un sorriso e disse: “Be’, che hai in prima ora? Andiamo insieme in classe?” Destiny frugò nella borsa in cerca del suo foglietto del programma, per controllare quale corso avesse. “Io ho Matematica ora, tu?” l’amica fece una smorfia “No, io Biologia… Ci vediamo a pranzo, allora?”
“Sì, certo. I ragazzi sono già arrivati?”
“Non lo so, li troveremo sicuramente dopo a mensa”. Le due si salutarono e presero strade diverse.
 
“Ciao Angie, come ti sono andate le vacanze?” disse Destiny alla donna dietro al bancone come se la conoscesse da una vita. “Oh tutto bene cara, a te? Cosa ti porta da queste parti?” “Non c’è male” disse mettendosi seduta sul bancone “son venuta per ritirare il libretto delle giustificazioni”.
“Oh certo bella. Solo un attimo però, che finisco con questa ragazza” le disse sorridente.
Solo ora la ragazza notò la persona accanto a lei. Era il suo esatto opposto: capelli biondi, occhi color nocciola e con un abbigliamento che di gran lunga non si addiceva al suo stile. Portava infatti degli stivali neri con un tacco esorbitante (bellissima, ma comunque non alla sua portata), pantaloncini di jeans davvero troppo corti con dei collant neri sotto e una canottiera bianca coperta da una camicia anch’essa di jeans. Troia! pensò Destiny, catalogando, come suo solito, la gente a prima vista.
“La ringrazio!” fece timidamente la ragazza alla donna. “Di nulla cara. Bene, Destiny? Allora il libretto delle giustificazioni per te, giusto?”
“Esatto” disse la ragazza scendendo dal bancone. La donna scomparve per qualche minuto per poi tornare con un libretto in mano color verde sbiadito. “Ecco a te cara. Allora, ora dovresti mettere il tuo no-” “Oh andiamo Angie” la incalzò la ragazza, “frequento questa scuola da quattro anni, vuoi che non sappia come compilare un libretto delle giustificazioni? E poi se resto oltre, arriverò tardi a lezione”. La donna ridacchio, divertita. “Oh, hai ragione tesoro. Allora non ti fermo ancora. Buon primo giorno di scuola”. La ragazza la ringraziò uscendo.
Sperando di non aver fatto tardi, dopo aver percorso mezza scuola di corsa, irruppe nell’aula di Matematica tutta affannata. “Scusi prof., ero andata in segreteria per ritirare una cosa e…”
“Non si preoccupi signorina Evans” la interruppe il professore “Oramai ho fatto l’abitudine ai suoi ritardi, ma è fortunata, ancora non ho cominciato la lezione”.
Soddisfatta, Destiny fece per andare a sedersi al suo solito posto, quando notò che era già occupato. Rimase interdetta per un attimo, per poi incontrare lo sguardo dell’insegnante che le stava indicando l’unico posto ormai libero: secondo banco, esterno, con la nuova arrivata.
Oh perfetto, la troia, pensò subito.
Non ebbe neppure il tempo di sistemare i libri sul banco che una mano le si piazzò davanti alla faccia, “Ciao! Io sono Ginnie, piacere”. Destiny le diede la mano e si presentò, cercando di essere il più gentile possibile. “Piacere, Destiny. Sei nuova? Non credo di averti mai visto prima ad ora.”
“Sì, mi son trasferita a Bristol da una settimana con mio fratello e i miei genitori. Prima abitavamo a New York” disse velocemente la bionda.
Oh, ecco il perché dell’abbigliamento!, pensò. “Wow, be’, è un enorme cambiamento. Da una grandissima città come New York a un piccola come Bristol. E vi trovate bene qui?”
“Signorine” ammonì il professore “mi dispiace interrompervi, ma qui si sta cercando di spiegare la lezione di oggi. Che dite, siete interessate?”. Le due abbassarono il capo, in segno di scuse, ma subito dopo Ginnie riprese a parlare, più a bassa voce, questa volta. “Non so, ci siamo trasferiti da pochissimo, ma il cambiamento già si sente. E poi qui non conosciamo nessuno”.
“Per questo ti posso aiutare io” rispose prontamente. “Tuo fratello frequenta questa scuola? Se volete potete pranzare con noi oggi… cioè, con me e i miei amici!”. Ma che diavolo sto dicendo? Troppo buona De, sei stata troppo buona.
“Sì, mio fratello fa l’ultimo anno come me. Solo che io son un anno più piccola. Oh ma dici davvero? A noi farebbe molto piacere, ehm, ma solo se vuoi chiaro” disse timidamente.
Oramai era troppo tardi per tirarsi indietro, e Destiny pensò che alla fine non sarebbe stato così terribile. Infondo la ragazza era simpatica, forse un po’ troppo estroversa per i suoi gusti, ma sarebbe sicuramente piaciuta ai ragazzi.
“Certo che sì. Insomma, voi siete nuovi, è il minimo che possa fare!” disse sorridente.
“Be’, in tal caso ti ringrazio”.
 
“Non toccare la mia insalata, Zayn!” disse Candice al ragazzo moro di fronte a lei.
“Oh ma guarda chi è arrivata. Ehilà Des, come va?” subito un ragazzo riccio le si pose davanti, abbracciandola.
“Harr, tutto bene e tu? Quante te ne sei fatte quest’estate?” disse lei ridendo, felice dell’abbraccio dell’amico.
“Mh, ho perso il conto.” fece il riccio con un sorriso malizioso.
La ragazza rimase felice nel vedere che erano già tutti lì. Candice e Juls rispettivamente in braccio a Niall e Liam, Zayn a capo tavola e Harry, che ora si era alzato, vicino a Niall.
Destiny incontrò lo sguardo di Liam, che le fece un sorriso. “Ti abbiamo tenuto un posto, vieni!”
“Ecco, a proposito di questo… avremo bisogno di due posti in più. Ho incontrato una ragazza nuova oggi, viene da New York e sembra una tipa apposto, così le ho detto che se voleva poteva pranzare con il fratello qui da noi. Sempre se siete d’accordo, ovvio”.
I ragazzi rimasero prima interdetti, poi tutti fecero un sorrisone, accettando l’offerta dell’amica. Fu Harry il primo a rompere il ghiaccio: “Almeno dimmi, com’è? È figa?” scoppiarono tutti in una fragorosa risata, causata dalla prevedibile domanda del ragazzo. “Che c’è, che ho detto di male?” fece con aria innocente. Prima che qualcuno potesse aprir bocca una ragazza mingherlina si avvicinò alla spalla di Destiny, toccandola appena con i polpastrelli della mano. “Ehm, Destiny?” la ragazza si girò e la accolse con un caloroso sorriso. “Oh ciao Ginnie! Ma tuo fratello? Non è potuto venire?”
“No, purtroppo è dovuto scappare a casa, ma vi ringrazia!”
“Oh be’, digli che sarà per la prossima volta, allora. Gente” disse rivolta al gruppo di amici, “questa è Ginnie, la ragazza di cui vi parlavo”. Tutti le si misero immediatamente intorno, come se lei fosse il nuovo giocattolo bramato dai bambini.

 

 
- my space.
salve a tutti! dopo un secolo sono tornata gente ahah.
okay, che dire, questa è la ff che finalmente la mia testa bacata è riuscita a partorire. non so se sia un granché, ho cercato comunque di metterci il cuore, perciò ditemi (magari in una recensione) come vi è sembrato, o se vi è sembrato troppo lungo/corto, troppo pieno di dialoghi o viceversa ecc. mi fareste davvero tanto, tanto piacere <3
good, che dire. spero che la storia vi piaccia. Le vostre recensioni mi fanno mooooolto felice, quindi non indugiate, lol
oh, volevo ringraziare la bellissima @breakfastataghs (su twitter) o egg___s (su efp) che mi ha gentilmente fatto il meraviglioso banner di questa fan fiction. perciò, grazie ancora.
sotto lascio il banner della mia os fatta in precedenza ("Let me tell you how much I love you") e poi vi linko la fan fiction di una delle mie migliori amiche, in cui dovete assolutamente passare: London's rain. uu

 
peace&luv.
flà.

  

  
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